Gli organizzatori della iniziativa "Social and Music Party" in programma domani 1° maggio al Parco Toti, causa le avverse previsioni meteo, ci informano che l'evento è stato rimandato in data 2 Giugno. Stesso posto stesso orario.
Peccato non poter festeggiare insieme il 1° Maggio, festa del lavoro e dei lavoratori, ma non era possibile fare altrimenti.
martedì 30 aprile 2013
1° maggio, festa musicale rimandata
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Un coro per cantare la Liberazione
Alla manifestazione cittadina del 25 aprile ha debuttato per la prima volta in pubblico una nuova formazione musicale: il coro denominato "Questo è il fiore del Partigiano", nato in collaborazione con l'Associazione ANPI e il Circolo ARCI di Palazzolo.
Alle celebrazioni conclusive in piazza della Resistenza si è esibito dopo la banda giovanile proponendo brani che hanno coinvolto molti dei presenti in piazza. La foto qui sopra è stata scattata davanti al monumento alla resistenza ritrae il gruppo di canto alla fine della manifestazione.
Il coro che ha attualmente 30 iscritti è il risultato di un corso di canto organizzato dalle tre associazioni che si è tenuto dal 5 febbraio a fine marzo. Direttore musicale della nuova formazione è Mario Toffoli (con la camicia bianca nella foto) che segue anche altri gruppi musicali che ruotano attorno all'associazione culturale milanese La Conta.
"Il coro è nato per arricchire di contenuti la Festa della Liberazione a Paderno Dugnano - afferma uno dei componenti del coro, Arnaldo Montini -. Lo spirito della manifestazione si era nel tempo un po' affievolito e così abbiamo pensato, utilizzando il canto corale, di sostenerlo con uno strumento che ci appassiona".
I cittadini partecipanti alla celebrazione di quest'anno hanno gradito l'iniziativa e sono molti quelli che hanno chiesto ai coristi come fare ad entrare a far parte del coro. Anche la banda civica si è detta interessata a studiare la possibilità di realizzare qualche iniziativa insieme alla nuova formazione. "La cosa ci ha fatto molto piacere e pensiamo di ripetere il corso per aprire il coro a nuovi componenti - dice Montini -. Stiamo valutando inoltre la possibilità di dar vita a un programma di esibizioni per i prossimi mesi".
Governo Letta, il titolo è....
Segnalo ai lettori interessati una mini rassegna stampa delle
prime pagine dei principali quotidiani italiani utile per capire come questi
trattano il neonato governo Letta che ieri ha ricevuto la fiducia alla Camera.
Cominciamo da l'Unità, l'organo "di
sinistra" del PD che titola: Letta, il lavoro è la priorità.
Catenaccio: Stop Imu a giugno, meno tasse sui giovani e
"Riforme entro 18 mesi o lascio".
Il Giornale di Berlusconi maramaldeggia
spavaldo. Il titolo è: Via l'Imu, fatto. Mentre
nel catenaccio strilla: Casa, fisco, aiuti alle imprese e
lavoro: guida Letta, ma la rotta è quella di Berlusconi.
La Repubblica
titola: Letta, stop a Imu e aumenti Iva. Nel catenaccio
spiega: Alfano: musica per le mie orecchie. Nel programma anche
reddito minimo e tagli alla politica.
Il Corriere della Sera: Letta ferma
l'Imu e i soldi ai partiti è il titolo, il catenaccio: Dalla
Camera fiducia al governo. "Aiuti a chi assume, reddito a chi è
in difficoltà".
Dissonante e
scettico a destra il titolo di Libero: La favoletta. Sotto,
nel lungo sommario, la posizione del giornale: Il premier si
presenta con un discorso pieno di promesse per tutti: giovani, donne,
precari, esodati, imprese, famiglie bisognose. Basta austerità. Giù
le tasse, più ammortizzatori sociali. Bello. Peccato che non abbia
detto dove troverà i 30 miliardi necessari. E così resterà il
libro dei sogni.
Dissonante, ma
realistico a sinistra il titolo de Il Manifesto: Rimoriremo
democristiani con sopra una bella foto di democristiani festanti
e sorridenti, da Fioroni ad Alfano a Rotondi, che si congratulano con l'amico Letta. Missione compiuta.
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lunedì 29 aprile 2013
Massetti: "Dopo Letta il PD deve prepararsi all'opposizione"
Mentre iscritti ed elettori del Partito Democratico, in Italia e a Paderno Dugnano, attendono istruzioni sul futuro del partito che farà il suo congresso in ottobre, una data assurda e fuori tempo massimo rispetto alle esigenze, c'è chi tra gli esponenti più in vista e autorevoli del PD padernese prova a dire qualcosa. Lo fa per primo Gianfranco Massetti, ex sindaco ed attuale consigliere comunale che sul suo sito personale ha pubblicato due giorni fa il commento dal titolo: "Dopo Letta: che fare?" che segnalo agli interessati. Il suo contenuto (rimanere nel PD, perdere le elezioni e attrezzarsi all'opposizione) purtroppo mi conferma nell'intenzione già annunciata di lasciare il partito.
Io sono e resto un uomo di sinistra e
credo che la rottura del PD sia un ulteriore disastro che si aggiunge
al disastro già fatto. Parto da qui.
Forte è stata la delusione per l’esito
elettorale e per la gestione delle settimane dopo il voto. Il
risultato è che oggi il PD è un partito meno autonomo, più
dipendente da Napolitano e condizionato da Berlusconi e da Renzi. Un
partito meno di sinistra e più lontano dai fermenti di cambiamento.
L’occasione per mettere fuori gioco
il centro destra è andata in frantumi per responsabilità del PD e
anche del M5S. La responsabilità è del PD per come è, non solo di
Bersani. Il PD non era in grado né di fare un accordo con M5S né di
votare Rodotà: pena la sua rottura. L’istinto di conservazione del
PD, e dei suoi potentati, ha portato alla paralisi del Paese. Così
adesso il centro sinistra non esiste più. Rotti i ponti con Sel, il
Psi e con tutti i movimenti della società civile. Un pallido ricordo
“L’Italia bene comune”. Che fare?
La risposta è obbligata: oggi non ci
sono scelte. Letta doveva fare un governo e l’ha fatto. Al di là
delle sorprese, alcune positive, resta l’impressione di un governo
bianco e blu. Il bianco della componente moderata del PD e il blu
della PDL. La sinistra sembra scomparsa.
Vedremo il programma. Per me dovrebbe
fare poche scelte di compromesso onorevole (su economia, Europa,
costi della politica, riforme istituzionali) e durare solo il tempo
necessario ad espletare i compiti ad esso assegnati. Poi al voto e
all’opposizione. Si perché perderemo le prossime elezioni con
qualsiasi candidato premier, Renzi compreso.
Questo il quadro generale che, per
fortuna, dipende pochissimo da noi. Noi concentriamoci su Paderno (e
sul congresso del PD). Prima Paderno e poi il PD: queste le mie
priorità. A Paderno Dugnano non bisogna farsi condizionare dal clima
del governo Letta-Alfano. Con Alparone nessuna indulgenza e, grazie
alla legge elettorale comunale, nessuna prospettiva di accordo.
Opposizione per difendere i cittadini e
i servizi, per migliorare quello che è possibile. Per il futuro
dobbiamo e possiamo preparare, insieme alla società civile
disponibile, un’altra Paderno Dugnano. Più vivace, più moderna, più
dinamica, più verde e più accogliente.
Alla prova dei fatti il centro destra
si è dimostrato incapace di governare, non ha fatto niente e ha
bloccato la crescita della città per 5 anni. Il futuro di Paderno
Dugnano non passa da lì.
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Il "contatore" confindustriale della crisi non aiuta a capire il futuro
La richiesta di Favrin è retorica dal momento che non essendo io il Cerved o l'Istat, non
posso certo fare questo tipo di indagine. Mi sono limitato a
segnalare l'evidente parzialità di un giornale che
vorrebbe essere autorevole, ma non lo è dal momento che pur avendo
la possibilità di dare ai lettori un'informazione completa sul fenomeno (grazie alla collaborazione con la banca dati della Camera di
Commercio) sceglie invece di fornire un solo dato per
sostenere la campagna politica del suo editore.
La seconda critica mi viene da
Paderno City Radio, la web emittente messa in rete da qualche settimana. Nella sua rubrica "Blog
in radio" ha recensito anche Padernoforum e
parlando del commento relativo a Il Sole-24 Ore ha obiettato che la
mia critica non era giornalisticamente fondata. Secondo i due conduttori
del programma, infatti, la notizia dei fallimenti era più "importante e
significativa" di quella delle nuove aperture di aziende che
evidentemente essi ritenevano una notizia scontata. Insomma che nuove aziende nascano è un dato banale mentre se falliscono seguendo la naturale dinamica di mercato (come avviene normalmente) è
"emergenza".
Questa posizione che privilegia la
cattiva notizia sulla buona notizia mi appare molto superficiale perché non
aiuta a capire i fenomeni e darne una chiave di lettura credibile.
Per carattere e anche come giornalista sono portato a
ritenere il futuro una "notizia" più importante e
interessante del passato. Pertanto conoscere il tasso di natalità
delle imprese italiane in tempi difficili come questi, caratterizzati da una
crisi di sistema che è insieme nazionale e mondiale, mi sembra fondamentale per capire come sta cambiando
l'Azienda Italia e se, nonostante questo cambiamento epocale, nascono
ancora più imprese di quelle che muoiono, mi piacerebbe sapere che
tipo di imprese sono.
Questo tipo di informazioni mi attenderei di ricevere da un
grande giornale come Il Sole-24 Ore, non quel misero contatore dei
fallimenti che serve solo alla sua proprietà per rivendicare risorse con
le quali sostenere, non un modello innovativo di impresa e di business, ma il
vecchio modello già messo in crisi e superato dagli eventi, l'unico
di cui Confindustria dispone perché è anch'essa un'istituzione
arretrata e superata.
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Editoria: addio scoop, anche l'agenzia diventa social.
Il giornalismo e l'editoria basati sulla produzione e vendita di news al pubblico sta cambiando. Un nuovo modello di business indotto dall'esplosione dei social media che trasformano i cittadini in "fonti" e produttori autonomi di notizie si sta imponendo a partire dalle grandi agenzie di stampa internazionali. Lo conferma questo servizio dell'inviato dell'Ansa al Festival del giornalismo di Perugia.
Festival di Perugia: Ap e Reuters aprono al citizen
journalism
dell'inviato Michele Cassano-Ansa
dell'inviato Michele Cassano-Ansa
Perugia, 27 aprile 2013. Sempre meno
scoop, il compito dei giornalisti di agenzia sarà da un lato
verificare le notizie che arrivano dalla rete, dall'altro svilupparle
e arricchirle. La fonte prima dell'informazione, insomma, è
destinata a mutare radicalmente, sulla spinta della crescita di
social media e comunità virtuali. Una rivoluzione già iniziata,
soprattutto nel mondo anglosassone, come testimonia la nascita della
figura del social media editor nelle due principali agenzie in lingua
inglese del mondo, Associated Press e Reuters. A ricoprirne il ruolo
due giganti del web, come Anthony De Rosa e Eric Carvin, ospiti al
Festival del giornalismo di Perugia.
De Rosa, definito dal New York Times un
''re'' della piattaforma di microblogging Tumblr, si occupa da due
anni dell'integrazione dei prodotti Reuters con i social media.
''Sono nel ramo consumer dell'agenzia, ma c'è un'interazione
continua con l'area business - spiega de Rosa -. Il mio compito è
setacciare il web e verificare le notizie''. L'espansione dei social
media ha portato alla creazione di una rete di utenti, diventati
collaboratori dell'agenzia. ''Abbiamo gente in giro per il mondo che
contattiamo - dice -. Alcuni non vogliono essere neanche
remunerati, perchè si accontentano che il loro lavoro abbia
visibilità'.
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domenica 28 aprile 2013
Rho-Monza: rassegna stampa settimanale
Ricevo da Ferruccio Porati la rassegna stampa settimanale del Comitato per l'Interramento della Rho-Monza.
Buona lettura
L'azione parlamentare promossa dal pool di onorevoli con Ezio Casati in testa, è ripresa dal "Giorno" del 25 aprile:
http://www.universovino.com/ Joomla/Documenti/Stampa/il% 20Giorno/il%20giorno%2025_04_ 13.pdf . Che questa data sia di buon auspicio.
I settimanali locali in uscita nel week-end riprendono il tema sulle pagine Bollatesi: http://www.universovino.com/ Joomla/Documenti/Stampa/ settegiorni/settegiorni%2026_ 04_13.pdf , http://www.universovino.com/ Joomla/Documenti/Stampa/il% 20Notiziario/notiziario%20-% 20bollate%2025_04_13.pdf .
Vi è anche un ricco trafiletto per Baranzate: http://www.universovino.com/ Joomla/Documenti/Stampa/il% 20Notiziario/notiziario%20-% 20baranzate%2025_04_13.pdf .
Stranamente, sulle cronache padernesi non c'è nessun riflesso o commento. Si segnala, inoltre, un'intervista al sindaco di Paderno Dugnano, sul periodico "città2000", di cui si riporta la parte relativa ai temi della Rho-Monza e dell'inceneritore. Lascia un pò dubbiosi constatare come la Rho-Monza venga definita dal primo cittadino "stoppata" e "congelata" (mentre c'è una VIA nazionale in corso ed il nuovo assessore lombardo alle infrastrutture, Del Tenno, ha appena invocato "procedure d'urgenza" in un documento di inizio marzo...) e l'inceneritore "chiuso definitivamente" (mentre c'è un ricorso al TAR da parte dell'azienda proponente... http://blog.libero.it/ padernovillaggio/12058241.html ):
Si ricorda che il CCIRM parteciperà alla manifestazione del prossimo 4 maggio a Milano:
Meno autostrade, più mobilità: Pedoni, Pedali e Pendolari di tutta Italia il 4 maggio insieme a Milano: La Mobilità Nuova sposta i soldi per muovere le persone.La mobilità vecchia sposta le persone per muovere i soldi.
Il 4 maggio a Milano si terrà la manifestazione nazionale indetta dalla Rete per la Mobilità Nuova: una cordata di cittadini e cittadine, associazioni, comitati e movimenti impegnati per la promozione di un modello di mobilità che metta al centro della progettazione delle infrastrutture del Paese non più la circolazione delle auto, ma i bisogni delle persone. Facciamo sentire la nostra voce.
Milano, ore 14:30, Piazza Duca d’Aosta (Stazione Centrale)
Pedoni, Pedali e Pendolari uniti per modificare il modello di mobilità vigente spostando le risorse pubbliche laddove si spostano le persone.
Siamo tutti invitati a partecipare.
CCIRM
Comitato dei Cittadini per l'Interramento della Rho-Monza
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Resistenza privata
La denuncia è dell'ANPI, Associazione
Nazionale Partigiani d'Italia: “E' stato chiesto in data 18
ottobre 2011 all'Amministrazione Comunale di sistemare il Monumento
in Piazza della Resistenza, danneggiato da vandali – scrive
l'Associazione in un comunicato stampa -. L' Amministazione
Comunale ha risposto dopo tre-quattro mesi, dichiarando di non avere
i soldi per intervenire. A questo punto il nostro Direttivo ha deciso
di restaurare il Monumento promuovendo una sottoscrizione".
L'ANPI ha così deciso di rivolgersi a
tutti i cittadini per raccogliere fondi finalizzati a restaurare il
monumento che sta nella piazza principale della città di fronte alla
casa comunale, ma che il Comune evidentemente non sente come "suo".
Peccato che nel comunicato inviato alla stampa per annunciare la
raccolta fondi l'Associazione non dica nulla delle modalità di
raccolta (dove, come, quando, ecc) pertanto anche volendo aderire
all'iniziativa non si sa come fare.
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sabato 27 aprile 2013
Moai
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Una giovane riflessione sul 25 aprile
Buongiorno, vi allego questa piccola
riflessione, nata come stato di Facebook, e che ora mi piacerebbe far
girare il più possibile per rendere consapevoli i giovani della mia
età che il 25 aprile non è solo un giorno di riposo, ma
un'importante giorno di commemorazione:
"Io sono incazzata coi miei
genitori, con mia madre. Sono delusa perché mi hanno sempre
insegnato l'importanza del 25 aprile, mi hanno insegnato a commuovermi
alle parole di un vecchio partigiano, a provare amore per il loro
amore per la libertà del mio Stato. Da piccolina, la mattina di ogni
25 aprile mia madre mi ficcava in mano due mollette del bucato e mi
spingeva in balcone ad appendere il tricolore, in modo che dalla
strada tutti lo vedessero. Mi hanno regalato libri, sballottato a
sentire i discorsi dei partigiani, speso tempo a dirmi di farne
tesoro, perché appartengo all'ultima generazione che ha la fortuna
di poterli ascoltare mentre i loro cuori battono e combattono ancora.
"Io sono incazzata coi miei
genitori, con mia madre. Sono delusa perché mi hanno sempre
insegnato l'importanza del 25 aprile, mi hanno insegnato a commuovermi
alle parole di un vecchio partigiano, a provare amore per il loro
amore per la libertà del mio Stato. Da piccolina, la mattina di ogni
25 aprile mia madre mi ficcava in mano due mollette del bucato e mi
spingeva in balcone ad appendere il tricolore, in modo che dalla
strada tutti lo vedessero. Mi hanno regalato libri, sballottato a
sentire i discorsi dei partigiani, speso tempo a dirmi di farne
tesoro, perché appartengo all'ultima generazione che ha la fortuna
di poterli ascoltare mentre i loro cuori battono e combattono ancora.
Bene, il valore del 25 aprile sono
riusciti a trasmettermelo ben oltre le loro aspettative. E ora, dopo
l'impegno che ci hanno messo, demordono. Demordono stanchi per il
sistema in cui vivono e mia madre rinuncia ad unirsi con me al corteo
nel nostro comune perché dopo sei giorni di lavoro domani può dormire. Come darle torto, il riposo se lo merita. Mi incazzo perché ora sono io a dover insistere, a riproporle i suoi insegnamenti, a
spiegarle che è un giorno di riposo per chi non ricorda, e che per
chi sa cosa si commemora è un giorno festa, la pi§ bella dell'anno,
e che per questo si dovrebbe sentire in dovere di andare in corteo
con sua figlia a cantare Bella Ciao.
Mi incazzo perché mia nonna è nata
nel '22, all'alba del fascismo, ed io sono nata nel '94, all'alba del
berlusconismo, ed ora voglio che i miei figli ed i suoi nipoti vedano
solo tramonti, e mai una nuova alba. Mi incazzo perché qui, a
Paderno Dugnano la giunta è del PdL, ed io ogni anno voglio farle
girare i coglioni a farle vedere che ci sono anche i cittadini che
scendono per le strade con le bandiere e cantano canzoni che loro
sbeffeggiano, e spero che ogni anno quei cittadini aumentino perché voglio che il sindaco, al corteo esclusivamente per
rappresentanza, si imbestialisca, ma non possa lasciarlo
intravedere. E ci godo ogni anno quando mi saluta e gli rispondo a
pugno chiuso.
Io auguro a tutti un 25aprile che non sia una festa, ma che sia un immenso grazie ai ragazzi morti, e che sia anche un giorno per vergognarsi anche un po' per come siamo ridotti ora, dopo la loro scelta di andarsene lassú in montagna a trascorrere giorni di sangue e gelo. Non c'è mai stato un gesto piú altruista del loro, io mi metto la mano sul petto e vi onoro."
Io auguro a tutti un 25aprile che non sia una festa, ma che sia un immenso grazie ai ragazzi morti, e che sia anche un giorno per vergognarsi anche un po' per come siamo ridotti ora, dopo la loro scelta di andarsene lassú in montagna a trascorrere giorni di sangue e gelo. Non c'è mai stato un gesto piú altruista del loro, io mi metto la mano sul petto e vi onoro."
Grazie per l'attenzione,
Ingrid Mambrini, una cittadina di Paderno Dugnano.
Ingrid Mambrini, una cittadina di Paderno Dugnano.
1° Maggio social & Music Party
Il Comitato a sostegno dei familiari
delle vittime e dei lavoratori Eureco con la collaborazione di alcuni
giovani padernesi e le associazioni Medicina Democratica AIEA,
Effetto Terra, Restiamo Umani e grazie al patrocinio del Comune di
Paderno – Assessorato alle Attività Culturali e Identità Locale-
organizza:
“1° Maggio Social & Music
Party” una giornata dedicata alla musica e al sociale presso il
parco Toti (si accede dall’entrata lato piscina)
I proventi verranno destinati alle
famiglie delle vittime della tragedia Eureco. In caso di maltempo l'evento verrà spostato al 5 maggio. Per informazioni
328.6536400
PROGRAMMA:
L’evento sarà aperto al pubblico
dalle ore 14 fino alle 20 di mercoledì 1 maggio e sarà così
articolato:
Area ballo : concerto musica rock con
le seguenti band
- Yellow Flag
- Psicosuono
- Marco Crupi
- Lost and Found
- Tree four fire
- Machines feel no pain
Durante i “cambi palco” a cura
dell’associazione Restare Umani::
- Reading letterario sui temi del lavoro
- Speaking con microfono aperto al pubblico per dare l’opportunità di raccontare esperienze personali legate al mondo del lavoro
Area Via Valentino angolo via Coppi
(are verde)
- Stand musica elettronica gestito dai dj Bootty Biters
Area - Stand associazioni
- Stand associazioni locali:
Comitato Eureco, Medicina Democratica
AIEA, Effetto Terra, Restiamo Umani
- Stand consigli d benessere bionaturale
- Installazione mostra fotografica
- Stand associazione Nueva Estrada Onlus
- Stand “MADE in MAGE”: moda e design sostenibile
Area sport Via Valentino
- Associazione Sportiva Arcieri Cormano - tiro con l’arco e prove gratuite aperte al pubblico
Area Food & Drink
- Punto cassa di fianco al palco
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mercoledì 24 aprile 2013
Giornalismo scorretto sotto il segno del Sole
Il Sole 24 Ore è stato il mio giornale
dal 1987 al 1991, ma non l'ho mai amato anche se in quella redazione
mi sono fatto molti amici. Uno di questi, un collega caposervizio della sezione "Mezzogiorno", mi definiva "l'infiltrato" (scherzando, ma non troppo) proprio a causa del mio atteggiamento reticente che tendeva a segnalare una scarsa adesione personale
allo spirito e alla mission del giornale.
Insomma lavoravo al meglio delle mie capacità e facevo bene il mio mestiere, come diversi premi giornalistici vinti in quel periodo attestavano, ma il cuore non ce lo mettevo e si vedeva a occhio nudo. La ragione della mia sostanziale estraneità era la resistenza che opponevo al diventare l'ingranaggio di uno strumento di potere che sentivo estraneo e nemico, le cui finalità ultime non condividevo.
Insomma lavoravo al meglio delle mie capacità e facevo bene il mio mestiere, come diversi premi giornalistici vinti in quel periodo attestavano, ma il cuore non ce lo mettevo e si vedeva a occhio nudo. La ragione della mia sostanziale estraneità era la resistenza che opponevo al diventare l'ingranaggio di uno strumento di potere che sentivo estraneo e nemico, le cui finalità ultime non condividevo.
Oggi visitando la home page della
edizione on line del quotidiano ho scoperto una iniziativa del suo direttore che
considero molto scorretta e inaccettabile dal momento che viene
portata avanti dall'organo di Confindustria. A centro pagina, subito
sotto l'apertura, fa bella mostra di sé un box di colore rosso vivo
dal titolo: "Il contatore della crisi. Nuovi fallimenti archiviati lunedì". Il contatore realizzato in collaborazione
con la banca dati delle Camere di Commercio segnala che oggi ci sono
stati 49 fallimenti di imprese, 4.789 dall'inizio dell'anno.
Perché definisco scorretto e
inaccettabile giornalisticamente questo contatore sbattuto in prima pagina?
Perché viola la deontologia professionale che impone al giornalista
di dare al lettore notizie che rappresentino sempre e comunque la verità sostanziale dei
fatti, e questa non lo è. Un contatore della crisi corretto, se vuol
offrire davvero una istantanea della dinamica vitale delle nostre
imprese, deve riportare non solo il numero dei fallimenti, ma anche
quello delle nuove aperture di aziende.Dato quest'ultimo che di questi tempi a me sembra più interessante e significativo del primo. Il Sole non lo fa e questo
conferma la scarsa stima che nutro e ho sempre nutrito verso il mio
ex giornale.
Ps: sempre la banca dati delle
Camere di Commercio italiane, registra che nel 2012 sono nate 383.883
nuove imprese mentre 364.972 hanno cessato l'attività, confermando
così il saldo positivo dell'azienda Italia e la scorrettezza
professionale del collega direttore.
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Eureco: ancora uno sconto di pena. Perché?
Ricevo dal Comitato Eureco il seguente comunicato a commento della sentenza di ieri contro Giovanni Merlino che ha ottenuto dal Tribunale un ulteriore (e a detta dei familiari immotivato) sconto di pena.
Bettazzi: la fede che può parlare anche "a vanvera"
"I giovani d'oggi mi sembrano
molto penalizzati dalle tecnologie. Quando hanno un problema vanno in
rete a cercare le soluzioni e trovano quelle già
confezionate. Non c'è più
la consapevolezza della necessità di arrivare alla soluzione dopo lo
studio e la riflessione".
Queste parole di monsignor Luigi Bettazzi,
Vescovo emerito di Ivrea, pronunciate ieri sera nel corso
dell'incontro che si è tenuto al Santuario di Dugnano, mi hanno
colpito molto perché suonano vere e credibili.
Queste parole di monsignor Luigi Bettazzi,
Vescovo emerito di Ivrea, pronunciate ieri sera nel corso
dell'incontro che si è tenuto al Santuario di Dugnano, mi hanno
colpito molto perché suonano vere e credibili.
L'uomo che abbiamo incontrato è davvero straordinario. Ieri sera, a
quasi 90 anni (è nato a Treviso il 26 novembre 1923), stando sempre in piedi e parlando a braccio, ha tenuto una lectio magistralis
sul Concilio Vaticano II, evento storico al quale egli ha avuto la ventura
di partecipare 50 anni fa e di cui è oggi uno dei pochi testimoni
superstiti. Una lectio molto pastorale, nello spirito del Concilio
che mezzo secolo fa trasformò per sempre la Chiesa di Roma, portata
avanti con ironia e complicità dall'anziano Vescovo che ha
raccontato anche tre o quattro barzellette e molti aneddoti su
quell'evento e sui suoi protagonisti per farsi meglio capire dagli ascoltatori.
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La Little Big Horn del Movimento 5 Stelle
Tutti a dire che il vincitore di questa indecente partita del Quirinale, terminata con la rielezione di
Napolitano e l'accordo per dar vita a un futuro governo PD-PdL, è Beppe Grillo.
Avevo promesso di stare zitto, ma non posso tacere di fronte a questa palese bugia. Non ha vinto lui, ha vinto il vecchio, e il "nuovo"
che aveva avuto la possibilità concreta di fare un governo
di cambiamento ed eleggere un Presidente della Repubblica che lo garantisse, ha
miseramente perso la partita. Per ingenuità, per arroganza, per ignoranza, per
presunzione e dilettantismo.
I fatti nella loro nuda essenza sono
questi (confermati dalle ricostruzioni postume di Ezio Casati): c'era un'occasione storica da cogliere, è stata stupidamente
mancata. La politica si fa per costruire qualcosa non per avere ragione a parole e torto nei fatti.
L'unico scalpo che gli indiani metropolitani del web, fedeli al gran
capo Grillo Seduto si sono portati a casa oggi è quello striminzito e
spelacchiato di Pierluigi Bersani insieme al fantasma del PD "di sinistra". Un risultato di cui essere fieri. La presunta "vittoria" del Movimento 5 Stelle mi appare molto simile a
quella dei Sioux Lakota a Little Big Horn. Il trionfo su un generale poco abile, preludio della inevitabile soluzione finale. E la soluzione finale del "nuovo" è il governissimo a guida PD-PdL, vale a dire Enrico Letta, Angelino
Alfano, con Berlusconi tornato dominus della nostra vita politica, sottolineato dalla rumorosa e inutile opposizione in streaming video del Movimento 5 Stelle.
Bookcrossing, seminare idee, raccogliere cultura
E' in corso da ieri a Cinisello Balsamo il bookcrossing organizzato dal Partito della Rifondazione Comunista in occasione della ”Giornata mondiale del libro” proclamata dall'Unesco, l'organizzazione per lo sviluppo dell'educazione, scienza e cultura delle Nazioni Unite.
Con questa iniziativa Rifondazione Comunista intende sensibilizzare la cittadinanza sul tema e l’importanza della cultura, sempre più soggetta ai tagli dei governi centrali e periferici, che ne vanificano le potenzialità di agente di crescita della comunità e ne mettono sempre più in discussione l’universalità dell’accesso.
Con questa iniziativa Rifondazione Comunista intende sensibilizzare la cittadinanza sul tema e l’importanza della cultura, sempre più soggetta ai tagli dei governi centrali e periferici, che ne vanificano le potenzialità di agente di crescita della comunità e ne mettono sempre più in discussione l’universalità dell’accesso.
Ma cos‘è il Bookcrossing? L’idea di base è di abbandonare libri nell’ambiente urbano, o extraurbano, dovunque si preferisca, affinché possano essere ritrovati e quindi letti da altre persone che eventualmente possano commentarli e abbandonandoli a loro volta farli proseguire nel loro viaggio. Il termine deriva da bookcrossing.com, un club gratuito di libri on-line fondato nel 2001 per incoraggiare tale pratica, al fine di “rendere il mondo intero una biblioteca”.
I casuali lettori, che trovano i libri sui sedili di un autobus, su una panchina nel parco, sul tavolino di un bar, sono invitati a condividere e trasmettere via mail (asinistraconrifo@gmail.com) ai promotori dell'iniziativa fotografie, considerazioni, idee, commenti, spunti suscitati dalla lettura dei libri, che saranno in seguito pubblicati qui e sul sito www.asinistraconrifondazione.wordpress.com.
I casuali lettori, che trovano i libri sui sedili di un autobus, su una panchina nel parco, sul tavolino di un bar, sono invitati a condividere e trasmettere via mail (asinistraconrifo@gmail.com) ai promotori dell'iniziativa fotografie, considerazioni, idee, commenti, spunti suscitati dalla lettura dei libri, che saranno in seguito pubblicati qui e sul sito www.asinistraconrifondazione.wordpress.com.
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martedì 23 aprile 2013
Basta con l'Italia diseguale. Il programma della nuova sinistra
Se siamo nella situazione in cui siamo è anche perché la sinistra da decenni ormai ha messo il merito davanti all'uguaglianza nella sua scala di valori.
Il fallimento del PD, evidenziato dal tradimento dei vertici delle speranze della base, deriva tutto o in gran parte da questo peccato originale che è antropologico e culturale prima che politico e ideale. La composizione sociale del partito democratico, dalla sua nascita a oggi, è molto cambiata rispetto a quella delle forze politiche precedenti, soprattutto del PCI. Il proletariato industriale è stato sostituito dal precariato intellettuale di massa, ma questo nuovo soggetto sociale è stato rimosso e negato da un ceto politico dirigente che non riconoscendosi in esso non lo rappresenta e non lo vuole rappresentare.
Il fallimento del PD, evidenziato dal tradimento dei vertici delle speranze della base, deriva tutto o in gran parte da questo peccato originale che è antropologico e culturale prima che politico e ideale. La composizione sociale del partito democratico, dalla sua nascita a oggi, è molto cambiata rispetto a quella delle forze politiche precedenti, soprattutto del PCI. Il proletariato industriale è stato sostituito dal precariato intellettuale di massa, ma questo nuovo soggetto sociale è stato rimosso e negato da un ceto politico dirigente che non riconoscendosi in esso non lo rappresenta e non lo vuole rappresentare.
"Chi Troppo, chi
Niente", il nuovo libro di Emanuele Ferragina, giovane docente di
politiche sociali espatriato in Inghilterra, tenta di rispondere concretamente a questa contraddizione proponendo una nuova visione del conflitto principale prodotto dalla nuova società diseguale. E' un viaggio
nell’Italia che paga ogni giorno il peso delle disuguaglianze,
un’analisi numeri alla mano di un progetto politico. Un progetto
complessivo che convince le menti razionali e scalda i cuori di chi
vuole tornare a fare politica.
Il libro illustra: (1) come le
disuguaglianze deprimano l’economia e scalfiscano la coesione
sociale; (2) cinque aree da cui partire per riformare il paese; (3)
da dove prendere i soldi per avviare ‘l’agenda dell’uguaglianza’;
(4) l’esistenza di una ‘coalizione maggioritaria di elettori’
che avrebbero tutto l’interesse a sposare questo progetto.
Primo, le
disuguaglianze hanno raggiunto un livello intollerabile:
- siamo il secondo paese più diseguale d’Europa (dopo il Portogallo) e quello con la più bassa mobilità sociale;
- il 10% delle famiglie più ricche possiede il 27% del reddito ed il 40% della ricchezza nazionale;
- i 10 italiani più ricchi possiedono quanto i tre milioni più poveri;
- la tassazione sulla ricchezza e’ bassissima, quella sul reddito da lavoro insostenibile;
- la distribuzione della ricchezza negli ultimi 20 anni è cambiata drasticamente favorendo solo alcuni gruppi. Si è spostata dai giovani agli anziani, dagli operai ai dirigenti.
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Restare Umani propone tre eventi nel mese di maggio
E in diffusione la newsletter del Circolo Culturale Restare Umani. Da segnalare una modifica all'evento in programma relativo alla visita del Parco di Villa Dugnani che per motivi organizzativi slitta da domenica 5 a domenica 12 maggio.
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Rifiuti zero: una legge di iniziativa popolare
E' partita anche a Paderno Dugnano la
raccolta firme per la presentazione della legge di iniziativa
popolare"Rifiuti Zero".
La legge Zero Rifiuti è promossa
da associazioni, realtà sociali e comitati territoriali che mirano
ad una riforma strutturale del sistema della raccolta e dello
smaltimento dei rifiuti mettendo al bando inceneritori e mega
discariche.
Se approvata la Legge Zero Rifiuti
rappresenterebbe una vera e propria rivoluzione verde basata
sulle parole sostenibilità, ambiente, salute, partecipazione,
lavoro.
Il percorso legislativo è
iniziato lo scorso 27 marzo con il deposito del testo in Corte
di Cassazione. La quota necessaria per la presentazione della legge è
di 50mila firme, ma i promotori dell'iniziativa, forti
dell'entusiasmo suscitato in tutto il paese e dei moltissimi comitati
territoriali già costituiti, contano di raccoglierne molte di più.
Al banchetto realizzato presso il parco lago Nord, in occasione del
primo “Firma day”, si sono raccolte 132 firme. Ora occorre
costituire il Comitato locale tra quanti intendono sostenere tale
campagna e organizzarsi per contribuire al raggiungimento
dell’obiettivo delle 50mila firme.
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IKEA: si fanno utili con lo sfruttamento "democratico"

Ricevo da Terrelibere.org l'invito a firmare una petizione rivolta alla multinazionale svedese IKEA per chiederle di smettere la sua insostenibile politica di sfruttamento del lavoro nel settore logistico.
Nel polo logistico di Piacenza c’è
l’immenso magazzino Ikea che serve Italia, Svizzera e
Mediterraneo orientale. Braccia egiziane, pakistane,
albanesi spostano le merci che arrederanno le nostre case. Non
sono lavoratori assunti direttamente, ma tramite cooperative in
subappalto.
Dopo blocchi, scioperi e proteste,
chiedono condizioni di lavoro dignitose. In particolare, la fine
degli straordinari e dei riposi punitivi. Secondo i
sindacalisti, questi metodi somigliano sempre più al lavoro a
giornata in agricoltura che una volta veniva definito "caporalato".
Le lotte all’Ikea danno continuità a
quelle vittoriose al corriere TNT, dove i lavoratori – migranti
hanno ottenuto migliori condizioni di lavoro e soprattutto milioni di
euro di contributi per le casse pubbliche, con un beneficio per tutta la
collettività. L’irregolarità nei contratti di lavoro, spesso presente nella rete dei subappalti, danneggia tutti noi: lo
Stato incassa meno risorse e quindi è costretto a tagliare i
servizi. "Noi stranieri siamo di passaggio - dicono i
lavoratori -, ma lottiamo anche per gli italiani".
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lunedì 22 aprile 2013
Giornalismo precario: reportage da Gaza per 20 euro.
Mi sono occupato altre volte del
degrado della professione giornalistica in Italia (reportage
sottopagati o addirittura non pagati, precarietà assoluta, nessuna
garanzia per i giornalisti free lance, nessun controllo sulle fonti,
ecc.) e del rischio che questo rappresenta per la libertà di
informazione. Sul sito di Franco Abruzzo www.francoabruzzo.com è
pubblicata questa lettera di un free lance dal titolo: “Le mie
corrispondenze da Gaza o non pagate o pagate appena 20 euro. Meglio
lavorare per i media degli altri Paesi”. Questo il testo della lettera:
Caro Franco Abruzzo, vorrei informare
te e i colleghi della tua preziosa mailing list sul giornalismo di un
altro brutto caso riguardante la nostra professione.
Hai scritto tanto sulle condizioni cui
sottostanno i giovani giornalisti ed ecco dunque quanto mi è
capitato di recente.
Nel novembre 2012 sono andato a Gaza,
per coprire la campagna militare israeliana nella Striscia, una
notizia che ha tenuto titoli e prime pagine dei giornali per circa
una settimana. Ci sono andato da inviato di un grande gruppo
televisivo italiano, ma ho ricevuto tante richieste da altre testate,
inclusi Il Messaggero e Pubblico.
Lusingato dalla pubblicazione su
quotidiani nazionali, ho acconsentito a scrivere delle lunghe
corrispondenze per questi quotidiani, spesso in situazioni di
bombardamenti e di pericolo per la mia incolumità. Articoli che
hanno ricevuto numerosi lodi da parte dei (capi) redattori e dei
direttori di riferimento. Ora immagina quale amarezza possa lasciare
ritrovarsi cinque mesi dopo senza alcun pagamento per il lavoro
svolto. Pubblico infatti è stato chiuso e il Messaggero ha avuto
l'ardire di pagare circa 20 euro netti per articoli da 60-80 righe.
Immaginiamo che le spese (viaggio,
assicurazione di guerra, interprete) non mi fossero state pagate
dalle televisione di cui sopra e che fossi andato a Gaza da freelance
- formula che spesso utilizzo e a cui sono costretti tanti altri
colleghi che lavorano sugli esteri - non sarei neanche lontanamente
rientrato dei costi e men che meno avrei ricevuto il famoso equo
compenso per le prestazioni svolte.
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Bisogna che tutto cambi perché tutto rimanga com'è
Favrin mi incita a scrivere di letteratura e io ne approfitto per condividere con voi una rilettura di oggi che mi è sembrata pertinente e adeguata al tono delle cupe riflessioni dei giorni scorsi.
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un capolavoro in tutti i sensi. 180 paginette che una dopo l'altra sprofondano il lettore in un mondo bellissimo e tremendo, quello della Sicilia, ricca e disperata, dove quasi ogni strada ridotta a discarica di rifiuti porta a scoprire una meraviglia dell'arte e della natura.
Un'isola che in venticinque secoli è divenuta scrigno di "magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il là; noi siamo dei bianchi quanto lei e la regina d'Inghilterra, eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia".
Leggere per la prima volta i dialoghi colti, le descrizioni vivide o cupe, le storie narrate da Tomasi di Lampedusa in questo breve romanzo, denso e prezioso come l'oro fuso, è una scoperta che consiglio ai miei lettori soprattutto i più giovani. Per sapere che è anche questa la loro eredità culturale.
Il principe di Salina, figura centrale di questa vicenda che si svolge nel cruciale periodo di passaggio dalla monarchia Borbonica al Regno d'Italia, dallo sbarco dei Mille alla malinconica sparatoria d'Aspromonte che mandò prigioniero ed esule Garibaldi a Caprera, condensa in una famosa sentenza lo spirito del suo tempo: "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi". Cinica legge che sembra governare le cose italiane.
Quello che per i liberali e i patrioti era il coronamento di un sogno, l'unità d'Italia che avrebbe fatto entrare il Paese nel mondo moderno, per il principe "gattopardo" era solo l'ennesimo mutamento senza contenuti, "dialetto piemontese al posto del dialetto napoletano" un palliativo che garantiva alla sua classe sociale, che egli considera decadente se non già morta, la prospettiva di un secolo che per essa equivaleva all'eternità.
L'autore del romanzo, pubblicato postumo nel 1958, un anno dopo la sua morte, trasse ispirazione da vicende della sua antica famiglia e in particolare dalla vita del suo bisnonno, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, vissuto negli anni cruciali del Risorgimento. Come molti altri famosi romanzi, venne rifiutato dai grandi editori di allora, Einaudi e Mondadori, e fece la fortuna di Feltrinelli che invece lo pubblicò. Un anno dopo ricevette il Premio Strega divenendo il primo best seller italiano con oltre 100.000 copie vendute.
Nel 1963 fu ridotto nel film straordinario di Luchino Visconti interpretato dai grandi attori italiani e mondiali dell'epoca, Burt Lancaster e Paolo Stoppa, e da giovani star quali Alain Delon e Claudia Cardinale. Il titolo del romanzo ha l'origine nello stemma di famiglia dei Tomasi ed è così commentato nel romanzo dal principe stesso: "Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra".
Il Gattopardo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa è un capolavoro in tutti i sensi. 180 paginette che una dopo l'altra sprofondano il lettore in un mondo bellissimo e tremendo, quello della Sicilia, ricca e disperata, dove quasi ogni strada ridotta a discarica di rifiuti porta a scoprire una meraviglia dell'arte e della natura.
Un'isola che in venticinque secoli è divenuta scrigno di "magnifiche civiltà eterogenee, tutte venute da fuori già complete e perfezionate, nessuna germogliata da noi stessi, nessuna a cui abbiamo dato il là; noi siamo dei bianchi quanto lei e la regina d'Inghilterra, eppure da duemilacinquecento anni siamo colonia".
Leggere per la prima volta i dialoghi colti, le descrizioni vivide o cupe, le storie narrate da Tomasi di Lampedusa in questo breve romanzo, denso e prezioso come l'oro fuso, è una scoperta che consiglio ai miei lettori soprattutto i più giovani. Per sapere che è anche questa la loro eredità culturale.
Il principe di Salina, figura centrale di questa vicenda che si svolge nel cruciale periodo di passaggio dalla monarchia Borbonica al Regno d'Italia, dallo sbarco dei Mille alla malinconica sparatoria d'Aspromonte che mandò prigioniero ed esule Garibaldi a Caprera, condensa in una famosa sentenza lo spirito del suo tempo: "Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi". Cinica legge che sembra governare le cose italiane.
Quello che per i liberali e i patrioti era il coronamento di un sogno, l'unità d'Italia che avrebbe fatto entrare il Paese nel mondo moderno, per il principe "gattopardo" era solo l'ennesimo mutamento senza contenuti, "dialetto piemontese al posto del dialetto napoletano" un palliativo che garantiva alla sua classe sociale, che egli considera decadente se non già morta, la prospettiva di un secolo che per essa equivaleva all'eternità.
L'autore del romanzo, pubblicato postumo nel 1958, un anno dopo la sua morte, trasse ispirazione da vicende della sua antica famiglia e in particolare dalla vita del suo bisnonno, il Principe Giulio Fabrizio Tomasi di Lampedusa, vissuto negli anni cruciali del Risorgimento. Come molti altri famosi romanzi, venne rifiutato dai grandi editori di allora, Einaudi e Mondadori, e fece la fortuna di Feltrinelli che invece lo pubblicò. Un anno dopo ricevette il Premio Strega divenendo il primo best seller italiano con oltre 100.000 copie vendute.
Nel 1963 fu ridotto nel film straordinario di Luchino Visconti interpretato dai grandi attori italiani e mondiali dell'epoca, Burt Lancaster e Paolo Stoppa, e da giovani star quali Alain Delon e Claudia Cardinale. Il titolo del romanzo ha l'origine nello stemma di famiglia dei Tomasi ed è così commentato nel romanzo dal principe stesso: "Noi fummo i Gattopardi, i Leoni; quelli che ci sostituiranno saranno gli sciacalletti, le iene; e tutti quanti Gattopardi, sciacalli e pecore continueremo a crederci il sale della terra".
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Un 25 Aprile nella tradizione
Paderno Dugnano è già imbandierata in attesa delle manifestazioni organizzate dall'amministrazione comunale per il 25 Aprile il cui programma quest'anno è il seguente. Dopo la deposizione delle corone d'alloro in città, il giorno precedente la ricorrenza, l'appuntamento di giovedì mattina è in Piazza della Resistenza da dove partirà il corteo che dopo aver reso onore al Monumento ai Caduti di via 4 Novembre, tornerà in piazza per i discorsi celebrativi e il concerto della Banda Giovanile del Comune.
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Tilane: il Comune mette di nuovo all'asta un negozio
In evidenza sul sito comunale è stato pubblicato il seguente annuncio: "Avviso d'asta per
l'assegnazione in locazione di un'unità immobiliare del Comune di
Paderno Dugnano (MI) sita in via Pepe, 1 - presso il Centro Culturale
Tilane. Scadenza presentazione offerte: ore 12.00 del giorno 8 maggio
2013. Apertura offerte: ore 10.00 del giorno 10 maggio 2013"
Si tratta di un negozio di 46 metri
quadrati la cui locazione il Comune aveva già messo all'asta senza
successo ai primi di marzo. Il bando specifica che il locale verrà
affittato a rustico, cioè privo di impianti e di rivestimenti, per
un periodo di 6 anni, rinnovabili. La base d'asta è fissata in 7.100
euro di canone l'anno e sono possibili solo offerte al rialzo. Nel
bando sono escluse destinazioni d'uso del locale quali, in
particolare, bar, ristoranti, caffetterie, panifici, wine-bar ed
altri esercizi commerciali, perché "incompatibili con il
contesto del centro culturale".
domenica 21 aprile 2013
Liberi da amianto

Il 28 aprile si celebrerà la
"Giornata Mondiale delle Vittime dell'Amianto". La sezione di Paderno Dugnano dell' AIEA e
Medicina Democratica hanno organizzato per questa data un evento molto
importante.
E' stato realizzato un progetto sul
problema rappresentato dall'amianto all'interno dell'Istituto C.E. Gadda con una classe ( III M) dell'indirizzo grafico, con il Patrocinio dell'Amministrazione
Comunale, dal titolo " TOGLIAMOCELO DALLA TESTA E DAI
PIEDI".
Gli studenti hanno affrontato insieme
agli esperti la problematica dell'amianto sotto il punto di vista medico e sotto il punto di vista
legale. Hanno avuto anche un commovente
incontro con i lavoratori che sono stati esposti e con
familiari di vittime dell'amianto.
Il risultato di questi incontri è
stato un "concorso" tra gli studenti per la produzione di
un "Murales" che rappresentasse le vittime dell'amianto da inaugurarsi
proprio il 28 aprile, e un concorso per la produzione di una
"locandina" che pubblicizzasse l'evento (a fianco la locandina
prescelta con il programma della giornata).
Il Murales (in realtà un telo di metri 4x4
), per il momento, sarà inaugurato nell'Aula Consiliare del Comune in attesa di
una sistemazione definitiva sul territorio comunale.
Dover scegliere il murales e la
locandina è stato un compito veramente difficile dal momento che i lavori
realizzati dai ragazzi sono tutti molto belli e significativi. Verranno comunque tutti esposti durante
l'inaugurazione.
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Moai
sabato 20 aprile 2013
Paderno Dugnano ha premiato i suoi talenti
Giovedì sera, presso la Sala
Consiliare del Comune, sono state consegnate 35 borse di studio agli
studenti delle scuole medie e superiori e 15 bonus per il trasporto
pubblico agli studenti universitari.
La commissione, che nei giorni
scorsi ha aggiudicato i riconoscimenti, ha formulato la graduatoria prendendo in esame le richieste
pervenute e valutando il merito scolastico e l’indicatore Isee
della famiglia. 20 borse di studio da € 250,00 sono
state consegnate a ragazzi delle scuole secondarie di primo grado; 15
premi da € 500,00 agli studenti delle scuole secondarie di secondo
grado. A 15 studenti universitari, infine, è stato
assegnato un bonus da € 200,00 a titolo di rimborso per le spese
degli abbonamenti di trasporto pubblico.
Alla cerimonia di consegna erano
presenti il Sindaco, Marco Alparone, l’Assessore alle Scuole Rodolfo
Tagliabue e l’Assessore alle Politiche Giovanili Laura Caldan.
“Nonostante i tagli a cui siamo costretti, per noi premiare il
merito di questi ragazzi è una priorità, un atto di fiducia per i
nostri giovani che vedono in qualche modo ripagati i loro sacrifici –
ha dichiarato il Sindaco – Le borse di studio sono una soddisfazione
per gli studenti e le loro famiglie, ma anche un segnale che la
nostra comunità crede nel futuro e investe sui suoi giovani
talenti”.
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Alparone ignora il vescovo Bettazzi
Perché riesce difficile a tutti
definire Paderno Dugnano una città? Perché il territorio, che per
abitanti ha le dimensioni di un capoluogo di Provincia, non ha una
identità condivisa basata su una cultura cittadina, moderna e non
suburbana.
E' per questo motivo, io credo, che un evento
importante come quello di martedì prossimo, che vedrà la
partecipazione straordinaria di mons. Luigi Bettazzi, Vescovo di
Ivrea, presso il Santuario dell'Annunciazione, viene ignorato, nascosto e
rimosso dall'amministrazione padernese.
E' per questo motivo, io credo, che un evento
importante come quello di martedì prossimo, che vedrà la
partecipazione straordinaria di mons. Luigi Bettazzi, Vescovo di
Ivrea, presso il Santuario dell'Annunciazione, viene ignorato, nascosto e
rimosso dall'amministrazione padernese.
Il sindaco, Marco Alparone, non solo
non ha sentito il bisogno di evidenziare sulla home page del sito
comunale l'eccezionale appuntamento, ma non parteciperà nemmeno
all'incontro che è stato ufficialmente ignorato al punto che egli e
la sua maggioranza hanno pensato bene di fissare proprio per martedì
sera la seduta del Consiglio Comunale.
In realtà la seduta si sarebbe dovuta tenere lunedì sera, ma la maggioranza non era in condizione di assicurare il numero legale e certo la minoranza non poteva garantirlo dal momento che il punto principale in discussione è il consuntivo del Bilancio 2012. Insomma i problemini personali dei membri della maggioranza impongono ad Alparone e a tutta l'amministrazione questa ennesima brutta figura.
Ma è la città che non può dirsi tale se non riesce nemmeno a valorizzare questo appuntamento che in qualsiasi altro luogo sarebbe stato al centro dell'attenzione istituzionale.
In realtà la seduta si sarebbe dovuta tenere lunedì sera, ma la maggioranza non era in condizione di assicurare il numero legale e certo la minoranza non poteva garantirlo dal momento che il punto principale in discussione è il consuntivo del Bilancio 2012. Insomma i problemini personali dei membri della maggioranza impongono ad Alparone e a tutta l'amministrazione questa ennesima brutta figura.
Ma è la città che non può dirsi tale se non riesce nemmeno a valorizzare questo appuntamento che in qualsiasi altro luogo sarebbe stato al centro dell'attenzione istituzionale.
Bettazzi non è un vescovo qualunque.
Partecipa, infatti, a tre sessioni del Concilio Vaticano
II citando, il 4 ottobre 1965, il filosofo Antonio
Rosmini, autore dell'opera Cinque Piaghe della Santa Chiesa,
allora ancora all'Indice dei libri proibiti della Chiesa.
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venerdì 19 aprile 2013
Le parole sono finite
Per quanto mi riguarda il PD è morto e io, dopo quello che è successo tra ieri e oggi a Montecitorio, non mi considero più un suo iscritto.
Non si può dire che abbandono la nave che sta affondando, semplicemente perché questa si è polverizzata in diretta TV, rivelandosi un assurdo equivoco, anzi peggio, una di quelle storie ridicole che sempre tengono per mano le ambigue utopie.
Mi accorgo di aver sbagliato ad offrire quattro anni del mio impegno al PD. La squadra non meritava la mia discesa in campo. Ho sbagliato a fidarmi di dirigenti politici che ritenevo più vicini alle mie idee, dei loro programmi e promesse di cambiamento. Sono stato ingannato, ma la colpa è mia che ho voluto vedere solo le potenzialità positive di un soggetto malato e fragile, senza tenere conto delle evidenze negative. Ne prendo atto.
Da domani continuerò a scrivere su questo blog solo notizie e commenti di fatti di interesse cittadino e lo farò solo ed esclusivamente per il mio piacere.
Non si può dire che abbandono la nave che sta affondando, semplicemente perché questa si è polverizzata in diretta TV, rivelandosi un assurdo equivoco, anzi peggio, una di quelle storie ridicole che sempre tengono per mano le ambigue utopie.
Mi accorgo di aver sbagliato ad offrire quattro anni del mio impegno al PD. La squadra non meritava la mia discesa in campo. Ho sbagliato a fidarmi di dirigenti politici che ritenevo più vicini alle mie idee, dei loro programmi e promesse di cambiamento. Sono stato ingannato, ma la colpa è mia che ho voluto vedere solo le potenzialità positive di un soggetto malato e fragile, senza tenere conto delle evidenze negative. Ne prendo atto.
Da domani continuerò a scrivere su questo blog solo notizie e commenti di fatti di interesse cittadino e lo farò solo ed esclusivamente per il mio piacere.
Il viaggio di Vittorio
"Il viaggio di Vittorio" è
un libro doloroso. Un libro scritto da una madre che ricorda il
figlio perduto descrivendo la sua figura come quella di un uomo che ammirava, ucciso
mentre testimoniava in Palestina i loro comuni ideali.
Egidia Beretta, mamma di Vittorio
Arrigoni, ha accettato l'invito del Circolo Culturale Restare Umani
di venire a presentare a Paderno Dugnano il suo libro nel quale racconta la
breve, intensa, appassionata vita di suo figlio, il cui barbaro
assassinio, avvenuto a Gaza nella notte tra il 14 e il 15 aprile
2011, è stato pianto dai giovani di tutto il mondo.
Vittorio, "Vik", il
volontario, l'attivista, il pacifista, è stata a voce libera che ci
raccontava sulle pagine de Il Manifesto e su internet con il suo blog, l'inferno di Gaza dall'interno. Reportage e testimonianze dirette che ci hanno permesso di conoscere giorno dopo giorno una realtà mai così ben
rappresentata, senza slogan, ma con la ferma convinzione che
"conoscere è il primo passo per la soluzione".
In
Palestina, Arrigoni, ci andò la prima volta nel 2002 a fare lo scudo
umano davanti a una scuola piena di bambini assediata dai carri
armati israeliani. Da quel momento Vittorio affrontò molti rischi
per aiutare la gente del posto e raccontare ciò che vedeva: i
bombardamenti, la morte di ragazzini inermi, il dolore negli
ospedali, le abitazioni distrutte.
Fra madre e figlio la corrispondenza era molto
frequente "Io e Vittorio eravamo molto uniti, come idee,
obiettivi e ideali, sono molto orgogliosa di lui, è sempre stato
così" scrive la mamma nel libro che raccoglie una selezione di quelle lettere,
dettata dal sentimento e dall'importanza del contenuto, che ci fa
capire quanto fosse forte il loro legame: "Domenica scorsa ero a
Nazareth. Percorro strade che rappresentano la nascita, il viaggio
esistenziale, il miracolo, il calvario di un Dio che di queste terre
sembra essersi scordato. Lo faccio anche per te, mummy..." gli
ha scritto Vittorio in una delle sue ultime lettere.
L'incontro con Egidia Beretta si terrà
all'Auditorium Tilane sabato 18 maggio alle ore 17.30.
Il viaggio di Vittorio
Egidia Beretta Arrigoni
Delai Editore - novembre 2012
Pag. 185 – Euro15
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giovedì 18 aprile 2013
Verso il 25 aprile 2013..
Il Circolo Eco-Culturale LA
MERIDIANA in collaborazione con ANPI e Circolo ARCI Palazzolo
Milanese organizzano per sabato, 20 aprile, alle ore 21, presso il Circolo ARCI di Palazzolo Milanese
E..Venti
di Liberazione
Reading-concerto con Gianluca
Alzati e Matteo Brescianini
I due cantautori “nativi padernesi” (nella foto Gianluca Alzati) proporranno una serata con canzoni partigiane arricchite da
letture recitate di brani tratti dai tre romanzi scritti
dallo stesso Gianluca Alzati che raccontano la Resistenza:
"Il mistero della vecchia chiesa
abbandonata". Ed. Emmepi editoriale (Lc)
"La vendetta dei Lupi neri" Ed. Associazione storico culturale Sant'Agostino Cassago Brianza (Lc)
"Sotto il cielo in Brianza" Ed. Associazione storico culturale Sant'Agostino Cassago Brianza (Lc)
"La vendetta dei Lupi neri" Ed. Associazione storico culturale Sant'Agostino Cassago Brianza (Lc)
"Sotto il cielo in Brianza" Ed. Associazione storico culturale Sant'Agostino Cassago Brianza (Lc)
Il Reading-concerto sarà introdotto
dal coro dei corsisti che hanno partecipato al corso di canti della
Resistenza: "Questo è il fiore del partigiano. Parole e
musiche per (r)esistere", promosso dalle stesse tre associazioni
che organizzano questa serata.
Entrata libera.
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Fumata nera, metà PD in rivolta boccia Marini (e Bersani)

Devo dire che adesso mi sento un po'
meglio anche se continuo ad essere in lutto per la forte delusione patita e
il crollo definitivo della mia fiducia in Bersani.
Al primo scrutinio
per l'elezione del presidente della Repubblica. Franco Marini, il
candidato del patto con Berlusconi è stato sonoramente silurato
dall'aula. L'ex presidente del Senato ha ottenuto solo 521 voti.
Seguono Rodotà con 240 voti, Chiamparino 41, Prodi 14, Bonino 13,
D'Alema 12, Napolitano 10, Finocchiaro 7, Cancellieri 2, Monti 2. I
voti dispersi sono stati 18, le schede bianche 104, le nulle 15. Il
presidente della Camera Laura Boldrini dopo aver comunicato il
risultato ufficiale della prima votazione, ha annunciato un scrutinio
per questo pomeriggio. Scrutinio che sarà sepolto sotto centinaia di
schede bianche dal momento che i vertici di PD e PDL hanno deciso di
mascherare così il fallimento del loro accordo.
Stando ai numeri, infatti, quasi le metà dei grandi elettori del PD non hanno seguito la direttiva del partito e hanno impallinato Marini.
I bene informati dicono che probabilmente il PD continuerà a votare scheda bianca ancora domani, nel terzo scrutinio, poi quando basteranno 504 voti per
eleggere il nuovo presidente, gli elettori di PD-SEL rafforzati dai voti del
Movimento 5 Stelle potranno votare Rodotà, Prodi o un altro candidato
comune, che risponde alle aspettative degli italiani, sconfiggendo definitivamente il tentativo di Berlusconi di tornare in partita.
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Bonjour tristesse
Ho dormito male stanotte e stamattina
non mi sento per niente bene. Il colpo è stato durissimo, un
cazzotto nello stomaco da levare il fiato.
Questo l'effetto della
scelta (tra l'altro di una minoranza) dei "grandi elettori"
del PD che ha spaccato drammaticamente il partito imponendo il candidato "condiviso"
con Berlusconi, preludio a quel governo che il capo della destra chiedeva e che finora avevamo rifiutato. Il vertice del PD aveva di fronte un'altra possibilità e un'altra strada, finalmente chiara e limpida: quella di Rodotà, candidato dal Movimento 5 Stelle, ma persona nostra, già dirigente della sinistra e dal profilo democratico irreprensibile, che prefigurava uno sbocco governativo di cambiamento. Ma è stata rifiutata. Se dopo tutto ciò che è successo in questi 40
giorni post elezioni questo è quanto di meglio Bersani è riuscito a
fare, la mia reazione non può essere che di rigetto totale, di
rifiuto ed estraneità.
Il PD non è il mio partito e Bersani mi
ha deluso profondamente tradendo la mia fiducia. Pensare che nel 2009, vincendo le mie
perplessità su un partito nato da una fusione fredda tra gruppi dirigenti, che appariva ed è ancora un "amalgama
mal combinato" come giustamente lo definiva D'Alema, mi ero
iscritto al PD proprio per sostenere la candidatura a segretario di
Bersani che appariva quella di un segretario di svolta verso un'identità di sinistra democratica più definita e convinta. Oggi di
fronte alla durezza dei fatti non posso che trarre le conclusioni. La mia scelta di
impegno, rafforzata a Paderno Dugnano dalla necessità di fare argine
alla sconfitta elettorale subita dalla destra, è stata ridicolizzata
e offesa da questa immangiabile mediazione al ribasso che proprio il
"mio" segretario ha cucinato e messo in tavola.
Che senso politico ha invitare iscritti
ed elettori a esprimere e confrontare le proprie visioni e speranze in
un sondaggio on line, se poi di fronte al risultato che indica a
grande maggioranza la strada maestra del rifiuto di ogni accordo con
Berlusconi, lo si ignora e si tradisce la propria gente in questo
modo?
Il PD di Bersani per quanto mi riguarda
è morto, quello di Renzi non mi attira perché non mi
rappresenta, quello di Civati non è sceso in campo come sempre. Aspetterò a vedere come si chiuderà la partita, ma se il risultato non dovesse cambiare non mi rimarrà altra scelta che ritirarmi. Lo faccio
come mi hanno insegnato: centrocampo, salutare il pubblico sulle gradinate e poi via negli spogliatoi a smaltire sotto
la doccia il dolore per quest'ennesima partita perduta.
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mercoledì 17 aprile 2013
Governo: cosa vogliono gli elettori milanesi del centro sinistra
Il 46% di 5.289 elettori che hanno
partecipato alle primarie del centro sinistra, conferma la fiducia a
Bersani come capo del governo, il 43% chiede un governo sostenuto da
PD, SEL, M5S. Il governissimo o un governo PD, PDL e Lega raccoglie
il 18%.
Questi in sintesi i risultati del
sondaggio web lanciato dal Partito Democratico di Milano con una mail
inviata agli iscritti e agli elettori delle primarie. Gli
intervistati (3.447 maschi e 1.842 femmine) hanno risposto al
questionario che prevedeva tre domande su governo, commissioni
parlamentari e finanziamento ai partiti. La consultazione ha
interessato una maggioranza di non iscritti (65%), rispetto al 35% di
iscritti al partito. Il 32% degli intervistati si dichiara a favore
di un governo PD a guida Bersani che porti in parlamento gli otto
punti di programma su cui cercare il sostegno delle altre forze
politiche. Per il 14% l'esecutivo deve essere sempre a guida Bersani,
ma con una maggioranza formata da Sel e M5S. Il 29% sostiene un
governo Pd, Sel e M5S, ma con un premier diverso da Bersani, mentre
il 16% auspica un governo del Presidente o istituzionale con
un'alleanza trasversale di tutte le forze politiche. Solo il 2%
vorrebbe un esecutivo con Pdl e Lega. Bassa anche la percentuale di
chi auspica un voto immediato (7%).
Interessanti i risultati sul tema delle
commissioni parlamentari. Per il 47% degli intervistati le
commissioni andrebbero istituite al più presto mentre per il 33%
sarebbe sufficiente che i parlamentari Pd si riunissero in gruppi di
lavoro tematici per preparare iniziative legislative. Il 20% ritiene
invece che vada rispettata la prassi costituzionale, aspettando la
formazione del governo per costituire le commissioni.
Secondo la maggioranza relativa dei
partecipanti (38%) bisognerebbe costruire un sistema di finanziamento
pubblico/privato, dove la parte pubblica sia vincolata al rispetto di
alcune condizioni, quali la parità di genere nelle liste elettorali
e la selezione democratica dei quadri dirigenti. Per il 24% degli
intervistati, invece, il finanziamento pubblico ai partiti andrebbe
abolito del tutto. Il 27% ritiene che vada costruito un sistema di
finanziamento privato che, al di sotto di una certa soglia dia
diritto a un finanziamento minimo.
Quirinale: il candidato del cambiamento è Rodotà
"Se la sinistra di Bersani e Vendola
ha memoria della propria storia migliore, se vuole rinnovarsi
ascoltando quel che tanti cittadini desiderano, non ha davanti a sé
molte vie ma una, nell'elezione del nuovo capo dello Stato. Non può
che scegliere un Presidente che nell'ultimo ventennio abbia avversato
l'anomalia berlusconiana, e pensato più di altri l'intreccio fra
crisi economica, crisi della democrazia, crisi della legalità, crisi
dell'informazione, crisi dell'Europa. Non può che votare uno dei
tre nomi politicamente forti emersi dal dibattito nel Movimento 5
Stelle: Stefano Rodotà, o Romano Prodi, o Gustavo Zagrebelsky. Non
li ha inventati Grillo questi nomi, non sono suoi: sono figli -
soprattutto i primi due - della sinistra. Non è faziosità
difenderli".
Lo scrive oggi
Barbara Spinelli su Repubblica in un commento dal titolo: "Il
coraggio della solitudine" che condivido. Grillo
incalza Bersani e tutti noi chiedendoci, anzi sfidandoci a votare
Gabanelli o Rodotà, due dei nomi più votati nel sondaggio interno
al "suo" movimento? Bene, noi, cioè Bersani e il PD,
dobbiamo rispondere accettando la sfida e votando a partire dal primo turno di elezioni e senza esitazioni, Rodotà.
Lo
dobbiamo fare e lo vogliamo fare (almeno io lo voglio) per le ragioni che la
giornalista di Repubblica ha elencato: memoria della nostra storia
migliore, volontà di ascoltare quello che chiedono gli italiani.
Solo così facendo potremo andare a vedere la puntata di Grillo per scoprire finalmente se fa sul serio o continua il gioco a base di bluff, dichiarazioni e
smentite al quale ci ha abituato prima di lui Berlusconi. Solo così
facendo avremo la possibilità di costituire concretamente una maggioranza chiara
in Parlamento che non sarà facile per nessuno, neanche per Grillo, rinnegare in sede di elezione del
nuovo governo.
La
scelta è quella indicata dai miei due Moai: essere o non essere,
vincere qui e ora o rinunciare a farlo e non vincere mai. "Così
ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della
determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così
imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro
naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome.."
rifletteva l'irresoluto principe di Danimarca nelle sue notti insonni.
E' il momento di far tacere la falsa
coscienza, l'astuzia femmina e di far vincere la virile
determinazione ad agire, a combattere la battaglia della vita fino in
fondo, senza ambiguità nè ripensamenti, schierando in
campo quella che è la nostra vera natura. Sul nome di Rodotà si raccoglierebbe
la volontà di cambiamento che c'è ed è evidente, in questo
Parlamento uscito dalle elezioni.
Fossi Bersani non avrei esitazioni
a fare una dichiarazione pubblica fin dalla prima dichiarazione di
voto. Il PD rischierebbe di spaccarsi? Se proprio deve accadere che accada almeno su una decisione importante, su una scelta politica vera. La posta in
gioco è il cambiamento e se c'è chi non vuole cambiare, dentro il
PD e dentro il Parlamento, che esca allo scoperto e lo dica agli
italiani.
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