Gironzolando su Facebook ho scoperto che esiste un gruppo di “Seveso Lovers” che è visibile qui. Il Gruppo che si descrive così: “chi di voi non ha mai bevuto un sorso d'acqua pura, fresca e cristallina del fiume Seveso? Riprendiamoci questo fiume!!” è animato da una sparuta pattuglia di iscritti, che nei commenti sembrano sinceramente interessati a impegnarsi per la rinascita di questo fiume, da decenni ridotto a uno scarico di veleni a cielo aperto.
Quanti sono i padernesi che lo conoscono, che sanno almeno dove nasce e dove finisce il suo corso? Probabilmente pochissimi anche se sono migliaia quelli che vivono vicinissimi al fiume e lo vedono (e lo annusano) cambiare colore tutti giorni. Eppure il Seveso è un fiume importante per la Brianza, il Nord Milano e la stessa metropoli lombarda che da millenni ormai lo utilizza per liberarsi dei suoi scarichi. Il fiume nasce a Cavallasca sul Monte Sasso, in provincia di Como, a quota 490 metri, vicino al confine con la Svizzera (nella foto a sinistra, a destra al ponte di Dugnano). Ha una lunghezza di 55 chilometri circa e scorre coperto per un breve tratto. Giunto a Milano, riceve il torrente Molia ed in seguito congiunge gran parte delle sue acque a quelle del Naviglio Martesana a formare il Cavo Redefossi. Qui termina il Seveso a partire dal 1910. Prima di allora il fiume costeggiava Milano e poi si gettava nel Lambro a Melegnano. Ma già anticamente i romani avevano deviato parte delle sue acque per alimentare la roggia Vettabbia che attraversava il centro passando da Piazza Vetra e raccoglieva gli scarichi della città portandoli fuori e ricollegandosi al vecchio corso naturale. A causa del colore delle sue acque è anche chiamato il fiume nero. Questo perché,soprattutto dalla parte centrale in poi, cioè dopo il depuratore di Carimate, il Seveso è "usato" come un condotto fognario dalle industrie della zona. Fortunatamente però in alcuni paesi è iniziato un lavoro di depurazione delle acque e di pulizia del letto del fiume. Anche Paderno ha sistemato l’anno scorso le sue sponde, ma per il Seveso bisogna fare molto di più. Propongo che i cittadini dei comuni rivieraschi, a partire dai padernesi, lo adottino per difenderlo e comincino a fare pressioni fino a quando i governanti dei 22 comuni che il suo corso attraversa fino a Milano, non si impegnino a restituirgli la dignità di fiume che oggi gli è negata.
Nessun commento:
Posta un commento