sabato 20 aprile 2013

Alparone ignora il vescovo Bettazzi

Perché riesce difficile a tutti definire Paderno Dugnano una città? Perché il territorio, che per abitanti ha le dimensioni di un capoluogo di Provincia, non ha una identità condivisa basata su una cultura cittadina, moderna e non suburbana.
E' per questo motivo, io credo, che un evento importante come quello di martedì prossimo, che vedrà la partecipazione straordinaria di mons. Luigi Bettazzi, Vescovo di Ivrea, presso il Santuario dell'Annunciazione, viene ignorato, nascosto e rimosso dall'amministrazione padernese.
Il sindaco, Marco Alparone, non solo non ha sentito il bisogno di evidenziare sulla home page del sito comunale l'eccezionale appuntamento, ma non parteciperà nemmeno all'incontro che è stato ufficialmente ignorato al punto che egli e la sua maggioranza hanno pensato bene di fissare proprio per martedì sera la seduta del Consiglio Comunale. 
In realtà la seduta si sarebbe dovuta tenere lunedì sera, ma la maggioranza non era in condizione di assicurare il numero legale e certo la minoranza non poteva garantirlo dal momento che il punto principale in discussione è il consuntivo del Bilancio 2012. Insomma i problemini personali dei membri della maggioranza impongono ad Alparone e a tutta l'amministrazione questa ennesima brutta figura. 
Ma è la città che non può dirsi tale se non riesce nemmeno a valorizzare questo appuntamento che in qualsiasi altro luogo sarebbe stato al centro dell'attenzione istituzionale.
Bettazzi non è un vescovo qualunque. Partecipa, infatti, a tre sessioni del Concilio Vaticano II citando, il 4 ottobre 1965, il filosofo Antonio Rosmini, autore dell'opera Cinque Piaghe della Santa Chiesa, allora ancora all'Indice dei libri proibiti della Chiesa.
Al termine del Concilio, il 26 novembre 1966, diviene vescovo di Ivrea. Nel 1968 è nominato presidente nazionale di Pax Christi, movimento cattolico internazionale per la pace e nel 1978 ne diventa presidente internazionale, fino al 1985. È una delle figure di riferimento per il movimento pacifista di ispirazione cristiana.
Nel 1978, insieme al vescovo rosminiano Clemente Riva e al vescovo Alberto Ablondi, chiese alla Curia Vaticana di potersi offrire prigioniero in cambio del presidente della Democrazia Cristiana Aldo Moro. La richiesta, tuttavia, venne fermamente respinta. Nel 1992 partecipa alla marcia pacifista organizzata da Pax Christi insieme a Mons. Antonio Bello nel mezzo della guerra civile in Bosnia ed Erzegovina.
Il 20 febbraio 1999 si dimette per raggiunti limiti di età, conservando il titolo di vescovo emerito di Ivrea. Risiede nel Castello Vescovile di Albiano, residenza estiva dei vescovi di Ivrea.
Nel 2007 dichiarò pubblicamente che la sua coscienza gli imponeva di disobbedire e che era favorevole al riconoscimento delle unioni civili, i DICO, sostenendo le iniziative del governo Prodi e riconoscendo alle coppie omosessuali un fondamento d'amore equiparato a quelle eterosessuali.
È presidente del Centro Studi Economico Sociali di Pax Christi Italia ed è impegnato nell'attività di conferenziere in diverse regioni d'Italia.
Ferse è per questa forte personalità progressista che la giunta di centro destra lo ignora?

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