mercoledì 22 agosto 2012

La vita di un operaio non può valere solo 1.900 euro


Riprendo da l'Unità di oggi questo appello a firmare una petizione per modificare al più presto il DPR 1124/1965 "Testo unico assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali".

"L'assegno di rimborso UNA TANTUM di spese funerarie, di euro 1.936, 80 consegnato dall'Inail a Paola Armellini, la madre di Matteo, l'operaio morto il 5 Marzo 2012, schiacciato sotto il crollo del palco per il concerto di Laura Pausini a Reggio Calabria, suona come un pugno nello stomaco. E' vero che la vita di una persona non ha prezzo, ma risarcire la famiglia con una cifra assurda è davvero una presa in giro, l'ennesima umiliazione". Inizia così l'appello scritto da Marco Bazzoni, operaio metalmeccanico e rappresentante dei lavoratori per la sicurezza a Firenze, firmato già da oltre 200 persone, semplici lavoratori e pensionati, esponenti politici e personalità.
Bazzoni spiega che "l'Inail precisa che 'non poteva dare di più' e che questi soldi non sono un risarcimento, ma 'il contributo per le spese per il funerale'. La si può mettere come si pare, fatto sta che la vita di Matteo Armellini è stata valutata dall'Inail solo euro 1936,80!2". L'articolo 85 del Testo unico 1124/1965 prevede che hanno diritto alla rendita a superstite, in caso di infortuni mortali, coniugi e figli e, se assenti, gli ascendenti viventi e a carico del defunto, che contribuiva quindi al loro mantenimento. Visto che Matteo Armellini non aveva né moglie, né dei figli e che non contribuiva al mantenimento dei suoi genitori, la sua famiglia non ha diritto ad una rendita mensile.
"In questi giorni ho letto di tanta indignazione a livello politico, peccato però, che come spesso, anzi, sarebbe meglio dire, come sempre accade in Italia, questa indignazione non si è tradotta in dei fatti concreti - continua Bazzoni -. Andrebbe profondamente modificato il testo unico 1124 del 30 giugno 1965, che regola l'indennizzo e il risarcimento per gli infortuni e le morti sul lavoro a cui l'Inail è tenuto. Neanche il Ministro Fornero, che ha dichiarato più volte che la sicurezza sul lavoro sarà centrale nel lavoro del governo e nel suo impegno personale, ha detto nulla. Inoltre, che il tesoretto Inail, derivante dagli avanzi di bilancio annuale depositato presso un conto infruttifero del Ministero del Tesoro, che ammonta a ben 18,5 miliardi di euro, venga utilizzato dallo Stato Italiano per ripianare i debiti, lo trovo una cosa scandalosa. Chiedo quindi al Governo Monti, che sia rivisto quanto prima il DPR 1124/1965 'Testo unico assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali'. E l'utilizzo del tesoretto Inail, i cui soldi dovrebbero essere usati per tutelare meglio gli infortunati sul lavoro, per aumentare le rendite da fame agli invalidi sul lavoro e per aumentare le rendite ai familiari delle vittime del lavoro. Perché la vita di un operaio, non venga più valutata solo euro 1.936,80 euro. conclude Bazzoni.
Per aderire alla petizione basta inviare un'email di adesione a: bazzoni_m@tin.it indicando nominativo, azienda, qualifica e città

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