Marco Alparone un anno dopo ha niente o quasi da sbandierare. Basta scorrere la lista delle ordinanze prodotte dalla sua amministrazione negli ultimi 12 mesi per rendersene conto. L’opposizione gli rinfaccia di non sapere o non riuscire a governare. Non arriva a dargli del fannullone, ma poco ci manca e per lui negare che sia così è difficile dal momento che, dati alla mano la giunta di destra ha finora combinato davvero molto poco. Nei 12 mesi passati le uniche delibere che vanno oltre l’ordinaria amministrazione e gli atti dovuti sono: divieto di vendere alcool ai minorenni, adesione al piano casa, taglio dei progetti di solidarietà internazionale, revisione criteri di determina dei prezzi delle aree fabbricabili ai fini Ici, revisione confini dei quartieri, riprese tv in aula consiliare, sostituzione commissione Edilizia con quella del Paesaggio, nuovo regolamento delle sponsorizzazioni, adesione al progetto di metro tramvia Milano-Desio, nomina di due nuovi assessori, eliminazione del difensore civico. Oltre, naturalmente, l'aumento delle mense scolastiche e dei costi di altri servizi. Una pena, insomma, un nulla coperto a livello politico dal clima artificiale di conflitto con la precedente giunta Massetti che il sindaco provvede ad attizzare in Consiglio comunale ogni volta che ne ha occasione. Una contrapposizione ideologica e di facciata che vanifica di fatto il contenuto degli unici due atti significativi che il Consiglio comunale ha recentemente votato all’unanimità: l'opposizione ai progetti di inceneritore al Villaggio Ambrosiano e di ampliamento a cielo aperto della Rho-Monza.Dal canto suo l’opposizione in consiglio comunale e fuori non sembra sapere e volere approfittare del niente combinato dalla destra, incalzandola con proposte e progetti alternativi. D’accordo che i ruoli sono diversi: alla maggioranza di destra spetta governare, alla minoranza di centro sinistra controllare e opporsi, ma qui siamo a mio avviso di fronte ad un immobilismo simmetrico. Gli unici ordini del giorno proposti in un anno dalla minoranza sono stati davvero poca cosa. Questi i temi: pedaggi autostradali, acqua pubblica, crisi occupazionali (Lares e MP), qualità della scuola pubblica. Anche in questo caso mi sembra ci sia ben poco da sbandierare.
Che dire? E’ in arrivo l’estate e i primi caldi ammosciano l’aria già poco frizzante della politica padernese. Forse è il caso che nei prossimi tre mesi tutti quanti i protagonisti della vita pubblica locale si diano una mossa. I cittadini, i lavoratori, le famiglie, hanno grossi problemi da affrontare e temo che l’autunno non porterà a grandi raccolti. Se non succede qualcosa di peggio nel frattempo (e speriamo sia così) a settembre dopo le vacanze la gente nella migliore delle ipotesi si ritroverà qui ancora più povera, ancora più disoccupata, ancora più timorosa del futuro, e con le tasche vuote. Ci vuol poco a immaginare che non sarà un bel periodo. Galleggiare su questa fangosa palude di preoccupazioni e paure non è una politica accettabile.