mercoledì 17 aprile 2013

Quirinale: il candidato del cambiamento è Rodotà

"Se la sinistra di Bersani e Vendola ha memoria della propria storia migliore, se vuole rinnovarsi ascoltando quel che tanti cittadini desiderano, non ha davanti a sé molte vie ma una, nell'elezione del nuovo capo dello Stato. Non può che scegliere un Presidente che nell'ultimo ventennio abbia avversato l'anomalia berlusconiana, e pensato più di altri l'intreccio fra crisi economica, crisi della democrazia, crisi della legalità, crisi dell'informazione, crisi dell'Europa. Non può che votare uno dei tre nomi politicamente forti emersi dal dibattito nel Movimento 5 Stelle: Stefano Rodotà, o Romano Prodi, o Gustavo Zagrebelsky. Non li ha inventati Grillo questi nomi, non sono suoi: sono figli - soprattutto i primi due - della sinistra. Non è faziosità difenderli". 
Lo scrive oggi Barbara Spinelli su Repubblica in un commento dal titolo: "Il coraggio della solitudine" che condivido. Grillo incalza Bersani e tutti noi chiedendoci, anzi sfidandoci a votare Gabanelli o Rodotà, due dei nomi più votati nel sondaggio interno al "suo" movimento? Bene, noi, cioè Bersani e il PD, dobbiamo rispondere accettando la sfida e votando a partire dal primo turno di elezioni e senza esitazioni, Rodotà.
Lo dobbiamo fare e lo vogliamo fare (almeno io lo voglio) per le ragioni che la giornalista di Repubblica ha elencato: memoria della nostra storia migliore, volontà di ascoltare quello che chiedono gli italiani. Solo così facendo potremo andare a vedere la puntata di Grillo per scoprire finalmente se fa sul serio o continua il gioco a base di bluff, dichiarazioni e smentite al quale ci ha abituato prima di lui Berlusconi. Solo così facendo avremo la possibilità di costituire concretamente una maggioranza chiara in Parlamento che non sarà facile per nessuno, neanche per Grillo, rinnegare in sede di elezione del nuovo governo.
La scelta è quella indicata dai miei due Moai: essere o non essere, vincere qui e ora o rinunciare a farlo e non vincere mai. "Così ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome.." rifletteva l'irresoluto principe di Danimarca nelle sue notti insonni.
E' il momento di far tacere la falsa coscienza, l'astuzia femmina e di far vincere la virile determinazione ad agire, a combattere la battaglia della vita fino in fondo, senza ambiguità nè ripensamenti, schierando in campo quella che è la nostra vera natura. Sul nome di Rodotà si raccoglierebbe la volontà di cambiamento che c'è ed è evidente, in questo Parlamento uscito dalle elezioni. 
Fossi Bersani non avrei esitazioni a fare una dichiarazione pubblica fin dalla prima dichiarazione di voto. Il PD rischierebbe di spaccarsi? Se proprio deve accadere che accada almeno su una decisione importante, su una scelta politica vera. La posta in gioco è il cambiamento e se c'è chi non vuole cambiare, dentro il PD e dentro il Parlamento, che esca allo scoperto e lo dica agli italiani.

1 commento:

adriano tominetti ha detto...

sono pienamente d'accordo con te. Rodotà sarebbe la persona perfetta e può essere votata a larghissima maggioranza PD-SEL M5S. se una parte del PD non lo vuole, è perchè punta all'inciucione con B.
ciao
Adriano