Daniele Ranieri, responsabile del Dipartimento Salute e Sicurezza della CGIL di Roma e Lazio ha scritto per la casa editrice Ediesse un libro sul lavoro oggi, una parte fondamentale della nostra vita che ha cambiato profondamente di segno e che dagli anni 2000 ha assunto un significato molto degradato rispetto a quello che aveva assunto nel secolo scorso.
L’amore e il lavoro, scriveva Freud, sono i due elementi che stanno alla base dell'equilibrio personale. Ma nell'attuale società globale, dominata dall'economia, il lavoro contraddittoriamente risponde sempre meno all'esigenza di realizzazione soggettiva e ancora meno a quella dell'inclusione sociale. Semplicemente sembra tornato a essere la principale (spesso scarsa) fonte di reddito. Al contempo i processi sociali d'individualizzazione e i sentimenti d'inadeguatezza e di solitudine avanzano. Persino la felicità, che Primo Levi nella "Chiave a stella" attribuiva al lavoro, nella società "liquida" sembra ormai raggiungibile solo all'interno della sfera del consumo. Stiamo dunque assistendo alla fine del valore sociale del lavoro? L’autore, per dare una risposta a questo interrogativo, ripercorre l'intero tragitto storico che ha condotto alla formazione del concetto stesso di lavoro. Successivamente ipotizza tre possibili linee di sviluppo delle politiche post moderne del lavoro. Ricordando quello che scrisse Gramsci, "prevedere non significa sapere quello che avverrà, ma fare in modo che avvenga, cioè predisporsi a progettare il futuro", Ranieri conclude che senza un caparbio orientamento all'analisi e alla progettazione i lavoratori rischiano di essere indotti ad auto-ingannarsi sulla loro reale condizione, riducendosi a rispondere disarmati, davanti alla pressione del capitalismo impaziente: "Preferirei di no", come lo scrivano Bartleby del racconto di Melville.
Preferirei di no
Lavoro e condizioni di lavoro: alle radici del XXI secolodi Daniele Ranieri
prefazione di Bruno Spirito
Collana Saggi, Pagine 164, Prezzo 10,00
Nessun commento:
Posta un commento