venerdì 31 agosto 2012

Moai


Palazzolo: il Comune completa la pista ciclabile di via Coti Zelati

Il Comune ci informa che lunedì 3 settembre partirà l’esecuzione di alcuni lavori stradali vicino alla stazione ferroviaria di Palazzolo. 
"In particolare verrà completato il percorso ciclopedonale di via Coti Zelati nel tratto compreso tra la via Manzoni ed il passaggio a livello di Palazzolo. L’intervento dovrebbe concludersi, compatibilmente con le condizioni meteo, entro venerdì 7 settembre. Per garantire l’esecuzione dei lavori in sicurezza – continua il comunicato - e per l’allestimento di cantiere, si renderà necessaria l’introduzione di sensi unici di marcia di parte della via Manzoni, da via Coti Zelati in direzione sottopasso FNM, nonché l’introduzione di un senso unico di marcia della via Coti Zelati dal passaggio a livello in direzione di via Manzoni, dove saranno istituiti nuove aree di sosta a disco orario".

Il lembo del mantello del cardinale

Ho conosciuto il Cardinale Carlo Maria Martini nei primi anni 90 quando era arcivescovo di Milano e ogni anno invitava noi giornalisti a partecipare ad una riflessione sulla nostra professione e sul ruolo che i media e i giornalisti potevano svolgere nella società. Egli ci esortava a non dimenticare mai facendo il nostro lavoro di "dare voce agli ultimi" che non l'avevano e senza qualcuno che restituiva loro voce e immagine rimanevano, muti, invisibili, senza identità, coscienza e dignità di persone.
Ricordo in particolare un incontro centrato sulla Lettera Pastorale del 1991-92 intitolata "Il lembo del Mantello" al quale parteciparono l'allora direttore de Il Sole 24 Ore, Gianni Locatelli, il direttore de Il Giornale Indro Montanelli e quello del Corriere della Sera, Paolo Mieli. In quell'occasione Montanelli gli chiese scherzando, ma non troppo: "Eminenza, la prego, scomunichi la televisione..".
L'arcivescovo non era d'accordo e ne spiegò bene le ragioni illustrando i punti della sua Lettera Pastorale. Ripropongo qui agli interessati al tema dei media e della comunicazione sociale parte di un suo intervento del 1996 che riprendeva il titolo e soprattutto quell'immagine evangelica a lui molto cara. (a fianco lo stemma di Carlo Maria Martini con il motto "Per la verità amare anche le avversità")

Il lembo del mantello
Riprendo l'immagine del lembo del mantello, che esprime la pars costruens del rapporto società-media e del rapporto Chiesa-media perché dice tutte le speranze che la Chiesa, pur convinta di una certa marginalità dei media rispetto al grande tema dell'evangelizzazione, nutre nel ruolo di questi strumenti per la comunicazione interpersonale, per la stessa comunicazione evangelica e, più in generale, per la pace nel mondo, per la solidarietà e l'intesa tra individui e popoli.
Sintetizzo così la scommessa: come la donna del vangelo, che fa parte di una folla nascosta e anonima che circonda e preme Gesù da ogni parte, viene risanata, esce dall'anonimato, assume un volto, una dignità e il pieno possesso del suo corpo, grazie al contatto con il lembo del mantello di Gesù, non potrà anche un uso retto dei media aiutare tanti a passare da massa a persone, da moltitudine a popoli, dando coscienza, dignità, cultura, slancio, capacità comunicativa? Se non é il caso di dare ai media un posto centrale nel grande processo di rifare umana l'umanità, non potranno essere almeno una frangia, un lembo del mantello, cioè del potere comunicativo e risanatore che è attribuito, nella grazia del vangelo, al linguaggio umano e alla comunicazione tra gli uomini?

Il ponte "chiodato" di via Camposanto

Non è sempre facile per un cittadino ottenere risposte soddisfacenti quando si rivolge all'amministrazione padernese per segnalare un problema o un pericolo che riguarda tutti e chiedere che venga risolto e messo in sicurezza.
Il 17 luglio scorso ho ricevuto la email di una lettrice (Stefania) che mi chiedeva di rilanciare sul blog il suo appello relativo al grave rischio rappresentato dallo spartitraffico rotto che separa le corsie della rampa di accesso (lato cimitero) del ponte sulla ferrovia che collega la via Camposanto alla rotonda dell'Unes.
In quel periodo ero distratto da un problema famigliare e non ho seguito la cosa, anche perché il Comune aveva iniziato a fare diversi lavori di manutenzione stradale e pensavo, come aveva fatto intendere alla cittadina una funzionaria dell'ente (vedi il carteggio che segue) che in pochi giorni si sarebbe provveduto a sistemare la rampa.
Oggi sono andato a verificare di persona e purtroppo ho constatato che niente è stato fatto. I pericolosi chiodi o perni d'acciaio che fissavano all'asfalto lo spartitraffico in plastica sporgono ancora pericolosamente dalla carreggiata e rappresentano un oggettivo pericolo per le automobili in transito. Cosa si aspetta a sostituire lo spartitraffico rotto o almeno a togliere subito i pericolosi chiodi che possono causare seri danni ai pneumatici dei veicoli?
Inoltre mi chiedo quanto tempo deve passare tra la denuncia di un pericolo pubblico e la sua soluzione? Stefania ha scritto la prima volta al Comune, come si evince dallo scambio di email tra lei e l'amministrazione, il 13 giugno. Tre mesi fa e da allora non è stato fatto niente.

giovedì 30 agosto 2012

Moai


WorldStream, piattaforma per il video-giornalismo mobile

Da "La Stampa" del 28/8/2012  riporto questa notizia che annuncia la nascita di una piattaforma per il giornalismo mobile basato su smartphone realizzato dal Wall Street Journal. Le nuove frontiere dell'informazione cominciano a delinearsi più nettamente. La "notizia" viene sempre mediata e prodotta da un giornalista. La sua lettura, interpretazione e condivisione viene lasciata al lettore. Come si vede cambiano i mezzi e i tempi di produzione e consumo della notizia, ma il modello produttore-fruitore non cambia e i ruoli tradizionali vengono confermati.

WorldStream è il nuovo hub promosso dal Wall Street Journal che pubblica video clip di breve durata realizzati tramite smartphone da un team di oltre duemila giornalisti qualificati, inviati in diverse parti del mondo. La piattaforma è stata lanciata in concomitanza con l'inizio dei lavori della Convention nazionale del partito repubblicano Usa che si sta svolgendo a Tampa in Florida. Si tratta di un'iniziativa che cerca di integrare nel lavoro giornalistico la documentazione video in un'epoca in cui si diffonde l'uso dei social media e della tecnologia mobile. L'attività delle grandi testate deve confrontarsi con una realtà tecnica che consente nuove modalità informative e consegna a molte più persone molti più mezzi per fare informazione moltiplicando e democratizzando la produzione di contenuti. WorldStream, visionabile da pc e disponibile come applicazione web gratuita, rafforza la strategia editoriale multimediale del Wall Street Journal, ampliando il servizio WSJ live che prevede una programmazione quotidiana di 4 ore e 30 minuti di filmati, fruibili dagli utenti su diversi canali, e condivisibili sui social network.

mercoledì 29 agosto 2012

Casa dell'Acqua: un impianto da difendere e raddoppiare

Ricevo da Alberto la seguente segnalazione relativa all'area giochi della Casa dell'Acqua. A questo proposito segnalo ad Alberto e a tutti i lettori che proprio questa mattina l'area in questione è stata ripulita dai rifiuti e l'erba delle aiuole tagliata. Aggiungo che a mio avviso l'impianto di piazza Oslavia è ormai inadeguato a sostenere la crescente domanda di erogazione che l'afflusso costante a tutte le ore di utenti sottolinea. Forse è il caso di costruirne una o due in più e sistemarle in altri quartieri cittadini.

Sig. Arcari, provo ad usare il suo ottimo blog per condividere un mio personale fastidio. Circa 2 anni fa ero presente all'inaugurazione della Casa dell'acqua con il nostro raggiante sindaco che vedevo per la prima volta dal vivo essendomi da poco trasferito a Paderno (anche se conosco bene il paese per vari motivi da anni prima).
Ieri ero in coda per attendere il mio turno, fatto a cui non sono abituato dato che solitamente vado in orari non consueti. Questo mi ha portato ad osservare con maggiore attenzione il cortile di cui avevo già notato il degrado, ma non nel suo complesso. Ricordo che all'inaugurazione io e mia moglie eravamo felici nel vedere una struttura molto positiva. Un bel giardino curato, uno spazio giochi per ingannare l'attesa dei piccoli al seguito degli adulti ed i prodotti della cascina di fianco alla Casa dell'acqua. Andando controcorrente ero anche favorevole al dover pagare l'erogazione dell'acqua concordando sul fatto che fosse un deterrente per lo spreco dell'acqua. Nel periodo in cui era gratuita era normale vedere la sera i ragazzi che bevevano giusto una sorsata o usavano l'acqua refrigerata solo per fare scherzi d'acqua più efficaci nella calura estiva. Un fatto su tutti mi rassicurava: l'elevato numero di telecamere che nella mia testa avrebbe evitato i danni subiti dal precedente distributore di latte sito in via IV Novembre. Fin qui l'antefatto.
Ieri mi ha rattristato vedere dopo soli 2 anni: vetro del distributore di bottiglie del latte rotto nonostante sia evidentemente un signor vetro; giochi dei bambini danneggiati, nel caso del cavallo sono riusciti a rompere l'appoggio per i piedi sfasciando la parte in legno; mozziconi di sigaretta ovunque, soprattutto proprio nello spazio dei giochi (dove c'è la panchina ovviamente) nonostante un cartello di divieto di fumo all'ingresso con relative sanzioni; rifiuti vari come se non ci fosse il cestino (quello davanti al latte è ben capiente!); infine erba molto alta grazie ad una buona irrigazione, ma una scarsissima manutenzione. 

Pista ciclabile: la curva diventa virtuale


Novità per quanto riguarda la sistemazione della curva della pista ciclabile di via Rotondi-via 4 Novembre. 
Oggi il manufatto in pietra lesionato dal traffico che nei giorni scorsi era stato eliminato e sostituito da una gettata di asfalto ha conosciuto una nuova evoluzione. La curva è riapparsa, ma solo come segno, cioè il suo tracciato originario è stato disegnato sull'asfalto da una doppia riga continua bianca e gialla che dovrebbe separare virtualmente le biciclette dagli automezzi. 
Resta a mio avviso il problema della sicurezza perché pur essendo convinto che una pista ciclabile in condizioni normali possa venire benissimo segnalata e tracciata anche così, senza ridondanti opere in pietra, va considerato il fatto che questa curva è in una posizione particolarmente insidiosa e molto trafficata. Forse in questo caso una riga di vernice sull'asfalto è troppo poco. 

Moai


martedì 28 agosto 2012

Tilane, perché il Comune non cambia le lampadine della piazza?



Nel mese di agosto il blog Paderno7 ha sollevato ancora una volta il problema della Biblioteca Tilane, la più importante struttura culturale del territorio, inaugurata tre anni fa, che ha urgente bisogno di interventi correttivi di alcuni aspetti progettuali che si sono rivelati sbagliati, ma anche di una manutenzione più puntuale e soprattutto di ultimazione dei lavori previsti che rimangono incomprensibilmente "in corso".
Il blog comincia la sua denuncia definendo (ancora?) la Biblioteca disegnata da Gae Aulenti una "Cattedrale nel deserto" confermando così la sua propensione a ripetere a pappagallo gli slogan elettorali utilizzati nel 2009 dalla destra cittadina, fazione politica alla quale Paderno7 fa riferimento. Ma prescindendo da questo approccio sbagliato perché tende a definire uno spreco quello che si è invece rivelato un motore di sviluppo e produzione socio-culturale che funziona, come testimoniano le centinaia di persone che frequentano la struttura quotidianamente e i numerosissimi eventi che vi si tengono, organizzati da decine di associazioni e organizzazioni locali, resta inalterata la validità di fondo del post in questione che  indirizza una serie di domande all'amministrazione e ha raccolto numerosi commenti tra i lettori del blog.

Pista ciclabile di via Rotondi: ma la giunta cosa vuol fare?

Ai primi del mese di agosto l'amministrazione di Paderno Dugnano ha "tagliato" la curva della pista ciclabile del Quadrilatero all'angolo tra via Rotondi e via 4 Novembre.
La pista in quel punto si era deteriorata a causa dei mezzi pesanti, camion, bus e Suv che avevano distrutto lo zoccolo di protezione e parte della pavimentazione della pista realizzata con quadrelli di pietra diversi da quelli del marciapiede a un diverso livello sia da questo che dalla sede stradale.
Il Comune al posto di riparare il danno ha pensato bene di risolvere il problema, eliminando fisicamente la pista ciclabile in quel punto e coprendo di asfalto la curva del tracciato ciclabile portandolo allo stesso livello della sede stradale. In pratica togliendo la protezione della pista che poteva così venire liberamente invasa dagli autoveicoli che affrontavano la curva e mettendo così ad alto rischio i ciclisti utenti della ciclovia.
Alle rimostranze dei cittadini che denunciavano la scelta dell'amministrazione per il rischio al quale esponevano gli utenti delle due ruote, il Comune pensava bene di correre ai ripari segnalando in qualche modo il tracciato della curva ciclabile con una serie di coni di plastica bianchi e rossi inchiodati sull'asfalto.
Oggi nuova sorpresa: stamattina i coni di segnalazione sono spariti e la curva è ritornata come prima, senza pista ciclabile con quella curva (oltretutto a gomito) aperta al traffico di camion, bus e autovicoli vari. Vorremmo a questo punto sapere cosa intende fare la giunta padernese di quella pista cilabile: vuole ripristinare la pista com'era e dov'era, ripristinarla segnandola in modo diverso o eliminare la pista ciclabile e buonanotte? Una risposta sarebbe gradita.

Moai


lunedì 27 agosto 2012

Zingari, ritratto di un popolo


Avete tempo fino al 16 settembre per vedere quello che è considerato uno dei reportage più significativi del Novecento: Zingari di Josef Koudelka. Realizzato negli anni 60 esce ora in versione aggiornata per Contrasto. 
Si tratta di una raccolta di oltre cento immagini, scattate dal grande fotografo fra le comunità gitane di Boemia, Moravia, Slovacchia, Romania, Ungheria, Francia e Spagna. Con sguardo penetrante e insolito, l'autore racconta scene di vita familiare, momenti di festa, di gioco e di ritualità collettiva. Una serie di foto stampate appositamente viene presentata in anteprima al Forma (pza Tito L. Caro a Milano) dal 22 giugno al 16 settembre. 
Josef Koudelka nasce in Moravia nel 1938. Inizia la sua carriera come ingegnere aeronautico e diventa fotografo professionista verso la fine degli anni Sessanta. Nel 1968 fotografa l’invasione sovietica di Praga, pubblicando le sue fotografie con le iniziali P. P. (Prague Photographer, fotografo di Praga). Per queste fotografie, nel 1969 riceve da anonimo il premio Robert Capa dell’Overseas Press Club. Nel 1970 lascia la Cecoslovacchia per cercare asilo politico e, poco dopo, entra a Magnum Photos. Nel 1975, viene pubblicata la prima edizione di Gypsies, il primo di una lunga serie di libri di questo fotografo, incluso Exiles (1988), Chaos (1999), Koudelka (2006) e Invasione Praga 68 (2008). Nel corso della sua carriera Koudelka ha vinto svariati premi come il Prix Nadar (1978), il Grand Prix National de la Photographie (1989), il Grand Prix Cartier-Bresson (1991), e l’Hasselblad Foundation International Award in Photography (1992). Le sue fotografie sono state esposte al Museum of Modern Art e all’International Center of Photography di New York, all’Hayward Gallery di Londra, allo Stedelijk Museum di Amsterdam, al Palais de Tokyo di Parigi, alla Fondazione Forma di Milano e al Palazzo delle Esposizioni di Roma. Nel 1992 ha ricevuto la nomina di Chevalier de l’Ordre des Arts et des Lettres dal Ministero della Cultura francese. Oggi vive fra Parigi e Praga. 

sabato 25 agosto 2012

Blog: informazioni, commenti e....opinioni

A cosa servono i blog padernesi? Recentemente i gestori di due dei quattro blog cittadini si sono interrogati sulla validità della loro presenza in rete e alla fine si sono risposti, uno affermando che "non è l'informazione" la mission di un simile strumento, l'altro definendo "inefficace" il blog per richiamare l'attenzione dei cittadini su un problema comune. Insomma il limite secondo i due è insito nello strumento.
Detto questo i gestori dei due "diari" in questione, La Scommessa e PadernoInblog, hanno continuato a fare più o meno le stesse cose di prima, rassegnandosi in pratica a vivacchiare restando "inefficaci" e senza una mission informativa. Eppure una risposta alla domanda posta dai due "colleghi" c'è ed è molto semplice. Se i loro mezzi non li soddisfano perché non fanno notizia e non richiamano l'attenzione dei lettori sui problemi da loro posti la ragione sta forse nel  modo di approcciare il blogging e non nei limiti del mezzo.
Un media personale rivolto al pubblico, se vuole avere un ruolo informativo e di opinione riconosciuto dai lettori deve in primo luogo offrire informazioni e opinioni. I due blog citati lo fanno? Io credo che lo facciano molto poco e in ogni caso informazione ed opinione non sono i loro obiettivi principali come del resto hanno ammesso.
Un esempio piccolo, ma significativo di quanto sto affermando è quello relativo alla decisione del 1° Circolo didattico di eliminare la piscina dall'offerta formativa. Io quando ne sono venuto a conoscenza, anche se privo di informazioni approfondite ho subito ritenuto giusto darne conto su PadernoForum perché la cosa in sè era una "notizia" di interesse pubblico dal momento che riduceva la qualità dell'offerta educativa (il nuoto è una pratica sportiva qualificante oltre che la conoscenza e la padronanza fisica di un elmento fondamentale per un bambino qual è l'acqua) delle scuole elementari di uno dei circoli didattici della città.
I gestori dei due blog citati sono uno Presidente del Consiglio di Circolo e l'altro membro dello stesso organismo e hanno partecipato alla decisione di cancellare la piscina dal programma, ma nessuno dei due ha ritenuto di dover dare la "notizia" ai loro lettori. Il gestore del La Scommessa dopo la pubblicazione della notizia sul mio blog ha invece ritenuto di dover "precisare" fornendo (meglio tardi che mai) informazioni utili a comprendere come e perché i genitori e i docenti del 1° Circolo erano giunti a quella decisione.
In conclusione, anche se in breve e in modo incompleto, PadernoForum ha fatto informazione e ha fornito ai lettori un primo commento dell'accaduto. I loro due blog no.

Ilva: la salute e il lavoro sono beni comuni inscindibili

Sul caso Ilva riporto il Comunicato del Direttivo Nazionale di Medicina Democratica diffuso a fine luglio con il quale l'associazione si schiera a fianco dei magistrati che hanno posto sotto sequestro gli impianti inquinanti e messo in galera i dirigenti aziendali. Secondo la Costituzione la salute è un bene comune che va difeso anche contro le esigenze produttive e di profitto che non possono affermarsi danneggiando la comunità.


Comunicato Stampa

LAVORO E SALUTE SONO INSCINDIBILI ANCHE ALL’ILVA DI TARANTO
Di fronte alla gravissima situazione di inquinamento ambientale, nota da tempo, denunciata a più riprese e da più parti tanto in sede locale che nazionale, provocata dalla modalità di gestione degli impianti dell’ILVA di Taranto Medicina Democratica ritiene di dover appoggiare la coraggiosa decisione del GIP Patrizia Todisco di procedere al sequestro preventivo degli impianti in alcuni reparti della produzione “a caldo” altamente inquinanti per l’ambiente esterno, come estremo e, ahimè, tardivo rimedio alla situazione di danno grave per la salute della cittadinanza e degli operai stessi impiegati negli impianti.
Tale azione non può onestamente essere presentata come prevaricazione della magistratura ma piuttosto come sbocco obbligato di anni e anni di denunce purtroppo inutili vista la volontà di profitto pervicacemente affermata da parte delle direzioni aziendali anche contro i più elementari diritti, sanciti nella nostra Costituzione, alla salute e alla difesa della vita dei lavoratori e dei cittadini.
I dati epidemiologici largamente e da tempo noti sono impressionanti, ma senza un’imposizione pubblica, sia delle amministrazioni statali e che di quelle regionali, è ormai accertato che l’azienda non si muoverebbe mai, preferendo esercitare l’usuale ricatto occupazionale, particolarmente efficace in questo periodo storico.
Medicina Democratica, dalla sua fondazione, non ha mai smesso di affermare che LA SALUTE DEI LAVORATORI E DEI CITTADINI INQUINATI È UN BENE COMUNE che va difeso anche contro le esigenze produttive e di profitto che, ancora a norma della nostra Costituzione, non possono affermarsi danneggiando la comunità. Nessun lavoratore deve essere costretto a lavorare in luoghi di lavoro altamente inquinanti, tanto meno sotto ricatto occupazionale. Allo stesso modo nessun cittadino deve essere esposto al rischio noto di malattia a causa dell’inquinamento prodotto dalla fabbrica.

venerdì 24 agosto 2012

BB lancia una nuova app per città più pulite


Ricevo da BlackBerry il seguente comunicato stampa che segnala un'iniziativa interessante di pubblica utilità  applicabile anche a Paderno Dugnano.

BLACKBERRY SMART & GREEN: UN’APP PER UNA CITTÀ PIÙ PULITA

PULIamo è un’applicazione gratuita lanciata dal gruppo A2A per guidare gli utenti BlackBerry di Milano, Brescia, Bergamo e Varese nel mondo dei servizi di igiene urbana.  
Attraverso l’app è possibile trovare tutte le informazioni necessarie per il corretto conferimento delle diverse tipologie di rifiuti, richiedere direttamente il ritiro dei rifiuti ingombranti, segnalare eventuali disservizi o situazioni anomale, consultare i calendari di raccolta, ricevere news e localizzare le piattaforme ecologiche più vicine.  L'utente inserisce la sua posizione e viene guidato direttamente verso i servizi offerti dalla società di igiene urbana di riferimento. Se sei a Milano, Bergamo o Brescia potrai inoltre evitare fastidiosi contrattempi verificando quando scatta il divieto di sosta per il lavaggio delle strade.
PULIamo è uno strumento di pubblica utilità, che può essere un valido aiuto per utenti privati, aziende e per tutta la collettività. Da oggi ogni BlackBerry diventa uno strumento per rendere le nostre città più belle e più pulite.
http://appworld.blackberry.com/webstore/content/127470/?lang=it   

Moai


giovedì 23 agosto 2012

Scuola elementare: niente più piscina per i ragazzi

Mi è giunta voce che dal prossimo anno scolastico le due scuole elementari del I° Circolo di Paderno Dugnano, Curiel e De Marchi, non manderanno più nelle ore di educazione fisica gli alunni delle prime e seconde classi in piscina come è avvenuto fino a giugno 2012.
La decisione presa dal dirigente scolastico pare sia stata determinata da due fattori concomitanti: le difficoltà riscontrate nel trasporto degli alunni dalla scuola alla piscina comunale e soprattutto la non disponibilità al volontariato manifestata dai genitori che a differenza degli anni scorsi non si sono prestati a sorvegliare e aiutare i bambini negli spogliatoi scaricando così di fatto tutto il lavoro su insegnanti e personale scolastico. Al posto del nuoto in piscina verranno effettuate da settembre altre pratiche sportive meno onerose per l'organizzazione scolastica.
Quest'ultimo, se la notizia verrà confermata, è un piccolo ulteriore segno del progressivo impoverimento dell'offerta formativa delle nostre scuole pubbliche che a seguito dei tagli governativi e della riduzione dei fondi messi a disposizione dal Comune per il diritto allo studio (in particolare per la parte sportiva) è costretta ad eliminare progressivamente alcune attività.
E' anche un segnale di disaffezione e di disimpegno dei genitori che un tempo manifestavano un maggiore interesse per il buon funzionamento della scuola dei loro figli. Proprio mentre la scuola pubblica avrebbe bisogno invece di un loro crescente sostegno per non perdere terreno e garantire livelli adeguati di servizio formativo.

mercoledì 22 agosto 2012

La vita di un operaio non può valere solo 1.900 euro


Riprendo da l'Unità di oggi questo appello a firmare una petizione per modificare al più presto il DPR 1124/1965 "Testo unico assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali".

"L'assegno di rimborso UNA TANTUM di spese funerarie, di euro 1.936, 80 consegnato dall'Inail a Paola Armellini, la madre di Matteo, l'operaio morto il 5 Marzo 2012, schiacciato sotto il crollo del palco per il concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria, suona come un pugno nello stomaco. E' vero che la vita di una persona non ha prezzo, ma risarcire la famiglia con una cifra assurda è davvero una presa in giro, l'ennesima umiliazione". Inizia così l'appello scritto da Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza a Firenze, firmato già da oltre 200 persone, semplici lavoratori e pensionati, esponenti politici e personalità.
Bazzoni spiega che "l'Inail precisa che 'non poteva dare di più' e che questi soldi non sono un risarcimento, ma 'il contributo per le spese per il funerale'. La si può mettere come si pare, fatto sta che la vita di Matteo Armellini è stata valutata dall'Inail solo euro 1936,80!2". L'articolo 85 del Testo unico 1124/1965 prevede che hanno diritto alla rendita a superstite, in caso di infortuni mortali, coniugi e figli e, se assenti, gli ascendenti viventi e a carico del defunto, che contribuiva quindi al loro mantenimento. Visto che Matteo Armellini non aveva né moglie, né dei figli e che non contribuiva al mantenimento dei suoi genitori, la sua famiglia non ha diritto ad una rendita mensile.

Green Hill, Cisl: prima i cani o i lavoratori rimasti disoccupati?

Tutti noi abbiamo seguito con più o meno attenzione la vicenda dell'allevamento Green Hill. Un luogo dove migliaia di cani di razza beagle venivano allevati e mantenuti per fare da cavie nelle sperimentazioni scientifiche, definite da molti con il termine sbrigativo di "vivisezione", dell'industria farmaceutica. Cosa che avviene legalmente da decenni in Italia e all'estero. 
In un'intervista a La Stampa di Torino, il Segretario Generale della Fai Cisl di Brescia, Daniele Cavalleri, esprime preoccupazione per il destino dei 23 lavoratori oggi disoccupati dell'allevamento Green Hill di Montichiari, sequestrato il 18 luglio scorso dalla Procura di Brescia.
"Io lascio volentieri la ribalta alla Procura, alla Lega antivivisezione e a tutti quelli che sono corsi a mettersi in mostra e a farsi fotografare a Montichiari - dichiara Cavalleri - ma non rinuncio a dire il punto di vista del sindacato: 1) la Cisl è contro la vivisezione; 2) Green Hill ha assunto 23 persone per curare l'allevamento dei beagle: nient'altro; 3) questi lavoratori chiedono rispetto perché non sono né torturatori, né aguzzini; 4) se c'è una scala naturale di valori al primo posto non ci sono rane, cani, maiali, gatti e pesci, ma la persona umana".
Per la Cisl ora la priorità è dare un futuro a quei 23 salariati rimasti senza lavoro. Di certo, continua Cavalleri nell'intervista rilasciata a La Stampa, "non aiuta la decisione di mettere l'allevamento sotto sequestro e di svuotarlo affidando i cani a chiunque ne faccia richiesta. Invito tutti a riflettere sull'assurdità di questa cosa. Sarebbe come se una mattina un Procuratore decidesse di mettere sotto sequestro uno stabilimento di automobili e disponesse che le macchine pronte per la consegna venissero distribuite a chi le chiede. Ci voleva e ancora ci vorrebbe un po' più di equilibrio!".
Su Facebook dove è stata rilanciata questa intervista che propone il dilemma "cani-lavoratori", un lettore, Armando De Giovanni, risponde così:  "Prima i cani: i lavoratori che si prestavano a commettere per lucro certe nefandezze ai danni di animali indifesi è giusto che paghino in prima persona ; io li metterei, insieme ai dirigenti dell'azienda, in galera !".
Questo botta e risposta ripropone un tema antico che poi è lo stesso identico dell'Ilva sequestrata dalla magistratura: l'Italia "sostenibile," che noi cittadini democratici e progressisti vogliamo, può rimenere una Repubblica democratica fondata sul lavoro o deve diventare una Repubblica democratica fondata sulla persona umana (e dunque animale)?

martedì 21 agosto 2012

La scuola pubblica tra "superpresidi" e tagli

Ma il Corriere della Sera, il più diffuso e autorevole quotidiano nazionale, c'è o ci fa? Il sospetto che il suo servizio di oggi sulla "superpreside" che a Roma guida sette scuole (tre materne, tre elementari e una media) sia un ennesimo assist al governo dei professori, mascherato da finta notizia è forte. E' impossibile infatti credere che l'ammiraglia della stampa italiana non sappia come vanno le cose da un anno a questa parte nella nostra scuola pubblica.
I "superpresidi" che a causa degli accorpamenti decisi dal ministero si ritrovano a gestire sette scuole sono tanti. A Paderno Dugnano per esempio c'è il dirigente scolastico Mario D'Alesio che tra reggenze e accorpamenti dall'anno scorso dirige tre materne, tre elementari e una media-
Il Corriere, insomma, fa finta di cadere dalle nuvole travestendo di eccezionalità una normalità e per di più dipingendo come "supereroi" dei semplici (bravi e diligenti) impiegati dello Stato. Un'operazione furbastra, molto italiana, che a mio avviso va smascherata e denunciata. Altro che "superpresidi", qui la notizia che viene occultata è che si cerca di affermare come sostenibile e quindi accettabile una situazione che invece è insostenibile e inaccettabile. 
La scuola italiana, a causa dei continui tagli decisi dai governi che si sono susseguiti, da Berlusconi a Monti, è ormai avviata stabilmente sulla strada del degrado. Sventurata quella scuola che ha bisogno di "superpresidi" per funzionare.

giovedì 16 agosto 2012

Ferragosto italiano


Ieri ho passato un Ferragosto molto tradizionale e per questo molto esclusivo in un'epoca in cui l'Italia in crisi sembra dividersi tra ricchi costretti a rinunciare alla "Vita Smeralda," cantata da quel vecchio gatto spelacchiato di Jerry Calà, e disoccupati o esodati senza reddito costretti a rimanere a casa afflitti dell'anticiclone africano.
Il mio Ferragosto 2012 invece l'ho trascorso così. A mezzogiorno abbiamo preso la strada della Fontana Buona alle spalle di Chiavari e ci siamo inerpicati sugli stretti tornanti che portano al passo del Bocco, valico a 956 metri che collega il comune di Mezzanego (un castello a due torri costruito dai Fieschi) con la provincia di Parma.
Dopo avere attraversato boschi di noccioli e castagni siamo arrivati su una cresta aperta ai quattro venti dove sorge la chiesa della Madonna del Carmine. Nello spiazzo che separa la chiesa seicentesca e il piccolo cimitero erano allestiti lunghi tavoli all'ombra di tendoni tesi tra due filari contrapposti di enormi alberi di noce dove abbiamo trovato posto, io mia moglie e le mie figlie a fianco di altre famiglie di gente del posto che ci avevano invitato. Il grande pranzo al quale partecipavano circa 200 persone era stato allestito per raccoglierei fondi necessari a finanziare la costruzione di un asilo d'infanzia nel Burundi, paese natio del parroco, un gigante nero giovane e sorridente che si aggirava tra i tavoli.
L'aria fresca che saliva dai boschi e dal mare lontano ci metteva l'acquolina in bocca trasportando a tratti il profumo stuzzicante di un grande" asàu" (200 chili di pancia di vitello) che, ingabbiato nelle grate girava sulle braci di castagno amorevolmente vigilato dai cuochi. Le donne intanto cominciavano a far circolare piatti di pasta al ragu e al pesto annaffiati dai vini della valle. Le libagioni e la pasta scioglievano la lingua a tutti e a me in particolare che avevo bisogno di rimuovere per qualche ora l'immagine cruda di mio padre noventenne, malato e sofferente nel suo letto.

martedì 14 agosto 2012

Via dalla Sardegna... e anche dall'Italia, please


Un elicottero cala sugli yacht fra le isole Mortorio e Soffi. "Zona interdetta, andate via" intima. Ci sono un centinaio di imbarcazioni. C'è chi si allontana subito e chi ignora l'ordine e rimane. Arriva anche una motovedetta, l'intimazione viene ripetuta, c'è il rischio di sanzioni salate e tutti infine levano le ancore. In pochi giorni è il secondo blitz della Guardia costiera di Olbia ed è rivolta fra i diportisti: "Basta con i divieti, siamo stufi: andiamo via dalla Sardegna".
Così il Corriere di oggi dava conto dell'ultima guerra estiva tra gli inquinatori miliardari che reclamano la libertà di distruggere l'ambiente di tutti, cioè fare un uso personale ed esclusivo dei beni comuni per soddisfare il proprio tornaconto, e il resto dei cittadini italiani che di quei beni sono i legittimi comproprietari ma non devono opporsi alle loro pretese. Se no i prepotenti minacciano: ce ne andremo dalla Costa Smeralda, seguendo il loro capocordata, quel Briatore che ha spadroneggiato su quei luoghi esclusivi (insieme all'amico Lele Mora) fino a poco tempo fa e adesso fa la vittima dei "comunisti" perché pretendono di fargli rispettare le leggi.
Al bar del Bagno Ciccio, dove stamattina leggevamo questa notizia il commento unanime è stato il seguente: "che se ne vadano per sempre dall'Italia, con i loro yacht e le loro veline, le loro ville e i loro night club esclusivi e vadano altrove, anzi cambino cittadinanza, diventino panamensi, monegaschi, lussemburghesi, svizzeri, caraibici. Di italiani come loro possiamo benissimo fare a meno". Tutti comunisti in Liguria?

lunedì 13 agosto 2012

La crisi si mangia la democrazia


Cari amici a proposito di lavoro, salario e dignità vi propongo come lettura d'agosto il testo di questa Relazione di Pierre Carniti, (segretario generale della Cisl dal 1979 al 1985, deputato europeo e promotore del Movimento dei Cristiano Sociali) alla Conferenza lavoro del Pd, Napoli, il 15 giugno 2012. 


 La situazione del lavoro è sempre più grave. La precarietà tracima e la disoccupazione dilaga. Siamo quindi in presenza non solo di una drammatica questione sociale ed economica, ma anche di una potenziale minaccia alla democrazia. La democrazia infatti non è una conquista che si fa una volta per tutte. Ma vive solo se è costantemente coltivata. Altrimenti deperisce. Con conseguenze disastrose. Come succede quando, con colpevole imprevidenza, il giardiniere decide di non sarchiare il prato solo perché l’estate è stata umida.
Il linguaggio della politica affoga spesso nella retorica della scelta, della libertà. Parlo di retorica perché l’idea dominante degli ultimi decenni è che siano la proprietà privata ed i mercati, guidati dal profitto, a garantire la libertà. Il che significa che la libertà dipende in definitiva solo dal denaro di cui si dispone. In effetti, nella cosiddetta società di mercato, con la politica sempre più relegata ad un ruolo marginale, è il denaro che permette di acquistare libertà. Ma la libertà concessa dal mercato è spesso una illusione. Per la buona ragione che i prezzi per una alimentazione sufficiente, per una abitazione dignitosa, per una istruzione accessibile a tutti, per cure sanitarie tempestive ed efficaci, sono sostanzialmente fuori dalla portata di persone in crescente difficoltà. Ben 28 milioni, secondo il ministro Passera. Sicché il divario tra la progressiva perdita di lavoro e di reddito ed il costo della libertà è tale che per loro la parola “libertà” tende ad indicare, in misura crescente, tutto ciò a cui non possono aspirare.
Si potrebbero fare molti esempi. Mi limito a quello della salute. Come sappiamo la spesa sanitaria pubblica è da tempo sottoposta a consistenti cure dimagranti. Per contraccolpo quella privata esplode. Così che negli ultimi dieci anni gli italiani hanno speso di tasca propria il 25 per cento in più per avere accesso alle cure. Ma la crisi morde, e parallelamente aumenta il numero di cittadini che, anche se ne hanno bisogno, rinunciano a curarsi. E’ il diritto negato alla salute. Negato a tante donne, a molti anziani, a numerose famiglie con figli. Negato perché i tagli alla spesa pubblica significano riduzione delle prestazioni gratuite. Negato dalle liste di attesa e dai disservizi. Secondo una indagine del Censis (presentata il 5 giugno a Roma) dei 9 milioni di persone che non sono più in grado di accedere alle cure il 61 per cento sono donne, 2,4 milioni sono anziani, 4 milioni vivono al sud, 5 milioni sono coppie con figli. Questa è la foto impietosa di chi, solo nell’ultimo anno, sarebbe stato costretto a rinunciare alle cure sanitarie per mancanza di mezzi. Insomma, nella terra degli uomini liberi il mercato non lascia molte possibilità a chi non può permettersele. Dunque chi non ha lavoro è anche deprivato di libertà.
Essendo questi i termini del problema la prima cosa da fare è quella di attivare una seria battaglia per “il diritto ad avere diritti”. A cominciare naturalmente dal “diritto al lavoro” e dai “diritti del lavoro”. Nel suo Le origini del totalitarismo Hannah Arendt osserva: “Le persone private dei diritti umani [….] sono prive non [solo] del diritto alla libertà, ma del diritto all’azione; non del diritto a pensare […] ma del diritto a far valere la loro opinione. Ci siamo accorti dell’inesistenza di un diritto ad avere diritti solo quando sono comparsi milioni di individui che lo avevano perso”. La storia ci dovrebbe insegnare che quando i diritti deperiscono la democrazia regredisce. Purtroppo è una lezione che troppo spesso viene ignorata.
A rendere più cupe e drammatiche le prospettive del lavoro è intervenuta la crisi economico finanziaria che ora rischia di precipitare nel dissesto dell’euro. Dissesto al quale la élite politica dell’eurozona si dimostra incapace (e qualcuno probabilmente nemmeno troppo voglioso) di porre rimedio. L’enorme differenza nei rendimenti fra titoli italiani e tedeschi fa ormai parte della cronaca quotidiana. Il 3 giugno il direttore del Corriere della Sera, Ferruccio De Bortoli, ha scritto che si possono fare tutti i sacrifici di questo mondo, ma non è sostenibile una unione monetaria nella quale una azienda italiana si finanzia pagando il denaro cinque o sei volte più caro della propria concorrente tedesca. 

domenica 12 agosto 2012

La bolla di componenda

L'alta tensione di questi giorni, con il Quirinale trascinato nel gorgo di polemiche incandescenti sulla presunta volontà di Napolitano di coprire la trattativa che ci sarebbe stata tra Mafia e Stato al culmine della stagione stragista attuata da Cosa Nostra 20 anni fa, è la dimostrazione che non siamo ancora in grado di sopportare (e dunque di conoscere) certe verità.
La presunta trattativa tra Stato italiano e le cosche palermitane sarebbe stata una negoziazione avvenuta all'indomani della stagione delle bombe del '92 e '93 tra lo Stato italiano al fine di giungere ad un accordo che avrebbe previsto la fine dell'attacco mafioso in cambio di un'attenuazione delle misure detentive previste dall'Articolo 41 bis.
A questo oscuro mistero italiano, anzi siciliano, ho inevitabilmente pensato stamattina leggendo un libricino di Camilleri intitolato "La bolla di componenda" (Sellerio 1993). 108 paginette smilze nelle quali lo scrittore di Porto Emepdocle racconta di una singolare istituzione siciliana, la "componenda", appunto, da secoli la componente essenziale della storia del potere nell'isola: un compromesso, un accordo quasi esplicito tra i rappresentanti dello Stato e i poteri extralegali della mafia e del brigantaggio.
La pratica in Sicilia è secolare e secondo Camilleri, che per scrivere questo racconto, ha fatto su di essa un'approfondita indagine negli archivi di Stato, è stata introdotta dalla Chiesa che garantiva a chi pagando un obolo più o meno grande seconda la gravità del reato commesso, il diritto preventivo all'assoluzione. Di componenda si parla alla relativa voce nel "Dizionario storico della mafia", scritto da Gino Pallotta nel 1977, ma anche nelle 1.410 pagine dell'Inchiesta sulle condizioni economiche e sociali della Sicilia stesa dalla prima Commissione parlamentare d'inchiesta sull'argomento "mafia" nel 1875. Gli atti furono pubblicati nel 1968, sei anni dopo l'istituzione della seconda Commissione d'inchiesta sulla mafia i cui atti, pubblicati più velocemente nel 1978, appaiono sostanzialmente identici ai primi, quanto inutili.

sabato 11 agosto 2012

Che fine fanno i soldi delle multe incassate a Paderno?

L'altro ieri il Giorno (edizione Nord Milano) ha pubblicato un interessante servizio sul tesoretto che viene ogni anno accumulato dal Comune di Sesto San Giovanni grazie alle multe elevate per violazioni del codice stradale: oltre un milione e mezzo di euro previsti del 2012.
"La cifra è stata messa a bilancio prendendo a riferimento l’effettivo introito del 2011: un milione e 560mila euro e spiccioli – ha scritto il cronista -. Perché la metà del gruzzolo deve essere obbligatoriamente destinata a specifici investimenti sulla sicurezza stradale e la viabilità. E così ha fatto la Giunta sestese, approvando una delibera che stabilisce nello specifico non solo le quote da destinare ad ogni capitolo di spesa, a norma di legge, ma anche l’utilizzo che se ne farà.
Di quei 775mila euro, ad esempio, il 25 per cento deve andare alla segnaletica, per cui sono state previste manutenzioni ai cartelli e alle strisce, per 193mila euro. Stessa quota, e dunque stessa cifra, è stata riservata alle attività di controllo nonché al potenziamento delle attrezzature e dei mezzi tecnici relativi. A beneficiare dello stanziamento è la polizia locale...... Di quel tesoretto iniziale, dunque, di 775mila euro, ne rimane giusto la metà: 387.500 euro. Quota riservata per legge alla sicurezza stradale e alla manutenzione di tutto ciò che è relativo alla viabilità. Ebbene, 127mila e 500 euro sono stati dirottati sulla manutenzione degli impianti semaforici, necessaria non solo per ammodernare gli impianti vecchi o malfunzionanti, ma anche per porre rimedio ai danni causati da cittadini e automobilisti. Per finire, una buona notizia per gli amanti delle biciclette: ben 250mila euro, infatti, sono stati destinati a interventi per favorire la mobilità ciclistica. Una cifra che rappresenta un terzo di tutto il monte a disposizione".
Un servizio giornalistico come si vede di grande interesse civico al punto che invitiamo il cronista a replicarlo a Paderno Dugnano dove per le multe vengono incassate ogni anno cifre simili a quelle incassate dai vigili sestesi come ordine di grandezza, ma dove i cittadini non sanno con precisione che fine fanno e a quale scopo vengono impiegate. Una cosa però la sanno di certo: un terzo dell'importo non viene impiagato per lo sviluppo delle piste ciclabili e per "favorire la mobilità ciclistica".

venerdì 10 agosto 2012

Il lavoro, il salario, la dignità

Il lavoro non è mai una sicurezza. Forse è sempre stato così, ma oggi la parola "lavoro" è sempre più sinonimo di precarietà, auto sfruttamento, angoscia. Lo hanno sperimentano sulla loro pelle sei muratori di un cantiere edile di via Ozanam a Paderno Dugnano che avevano accettato di lavorare anche in agosto, quando tutti vanno in ferie, nella speranza di guadagnare qualche soldino in più e invece hanno dovuto scontrarsi con un padrone che non li pagava.
Ieri mattina di fronte a questa dura realtà hanno deciso di protestare e si sono messi in sciopero minacciando di salire sul tetto della villetta che stavano ristrutturando e anche di buttarsi di sotto se non avessero ricevuto gli stipendi pattuiti: 20 o 30mila euro in tutto.
Ne è nata una lunga trattativa, che ha coinvolto, oltre al titolare dell'azienda, i Carabinieri e il Vicesindaco Bogani, che si è conclusa (pare) con la decisione del committente dei lavori di versare gli stipendi ai lavoratori i quali hanno dovuto, ancora una volta, sottoporsi a questa duplice fatica: lavorare e farsi pagare.  

Ciclabile: il Comune taglia la pista in via Rotondi

Ricevo da Alberto questo post illustrato da immagini sull'eliminazione della pista ciclabile all'angolo tra via Rotondi e via 4 novembre. Nella sua lettera Alberto (che ringrazio per la segnalazione) segnala il serio pericolo per i ciclisti creato dalla scelta dell'amministrazione padernese, notoriamente contraria alle piste ciclabili.  
Mi scuso in anticipo per la qualità, purtroppo ero col bambino in bici ed avevo  solo il cellulare. In ogni caso la soluzione sembra essere definitiva. Nei punti in cui termina  la pista ed inizia l'asfalto è stato messo il pezzo di granito perpendicolare a chiudere e dividere i due diversi materiali. Di fatto hanno colto l'occasione di riposizionamento dei binari per asfaltare l'intero incrocio. Gli altri lavori sono sicuramente migliorativi, il nuovo bivio ciclabile, i binari perfettamente a raso sono fatti positivi. ma una curva cieca in cui viene a mancare la pista ciclabile è assurdo. 
So bene come fanno quella curva molti automobilisti ed una bicicletta che arriva in direzione contraria rischia 
troppo. Personalmente con il bambino penso di evitare quel tratto preferendo fare via Arborina e poi la ciclabile di fianco alla Tilane.
Grazie mille e colgo l'occasione per ringraziare per il blog, per me è una fonte di informazione al pari di un giornale, però vissuta da un concittadino l'informazione è più reale e sentita.
Buone ferie.
Alberto.

giovedì 9 agosto 2012

Mangiare sotto l'ombrellone

Sono in vacanza, ma al mio inidirzzo continuano ad arrivare comunicati stampa di aziende di tutti i settori. Vi segnalo questo particolarmente buffo che mi ha inviato Polli Spa (conserve e sottaceti).
Pasta al forno, parmigiana e panini con la cotoletta sono il passato, oggi per 1 italiano su 2 il piatto ideale da consumare sotto l’ombrellone è l’insalata di riso. Parola d’ordine salvaguardare la linea e la salute e quasi 6 italiani su 10 dimostrano di tenerci molto alla loro forma fisica, specie durante l’estate. Il motivo? Anche se breve, infatti, 1 italiano su 3 vede l’estate come un periodo delicato in cui e’ facile perdere il controllo dei regimi alimentari. Per questo ad essere abolite sono le quantita’ e le calorie, ma senza rinunciare al piacere dei sapori mediterranei e ai gusti tipicamente italiani, come consigliato da importanti nutrizionisti del calibro di Giorgio Calabrese e Andrea Strata. Il piatto dell’estate? L’insalata di riso, consumata preferibilmente in spiaggia e in buona compagnia.
E’ quanto emerge da uno studio promosso dal Polli Cooking Lab, il primo Osservatorio creato dall’omonima azienda italiana che analizza le tendenze nazionali e internazionali sul mondo dell’alimentazione, condotto su circa 1600 italiani, attraverso un monitoraggio on line di blog, forum, community, volto a verificare come cambieranno le abitudini alimentari degli italiani per quest’estate.

Scrivere a Padernoforum e a Carlo Arcari

Cari lettori, ho aggiunto all'intestazione del blog un indirizzo e-mail (carlo_arcari@hotmail.com) al quale potrete inviare testi e foto da pubblicare come integrazione dei vostri commenti o come contributi alla discussione e all'informazione che Padernoforum produce. Grazie a tutti. Carlo Arcari 

venerdì 3 agosto 2012

Chiuso per ferie

Anche quest'anno si chiude. Padernoforum si trasferisce al mare armi e bagagli. Mare, sole, cicale tra gli ulivi di giorno, cieli stellati, profumo di gelsomino e grilli di notte. Ci ritroviamo a fine mese. Buone vacanze.

giovedì 2 agosto 2012

Moai

Taranto e Costituzione: la Repubblica italiana dev’essere fondata non più sul lavoro, ma sulla persona umana

Riprendo dal blog del giornalista e scrittore Carlo Vulpio, questo commento che merita una seria riflessione

O non hanno capito, oppure fingono di non aver capito. O entrambe le cose, un po’ e un po’. Per Taranto – e non solo a causa dell’Ilva, ma anche degli altri colossi del suo polo industriale – la contrapposizione ambientalisti-industrialisti non funziona più. Non esiste più. Questa è ormai archeologia, industriale e della storia industriale. Una cosa che, forse, poteva andar bene nella mitologica Età dell’oro della Rivoluzione industriale, e fino all’altro ieri, nel Novecento, ma che oggi, e specificatamente per Taranto, non ha senso.
A Taranto il problema non è ambientale. A Taranto il problema è di una sottile linea rossa che separa la vita dalla morte. Al di qua di questa linea, si può ancora e ragionevolmente discutere di livelli di emissioni nocive e di compatibilità e di prezzi necessari da pagare. Ma al di là della medesima linea, ogni discorso è inutile, insensato, superato, e spesso anche in malafede, perché di fronte alla morte certa – per diossina, poi, o per le altre decine di sostanze cancerogene – non c’è nessuna mediazione possibile, nemmeno invocando il sacro totem del Lavoro. Perché se muori, o ti colpisce una malattia terminale, non puoi lavorare, e del Lavoro non sai che fartene.
Questo è il problema di Taranto, che ho affrontato ne “La città delle nuvole”, uscito tre anni fa e, purtroppo, oggi più attuale di allora. Non volevo scrivere questa nota. “Ho già dato, leggetevi il libro”, ho detto in questi giorni a chi mi chiedeva di dire qualcosa sull’ordinanza di chiusura di stabilimenti non solo inquinanti, ma anche usurati, obsoleti, che saranno spremuti ancora per qualche anno e poi chiuderanno lo stesso, saranno “dismessi” lasciando l’aria, la terra e il mare irrimediabilmente contaminati.
Ma poi, leggendo i giornali e guardando la tv, e vedendoli tutti (tutti) dalla stessa parte , pur con argomenti e motivazioni apparentemente diversi – i giornalisti Ferrara e Sechi e il sindacalista Landini, il nuclearista Battaglia e il finto avversario della diossina Vendola, sindacati e padroni, Bersani e Casini, Fitto e Di Pietro, operai e sigle ambientaliste à la pàge – ho pensato che sì, altre due righe potevo dedicarle a questa porcheria tarantina, che è un problema europeo e mondiale: non di tutela ambientale, ma di tutela della salute di chi lavora in fabbrica e di chi vive (vive?) a Taranto . Perché quella di Taranto non è solo una storia di micidiali emissioni, ma è una vicenda di gigantesche omissioni. In cui nessuno ha mai controllato niente.

mercoledì 1 agosto 2012

Bottiglie di plastica riciclate: una green economy da 152 milioni

Dal 2000 al 2010 il riciclo del packaging in PET delle acque minerali ha portato in Italia benefici concreti all’ambiente evitando 3 milioni di tonnellate di emissioni di CO2.
Dallo studio che il Gruppo Sanpellegrino, ha commissionato ad Althesys, emerge chiaramente che il riciclo delle bottiglie in plastica ha dato un contributo concreto all’economia green del Paese, riducendo drasticamente l’impatto ambientale della plastica prodotta dall’industria del beverage e generando indotto e occupazione.
Il PET, sigla che sta per polietilenetereftalato, è oggi uno dei materiali più utilizzati per confezionare l’acqua minerale perché leggero, resistente e riciclabile al 100%. Il PET, grazie al processo di raccolta e riciclo, può essere trasformato in risorse riutilizzabili come ad esempio morbidi pile, rivestimenti per automobili e, dal 2010, con l’entrata in vigore del decreto Ministeriale n.113, anche in nuove bottiglie per l’acqua minerale in R-PET (PET riciclato), creando così un ciclo virtuoso, bottle-to-bottle.
Negli undici anni presi in esame, la raccolta-riciclo del PET ha dato benefici al Paese per 1,2 miliardi di Euro. I risvolti economici hanno contribuito a far nascere o a far crescere una filiera di attività industriali e di servizi che danno concretezza al concetto di green economy. L'indotto è costituito principalmente dai servizi di raccolta differenziata, che hanno portato attività e occupazione, dalle attività logistiche, più articolate e complesse rispetto alla raccolta indifferenziata, e dai processi di selezione e riciclo, che hanno favorito la nascita e lo sviluppo di aziende specializzate, formando un tessuto di piccole e medie imprese.
Non mancano, infine, benefici da prevenzione per un valore pari a 23 ml di Euro: la riduzione all'origine degli imballaggi implica minori volumi di rifiuti e mancati costi di raccolta, selezione e smaltimento, meno trasporti e minori emissioni di CO2.
L’ulteriore contributo, in termini di indotto, è generato dalle attività di raccolta differenziata delle bottiglie in PET e dalle successive fasi di selezione e avvio al riciclo. Nel complesso si è sviluppato un indotto, nuove attività economiche e occupazione, per circa 152,8 milioni di Euro, al netto dei relativi costi.

Giovani e politica: il PD e i giovani

Sul tema giovani e politica di cui abbiamo discusso ricevo da Oscar Figus, segretario del PD di Paderno Dugnano, questo puntuale commento.Nella foto il circolo Pd di Pescina (AQ).
Caro Carlo, Ti ringrazio per aver riesumato quella foto con quel vecchietto militante. Ho letto con grande attenzione la discussione sul tuo e su altri blog riguardo ai giovani in politica sulla quale però, tirato in causa per ruolo, mi sento di tentar di fare un minimo d'ordine separando i dati oggettivi dai pareri e cercando di restare nel tema. Quindi prima i termini della questione e l'analisi della situazione, dopo la mia posizione personale.
Fino a quando si è giovani? Senza farla lunga, visto che viene fatto riferimento all'assessore Ghioni (che se non sbaglio è stato nominato assessore a 36 anni) direi che in questa discussione per giovani si intende massimo quarantenni.
E su questa definizione posso essere d'accordo anche perché l'età NON E' UN MERITO ma una condizione necessariamente provvisoria e in altra sede ho già avuto modo (esagerando) di affermare che non mi farei mai operare da un chirurgo di 25 anni, magari di 40 si.
In base a questo termine il PD di Paderno Dugnano ha candidato alle ultime elezioni comunali 6 giovani su 30 (quindi il 20% non il 5% come è stato scritto non si sa in base a quali dati) meno forse del Centro Destra padernese che è riuscito - contrariamente a noi - a farne eleggere diversi in consiglio comunale (Ghioni è stato nominato successivamente) ma per essere eletti bisogna prendere i voti e questa è un’altra storia. Questi sono fatti oggettivi.
Cinque Stelle alle ultimi elezioni comunali della nostra Città non era presente quindi non sappiamo quanti giovani raccolga mentre è indubbio l'appeal che ha fra i giovani a livello nazionale. Però paragonare le due situazioni (locale e nazionale) secondo me è metodologicamente scorretto.
A livello nazionale ci sono giovani in tutte le formazioni politiche; per il PD a Roma ha parlato il più giovane segretario di circolo del PD di 17 anni, sempre a Roma, ad una riunione dei segretari del PD, Bersani ha affermato che i segretari provinciali del PD sono mediamente quarantenni, nel viaggio in pullman da Milano io ero forse il più vecchio (e di un bel po') tra i segretari di circolo presenti. Anche questi sono fatti oggettivi, ora il parere (come sempre condivisibile o meno).

Una social community per promuovere la fotografia d’autore

Segnalo agli interessati questo comunicato stampa. Libreriamo.it in tre mesi di vita ha già totalizzato 30mila utenti unici al mese e la sua pagina Facebook conta 1.500 fan.
Da una costola di Libreriamo, il primo social book magazine completamente dedicato alla promozione della lettura e dei libri, nasce una fan-page completamente dedicata alla promozione della fotografia d’autore. I Grandi maestri della fotografia, le mostre più importanti al mondo, gli eventi fotografici di maggior livello saranno i protagonisti della nuova pagina di Facebook. Il tutto con il fine esclusivamente della sensibilizzazione nei riguardi di una delle forme d’arte che ha tantissimi proseliti in tutto il mondo.
Tutto è nato da un’idea di Saro Trovato, direttore responsabile di Libreriamo, con il fine di promuovere la lettura e dei libri. Un’ampia sezione del social magazine è infatti dedicato alla fotografia d’autore, con interviste, critiche, presentazioni, commenti con i più autorevoli esponenti del mondo della fotografia nazionale e internazionale.
“Il nostro fine è contribuire alla diffusione della lettura e allo stesso tempo a stimolare gli italiani riguardo a tutto ciò che può rappresentare arte e cultura. – Afferma Saro Trovato - La lettura e la fotografia sono dei linguaggi che meritano maggiore diffusione, anche perché possono contribuire a migliorare il “senso civico” della nostra Italia. Per troppo tempo siamo stati “vittime”, da un lato, dell’eccesso di ”acculturamento” televisivo e, dall’altro, del volontario isolazionismo di autori e artisti che hanno ritenuto sgradevole avvicinarsi alla cultura di massa.”
Fotografiamo by Libreriamo avrà come protagonisti personaggi come Man Ray, Avedon, Scianna, Testino, Lange, Cartier-Bresson, solo per fare qualche nome, ovvero i più grandi maestri della fotografia, i quali diventeranno il principale punto di riferimento della community. Forte attenzione anche alle più importanti collezioni mondiali, alle più importanti “esposizioni” che vivono in giro per il mondo. Protagonisti saranno anche le agenzie e gli archivi fotografici più importanti del Pianeta, fonte immensa di materiali che possono ormai considerarsi patrimonio dell’Umanità.
Protagonisti della pagina saranno anche i libri fotografici, molto diffusi tra gli amanti della fotografia e che attraverso l’opera di sensibilizzazione della pagina di Fotografiamo by Libreriamo possono avere una più ampia diffusione di pubblico. Maggiori lettori di questo settore possono infatti fare da stimolo ad una parte dell’industria culturale italiana che vive grazie a queste produzioni.
La pagina proporrà e condividerà, altresì, i lavori e le opere dei nuovi interpreti della fotografia contemporanea, senza tralasciare i numerosi foto-maker che abitano ormai il mondo della rete, molti dei quali si fanno già notare per la forte sperimentazione dei propri lavori, anche da parte della critica più autorevole. La condivisione riguarderà anche i “post” delle pagine più belle e ricche di contenuti e materiali dedicati alla fotografia d’autore, ormai punto di riferimento per milioni di fan che stabilmente stazionano su Facebook.
Da non dimenticare che i veri protagonisti saranno gli utenti di Facebook, i quali potranno condividere, “postare”, commentare in prima persona all’interno della pagina, contribuendo in tal senso ad arricchire la pagina e a costruire sempre più community coinvolgendo tutti i loro amici.

Cala ancora in Italia l'intenzione di spesa e la fiducia dei consumatori

In Italia la fiducia dei consumatori è diminuita costantemente negli ultimi 6 trimestri, raggiungendo un valore di 41 nel secondo trimestre del 2012, 4 punti in meno rispetto al periodo precedente. Lo afferma Nielsen Global Consumer Confidence Survey, un’indagine globale che misura periodicamente la fiducia dei consumatori e la loro intenzione di spesa. Tra il 4 e il 21 maggio 2012 ha rilevato i dati su più di 28.000 consumatori online in 56 paesi in Asia Pacifico, Europa, America Latina, Medio Oriente, Africa e Nord America.
L’attuale congiuntura e il ritardo nell’attuazione di misure in grado di accellerare lo sviluppo economico continuano a deprimere il livello di fiducia dei consumatori” dichiara Roberto Pedretti, Managing Director, Nielsen Italia. “Tutti gli indicatori principali sono peggiorati nell’ultima tornata della survey: virtualmente il 98% degli italiani pensa che il Paese sia in recessione e uno su quattro dichiara di non avere denaro rimanente dopo aver coperto le spese essenziali. La sicurezza del posto di lavoro rimane la maggiore preoccupazione per i prossimi 6 mesi e aumenta il livello di apprensione per l’istruzione dei figli e per il crescente costo della benzina”. 
PS: dopo questa bella notizia che conferma le nostre peggiori paure partiamo tutti per le vacanze. Saranno le ultime dell'era consumista?

Moai