lunedì 30 novembre 2009

Soldi dal Comune ai lavoratori? In tutto 1.000 euro

La giunta Alparone questa sera in Consiglio Comunale presenterà il Bilancio di previsione 2010. Finora sulla questione dei finanziamenti e degli investimenti a ogni richiesta di intervento, soprattutto quelle provenienti dai quartieri, la nuova amministrazione ha risposto: non ci sono soldi, abbiamo trovato le casse vuote, non possiamo fare niente, avevamo problemi sociali urgenti da fronteggiare, ecc.
Anche ai volontari che chiedevano lumi sulla possibilità di vedere confermati gli investimenti per la continuazione dei progetti di solidarietà internazionale iniziati quest’anno, il sindaco ha risposto, stando alla relazione ufficiale dell’incontro stilata dai rappresentanti delle associazioni, che la nuova amministrazione: “non è riuscita a trovare le risorse necessarie per finanziarlo (il Bando ndr) in quanto quelle poche recuperate in questi ultimi mesi da altri capitoli di spesa sono stati destinate al sostegno dei lavoratori delle aziende in crisi”.
Insomma non c’erano soldi e quei pochi rastrellati altrove sono andati tutti ai lavoratori di Lares e Metalli Preziosi. Ma quanti soldi sono stati dati in questi mesi ai lavoratori delle due aziende in crisi?
Secondo quanto ci è stato confermato dai lavoratori (leggete il commento sotto il post sul futuro di Lares), ai rappresentanti sindacali della Metalli Preziosi e al Comitato lavoratori Lares sono stati consegnati per il mantenimento dei presidi in tutto 500,00 euro ad azienda e non risulta siano stati dati altri finanziamenti in denaro. I fatti sono questi, ognuno tiri le sue conclusioni.

Rho-Monza: pubblicità fuorilegge?

Molte polemiche e qualche preoccupazione rispetto alla sicurezza avevano sollevato i numerosi cartelli pubblicitari installati un mese fa dalla Provincia di Milano sul bordo dell'aiuola centrale della rotonda dell'Unes, in fondo a via Cesare Battisti. Polemiche e anche il dubbio di legittimità dell'iniziativa che a parere di molti violava le regole della viabilità.
Un cittadino che si è voluto documentare meglio sull'argomento, mi ha mandato questa lettera che pubblico molto volentieri invitando l'assessore "competente" a dare una risposta al quesito:
è un'istallazione che viola il Codice della Strada?

Oggi ho telefonato al Comando della Polizia Locale di un comune limitrofo al nostro. Mi hanno confermato quanto sospettavo, ovvero che quei cartelli violano l'art. 23 del CdS (Codice della strada), nella fattispecie dove si dice che le insegne pubblicitarie non vanno poste lungo le intersezioni stradali. Viviamo proprio nel paese delle banane dove, anche le "istituzioni", vìolano la stessa legge che poi ai cittadini si chiede di rispettare tutti i giorni.
Nella norma citata inoltre si dice che: "Quando i cartelli e gli altri mezzi pubblicitari collocati su una strada sono visibili da un'altra strada appartenente ad ente diverso, l'autorizzazione è subordinata al preventivo nulla osta di quest'ultimo".

Chissa se questa richiesta è stata mai fatta alla nostra amministrazione?
(vedi Art. 23 del C.d.S. http://www.patenti.it/codice/23.htm)

domenica 29 novembre 2009

Palazzolo: ai problemi Salgaro risponde con la solita propaganda

Salgaro è un caso che forse merita qualche approfondimento. Molti cittadini cominciano a chiedersi perché mai Alparone abbia sentito il bisogno impellente di nominare questo personaggio, che nessuno ha candidato e tantomeno votato, assessore ai lavori pubblici di Paderno Dugnano. Giovedì scorso è intervenuto all'assemblea del Quartiere Palazzolo per esibirsi nel suo solito siparietto. Riporto la cronaca della serata che mi ha inviato un cittadino presente.
Come primo punto all’OdG, c'era da calendarizzare una serie di lavori per sistemare la scuola elementare. Sul tema ha preso dapprima la parola una rappresentante del Comitato genitori, che, invitata dal Salgaro a dire quello che era stato fatto dalla vecchia amministrazione, ha elencato i lavori in maniera dettagliata e, con grande disappunto dell’assessore, si è detta soddisfatta di quanto compiuto e del rapporto positivo che l'associazione aveva con l’istituzione.
E' emerso che un grosso disagio attuale è provocato da odori nauseabondi che ammorbano alcune aree della scuola a causa di problemi alla rete fognaria. A questo punto, il citato assessore, ha cominciato come da copione a la dare la colpa di tutto alla precedente amministrazione, adducendo i seguenti argomenti:
1) Se la precedente amministrazione, invece di buttare i soldi per fare nuovi Centri Anziani, li avesse spesi per la manutenzione delle scuole, saremmo in ben altra situazione.
2) Un terzo dei dipendenti comunali, complice la vecchia amministrazione che ha tollerato tale situazione, esibisce certificati medici che vietano di fare lavori pesanti, per cui egli sostiene “non li posso utilizzare per fare lavori di manutenzione”.
3) Se invece di spendere i proventi degli oneri d'urbanizzazione del sottopasso (?) per rifare inutilmente la via Coti Zelati, fossero stati dirottati sulla manutenzione scolastica…
Quest’ultima affermazione però è stata sonoramente smentita dall' ex assessore Grassi perché - ha sostenuto - il Comune non ha incassato niente dalle Nord. Dopo il comizio il presidente del Comitato genitori, ha ripreso la parola per dichiarare tutto il suo disappunto perché è venuto sapere che un assessore avrebbe promesso di realizzare, all'interno del giardino della Scuola Elementare Fisogni, un parcheggio per le auto dei docenti togliendo spazi agli alunni. Salgaro e l’assessore Tagliabue si sono affrettati a smentire questa idea, chiedendo quale arguta mente l'avesse mai concepita. Alla risposta della platea: Di Maio, c'è stato un po’ di comprensibile imbarazzo.
Il secondo punto all’Ordine del Giorno, riguardava il rischio che la paventata tangenziale di Varedo, venga realizzata in parte sul territorio di Palazzolo. Qui il Salgaro ha dato il meglio, arrivando ad affermare che, solo grazie a lui, si era scoperto l'inghippo, e cioè che Daniel e Massetti, fossero sostanzialmente d’accordo sull'operazione. In sintesi la"scoperta" fatta da Salgaro è che secondo lui la tangenzialina la si può far passare in via Vecellio, in territorio di Varedo, anziché da via Pier della Francesca, in territorio di Paderno Dugnano. Ne parleranno al comune di Varedo.
L'ultimo argomento in discussione riguardava il cibo distribuito nella mensa scolastica, ma a questo punto ha preso in mano la serata l'assessore Rodolfo Tagliabue che è decisamente un amministratore più serio e preparato, per cui, non ci sono stati altri show propagandistici e la riunione si è conclusa in modo positivo.

Lares, dalla cassa integrazione all’innovazione. Un futuro possibile?

Il futuro di 250 famiglie, la perdita inestimabile di tanti posti di lavoro, sembra non interessare più nessuno. Eppure con i tempi che corrono, con le crescenti difficoltà della stato a reperire soldi da destinare agli ammortizzatori, non sarebbe meglio intervenire e cercare di sanare due aziende di rilevanza europea, come Lares e Metalli Preziosi, le quali versano nelle condizioni attuali non a causa della crisi, ma come è noto, per la cattiva gestione?
Le autorità locali dopo un iniziale interessamento sembrano determinate a far calare il sipario. Ma non è vero che Lares è ormai senza futuro. Al contrario ce l’ha, come ce l’ha la Innse di Lambrate, che tutti davano per spacciata e invece oggi ha ripreso l’attività con una nuova proprietà e un nuovo piano industriale. I suoi lavoratori, diventati famosi per essere saliti questa estate su un carro ponte richiamando l’attenzione sulla loro azienda, lo sapevano e proprio alcuni di loro sono venuti nei giorni scorsi al presidio dell’azienda chiusa di Paderno Dugnano (nella foto un momento dell'incontro) per offrire solidarietà, ma anche il frutto di quella esperienza.
“Lares un nuovo piano industriale ce l’avrebbe, noi lo abbiamo anche individuato – mi spiega Angelo Lupi, tecnico dell’azienda -. L’azienda potrebbe riprendere a lavorare nella sua nicchia che è quella delle schede di campionatura, dello sviluppo prototipi e lotti di produzione piccoli e medi, cioè 10-20mila pezzi. Tutte cose che i cinesi non fanno perché sono organizzati solo per fare i grandi volumi”. Ad esempio schede a base di Kapton, una pellicola con la quale si realizzano circuiti stampati flessibili, resistente alle alte temperature, moduli ceramici per alta frequenza con alto punto di scioglimento. Lavorazioni speciali, insomma, che l’azienda potrebbe ricominciare a fare grazie alle competenze del suo personale che in questi anni ha sempre fatto ricerca sui prodotti innovativi di aziende quali Motorola, Nokia, Philips ed altri marchi famosi del settore, di cui era fornitore apprezzato.
“Questa capacità è sempre stata un nostro punto di forza riconosciuto dal mercato. Anche una parte delle tecnologie rimaste in fabbrica sono riutilizzabili dalla Nuova Lares che potrebbe nascere se trovasse un imprenditore determinato a percorrere questa nuova strada – osserva Lupi-, Però occorrono anche investimenti, nell’ordine di 10-15 milioni di euro, per acquistare nuove macchine e la disponibilità per iniziare di un capannone di 5mila mq. Le fasi di lavorazione più importanti nella produzione delle schede microelettroniche sono la metallizzazione e l’accoppiamento, cose che noi sappiamo fare bene. Siamo in grado anche di fare assemblaggio di gruppi per fornire schede complete”.
I soldi sono importanti, ma non sono la cosa più importante. Per rinascere la Nuova Lares avrebbe soprattutto bisogno di un imprenditore (che potrebbe essere anche un soggetto pubblico-privato, finanziato in parte da Regione e Provincia), ma anche di un capo progetto con competenze di produzione e ricerca, con solide relazioni con l’Università e conoscenza del mercato mondiale. Questo è l’identikit. Se si riuscisse a dargli un nome e un volto, Paderno Dugnano potrebbe tornare ad essere uno dei nodi della rete del meta distretto della microelettronica del Nord Milano, restituendo a questa città il ruolo d’avanguardia produttiva che ha sempre avuto. Altro che i call center.

Rho-Monza, niente assemblea cittadina. Pubblicità

Ricevo da un cittadino lettore di Padernoforum questa considerazione che volentieri condivido con voi.

Ieri ho visto i cartelloni pubblicitari della Provincia, installati su tutta la rotatoria dell'UNES, in fondo a via Battisti, convogliare il loro primo messaggio. "L'artigiano in fiera" è l'annuncio. Ma chi se ne frega, dico io, dal momento che per leggere questa "strabiliante" notizia, l'automobilista si distrae, perde di vista il traffico sulla rotatoria, in questo favorito anche dalla logistica dei cartelloni installati, che tolgono tutta la visuale possibile.
E' assolutamente inopportuna questa variante pubblicitaria impostaci dalla Provincia, in quanto interferisce con la circolazione sulla rotatoria e sull'attenzione degli automobilisti, che dedicano, istintivamente ed inevitabilmente, più tempo a leggere i cartelloni che a preoccuparsi delle precedenze da rispettare. Il grado di distrazione è comparabile, secondo me, a quello causato dall'uso del cellulare a mano libera.
Ci vorrebbe un'azione ufficiale da parte degli organi competenti(!)per far rimuovere quel teatrino dalla rotatoria. Altrimenti non si spiega la "solerzia" attuata nel recente passato per rimuovere gli striscioni dei cittadini. Non è vero che, "ufficialmente", distraevano gli automobilisti alla guida?
I cartelloni sulla rotatoria vanno bene e gli striscioni no... Ah, però!
La Provincia & co. non perdono l'occasione per imporci sempre le cose peggiori...
Striscioni rimossi, assemblea cittadina sulla Rho-Monza ancora non indetta da chi di dovere, audizione alla commissione trasporti della Provincia ancora non convocata (seppur richiesta da quasi due mesi), nessuno spazio alla questione Rho-Monza sulla Calderina, la TV commerciale che presta interesse solo al "truffatore in ciabatte di Palazzolo"...
Per essere tutti d'accordo con l'interramento, non è che si stia favorendo tantissimo la diffusione delle informazioni capillarmente fra la gente. Anzi si tende a fare confusione: leggendo un giornale gratuito, uno coglie l'impressione che sia già tutto fatto per l'interramento, quando, su una scala da uno a dieci, siamo solo al valore uno. Ne mancano nove prima di arrivare al traguardo...

Agenzia Pompe Funebri

Il Notiziario ci informa di una grande innovazione nel rapporto con i "suoi" concittadini che il sindaco Alparone vuole introdurre: spedire telegrammi alle famiglie padernesi colpite da un lutto.
I Verdi locali hanno subito stigmatizzato l'iniziativa definendola "di pessimo gusto". Sul loro sito hanno pubblicato un commento in cui si fanno i conti in tasca a questa bella pensata. "Nel 2008 a Paderno Dugnano vi sono stati 367 morti (Fonte: http://demo.istat.it).Mettiamo che nel 2009 si mantenga lo stesso dato. Considerato che il costo medio di un telegramma di cordoglio è circa di Euro 3,60 , se si volesse inviare 1 telegramma a ciascuna famiglia padernese colpita dal lutto, l'importo speso in un anno sarebbe pari ad Euro 1.321,20", per concludere che: "C'è solo d'augurarsi che i soldi spesi non siano quelli pubblici, ma provengano da tasche personali. Diversamente sarebbe davvero una vergogna".
Anch'io trovo questa iniziativa del sindaco insopportabilmente demagogica e vergognosa. E se i soldi per i telegrammi fossero i suoi il mio giudizio non cambierebbe. Anche ai morti si attacca pur di lucrare qualche consenso...

sabato 28 novembre 2009

Rissa continua: la destra di governo non sa fare altro

“Agli italiani, anche a quelli di destra, di fare i “rondisti” non gliene importa nulla. Anziché passare le serate a perlustrare il centro di Paderno Dugnano o le vie di Valdagno preferiscono guardare le televisioni o farsi la solita pizza”. Ernesto Galli Della Loggia sul Corriere di ieri, cita la nostra città come esempio di fallimento della politica (leghista e berlusconiana) basata su campagne mediatiche, che magari diventano leggi dello Stato, ma restano poi inutili pezzi di carta perché al Paese reale non glie ne può fregar di meno.
La verità che si ricava dal fallimento sostanziale della legge sulle “ronde”, di cui anche a Paderno Dugnano si è parlato per mesi come di una necessità, è questa: il numero delle richieste di “ronde” pervenute al ministero degli Interni pare che in tutto siano tre perché non interessano nemmeno ai leghisti che le hanno volute e imposte.
Il gioco è ormai scoperto. Chi dovrebbe governare usa la propaganda e i media per mettere in scena una “guerra civile” virtuale allo scopo di coprire la sua incapacità di proposta e di progetto. Anche a Paderno Dugnano, da quando la destra ha vinto le elezioni, il sindaco aizza la rissa in Consiglio Comunale al posto di governare e la Lega sua alleata tappezza la città con manifesti per lanciare campagne su problemi che non esistono (es. i crocefissi e le moschee).
“L’Italia non sa che farsene delle cose che invece quotidianamente gli propone un mondo politico, il quale si sta sempre più abituando a cercare nella rissa e nell’insulto il compenso alla sua mancanza di idee e di programmi”. Questa la conclusione di Galli Della Loggia.

Chissà se a Paderno Dugnano il Corriere della Sera lo leggono?

La Casa dell'Acqua: chi l'ha vista?

Questa mattina è stata inaugurata ufficialmente da sindaco, assessori, consiglieri comunali e di quartiere, la nuova sede di AGES in Via Oslavia. Il progetto della nuova sede, frutto dell'impegno dell'ex presidente della società, Otorino Pagano(bellamente invitato a farsi da parte dalla Giunta Alparone), conteneva diversi aspetti importanti che riguardavano una ristrutturazione globale dell’area dismessa, destinandola anche all’insediamento di nuove unità produttive. Prevedeva, tra le altre cose, la realizzazione di una "Casa dell'acqua", un nuovo servizio comunale di distribuzione ai cittadini di acqua di rete di alta qualità, cioè depurata, refrigerata, gassata o liscia, che non si sa che fine abbia fatto (vedi a sin. nell'immagine). Non si capisce come mai sia scomparsa, eppure i costi erano a carico del CAP, di Ages e di uno sponsor privato. Su questa scomparsa il capogruppo di Rifondazione Comunista – Partito dei Comunisti Italiani, Mauro Anelli, ha presentato la seguente interrogazione:

Con Delibera di Giunta N° 47 del 19/02/2009 è stato approvato il progetto esecutivo relativo al posizionamento di una casa dell’acqua in prossimità della sede di AGES in via Oslavia.
Tale progetto era frutto di un accordo con Ages, CAP e A.C. per la realizzazione di un servizio di distribuzione di acqua pubblica con lo scopo di incentivarne l’uso e ridurre i rifiuti delle bottiglie di plastica. L’intervento sarebbe stato a costo zero per il comune, poiché la realizzazione del manufatto e dell’impianto di erogazione dell’acqua sarebbe stato a carico di AGES, CAP e uno sponsor privato, offrendo in questo modo un servizio ai cittadini.
Ad oggi tutto sembra fermo, chiediamo quali sono i motivi che impediscono l’attuazione di quanto previsto dai precedenti accordi tra Amministrazione Comunale, AGES e CAP in modo da dare ai cittadini Padernesi un utile servizio.
Nell’attesa di una risposta si coglie l’occasione per porgere distinti saluti.
Chiedo per la presente risposta scritta e l’iscrizione all’OdG del prossimo Consiglio Comunale.
Il Capogruppo PRC/PdCI
Mauro Anelli

venerdì 27 novembre 2009

Natale Equosolidale a Palazzolo

Anche quest’anno l'Associazione Effetto Terra organizza la tradizionale cena “Equosolidale” per i sostenitori, i simpatizzanti, i volontari ed i soci della nostra Bottega.
L'appuntamento è per sabato 28 novembre 19,45 all’Oratorio di Palazzolo per gustare il delizioso menù, il cui piatto forte, come sempre, sarà la cassouela completeranno la cena i formaggi, frutta e le torte delle volontarie. E' possibile scegliere un menù vegetariano e sarà sempre disponibile
il menù per i bambini. Il prezzo è: 15,00 euro (adulti) e 10,00 euro (bambini).
La serata è aperta a tutti. Quest’anno presenzierà alla cena anche un rappresentante dell’Associazione togolesi-italiani ( A.T.I.). Sarà illustrato il “Progetto Scuola per i bambini di Bandè – Togo” che, con il nostro sostegno, è stato presentato al Bando di Concorso Comunale e che ha ricevuto il contributo nell’ambito dei progetti di Cooperazione internazionale . In particolare si descriverà la situazione di questa piccola località che dista più di 17 km dalla città più vicina e quindi dalle scuole primarie che là vi si trovano.

Domani si inaugura la nuova sede Ages. Acqua in bocca

Chi ne cercasse notizia sul sito comunale rimarrebbe deluso. L'ufficio Stampa, ma nemmeno l'URP, hanno ricevuto l'incarico di divulgare informazioni su un evento che la giunta Alparone ha deciso di far passare sotto silenzio.
Domani mattina alle ore 11 verrà inaugurata la nuova sede di Ages, la società multiservizi controllata dal Comune, che si insedia ufficialmente nella palazzina di via Oslavia. L'edificio a due piani, dotato di tre capannoni, costruito negli anni 60, era stato adibito fin o al 2003 come sede della società che gestiva la piattaforma ecologica e il deposito dei mezzi della nettezza urbana. Poi la costruzione era stata abbandonata e si era pesantemente degradata.
L'amministrazione di centro sinistra aveva provveduto a una ristrutturazione globale dell’area dismessa e l'aveva destinata ad ospitare la sede di Ages, migliorandone l'efficienza ambientale adottando tecnologie fotovoltaiche di produzione elettrica ed altri sistemi di risparmio energetico.
E' la seconda volta in un mese che il neosindaco Alparone inaugura un'opera pubblica progettata, finanziata e realizzata dalla giunta Massetti (PD-Verdi-PRC/PDCI e PSI). Il 24 ottobre era stata la volta del nuovo Spazio Famiglia per bambini da 0 a 6 anni in via Fermi-Leopardi. Domani toccherà alla nuova sede Ages alla quale però mancano due progetti: la Casa dell’Acqua e quella del Latte che dovevano essere contestuali: che fine hanno fatto? E anche allo Spazio Famiglia, che fine hanno fatto le aree verdi, i parcheggi e i 12 alloggi comuali previsti dal progetto?

Acqua bene pubblico inalienabile

L'opposizione in Consiglio Comunale chiede con un Ordine del Giorno, che verrà discusso lunedì sera, al sindaco Alparone, di schierarsi a difesa della proprietà pubblica dell'acqua, contro la decisione del governo che ha recentenente approvato una norma per privatizzare questo bene. L'acqua è una sostanza indispensabile per la vita che non può venire messa nelle mani di società multinazionali che la trasformeranno , come già fanno con l'acqua minerale, in un prodotto "industriale" soggetto alle leggi del mercato.
I consiglieri Grassi, Anelli e Cerioni, a nome delle rispettive forze politiche, chiedono al sindaco di difendere la scelta politica storica della città su questo tema (Paderno è stato uno dei fondatori del CAP nel 1928) e di modificare lo Statuto per dichiarare l'acqua un "diritto pubblico inalienabile". I tre chiedono anche di rendere pubbliche le azioni che il sindaco attuerà per contrastare questa legge che è un pericoloso attacco ai diritti dei cittadini. Segue il testo dell'OdG.

Ordine del giorno “per l’acqua diritto pubblico inalienabile”
Premesso che: l’Ambito Territoriale Omogeneo (ATO) della Provincia di Milano nel dicembre 2008, ha affidato l’erogazione del Servizio Idrico Integrato (SII) ad un’unica società interamente pubblica (AMIACQUE), così ottemperando alla Legge Regionale (LR 26/2003); che tale società, deriva dalla fusione in un unico soggetto industriale (AMIACQUE), di società pubbliche da sempre presenti sul territorio della provincia, un esempio per tutti CAP Gestione, della quale, l’Amministrazione Comunale di Paderno Dugnano fu tra i fondatori nel 1928; che AMIACQUE, società erogatrice del servizio è attualmente partecipata interamente da società patrimoniali pubbliche.
Evidenziato che: tale processo lungo e difficoltoso, iniziato da parte dell’ATO della Provincia di Milano nel 2003, ha portato ad una razionalizzazione della gestione con conseguente sinergia di capacità tecniche, organizzative ed amministrative; che tale processo si innesta su una realtà industriale e gestionale pubblica con altissimi livelli di: efficienza ed efficacia tecnica, qualitativi del bene, efficienza ed efficacia gestionale; che l’aspirazione dei comuni della Provincia di Milano fino al giugno 2009 era di arrivare alla creazione di un’unica Società Pubblica che gestisse il SII.
Convinti che tale gestione pubblica dell’acqua ha portato indubbi vantaggi ai cittadini, sia dal punto di vista della qualità dell’acqua che del risparmio per le famiglie.
Considerato che: Paderno Dugnano è da sempre attore di questa partita come propugnatore storico dell’acqua come diritto pubblico inalienabile, difendendo così i principi di sussidiarietà del servizio e di gestione locale del patrimonio pubblico; che ha ottenuto, da sempre, ma anche recentemente, durante la precedente Giunta, dall’ATO importanti progetti e finanziamenti, per migliorare la propria rete fognaria, ottenendo evidenti vantaggi di qualità del vivere per i cittadini e di qualità ambientale (Seveso); che per questi motivi non si evidenziano motivi per modificare la forma di gestione pubblica dell’acqua in Provincia di Milano.
Preso atto che: in questi giorni la Camera, attraverso il voto di fiducia, ha trasformato in legge un decreto del governo Berlusconi che affida, attraverso gara, il 40% della gestione dell’ acqua a società private, favorendo l’ingresso delle grandi multinazionali a scapito del bene dei cittadini; che le esperienze precedenti ed attuali di privatizzazione dell’acqua, in Italia ed all’estero, hanno comportato: un aumento delle tariffe, la caduta della spesa degli investimenti e delle manutenzioni, non migliorando come spesso annunciato l’efficienza e l’efficacia del sistema; che l’attuale situazione italiana presenta diverse efficienze dei sistemi pubblici di gestione dell’acqua.
Sollecitati dalle preoccupazioni dei cittadini e delle associazioni che vedono, in poche ore, un diritto pubblico inalienabile, trasformato in un servizio commercializzabile per motivi spesso legati solo a logiche liberiste.
Il Consiglio Comunale:
- dà mandato al Sindaco di trovare tutte le forme di pressione possibile nei confronti del Governo nazionale perché riveda questa scelta, proponendo al contrario la realizzazione di politiche tariffarie e gestionali che sanino le gestioni pubbliche insufficienti ed inefficienti,
- dà mandato al Sindaco ed alla Giunta di difendere, nell’organismo dell’ATO provinciale, l’acqua come diritto pubblico inalienabile,
- chiede al Sindaco la modifica dello Statuto Comunale in maniera da dichiarare l’acqua diritto pubblico inalienabile ed il SII privo di rilevanza economica,
- chiede al Sindaco di rendere pubbliche le azioni che metterà in atto per contrastare questo attacco alla cittadinanza di tutti.

Consiglio comunale: in discussione il Bilancio e l'acqua pubblica

Il Consiglio Comunale è convocato presso la sala consiliare in seduta pubblica - in sessione straordinaria di prima convocazione per lunedì 30 novembre 2009 alle ore 20.30.
L'Ordine del giorno della seduta pone in discussione questi punti importanti: 5) Variazioni di assestamento al Bilancio di Previsione anno 2009, alla Relazione Previsionale e Programmatica, al Bilancio Pluriennale 2009/2011, al Programma Triennale Lavori Pubblici e applicazione restante quota avanzo amministrazione esercizio 2008; 6) Illustrazione schemi del Bilancio di Previsione 2010, della Relazione Previsionale e Programmatica e del Bilancio Pluriennale2010/2012.
Ma c'è anche un altro punto sul quale sarà interessante verificare le posizioni dei singoli partiti. L'opposizione unita (firmatari Grassi-PD, Anelli-RCI, Cerioni-IdV) presenta infatti un Ordine del giorno "per l'acqua diritto pubblico inalienabile" (che pubblicherò in un altro post). Un tema di grande attualità perché il governo Berlusconi ricorrendo a un voto di fiducia ha di fatto privatizzato l'acqua aprendo la gestione di questa risorsa essenziale per la vita alle multinazionali del food che sono già proprietarie di tutte le fonti di acqua minerale. Che ne dice la Lega (padroni a casa nostra?) di questa svendita?
Ascolteremo con interesse. Lunedì sera, il consigliere leghista, Carlo Caldan, che di solito si occupa di temi "alti" (diversamente abili, crocefissi, ecc) questa volta ha presentato un'interrogazione su: "Viabilità - sicurezza stradale"(Via Copernico/cimitero Dugnano-Via Toti-Via Grandi).

giovedì 26 novembre 2009

Lavoro in affitto, più precarietà garantita

Il Senato sta discutendo in questi giorni, il disegno di legge 1167 per approvare il ritorno dello Staff Leasing, ovvero il lavoro in affitto che era stato abolito durante lo scorso governo Prodi.
Lo Staff Leasing è quel rapporto che si instaura tra lavoratore ed azienda, ma senza mai esserne dipendente di durata illimitata a cui fa da tramite un'agenzia. Infatti con quest'ultima il lavoratore stipula il contratto e poi viene letteralmente "Affittato" (chiaramente da tutto cio' sono esclusi bonus, carriera, ecc...). Così il nostro governo anzichè preoccuparsi di incentivare
i famosi ammortizzatori sociali, va a riesumare il lavoro in affitto e ad aumentare ulteriormente la precarietà.
Sabato 28 novembre sarà la giornata a sostegno dell'occupazione nel Mezzogiorno indetta dalla CGIL. La mobilitazione coinvolgerà sette regioni con concentrazioni a Chieti, Campobasso, Napoli, Bari, Potenza, Cosenza e Messina dove interverrà il segretario Epifani. Lo slogan sarà: Lavoro, sviluppo, legalità al Mezzogiorno per dare futuro all'Italia

Crapuzzo: dove verranno costruite le opere pubbliche? Mistero

Al Presidente del Consiglio Comunale di Paderno Dugnano al Vicepresidente, ai Gruppi Consiliari e ai giornali locali è stata inviata ieri dall'ex assessore verde, Michele Crapuzzo, la seguente lettera che denuncia la totale mancanza della documentazione relativa alle Opere pubbliche elencate nel Piano Triennale dell'amministrazione che così prive di indicazioni come sono (nemmeno i luoghi vengono segnalati) non possono assolutamente venire valutate dai cittadini. Questo è lo stile della "giunta del fare"?

Oggetto: Piano triennale delle opere pubbliche di Paderno Dugnano
In data 09/11/2009 mi sono recato presso l'URP del nostro Comune per consultare la delibera di Giunta n. 188 del 08/10/2009 pubblicata all'albo pretorio del comune, ho constatato che gli unici allegati alla delibera sono le schede con l'elenco delle opere pubbliche programmate per il prossimo triennio. La suddetta consultazione non mi ha consentito di capire, oltre l'indicazione dell'opera e dell'importo stanziato, quali sono state le valutazioni e gli studi di fattibilità che giustificano il loro inserimento nel piano delle opere pubbliche. Mi riferisco in modo particolare alla nuova costruzione del mercato coperto, alla nuova costruzione della pista per ciclisti, al ponte carrabile di via Cappellini.
Se ho ben compreso la lettera e lo spirito della legge (18 agosto 2000, n.267), l'inserimento delle opere deve essere preceduto dall'approvazione dei progetti di fattibilità che dimostrano la loro sostenibilità tecnica ed economica per il bilancio comunale nonché la coerenza con la pianificazione urbanistica. Quindi non essendo possibile rilevare tutto ciò dalla documentazione messa a disposizione, ho fatto una richiesta di accesso agli atti per poter conoscere i progetti di fattibilità, ove necessari, in data 10/11/2009. Ad oggi non mi è stato ancora possibile visionare la documentazione richiesta. Per una mia curiosità ho chiesto a qualche consigliere comunale se avesse visionato qualche progetto, soprattutto per quelle opere per le quali non è indicato nemmeno il luogo della loro realizzazione, e ho verificato che nemmeno i consiglieri sanno nulla oltre al titolo dell'opera e all'importo corrispondente.
Se la legge prescrive il periodo di sessanta giorni di pubblicazione forse intende dare tempo e possibilità ai cittadini di partecipare al procedimento, se la documentazione non viene messa a disposizione fin dall'inizio la partecipazione è compromessa. Come sarà possibile giudicare o partecipare attivamente alle scelte dell'amministrazione se non vengono fornite le necessarie informazioni, in questo caso anche dovute per legge? Come sarà possibile per il Consiglio Comunale discutere e approvare documenti di programmazione se i suoi componenti non conoscono gli atti (ma questo e affare dei consiglieri e del loro rapporto con gli elettori)?
Ricordo che lei, come capogruppo di opposizione, molte volte ha richiesto di avere gli atti con anticipo e prima del deposito ufficiale in segreteria in modo da partecipare alla loro formazione. Ho voluto farle questa segnalazione perché oggi nella sua veste di presidente del consiglio ha l'occasione e il potere, di far rispettare i diritti di tutti i cittadini e dei consiglieri comunali.

Cordiali saluti
Michele Crapuzzo

Metalli Preziosi-Lares: aumenta la crisi, aumenta la lotta

I dilettanti della politica hanno affrontato in passato e ancora pensano di affrontare oggi i drammatici problemi del lavoro a Paderno Dugnano con le belle parole e i gesti della facile solidarietà, le pacche sulle spalle, i bei discorsi, lo sfruttamento mediatico di un'immagine di impegno conquistata a basso prezzo; in una parola con la demagogia. Ma è una scelta di corto respiro che ormai mostra la corda e chi l'ha portata avanti finora, stando a quello che scrivono gli operai della Metalli Preziosi sul loro blog, rischia di sbatterci clamorosamente il muso.
Il clima sta cambiando e si rivela più duro e pesante del previsto. Leggere per credere su:
http://lavoratoripreziosi.blogspot.com/2009/11/aumenta-la-lotta.html

L'attesa e la calma NON pagano. Se non si lotta, se non ci si incazza, se non si sbattono in faccia le promesse a chi le ha fatte, nulla si muove. Nella terra della dimenticanza e dell'indifferenza, solo chi si fa notare ha una possibilità di ottenere qualcosa. Lo proviamo sulla nostra pelle, giorno dopo giorno; l'ultimo promemoria è arrivato dall'incontro in Comune a Paderno Dugnano.
Siccome abbiamo imparato a muoverci, prima di recarci in Municipio, abbiamo mandato un lavoratore in una delle due banche che avevano sventolato un proseguo nell'anticipo della CIGO ma ancora una volta la risposta è stata sempre la stessa, manca il solito incartamento, il solito via libera del direttore, il famoso accordo...(potremmo continuare con mille esempi, oramai siamo esperti di scuse e di balle).
Ci siamo allora mossi, ci siamo presentati in Municipio e tra telefonate, carte, faldoni, protocolli, parole, parole, parole e ancora parole, ancora una volta non si è giunti a nessun fatto. Ribadiamo il nostro sveglia alle istituzioni. Rimandare, promettere e non agire, sono buoni solo a fomentare la rabbia di chi non vede soluzioni concrete ai suoi problemi.
Ma fate attenzione, la storia insegna che i problemi sociali non risolti, immancabilmente si trasformano in problemi di ordine pubblico. Invitiamo tutti i lavoratori che stanno lavorando per il lavoro, il salario, la loro dignità a non accontentarsi di promesse, di credere solo ai fatti e quando essi tardano ad arrivare, fatevi sentire!

I Consigli di Quartiere occupati dalla giunta

Fin da quando è stato annunciato con un comunicato stampa un mese fa ho denunciato il sedicente “coordinamento” dei Consigli di Quartiere voluto da Alparone, come un tentativo di svuotare concretamente la partecipazione democratica alla vita politica e amministrativa della città, attuata tramite un sostanziale commissariamento del decentramento. In pratica si tratta, a mio avviso, di un "golpe" antidemocratico che esautora una istituzione dotata di poteri attribuiti con un voto dagli elettori.
Un atto grave e irresponsabile tipico della politica autoritaria e sfascista inaugurata da questa giunta. Come si è sostanziata questa politica? Con la presenza costante di almeno due assessori o dello stesso sindaco alle assemblee di quartiere. La Giunta Alparone, frutto dell'accordo ciellino-leghista che è alla base della sua vittoria elettorale, sembra decisa a occupare più spazi di potere possibile marcando stretto presidenti e consiglieri eletti nei sette parlamentini. “Che significato ha questo controllo? I nuovi dirigenti dei quartieri non sono forse giudicati capaci di fare da soli?” mi sono chiesto in un recente post.
Le risposte del blog alla mia domanda sono le seguenti: quella dei simpatizzanti della maggioranza di governo sostiene che “gli assessori portano il loro contributo, chiariscono situazioni che altrimenti non sarebbero esplicate al meglio perché loro sanno meglio di chiunque altro lo stato dei vari lavori”; quella dei critici invece considera la presenza costante degli assessori nei Consigli di Quartiere come una scelta che “emargina il ruolo del Presidente e dei consiglieri” sostituendosi a loro e disconoscendone nei fatti ruoli e funzioni.
Io sono assolutamente convinto che questa seconda lettura del fenomeno sia quella corretta. Mi è bastato assistere all'assemblea del mio quartiere per rendermene conto. La presenza degli assessori al tavolo della presidenza trasforma la seduta del parlamentino in un lungo e non richiesto comizio sulla bontà delle scelte della giunta Alparone seguito da una sessione di domande e risposte tra il pubblico e gli amministratori. Non è questo il ruolo dei Consigli di Quartiere che non sono sportelli informativi o di propaganda della giunta sul territorio, ma organismi elettivi dove i rappresentanti dei cittadini analizzano e discutono i problemi del quartiere e prendono delle decisioni sulle richieste da fare all'amministrazione centrale, su mandato dei loro elettori. Sono insomma degli organismi politici e amministrativi i cui ruoli, competenze e funzioni sono definiti dal Regolamento Comunale sulla Partecipazione, che chiunque può andare a leggere sul sito dell’amministrazione, dove sta scritto che:
Il Consiglio di quartiere rappresenta i cittadini del quartiere e ne esprime le esigenze mediante l'esercizio del potere di proposta:
- rivolge agli organi comunali proposte su argomenti di interesse del quartiere, di propria iniziativa o su istanza di un adeguato numero di cittadini singoli o associati residenti nel quartiere. Tale attribuzione può essere esercitata da più Consigli di quartiere quando la materia oggetto di proposta interessi più quartieri;
- individua e propone al Consiglio comunale criteri e modalità atti a valorizzare le forme associative di partecipazione.
2. I Consigli di quartiere esprimono pareri obbligatori consultivi in merito agli atti del Comune che abbiano rilevanza per il quartiere, quali programmi di opere pubbliche, bilancio annuale e pluriennale, piani territoriali, urbanistici e attuativi del Piano Regolatore Generale, viabilità, così come indicato dall'art. 47, comma 1, comma 2 lett. c), dello Statuto
3. I Consigli di quartiere si esprimono:
- collegialmente, con decisioni approvate a maggioranza semplice del Consiglio;
- partecipando con rappresentanti del Consiglio alle riunioni delle Commissioni consiliari ove sia in discussione un atto compreso tra quelli elencati al primo comma, che abbia rilevanza per il quartiere.

Questi organismi rappresentativi della volontà popolare sono dunque istituzioni dotate di una loro autonomia politica che esercitano con il “potere di proposta” agli organi comunali e al Consiglio Comunale, esprimendo “pareri obbligatori consultivi” sugli atti del Comune che interessano il quartiere. Un potere che viene devitalizzato e rimosso dalla politica di “occupazione” delle assemblee attuata da Alparone. Io credo che questa politica vada contrastata al massimo con la denuncia pubblica e l’opposizione più decisa dentro le assemblee e nei quartieri: la partecipazione democratica è una conquista storica della sinistra che deve essere difesa e rafforzata da tutte le forze politiche che storicamente l’hanno promossa e praticata.

Lo striscione non è un serpente, è la voce della gente..

Molti degli striscioni apparsi in città il mese scorso sono scomparsi. Alcuni sono stati tolti da ignoti, altri da agenti in divisa. Su ordine di chi non si è mai saputo; sicuramente non l'hanno fatto di loro iniziativa. Ma nonostante boicottaggi, aggressioni a base di vernice verde, sequestri più o meno ordinati dall'amministrazione che improvvisamente si è interrata al completo, lo striscione popolare continua a strisciare e appare dove meno te l'aspetti più grande e più incisivo di prima. Questo è apparso oggi, appeso alla terrazza dell'ambulatorio pediatrico di Paderno Dugnano, proprio dove passerà la nuova autostrada.
E' uno striscione molto bello e chiaro (grazie dottori) che fa una domanda semplice, semplice. Ognuno può dare la sua risposta.

Le associazioni di volontariato e il sindaco

Ricevo e pubblico volentieri la relazione "ufficiale" dell'incontro di lunedi 23 novembre tra i rappresentanti delle Associazioni di volontariato e il Sindaco di Paderno Dugnano sul tema della cooperazione internazionale. Il documento è indirizzato alle Associazioni e Enti di Cooperazione Internazionale.

Cari amici,
oggi 23 novembre a seguito delle nostre richieste siamo stati ricevuti dal sindaco.
Erano presenti: il sindaco Marco Alparone, l’assessore alla Cultura Tagliabue, il dirigente del settore socio-culturale Biagio Bruccoleri e in nostra rappresentanza Erika, Francesco, Grazia.
L’incontro aveva l’obbiettivo di riattivare il confronto-dialogo, che si era interrotto a giugno con il cambio dell’Amministrazione Comunale, sui temi della cooperazione internazionale; sul bando che assegnava un co-finanziamento ai progetti di cooperazione e sulle disponibilità della nuova A.C. a lavorare in rete con i soggetti del territorio che si occupano di solidarietà internazionale.
Siamo andati all’incontro un poco preoccupati sul futuro dei Bandi poiché Giovedì scorso nella seduta del Consiglio Comunale erano state apportate delle modifiche al Regolamento Comunale sulla Cooperazione, in particolare all’art. 12 ( finanziamento) che in origine prevedeva di destinare annualmente una quota definita pari allo 0,06 di parte del bilancio preventivo alla cooperazione.
Risposte dell’Amministrazione Comunale:
Sulla base dell’esperienza maturata in questi anni sui Bandi di Cooperazione abbiamo dovuto apportate al testo originale del Regolamento delle integrazioni e degli adeguamenti anche per renderlo più conforme agli obbiettivi dei Bandi.
Il Bando di quest’anno è saltato poiché nella stesura del Bilancio Preventivo redatto lo scorso anno non era stata prevista la sua copertura finanziaria; la nuova A.C. non è riuscita a trovare le risorse necessarie per finanziarlo in quanto quelle poche recuperate in questi ultimi mesi da altri capitoli di spesa sono stati destinate al sostegno dei lavoratori delle aziende in crisi.
Il nuovo Bando (2010) è già pronto e firmato dal Sindaco, sarà impegno dell’A.C. trovare le risorse per finanziarlo e solo allora verrà messo a bilancio.
Noi abbiamo sostenuto l’importanza del lavoro in rete e della collaborazione con l’A.C. e con gli uffici preposti, auspicando il nostro coinvolgimento per il futuro.
L’A.C. vuole mettere in campo nuovi strumenti (osservatorio..? ) in alternativa alle passate Consulte per confrontarsi e dialogare con le associazioni e gli enti no-profit del territorio. Verremo invitati a gennaio a un incontro che avrà l’obbiettivo di definire nuovi percorsi e strumenti di confronto e collaborazione.
C’è la disponibilità da parte dell’A.C. di mettere in campo iniziative comuni sulla cooperazione in continuità con il lavoro fatto nel passato sul territorio, mettendo a disposizione le professionalità e le risorse degli uffici comunali competenti.
Pensiamo che questo confronto con il Sindaco sia stato utile e positivo, vogliamo sperare che i chiarimenti ricevuti e le disponibilità promesse siano la base di partenza per un dialogo e una collaborazione futura.
Restando in attesa, che le disponibilità dell’A.C. si concretizzino con l’inizio del nuovo anno, Vi terremo nel frattempo costantemente aggiornati.
Auguri di BUON NATALE e BUON ANNO a tutti gli amici cooperanti.
Francesco, Grazia, Erika

mercoledì 25 novembre 2009

Palazzolo discute della "tangenzialina" di Varedo

Il Consiglio di Quartiere di Palazzolo Milanese si riunirà domani, giovedì 26 novembre 2009,alle ore 21.00 presso la sede di via Mazzini, 74
L'Ordine del giorno della seduta è:
- scuole e mense scolastiche: manutenzione e ristrutturazione;
- valutazione della proposta di "tangenziale" prevista dal Comune di Varedo.
All'incontro parteciperanno come al solito due assessori, esponenti della Giunta Alparone che evidentemente sembra decisa a dirigere anche i Consigli di Quartiere marcando stretto i presidenti dei sette parlamentini. Che significato ha questo controllo? I nuovi presidenti non sono forse giudicati capaci di fare da soli?

A Palazzolo domani sera saranno presenti l'inevitabile Salgaro e l'assessore Rodolfo Tagliabue.

martedì 24 novembre 2009

Don Carlo

"Ieri sera verso le 21 a Paderno si sentiva suonare un'agonia e mi sono chiesta: chi è morto?". così ha raccontato stamattina a mia moglie in farmacia una cliente informandola che don Carlo Buzzi non c'era più. La sua grande anima ci ha lasciato. Aveva 89 anni, era del 1920, e di lui ho un ricordo forte, uno dei ricordi più importanti della mia vita. E' lui che mi ha sposato a Isabella, non prima di avermi insegnato l'importanza del perdono e ricordato la necessità dell'amore.
L'ultima volta che l'ho visto è stato in occasione della benedizione della mia casa tanto tempo fa. Serberò per sempre il ricordo del suo sorriso e dei suoi occhi che ti leggevano dentro e capivano.
Il suo funerale sarà celebrato giovedì 26 novembre alle ore 15 nella "sua" parrocchia, la Chiesa di S.Maria Nascente.

Volontariato: o mangi la minestra o salti la finestra

L’incontro avvenuto lunedì mattina nell’ufficio del sindaco tra i rappresentanti delle associazioni di volontariato, il sindaco Alparone e l'assessore alla cultura Tagliabue, ha lasciato complessivamente delusi e perplessi i volontari che hanno preso atto della decisione di cancellare il finanziamento al bando per le iniziative di solidarietà internazionale del prossimo anno.
Durante l’incontro il sindaco ha ribadito che il problema principale è la mancanza di fondi causata da gravi problemi di bilancio lasciati, a suo dire, dai suoi predecessori (cosa non vera dal momento che in sede di discussione sull’assestamento di Bilancio in Consiglio Comunale si era ben guardato dall’affermare una cosa del genere ndr), inoltre la crisi delle due aziende Lares e Metalli Preziosi, e la grave situazione economica di alcune famiglie padernesi, non concedono spazio ad altri finanziamenti.
Il Sindaco e l'assessore hanno comunque assicurato che nei prossimi anni l'amministrazione lavorerà a fianco delle associazioni tentando di coinvolgere soprattutto i giovani. Pare che dalle ceneri della Consulta debba nascere un "Osservatorio del Volontariato" di più ampio respiro e, come hanno tenuto a sottolineare i due amministratori, “meno politicizzato” (?).
Sulle modifiche del regolamento, ha detto Alparone, si è voluto serrare i tempi per evitare intoppi burocratici nella prossima seduta di Consiglio dove si discuterà del Bilancio 2010, quindi la proposta del capogruppo del PD, Coloretti, di rivedere il regolamento insieme alle associazioni che avevano partecipato alla sua stesura, non è stata considerata “solo per questioni di tempo”. L'incontro, stando alla testimonianza dei volontari presenti, si è svolto in un clima di rassegnazione per l'impossibilità di poter accedere al finanziamento. La questione è delicata se si pensa che alcuni progetti erano stati finanziati nella fase di start-up e speravano di poter concorrere ad ulteriori sovvenzioni per le fasi successive. Le rassicurazioni per ora verbali del Sindaco fanno sì che si debba attendere il prossimo anno per sapere se e come si ripartirà con queste iniziative.
Secondo i volontari in questo incontro Alparone ha voluto abbassare il livello della polemica dopo il Consiglio Comunale di venerdì scorso, ma la modifica portata al regolamento senza interpellare le associazioni (dopo che quest'ultime in passato avevano richiesto svariati appuntamenti per organizzare l'annuale serata sulla presentazione dei bandi) rimane un fatto grave e irrispettoso nei confronti di chi ha steso e creduto in quel documento oggi sostanzialmente modificato.
Si citano soprattutto le modifiche dell'art. 5.1, all'art 1.1 e soprattutto all'art. 12.1, cioè la dismissione della quota fissa annua dello 0,06% della somma dei primi tre titoli delle entrate sostituendolo con "ha la facoltà di destinare una quota definita annualmente con apposito stanziamento nel Bilancio di Previsione correnti". Queste sono modifiche importanti e sostanziali e sarà difficile che l'attuale amministrazione abbia intenzione di rivedere la decisione il prossimo anno, insomma ai volontari si dice: prendere o lasciare. Inoltre viene il sospetto che queste modifiche al regolamento servano per destinare i fondi, non solo a progetti da realizzare nel Sud del mondo, ragione per cui era nata "la carta", ma per aprire ad altre iniziative anche di tipo “linguistico”.
Quello che soprattutto non piaciuto alle associazioni è lo stile da "padrone di casa" inaugurato da Alparone. Le associazioni si devono fidare della propria amministrazione per promuovere e portare avanti progetti concreti, invece in questo caso si trovano costrette a subire decisioni e ad elemosinare "con il cappello in mano" fondi per aiutare chi ha veramente bisogno.

Cassa integrazione a Paderno Dugnano: che vita è questa?

In ottobre sono state autorizzate in Italia 94,7 milioni di ore di cig contro quasi 105 milioni di ore autorizzate nel mese di settembre (-9,72%). L'andamento è altalenante, ma la riduzione di ottobre non vuol dire affatto che "il peggio è passato" come dice qualcuno sperando di esorcizzare questa tragedia. Ma cosa significa concretamente vivere in cassa integrazione? Chi non l'ha provato sulla sua pelle non lo sa. Se volete cominciare a capire andate a leggere il blog dei "Lavoratori Preziosi" così ve ne rendete conto. Buona lettura.

Oggi cominciamo a parlare di cassa integrazione. Parole che oramai sono la triste litania che si sente ripetere giorno dopo giorno dagli organi di informazione.Ci teniamo a raccontare il nostro vissuto perchè pensiamo che possa fare chiarezza su come "funziona" questo ammortizzatore sociale e che la nostra esperienza possa aiutare tante altre realtà che continuano a trovarsi nella nostra situazione. Ecco una prima parte del nostro racconto: http://lavoratoripreziosi.blogspot.com/2009/11/cassa-integrazione-parte-1.html

lunedì 23 novembre 2009

PGT, un bel questionario per legare l'asino dove vuole il medesimo

La nuova giunta deve redigere e presentare nei prossimi mesi alla città il “suo” Piano di Governo del Territorio”, cioè lo strumento di pianificazione urbanistica, dei servizi, dell’ambiente e del patrimonio storico artistico di Paderno Dugnano.
Alparone lo ha annunciato a destra e a manca e ha ripetuto, rivolgendosi con scherno al centro sinistra (che non era riuscito a farlo) che lui invece lo avrebbe fatto perché, ha affermato, “noi un’idea di città l’abbiamo”.
Grande è stata la mia sorpresa quando con la nuova Calderina di novembre ho ricevuto un questionario con il quale mi viene chiesto di dire la mia offrendo “contributi e suggerimenti preziosi” al futuro pianificatore. Come? Esprimendo un’opinione generica sulle tematiche più varie. Insomma il sindaco che sostiene di avere un’idea di città, invece di dichiararla e di sottoporla al mio giudizio, ribalta la frittata e mi viene a chiedere prima qual è la mia. Il capo di una giunta sostenuta da una maggioranza di immobiliaristi vuol farmi credere che ha bisogno del mio parere sulle sue “linee programmatiche” per fare il nuovo PGT; il tutto all’insegna del giochiamo insieme a costruire “la Paderno Dugnano del futuro”. Alparone che ha dichiarato pubblicamente di non avere una strategia di sviluppo territoriale perché “pulizia, ordine, sicurezza e manutenzione” non sono una strategia, ma un atto dovuto per qualunque amministratore, con questo questionario inaugura dunque il suo programma di mandato che dovrebbe essere, secondo quanto affermato all’ultimo Consiglio Comunale: “ascoltare i bisogni e dare risposte”. Un programma così ambizioso che, se fosse vero, nemmeno Dio in terra riuscirebbe a realizzarlo. Lui però lo afferma, tanto cosa gli costa? E ci rifila il suo questionario.
Non servirà a niente, ma illuderà i suoi elettori, nemici delle piste ciclabili, delle rotonde, del porfido e del Bilancio partecipativo, che la sua giunta “fa sul serio” ed è “democratica” perché chiede all’asino dove vuole essere legato. Così, non avendo un’idea da comunicare, e nell’attesa che arrivino i veri suggeritori a sgombrare il terreno e decidere cosa, quanto e dove si costruirà, prende tempo fingendo di governare, che è poi l’unica cosa che finora ha mostrato di saper fare bene.

Ma ai cittadini di Paderno Dugnano il futuro interessa?

Sabato scorso, prima Negrisoli sul suo blog, poi io su padernoforum abbiamo pubblicato la copia del Piano Generale di Sviluppo presentato dal sindaco giovedì sera in Consiglio Comunale. Il PGS è in pratica (o dovrebbe essere) il documento con il quale il sindaco comunica ai cittadini e alle forze politiche e sociali cosa vuol fare nel quinquennio del suo mandato, che visione ha del futuro della città, come vuole farlo, con che risorse e con chi vuole farlo. Fissa i suoi obiettivi e si impegna a raggiungerli. Non è un documento "tecnico", al contrario è un documento molto politico sul quale il sindaco si gioca in pratica il mandato.
Ebbene sia io che Massimo ci aspettavamo numerosi commenti, interventi, critiche o applausi a questa o quella parte del Piano. Ci aspettavamo un dibattito. Invece abbiamo finora raccolto zero commenti sia io che lui.
Massimo in un suo messaggio al forum ha scritto commentando questo strano silenzio sui fatti. "Più che a Paderno Dugnano certe volte mi sembra di vivere a Brescello (il paese di Peppone e Don Camillo ndr). Bene così comunque, la città è viva".

Sarà, ma non sono convinto che questa antica voglia di litigare più che discutere, di schierarsi più che ragionare, di mettersi la maglia piuttosto che giocare, sia davvero una prova di vitalità democratica. Che città è quella che non vuole nemmeno entrare nel merito e discutere i programmi di chi ha eletto al governo, ma è pronta a difenderlo da qualunque critica a prescindere, quasi fosse una sua creatura?

Incirano: il ponticello sul fiume dei guai

I cittadini di Incirano stanno cominciando a rendersi conto che votare centro destra alle ultime elezioni forse non è stato un affare. La cosiddetta “riqualificazione” di via Cappellini e la riapertura della strada di collegamento con Cassina Amata tramite un nuovo ponte carrabile sulla ferrovia, riempie di apprensione giustificata gli abitanti della via in questione che hanno imparato ad apprezzare la tranquillità di cui godono dopo la chiusura del collegamento con il vicino quartiere.
Perché la giunta vuole imbarcarsi in questa nuova impresa viabilistica che appare ai più ingiustificata? La ragione addotta dall’assessore Salgaro, il birraio che Alparone ha installato ai lavori pubblici e alla viabilità, è la seguente: Incirano e Cassina erano storicamente unite (manco fossero le due metà di Berlino) e i commercianti della frazione sono stati messi economicamente in difficoltà dalla chiusura del passaggio a livello.
Una illuminante cronaca della seduta dell’ultimo Consiglio di quartiere è contenuta nel blog http://padernodugnano.blogolandia.it/2009/11/20/paderno-dugnanola-giunta-piu-che-muoversi-si-dimena/ dove dai commenti pubblicati si ricava che 1) non esiste traccia del sentimento di unione tra Inciranesi e Cassinesi gabellato dall’assesore 2) nessuno ha nostalgia del traffico che da Cassina si intasava su via Italia per raggiungere la Milano Meda e non per fare shopping a Incirano, 3) costruire un ponte costerebbe un milione e passa di euro (”tanto ce li darebbe la Regione” ha affermato candidamente Salgaro), 4) a Incirano ci sono forse una quindicina di negozi in tutto e le loro difficoltà attuali non sono certo causate della strada chiusa.
Insomma questa giunta improvvisa progetti privi di un qualunque disegno urbanistico e anche i tifosi cominciano a rendersi conto di avere messo la città in mano a dei personaggi non all’altezza del ruolo che ricoprono. Come si fa, infatti, ad andare a dire ai cittadini di Incirano che le opere del bilancio partecipativo già approvate non si faranno perché mancano i soldi e poi annunciare nel Programma triennale delle opere pubbliche l’investimento di 500mila euro nel 2012 per costruire un ponte di cui nessuno ha mai discusso? E’ questa la partecipazione modello Alparone? Inoltre se non ci sono i soldi per costruire un marciapiede da dove saltano fuori quelli per fare uno studio di fattibilità per quest’opera milionaria che nessuno vuole se si esclude i mitici negozianti (perché non facciamo un referendum invece?) , unico soggetto sociale che sembra essere riconosciuto da questa giunta?

Metalli Preziosi, la lotta va avanti, grazie a tutti..

Ripubblico dal blog dei "Lavoratori Preziosi" (http://lavoratoripreziosi.blogspot.com/ ) il bilancio della manifestazione di solidarietà di sabato scorso. E' confortante vedere che questi lavoratori non mollano e credono fermamente nella possibilità di continuare a lavorare nella loro fabbrica. La solidarietà e il sostegno dei cittadini però non devono venire meno. Questo vale soprattutto per i lavoratori della Lares (http://blog.libero.it/Laresblog/view.php?nocache=1258397809 ) che a differenza dei loro compagni di sventura tra un po' non avranno più un luogo da presidiare. La città deve capire che perdere la Lares è un grave danno per tutti, non solo per i lavoratori licenziati e le loro famiglie. Su Lares e sulla sua continuità la città in passato ha investito e non si buttano via gli investimenti; è da irresponsabili farlo. I padernesi non possono girare la testa da un'altra parta perché la Lares è anche cosa loro.

Non so se si possa definire un successo la serata di sabato. 150 partecipanti non sono pochi ma non sono nemmeno tanti. La mensa della fabbrica è sembrata rivivere, tornare ai tempi in cui più di 100 persone ci passavano ogni giorno.
La cena è stata ottima, familiare calda e buona. Fa effetto vedere persone che fino ad un anno fa erano utenti di questo spazio, trasformarsi in cuochi, inservienti, addetti alle pulizie e riordino. Autogestirsi nei ruoli, senza nè un capo nè una mansione predefinita ma semplicemente muovendosi in quello che sanno fare o che hanno voglia di fare.
Sono sicuro che, se avessero detto ad ognuno di loro che un giorno avrebbero passato dalle 9 del mattino alle 2 di notte in fabbrica a lavorare solo per il gusto di farlo, sarebbero scoppiati in una grassa risata.
Ed invece la voglia di lottare fa scoprire energie, forza di volontà e capacità che nella routine quotidina del lavoro subordinato non erano mai emerse; l'idea di fare qualcosa per se stessi è la migliore benzina per lo spirito. Lo si coglie bene anche nei lavori delle Metalline, lavoratrici infaticabili che mettono la loro manodopera e le loro giornate a disposizione per la causa.
Di lotta si è parlato, cantato e recitato nello spettacolo di ieri sera. Spettacolo che il pubblico ha assorbito per tutta la sua durata, unendosi nei canti storici dei partigiani, immedesimandosi negli alpini sofferenti sul fronte russo, rallegrandosi per la caduta del regime.
Gli attori e i musicisti e il circolo la Meridiana sono i primi che vogliamo ringraziare, per aver dato il loro supporto alla serata.
Ringraziamo tutti i partecipanti, augurandoci che lo spirito di resistenza sia stato seminato in loro e che i primi germogli possano venire presto fuori, il vostro supporto è la nostra linfa vitale. La nostra lotta prosegue, sperando che certi volti, un tempo noti, si siano risvegliati grazie a questa iniezione di spirito combattivo.

Prove tecniche d'ingorgo (aspettando l'interramento)

Ricevo da Ferruccio Porati qesta pagina di diario che trovo molto significativa. E' così che vogliamo continuare a vivere? Buona lettura (la vignetta è di Vauro).
Venerdì scorso (20novembre 2009 ndr) finisco di lavorare abbastanza tardi. Sono, all’incirca, le 19. Da pochi giorni ho iniziato a dare una mano ad un gruppo di colleghi che si occupano più diffusamente di centrali telefoniche. Hanno bisogno della mia esperienza sugli impianti delle stazioni GSM per fare un collegamento di una stazione che abbiamo smontato in Germania e dobbiamo cablare in laboratorio, qui a Cinisello. Abbiamo speso tutta la settimana nel rimettere in funzione tutti i singoli pezzi: trasmettitori, controllore di stazione, convertitore ADX per mettere tutte le linee su fibra ottica, trasportare i flussi al Media Gateway, mandare tutta la segnalazione al MSS server che sta a Monaco, indicare ai colleghi d’oltralpe che cosa non va secondo i nostri tracciamenti, concordare le modifiche, verificarne i benefici… Ognuno secondo la propria area di competenza. Sembra facile, ma, oltre ai problemi tecnici, scopri anche che qualche fibra è stata collegata male, che qualche linea, anziché inviare segnale, è messa nella posizione di ricezione. E giù a verificare la continuità elettrica, con testers ed oscilloscopi. E poi devi modificare tutti i database, perché in Germania ci sono alcuni identificativi di rete che in Italia sono diversi. Il tutto deve esere asservito a quello che ti dice la centrale. Tutto sto bailamme ci ha impegnati tutta la settimana, dalle sette e trenta di mattina, fino alle sette di sera, ogni sera. La centrale telefonica è in un seminterrato: non ti accorgi del tempo che passa, anche perché, essendo sotto terra, non vedi il passaggio da giorno a sera. Quando alzo gli occhi verso la finestra è già buio… Ma oggi è venerdì sera: devo andare recuperare mia figlia dalla nonna. Non posso attendere oltre. Alle sette saluto e vado. Manca ancora poco a finire: manca solo l’ultima linea e poi il pannello degli allarmi sarà tutto verde, indice che tutto è ok. Ci penserà Paolo a finire. Lui è single, può fermarsi ancora un pò. Grazie Paolo! Esco, finalmente. La via Monfalcone, qui a Cinisello, è quasi deserta a quest’ora. C’è solo un po’ di coda in fondo, al semaforo. Prendo il viale Togliatti per tornare a Paderno. E’ un tragitto che, normalmente, in dieci minuti mi porta a casa. Anche stasera sembra così, non ho motivo di immaginare che non lo sarà affatto.
Giungo in fondo al viale, sulla rotonda che immette sul rettilineo che incrocerà via Erba, diventando, a Paderno, via Alessandrina. Alla rotonda di via Erba vedo che c’è qualcosa che non va: tutta la via Erba, in direzione nord, verso Calderara, è una colonna di auto ferme. La fila arriva fino a Cusano. Gentilmente, una signora ferma sulla rotonda capisce che io devo entrare in via Alessandrina e, quindi, fa una piccola retromarcia di qualche metro e mi lascia attraversare. Percorro la prima parte della via senza altri problemi ma, in lontananza, scorgo tante luci rosse di “stop” di auto in colonna, in direzione di via Gramsci. Cacchio – mi dico – mi sa che stasera c’è un po’ di “casino”. Quando arrivo per svoltare a destra, in viale dell’industria, in direzione di via generale Dalla Chiesa, noto che è tutto fermo, una desolante marmellata di auto, tutta la via tappezzata di scatole di metallo, inesorabilmente ferme. Istintivamente cerco “la via alternativa” e proseguo verso via Gramsci. Ma, immediatamente, mi ravvedo. Dove vuoi andare? Non vedi che davanti a te sono tutti fermi?
Anch’io mi sono fatto prendere dalla “sindrome della scorciatoia” che, ogni volta che sei in queste situazioni, inevitabilemte ti prende senza pensarci: è come un riflesso istintivo e lo avverti più forte quando, come era il mio caso, sai che sei a pochi metri da casa e vorresti arrivare subito, adesso. Senza attendere oltre. Ma non possiamo “teletrasportarci” come il capitano Kirk di Star Trek. Dobbiamo solo armarci di pazienza, essere ragionevoli ed attendere che il traffico, lentamente, si stemperi. Così mi riporto in viale dell’industria e mi accodo per andare in via generale Dalla Chiesa. All’orizzonte vedo la Milano-Meda, completamente ferma, per cui ecco trovata la causa di tanta confusione a quell’ora di venerdì, quando non avrei dovuto certo trovare tutto questo traffico. La direzione nord della Milano-Meda è bloccata per qualche motivo, le strade di accesso (la via Erba e la via generale Dalla Chiesa) non smaltiscono il traffico d’ingresso per la Milano-Meda e, al contrario si intasano ulteriormente di traffico addizionale di automobilisti che cercano sulle complanari quella via di fuga che vorrebbero trovare come alternativa alla Milano-Meda medesima, ottenendo, invece, l’effetto contrario. Passo interminabili minuti a rimirare le luci di posizione del SUV che mi sta davanti: l’ingombro del veicolo è tale per cui non mi è consentito vedere altro; per fortuna che Radio Montecarlo fa un bel notiziario di svariati minuti, così mi distraggo un po’ dal delirio viabilistico che sto vivendo. L’impazienza regna sovrana fra i miei compagni di sventura: vedo chiaramente qualcuno che si agita nel suo abitacolo; qualcuno scuote la testa; qualche labiale rubato dal volto di qualcuno che mi passa accanto rivela inequivocabilmente la più classica delle bestemmie. Per alcuni minuti non succede proprio nulla, non si va né su né giù. Qualcuno comincia a spazientirsi ed improvvisa un’inversione ad U cercando “fortuna” per altro percorso. Qualcun altro prende la via Dogali per cercare la fuga in via Rosselli: niente di più sbagliato dal momento che anche la via gramsci è “imballata”, compresa la parte finale della via Alessandrina. E’ assolutamente ragionevole che chi sta incolonnato in via Alessandrina stia già cercando la fuga verso via Rosselli, tagliando per le vie laterali che incrociano anche via Leopardi e via Fermi. E’ tutto rigorosamente già “esplorato” e senza sbocco in questo momento. Tutti questi tentativi isolati non fanno altro che aumentare la confusione per le vie laterali: tant’è che un vero fiume di auto ritorna, incanalato da via Fermi, su viale dell’industria, per riprendere la via maestra, ovvero via generale Dalla Chiesa, che è poi la strada che sto faticosamente cercando di percorrere per tornare a casa.
Si avanza a “botte” di centimetri, bisogna rassegnarsi e prenderla con filosofia. Approfitto della situazione per fare una telefonata in tutta sicurezza, tanto sono fermo: “sto arrivando, non ti preoccupare, c’è la coda”.
Lentissimamente il serpentone si snoda a fianco di Sforzin, nel sottopasso: riesco a contare tutti i lampadari che vedo in vetrina, riseco anche ad osservare con calma il murales dedicato a Micael Jackson, che i ragazzi hanno dipinto sul “loro” muro là vicino.
C’è tempo per pensare inevitabilemte alla Rho-Monza. Mi chiedo: ma quando qui avranno aggiunto un'altra corsia ad ogni senso di marcia della Milano-Meda, quando questa farà da collegamento alla Pedemontana, quando qui ci saranno anche gli accessi alla Rho-Monza e la Rho-Monza stessa, quanto si moltiplicherà questa massa di auto dispersa per la città ogni volta che si verificherà un intoppo su una di queste arterie? La via generale Dalla Chiesa sarà una complanare: di quante auto disperate si imballerà in caso di code? Ed i camion, dove li mettiamo? Dove cavolo si disperderanno (o cercheranno di disperdersi) i gianteschi TIR?
Non ci voglio neanche pensare ad una tale ipotesi. L’interramento serve anche per evitare questo: proteggere la salute dei cittadini significa anche evitare la dispersione del traffico impazzito fra le vie in questi casi che, facile ad immaginarsi, non saranno poi così infrequenti. E, con tutte quelle corsie, quante migliaia di auto vorranno trovare la loro via di fuga fra le nostre case?
Finalmente risalgo dall’altra parte, metto la freccia a sinistra, devo prendere la direzione del “lavaggio Luisa”. Sono fra i pochi che devono andare di là, sulla rotatoria. Un ultimo sforzo ancora e sarò … libero! Sì, finalmente libero. Libero di tornare a casa ad abbracciare mia figlia.

sabato 21 novembre 2009

Solidarietà internazionale: il sindaco non vuole vincoli

L’ultimo oggetto importante in discussione nella seduta del Consiglio comunale di venerdì scorso era l’approvazione delle modifiche che la giunta aveva deciso di apportare al "Regolamento sulle azioni e sugli interventi di solidarietà internazionale", un atto che era stato redatto dalle precedenti amministrazioni dopo aver coinvolto nella definizione e scrittura del testo le diverse associazioni di volontariato che a Paderno Dugnano sono impegnate su questo fronte. Alparone e i suoi assessori invece non hanno sentito l’esigenza di un confronto con gli operatori sul campo e dopo aver modificato il regolamento in solitudine l’hanno portato venerdì sera all’approvazione del Consiglio comunale. Già questa scelta di metodo indica una diversità sostanziale di approccio al confronto e alla partecipazione tra una sinistra che lo cerca e una destra che ne fa a meno, mentre si riempie la bocca della parola "ascolto".
Ma veniamo alla discussione in aula. Le modifiche riguardano i seguenti punti: articoli 1,2,3 si elimina totalmente il concetto di “auto sviluppo sostenibile” che veniva indicato come il fine delle azioni di solidarietà internazionale da promuovere, sostituito da un generico riferimento alla “pace e allo sviluppo”. Che cos’è questo autosviluppo? si saranno chiesti i nostri amministratori cancellandolo dal testo. In pratica è il processo secondo il quale un gruppo si assume la responsabilità del proprio apprendimento e del miglioramento delle proprie abilità attraverso un processo di valutazione, di analisi, ed infine di azione. Insomma vuol dire aiutare gli extracomunitari a imparare lavorare e vivere meglio a casa loro. Strano che il vicesindaco leghista non se ne sia reso conto.
Nell’art. 2 si inserisce il principio di “sostegno ad iniziative specifiche”. Nell’art. 3 si restringe al territorio comunale e provinciale la partecipazione ai progetti di imprese, sindacati ed enti bilaterali. Nell’art. 5 si inseriscono i giovani e il loro arricchimento culturale e linguistico,nell’art. 7 si inserisce la parola democrazia mentre la parola pace viene usata a pioggia qui e là. Nell’art. 9 si sostituisce il concetto di paesi del Sud del mondo, con quello generico di paesi svantaggiati. Il vero cambiamento è nascosto nell’art. 13; dove si destinava la quota dello 0,060% dei primi tre titoli delle entrate correnti al finanziamento dei progetti adesso si legge che il Comune “ha la facoltà di destinare una quota annuale definita con apposito stanziamento”.
La minoranza per bocca del capogruppo PD, Coloretti ha chiesto al sindaco di ritirare il punto e di riproporre il nuovo testo revisionato dopo aver incontrato ed essersi confrontato con le associazioni di volontariato. Non c’è infatti alcuna fretta e il confronto con chi realizza e propone progetti concreti sarebbe utile prima di cambiare le regole. Nel merito poi Coloretti ha detto che l’eliminazione del vincolo di spesa e l’introduzione della “facoltà di scelta” del Comune dei progetti da sostenere elimina anche un criterio di valutazione dei progetti stessi che non si capisce in base a cosa verranno scelti. Il sindaco ha risposto che “adesso non abbiamo le risorse” e che la decisione di attribuirsi la “facoltà di destinare” nasceva da questa condizione. La vicepresidente Pedretti è intervenuta per chiarire che il problema non sono le risorse, ma il fatto che così facendo il sindaco si arroga l’esclusivo potere di decidere se finanziare o meno e che cosa.
Alparone ha risposto “Mi rendo conto che il confronto con le associazioni va fatto, ma i tempi sono stretti (?), non ci sono le risorse e io non me la sento di mettere il vincolo di spesa (18mila euro ndr).
Coloretti è intervenuto ancora una volta per chiedere di non votare l’oggetto adesso, che impegna su questo testo il Comune per 5 anni, ma di fare un OdG in cui dire che per ora il vincolo non si pone, ma il sindaco non ha voluto sentir ragione. Evidentemente la cosa era già state decisa altrove.

Il "Piano di Sviluppo", leggere per credere

Il blog di Massimo Negrisoli, "Paderno Dugnano", ha fatto una cosa meritoria che vi segnalo con piacere: ha messo in rete una copia del Piano Generale di Sviluppo presentato dal sindaco Alparone che è stata discussa venerdì sera dal Consiglio Comunale.
Il link al documento che il sito comunale non ha ancora pubblicato (altro che streaming delle sedute del Consiglio) è il seguente:
http://padernodugnano.blogolandia.it/files/2009/11/pgs_paderno.pdf
In questo modo tutti gli interessati potranno leggere e verificare con i loro occhi che le critiche dell'opposizione alla "visione" del nuovo sindaco sono più che fondate. Nel documento si dice chiaramente che: 1) l'amministrazione vuole privatizzare i servizi comunali sostituendoli con i "buoni" distribuiti a pioggia indipendentemente dal reddito. 2) si prepara un massiccio aumento delle tariffe dei servizi che verranno esternalizzati, cioè affidati a terzi 3) si rinuncia ad affidare alle aziende partecipate dal Comune attività che vengono date a privati, 4) si parla di rendere più accessibile il verde, ma nel piano triennale non ci sono soldi nemmeno per la manutenzione ordinaria 5)sulle infrastrutture si rimanda tutto alla Provincia e si tace su progetti già finanziati quali la metrotramvia Milano-Seregno 6) si parla a vanvera di asili nido aziendali, quando a Paderno di aziende con centinaia di dipendenti ormai non ce ne sono più. 7) non si fa una politica del lavoro e dell'impresa 8) si parla di Piano Casa che regala cubature ai proprietari di immobili, ma ci si dimentica di chi la casa ancora non ce l'ha.
In sintesi mi sembra che tutto il piano di sviluppo del neo sindaco si riduca, al di la delle belle parole, in dare (soldi e spazi) a chi ha già e in togliere (servizi e sostegno) a chi non ha. Non mi sembra proprio una cosa nuova. E' forse per fare di questa una città meno giusta e solidale che gli elettori hanno voluto "cambiare pagina"?

venerdì 20 novembre 2009

Alparone: il Bilancio 2010 sarà di guerra

(terza parte) “Noi abbiamo presentato lo sviluppo delle Linee programmatiche dopo il confronto con l’amministrazione e cominciando a scrivere quello che possiamo fare sulla base delle risorse. Non mi sottraggo alle discussioni poste dalla minoranza, adesso si vedrà se i sogni si possono realizzare, mancano le risorse, ma il progetto è valido e concreto”. Comincia in sordina la risposta del sindaco alle critiche, ma ben presto il suo tono di voce si alza. “In 15 anni hanno fatto cose buone, ma anche molti disastri che ereditiamo e speriamo di mitigare”. E qui al posto di parlare dei suoi progetti parte all’attacco della minoranza che è quello che sta facendo dal primo minuto della sua elezione nel giugno scorso. “Opere pubbliche disastrose. Il ponte di via Cesare Battisti, è utile, ma va sistemato, il sottopasso di via Bolivia che non ha risolto i problemi di traffico, il ponte di via Cappellini, tutti disastri da affrontare. L’amministrazione ci ha lasciato senza risorse e il Bilancio sarà di guerra”. Insomma non è il governo che ha prosciugato le finanze comunali, ma è la giunta precedente che "ha sperperato soldi con le sue manie di grandezza, costruendo palazzi su palazzi (?)”. A questo punto Alparone è andato a ruota libera dicendo che "il centro sinistra faceva i suoi progetti senza ascoltare i cittadini noi invece gli ascoltiamo e il nostro programma è: pulizia, ordine, sicurezza, manutenzione. Dicono che non è una visione di citta, ma il PGS è un documento tecnico, non politico (?)”. Poi è passato a parlare della Rho-Monza affermando rivolto all’opposizione: “Voi siete stati vassalli di Penati, mentre io sono andato dal mio capo e gli ho detto: “o si fa l’interramento o non mi siedo nemmeno”. Il Nord Milano? Penati era il padrone dei Comuni del Nord Milano, adesso c’è il confronto. E poi ha concluso “noi il PGT lo faremo mentre voi non l’avete fatto. Dite che sono fumoso, voi non avevate un progetto di città, noi lo faremo il PGT perché l’abbiamo”.
Cosa poteva fare la minoranza se non cercare di ristabilire un minimo di verità e cercare di tenere il punto? Anelli ha osservato che Alparone non ha risposto a nessun quesito, ma ha parlato di due ponti e un sottopasso. Ha ribadito che nel documento non c’è la parola Expo, si parla di vendite di beni comunali per 2 milioni l’anno senza dire di cosa si parla. Coloretti ha ricordato che il centro sinistra a Paderno ha fatto asili nido e servizi che altrove non ci sono. Ha ricordato la quota di verde e la bassa densità abitativa della città che non ha uguali nel Nord Milano. “Parlate di sprechi, ma sapete bene che non è vero, se ci fossero in un anno recuperereste risorse sufficienti per fare quello che dite di non poter fare. Adesso siete al governo, sta a voi fare proposte, ma se sono queste non ci faranno crescere. Lei, sindaco, dimostri di essere più bravo, questa è la sfida, se ci riuscirà io le chiederò scusa”.
Rimoldi (PdL) ha cercato di ribaltare ancora la frittata e ha accusato la sinistra di confondere tasse con tariffe, sostenendo che queste sono troppo basse e vanno adeguate. Cerioni (IdV) ha detto rivolto alla maggioranza: “Propaganda la fate voi. La città in 20 anni è migliorata di molto, voi governate in Italia, in Lombardia a Milano e a Paderno, avete 5 anni per realizzare i sogni, fatelo”. Per Caldan (Lega) il piano rispecchia il programma elettorale e va attuato. Ha concluso il sindaco dicendo che il suo Piano “è un confronto con la realtà e le idee dei cittadini che abbiamo ascoltato per capire le esigenze. Il vero programma di mandato è ascoltare i bisogni e dare risposte.” Al voto finisce così: 19 a favore 12 contro. Poi si è affrontato il tema: modifiche al regolamento sulle azioni e sugli interventi di solidarietà internazionale che però merita un commento a parte che farò domani. E’ stata una lunga serata: il dialogo tra sordi l’ha resa quasi impossibile da sopportare.

Un piano che elenca i problemi, ma non propone idee

(seconda parte) Data per scontata la lettura del Piano Generale di Sviluppo 2009-2014 che il sindaco aveva consegnato ai consiglieri in precedenza, è cominciata la discussione del documento. Il titolo era: “l’orgoglio di essere padernesi” e tanti saluti agli altri quartieri sacrificati allo slogan.
Il primo intervento è stato del capogruppo consigliere Anelli che ha iniziato giustamente parlando di soldi e denunciando che il documento affermava corretta l’eliminazione dell’Ici, ma che per recuperare risorse aggiuntive con le quali fare qualcosa in cinque anni parlava di aumentare le tariffe dei servizi e di alienare beni comunali (8 milioni di euro), senza dire quali tariffe aumentare né quali beni vendere. La scelta che emerge – ha sottolineato Anelli – è quella di privatizzare i servizi ed esternalizzarli, le nuove strategie si riducono a questo. Non ci sono strategie nel piano, né per sviluppare l’artigianato né per attirare a Paderno nuove piccole e medie imprese.
Dopo di lui è stata la volta del capogruppo Pd, Marco Coloretti che ha esordito dando ragione ad Anelli. “Questo non è un Piano di sviluppo, basta leggerlo per capire che sotto lo slogan non c’è un’idea guida. Il piano si presenta bene, è scritto bene, enumera le problematiche, ma non offre risposte. Dopo cinque mesi di governo è la copia riscritta meglio delle linee di mandato, infarcita di vedremo, valuteremo, ecc. La difficoltà a trovare risorse non sono di oggi, ma se le previsioni di sviluppo restano queste nel Bilancio che presenterete non ci sarà nulla. Non basta spostare al 2012 previsioni rosee di entrare; come pensate di riuscire, facendo cassa col territorio? Qui non si capisce cosa volete fare”. Inoltre in questo documento il territorio in cui è inserita Paderno Dugnano sparisce, l’unico riferimento è la Provincia. "Nella vostra visione la città è un’isola che non comunica con i Comuni vicini”. E poi giù critiche sull’idea di svilire con l’esternalizzazione dei servizi le professionalità e le competenze esistenti nella macchina comunale, sull’aumento indiscriminato delle tariffe non legate al reddito, sul programma di liberare la città dalla presenza industriale e produttiva. Cerioni infine è stato sintetico: non è un piano di sviluppo – ha detto – ma uno studio di fattibilità.
Rimoldi, PdL, invece ha difeso il documento dicendo di apprezzarlo “Perché finito il sogno prende atto della realtà. E’un piano realista e onesto che dice ai cittadini ‘cercheremo di fare qualcosa di quello che riteniamo possibile fare’. E’ un esercizio di onestà intellettuale”. Magari i cittadini avrebbero preferito più onestà intellettuale in campagna elettorale? Riboldi della Lega ha apprezzato il lavoro del sindaco per gli stessi motivi del capogruppo suo alleato.
Per la minoranza è intervenuto ancora l’ex sindaco Massetti che ha sottolineato che nessuno pretendeva un programma a breve, ma almeno si voleva capire cosa vuole l’amministrazione per la città, ma il Piano presentato non lo consente. “Non un progetto, non un’idea, non un’innovazione, non una proposta. Non c’è visione strategica” ha affermato. Sulle infrastrutture non si dice niente, si parla solo genericamente di Metropolitana senza dire cosa ne pensa ATM, cosa il Comune di Milano, cosa i Comuni vicini interessati al percorso. L’enfasi sulla Tilane è giusta, ma non si coglie nemmeno il ruolo del sistema cittadino della produzione culturale e non lo si mette in rete con il resto del Nord Milano. “Sulla famiglia infine, tante belle parole, ma non un progetto, non un impegno o un’idea di sostegno..”.

L’unica che ha apprezzato qualcosa del piano alparoniano è stata la vice presidente, consigliera Pedretti, che ha letto nella parte sociale una fortissima continuità con le cose da lei fatte come assessore negli anni precedenti “il 95% di quello che c’è è in continuità con le cose fatte finora” ha detto. Ha lamentato però l’assenza della Consulta del volontariato e il fatto che non si parli di minori. L’intervento del consigliere Grassi ha concluso le critiche dell’opposizione “Il documento è fumoso su molti punti in campo ambientale – ha detto -. Non si parla più di Dorsale Verde del Nord Milano, un sistema di Parchi di cui Paderno è al centro. Nel Piano si parla di espandere l’edilizia convenzionata, speriamo la si faccia in città e non nei parchi. Non si parla più di energie rinnovabili, di acqua..”.
(continua)

Piano di Sviluppo: sotto lo slogan niente

Alparone è ormai un disco rotto che si ripete sempre uguale all'infinito. Non ha chiaramente un progetto di governo da presentare alla città che non sia il semplice galleggiamento e se qualcuno glielo dice va in escandescenze e ricomincia con la sua solita solfa infarcita di insulti all’opposizione a cui rinfaccia un passato che evidentemente per lui, rimasto zitto 10 anni sui banchi del consiglio comunale, deve essere stato molto frustrante.
A qualcuno l’uomo piacerà, a me sempre meno e mi deprime l’idea di andare avanti 5 anni ad ascoltare la sua voce impostata che ripete sguaiate accuse intervallate a menzogne e guardarlo poi sistemarsi il ciuffo scomposto dal suo agitarsi a vuoto.
La serata di ieri era dedicata alla presentazione e discussione del Piano Generale di Sviluppo, il documento con il quale il sindaco dovrebbe impegnarsi pubblicamente dicendo quello che intende fare nel corso del suo mandato, dichiarare qual è la sua visione di città proiettata nel futuro e definire i suoi programmi di crescita della comunità. Chi si aspettava qualcosa del genere è rimasto deluso. Il suo sedicente “Piano” in realtà è una banale lista della spesa che mette in fila problematiche note a tutti, ma non indica nessuna risposta. E questo è davvero troppo poco per un neosindaco che è al potere da 5 mesi, ma ha l'esperienza di due legislature alle spalle, di cui una come vicepresidente dell’assemblea cittadina. Ma andiamo per ordine.
Papaleo ha fatto filare via veloce la fase delle interrogazioni e interpellanze. Si è iniziato con quella di Cerioni (IdV) sulla trasmissione on line delle sedute che ha sottolineato la facilità e la economicità di questa soluzione che consentirebbe una maggiore partecipazione anche se virtuale dei cittadini. Il sindaco ha risposto che questa innovazione era nel suo programma elettorale e lo ha invitato a portare in segreteria proposte e preventivi. Massetti ha letto la sua interrogazione sul futuro del progetto di riqualificazione della tramvia Milano-Desio già finanziata al 60% e sulle intenzioni della amministrazione padernese. Ha risposto l’assessore Tonello dicendo che attualmente il servizio è sospeso la domenica per lavori sui binari, ma che alla fine tornerà normale. Ha però detto che la partecipazione di Paderno al progetto è subordinata al reperimento di risorse che per ora non ci sono. In pratica ha dichiarato che la giunta non si sente impegnata in questa impresa e fatto chiaramente capire (ci ha pensato poi il sindaco a ribadire il concetto) che la tramvia non lo convince e la trova una struttura “vecchia”.
Sono poi stati letti ben tre interpellanze di consiglieri della maggioranza che sembravano avere l’unico scopo di fornire agli interrogati il destro per addebitare, ancora una volta, all’incuria della passata amministrazione piccoli disservizi che si verificano oggi, quali marciapiedi sconnessi (Caldan), sporcizia delle strade (Bonandin), orti e baracche presunte abusive ai confini tra Paderno, Cormano e Cusano (“adesso cominceremo a far rispettare le regole” ha dichiarato il sindaco).
Poi è stata la volta del famoso OdG del leghista Caldan sul crocefisso nel quale chiede ad Alparone di andare nella scuole di Paderno Dugnano a verificare se il crocefisso è appeso ai muri delle aule. Un intermezzo triste per l’uso strumentale e politico “del nome di Dio nominato invano” come giustamente ha sottolineato il capogruppo del PD, Coloretti, che da un lato il buon senso dell’opposizione (Anelli ha dichiarato il suo voto contrario, imitato da Cerioni per l’evidente strumentalità e inutilità dell’iniziativa) dall’altro il tiepido appoggio della maggioranza hanno liquidato in poco tempo senza di fatto nessuna discussione, anche perché non ce n’era alcun motivo. La claque leghista intervenuta probabilmente solo per questo è rimasta delusa, come il povero Bonandin che invece si era preparato un intervento fiammeggiante, ma ha dovuto rinunciare a declamarlo se no avrebbe tolto la replica al suo capogruppo. Meglio così per tutti, divinità compresa. Arrivati al voto, il Pd ha preferito non partecipare ed è uscito dall’aula, mentre la maggioranza ha stancamente votato a favore. Contro RC e Italia dei Valori. L’assessore Tagliabue ha detto che manderà una lettera di richiamo preventiva ai dirigenti scolastici. Amen.(continua)

Tavolo Tecnico: prove di interramento

L’avvio formale del Tavolo Tecnico per studiare il possibile interramento della nuova autostrada Rho-Monza nel tratto che attraversa Paderno Dugnano è avvenuta lo scorso venerdì 13 novembre. Ieri si sono insediati i tecnici di Provincia di Milano e del Comune di Paderno Dugnano, i tecnici di Serravalle, il Provveditorato ai lavori pubblici ed altri, oltre all'architetto Fabrizio Allegro che ha partecipato in veste di tecnico del Comitato Cittadini per l'Interramento della Rho-Monza. Questa la sua relazione su quanto è successo.
Obiettivi e modalità dei lavori
L’obiettivo dei lavori è stato quello di analizzare le possibili richieste e necessità del Comune di Paderno Dugnano e dei cittadini che potessero consentire la formalizzazione di una proposta condivisa. Procederemo sulle proposte che saranno sul tavolo al prossimo incontro.
Le richieste del Comitato e della Amministrazione
Analizzati i punti fermi, da me condivisi con l’ing. Comi tecnico della Amministrazione di Paderno Dugnano, ovvero prevedere il tracciato in tratta interrata, e senza ulteriori svincoli che graverebbero sulla viabilità locale e mantenere la previsione delle strade complanari per svincolare il sistema degli accessi già definiti oltre la interconnessione tra SP46 e Milano-Meda, come tecnico per il CCIRM ho presentato alcune altre richieste.
Innanzitutto ho trovato la conferma circa lo studio approntato tempo addietro da Serravalle per la soluzione dell’interramento, quella soluzione richiesta all’inizio della procedura dalla amministrazione di Paderno Dugnano, ma mai formalizzata. Oggi il Tavolo Tecnico c’è e ripartirà anche da quello studio. Ho portato quindi le aspettative dei cittadini, del comitato e delle associazioni per chiedere la moderazione dell’impatto ambientale dell’opera nella tratta Padernese, tratta densamente abitata.
Nel prosieguo dei lavori ci siamo quindi concentrati subito sulle particolarità tecniche delle proposte in discussione.
Più proposte progettuali
Le proposte che si prefigurano saranno anche più d’una e potrebbero prevedere sia l’attraversamento secondo il tracciato attuale, o con alcune lievi rettifiche, ma anche prevedere una traiettoria più lineare che, permetterà di superare tutto il quartiere del Villaggio Ambrosiano, e non andrebbe più ad interferire con il Parco del Seveso.Tutte cose di non poco conto.
Tempi dello studio di fattibilità dell’interramento
La revisione del progetto è radicale e comporterà ulteriori approfondimenti (sondaggi o indagini sui terreni, sulla falda, o valutazioni sulle caratteristiche del Seveso) quindi il successivo affinamento delle soluzioni che saranno sul tavolo richiederanno il loro tempo non dipendente solo dai tecnici del tavolo, ma anche dagli esiti dei sondaggi. C’è da correre, ci sono almeno 3 mesi di lavoro davanti, che potrebbero sembrare anche pochi.
Il calendario dei lavori
Per metà dicembre saremo di nuovo al tavolo, certamente con le idee più chiare. Quest’opera non sarà di impossibile realizzazione, ma comporterà adeguamenti ai vari livelli. Si ridurranno forse le opere di mitigazione ambientale, e si razionalizzeranno le opere d’arte e quelle complementari, ma questo in virtù del fatto che l’opera sotterranea impatterà molto meno con la vita e la salute dei cittadini.
Le revisioni del progetto di Serravalle
Sarà da rivedere l’intera tratta di Paderno per le criticità del progetto conosciuto.
La soluzione che potrebbe derivare dallo studio potrebbe prevedere un sistema “a doppia canna”, un po’ simile al progetto del tunnel sotto Milano, e da realizzarsi con il sistema di perforazione che vedrebbe l’impiego di una TBM (Tunnel Boring Machine).
La cosiddetta “talpa” però ha dei costi non indifferenti e tempistiche di prenotazione da tenere in conto, anche se permetterebbe di svolgere il lavoro in tempi molto rapidi (perforando 24 ore su 24 consentirebbe l’esecuzione di decine di metri al giorno).
La lunghezza del tunnel
L’interramento interesserebbe un percorso di 1,5 km c.ca per ogni fornice, per complessivi 3 km c.ca. L’opera in sottosuolo sarà soggetta anche ai regolamenti comunitari superando la lunghezza di 500 metri e prevedendo così una serie di impianti e strutture oggi non previste (sistemi di estrazione e trattamento, protezione dal fuoco, vie d’esodo, ecc).
Le attività del Tavolo
Insomma sono stati messi sul tavolo i temi da approfondire ed i “paletti” cui ci si dovrà attenere, sgombrando il campo da valutazioni circa l’impegno di spesa conseguente.
E’ compito sia dei tecnico trovare la soluzione più adatta e commisurata (senza immaginare opere faraoniche), ma è poi la volontà politica della macchina pubblica (Comune, Provincia e Regione) che sottomette la realizzazione dello studio cui stiamo lavorando. Di certo l’interramento della Rho Monza ha trovato l’avvio del suo percorso.