"Se la sinistra di Bersani e Vendola
ha memoria della propria storia migliore, se vuole rinnovarsi
ascoltando quel che tanti cittadini desiderano, non ha davanti a sé
molte vie ma una, nell'elezione del nuovo capo dello Stato. Non può
che scegliere un Presidente che nell'ultimo ventennio abbia avversato
l'anomalia berlusconiana, e pensato più di altri l'intreccio fra
crisi economica, crisi della democrazia, crisi della legalità, crisi
dell'informazione, crisi dell'Europa. Non può che votare uno dei
tre nomi politicamente forti emersi dal dibattito nel Movimento 5
Stelle: Stefano Rodotà, o Romano Prodi, o Gustavo Zagrebelsky. Non
li ha inventati Grillo questi nomi, non sono suoi: sono figli -
soprattutto i primi due - della sinistra. Non è faziosità
difenderli".
Lo scrive oggi
Barbara Spinelli su Repubblica in un commento dal titolo: "Il
coraggio della solitudine" che condivido. Grillo
incalza Bersani e tutti noi chiedendoci, anzi sfidandoci a votare
Gabanelli o Rodotà, due dei nomi più votati nel sondaggio interno
al "suo" movimento? Bene, noi, cioè Bersani e il PD,
dobbiamo rispondere accettando la sfida e votando a partire dal primo turno di elezioni e senza esitazioni, Rodotà.
Lo
dobbiamo fare e lo vogliamo fare (almeno io lo voglio) per le ragioni che la
giornalista di Repubblica ha elencato: memoria della nostra storia
migliore, volontà di ascoltare quello che chiedono gli italiani.
Solo così facendo potremo andare a vedere la puntata di Grillo per scoprire finalmente se fa sul serio o continua il gioco a base di bluff, dichiarazioni e
smentite al quale ci ha abituato prima di lui Berlusconi. Solo così
facendo avremo la possibilità di costituire concretamente una maggioranza chiara
in Parlamento che non sarà facile per nessuno, neanche per Grillo, rinnegare in sede di elezione del
nuovo governo.
La
scelta è quella indicata dai miei due Moai: essere o non essere,
vincere qui e ora o rinunciare a farlo e non vincere mai. "Così
ci fa vigliacchi la coscienza; così l'incarnato naturale della
determinazione si scolora al cospetto del pallido pensiero. E così
imprese di grande importanza e rilievo sono distratte dal loro
naturale corso: e dell'azione perdono anche il nome.."
rifletteva l'irresoluto principe di Danimarca nelle sue notti insonni.
E' il momento di far tacere la falsa
coscienza, l'astuzia femmina e di far vincere la virile
determinazione ad agire, a combattere la battaglia della vita fino in
fondo, senza ambiguità nè ripensamenti, schierando in
campo quella che è la nostra vera natura. Sul nome di Rodotà si raccoglierebbe
la volontà di cambiamento che c'è ed è evidente, in questo
Parlamento uscito dalle elezioni.
Fossi Bersani non avrei esitazioni
a fare una dichiarazione pubblica fin dalla prima dichiarazione di
voto. Il PD rischierebbe di spaccarsi? Se proprio deve accadere che accada almeno su una decisione importante, su una scelta politica vera. La posta in
gioco è il cambiamento e se c'è chi non vuole cambiare, dentro il
PD e dentro il Parlamento, che esca allo scoperto e lo dica agli
italiani.
1 commento:
sono pienamente d'accordo con te. Rodotà sarebbe la persona perfetta e può essere votata a larghissima maggioranza PD-SEL M5S. se una parte del PD non lo vuole, è perchè punta all'inciucione con B.
ciao
Adriano
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