Il più grande sindacato italiano, la Cgil, è sceso in piazza contro la manovra in discussione in Parlamento, contro i tagli e i provvedimenti per il pubblico impiego, e più in generale, contro la politica economica del governo. Più di un milione i lavoratori che hanno manifestato in tutta Italia, si parla di 100 mila in piazza a Bologna, dove si è tenuto l'intervento della numero due della confederazione Susanna Camusso, di 70 mila in corteo a Milano e a Napoli, con alla testa i lavoratori della Fiom di Pomigliano d'Arco. E' la risposta chiara a chi nei giorni scorsi cantava già vittoria convinto che i lavoratori di Pomigliano avrebbero votato a valanga per il "sì" al referendum Fiat e già si preparava a scavare la fossa alla Fiom e alla Cgil. Non è andata così, 4 operai su dieci hanno detto "no" al colpo di mano, e oggi Bonanni, Angeletti e il ministro Sacconi sono ridotti a inseguire Marchionne che ha già fatto capire di non essere contento del risultato. Pietiscono, il ministro e i sindacati gialli, terrorizzati all'idea che il manager italo-canadese li molli e si rimangi l'investimento promesso, lasciandoli in braghe di tela a far la figura che si meritano.
I lavoratori, ancora una volta, si sono dimostrati più avanti sul piano politico e anche su quello civile della classe dirigente sindacale nazionale che non li aveva appoggiati più di tanto, e anche del PD che li aveva abbandonati nella loro trincea, senza capire o facendo finta di non capire, che la partita che si giocava a Napoli era di ben altra portata. Lo hanno detto bene due vecchi leoni del sindacato italiano, Carniti e Cofferati, i quali hanno giudicato l'accordo inaccettabile e lo hanno definito "un suicidio sindacale". Cofferati ha dichiarato: "Ma ci si rende conto che a giudicare in ultima istanza se l´eventuale sciopero è illegittimo sarà l´azienda stessa? È gravissimo che la sinistra non parli quando si attaccano i diritti costituzionali delle persone che lavorano”. Infatti, è gravissimo. Perché Bersani e nessun dirigente del PD ha denunciato questo pesante attacco alla Costituzione? Perché ci si straccia le vesti per le intercettazioni e l'informazione, ma non si muove un dito per gli operai che difendono la loro dignità e i loro diritti di cittadini? La risposta è purtroppo nota; quando si pretende di rappresentare tutti gli interessi e si mettono sullo stesso piano quelli di Marchionne e quelli degli operai, si finisce in un angolo senza più niente niente da dire. La presidente di confindustria, Emma Marcegaglia, ha così commentato il mezzo flop incassato dalla Fiat a Pomigliano: "c'è un sindacato e una parte dei lavoratori che, in base a principi astratti, non comprendono la sfida che abbiamo davanti".
"Principi astratti" ecco cosa pensano della Costituzione gli imprenditori italiani, i padroni che il centro sinistra vorrebbe rappresentare. Il PD deve essere "il partito del lavoro", ha detto Bersani. Bene, allora difendiamo prima di tutto i lavoratori. Senza se e senza ma.
2 commenti:
Ciao Carlo
volevo commentare ma non saprei cosa aggiungere visto che lo condivido
Noto con dispiacere che i post sul mondo del lavoro non interessano praticamente a nessuno. Brutto segno.
Emiliano A.
D'accordissimo con Cofferati.
Dal punto di vista dei diritti dei lavoratori, l'Italia deve essere un modello per i paese emergenti e non è ammissibile che invece accada il contrario.
Baraviera Aris
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