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venerdì 28 febbraio 2014

Sinistra per Paderno Dugnano e la sicurezza partecipata della città

La sicurezza della città, per la Lista Civica Sinistra per Paderno Dugnano, è un valore da difendere ed affermare. Servono nuovi strumenti di prevenzione e un nuovo approccio al problema per tutelare la sicurezza dei cittadini e migliorare la qualità della vita sul territorio. 
Nessuna politica è possibile se non parte dalla conoscenza. Pertanto bisogna iniziare realizzando un "Rapporto sulla Sicurezza" che raccolga e analizzi i dati sulla criminalità locale per individuare le emergenze alle quali dare risposta. 
I cittadini sono i primi e i più sensibili "sensori" dello stato di salute sociale della città e come tali vanno considerati e coinvolti dall'amministrazione nella elaborazione delle politiche di sicurezza. Occorre aprire uno "Sportello" attivo 24 ore su 24, dotato di una task force di pronto intervento che raccolga le segnalazioni dei cittadini realizzato in collaborazione con le associazioni, le parrocchie, le scuole e le organizzazioni di quartiere.
La Polizia Locale deve lavorare in collaborazione con i cittadini all'interno di un progetto integrato e partecipato di sicurezza che verrà elaborato dall'amministrazione e discusso con i quartieri, le associazioni, le forze politiche e sociali del territorio che devono partecipare alla sua definizione fin dalla fase progettuale   .
La sicurezza dei luoghi di lavoro e dell'ambiente. Anche qui bisogna  partire dai dati. La città non ha piena consapevolezza di essere già oggi una discarica di sostanze tossiche e nocive (inceneritore, Eureco, Metalli Preziosi, Leganti Naturali, ecc) che è necessario mappare, ad esempio con il censimento dell'amianto e delle attività a rischio, coinvolgendo le famiglie in questo rilevamento capillare.
E' necessario mappare le aziende che vanno periodicamente controllate e di cui va monitorata la correttezza dell'attività senza delegare a organismi sovracomunali questa funzione. Ci sono infine le bonifiche da fare, che vanno poste a carico di chi ha creato l'inquinamento, e programmate. 

giovedì 16 gennaio 2014

Paderno Dugnano e il suo territorio assediato sotto i riflettori

L'ambiente assediato, minacciato, violentato di Paderno Dugnano è in questi giorni al centro di inchieste e servizi giornalistici che confermano l'accerchiamento che attanaglia i padernesi aggrediti da iniziative economiche che sfruttano, depredano e abusano, come fosse cosa loro, il territorio che è il nostro bene comune.
Ieri pomeriggio la troupe di "Presa diretta", la bella trasmissione di inchieste sull'Italia reale (in onda dal 6 gennaio al 24 marzo, ogni lunedì in prima serata su Rai3) condotta e diretta dal giornalista Riccardo Jacona, è stata impegnata su un set improvvisato nel dehors  del Caffè Letterario in una intervista multipla ai famigliari delle vittime della strage dell'Eureco. Il servizio sarà parte di una puntata dedicata alle tragedie ambientali che andrà in onda probabilmente tra due settimane.
Questa sera sarà la volta della troupe di "Terra" il programma di approfondimento di Canale 5 diretto da Tony Capuozzo a venire al Villaggio Ambrosiano per fare riprese e interviste all'assemblea indetta dai cittadini per discutere dell'inquinamento provocato dalla Leganti Naturali. 
Insomma la nostra città è sotto i riflettori al centro della scena nazionale, ancora una volta per episodi gravi che riflettono un'immagine di territorio assediato, ieri dalla 'ndrangheta, oggi dal business sporco e molto pericoloso dei rifiuti industriali. Un'immagine poco attrattiva e per niente gradevole che però riflette, ci piaccia o meno, la nostra realtà. La reazione civile dei cittadini onesti che da quattro anni lottano contro l'inquinamento ambientale e criminale non è sufficiente a oscurarla.
Quello che ci opprime non è un problema di questo o quel quartiere, Paderno, Palazzolo o Villaggio Ambrosiano, ma un problema che ci riguarda tutti come cittadini e membri di questa comunità. Un problema che va affrontato senza tentare scorciatoie e messo al centro del dibattito civile e politico cittadino. Che non si risolve trovando di volta in volta un colpevole (che c'è e va giustamente perseguito dalla magistratura), ma mettendoci in discussione tutti, cittadini, amministratori, forze politiche, realtà sociali e culturali, per individuare insieme le cause profonde di questa nostra realtà, per capire e poi proporre possibili soluzioni che ci consentano di affrontare, con un programma condiviso di medio e lungo periodo,  la sfida che ci porterà a cambiare lo stato di cose presenti. La strada è stretta e faticosa, ma scorciatoie non ce ne sono.

martedì 26 novembre 2013

Pedemontana: il modello di sviluppo del partito autostradale

Ricevo dall'Ufficio Stampa di Pedemontana Lombarda e segnalo ai lettori questo comunicato sull'incontro che si è tenuto ieri alla Borsa milanese. Il comunicato offre molti dati di conoscenza e consente di prendere atto del modello di sviluppo economico e sociale sul quale si basa l'ideologia autostradale nel nostro Paese. Un modello che rovescia sull'ambiente e sulla vita delle persone tutti i costi e le contraddizioni perché basato sul concetto di crescita illimitata dei consumi e delle merci, circolanti sul territorio just in time, cioè 24 ore su 24, 365 giorni l'anno.
Tutte le proiezioni e le stime economiche di Pedemontana Lombarda si fondano sulla affermazione dell'immutabilità e della convenienza di questo modello di sviluppo che i fatti dimostrano non essere più sostenibile né credibile. I volumi di traffico, qualità e quantità di produzione e lavoro, struttura sociale ed economica dell'area interessata vengono dati come immutabili nel tempo e gli interessi veri del territorio, dell'ambiente naturale e delle persone che lo abitano sono visti come ininfluenti e vengono schiacciati sotto le regole di un gioco in cui prevalgono a priori gli interessi intoccabili dei soggetti politici ed economici portatori di questa visione.

Comunicato stampa
Pedemontana, motore per la crescita del territorio, modello di sviluppo per l’economia reale.
Milano, 25 Novembre 2013 – Si è tenuto stamattina in Borsa Italiana l’incontro “Economia Pedemontana” organizzato da Pedemontana Lombarda con la partecipazione di AIFI, Associazione Italiana del Private Equity e Venture Capital; Università Carlo Cattaneo – LIUC; Fondazione Politecnico di Milano e Giovani Imprenditori Confindustria Lombardia.
Durante l’incontro i relatori hanno rilevato il ruolo e l’essenzialità delle infrastrutture, in particolare di Pedemontana, per il processo di sviluppo di un territorio e l’impatto socio-economico direttamente riconducibili all’implementazione di una arteria autostradale.
Pedemontana, il cui primo tratto verrà inaugurato nei primi mesi del 2014, al termine dei lavori collegherà cinque province (Bergamo, Monza e Brianza, Milano, Como, Varese), in un territorio abitato da circa 4 milioni di persone, dove operano oltre 300 mila imprese, che esprimono il 10 per cento del PIL nazionale.

“Nei primi tre anni dall'apertura dei cantieri - ha affermato Salvatore Lombardo, Presidente di Pedemontana Lombarda – l’infrastruttura ha assicurato nuovi posti e milioni di euro generati tra pagamento degli emolumenti, acquisto di materiali e saldo dello stato di avanzamento. In un momento caratterizzato da una caduta libera nel settore delle costruzioni, stiamo garantendo reddito a oltre 700 micro e piccole imprese che senza queste commesse sarebbero costrette a licenziare. A fronte dell’investimento previsto per le sole opere, l’occupazione totale (diretta, indiretta e indotta) attivata in fase di cantiere ammonta a quasi 40 mila anni-uomo”.
In vent’anni, Pedemontana offrirà al territorio l’indotto di 3 miliardi di Euro in opere, ogni chilometro sarà in grado di creare 900 nuovi posti di lavoro, 40 mila posti di lavoro in uno dei settori più colpiti dalla crisi, generando un incremento del pil stimabile in 210 milioni di euro, con un beneficio diretto sul fatturato delle imprese di più di 200 milioni di euro.

venerdì 12 luglio 2013

Città Metropolitana: più efficienza dei servizi e meno costi

Due abitanti della Grande Milano su tre giudicano positivamente l’istituzione della Città Metropolitana, poiché ritengono che possa coordinare i servizi migliorandone l’efficienza e riducendone i costi. Quanto ai criteri di elezione dei suoi organi direttivi, tre intervistati su quattro non hanno avuto dubbi: dovranno essere i cittadini a doverli eleggere.
E' quanto emerso da una ricerca dell’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione (Ispo), di Renato Mannheimer, sulle preferenze dei cittadini in merito all’Ente introdotto dalla Riforma del Titolo V della Costituzione. "Riteniamo che la creazione della Città metropolitana sia un passaggio cruciale per la Grande Milano, un’area conurbata senza soluzione di continuità - ha dichiarato il presidente della Provincia Podestà -. Al momento, a livello amministrativo, regna un’inaccettabile confusione, dettata dal fatto che molte competenze vengano riconosciute sia alle Province sia ai Comuni. Noi, invece, immaginiamo che il nuovo livello di governo possa fare chiarezza, limitando il proprio raggio d’azione a pochi ma concreti temi, come le infrastrutture, l’ambiente, la pianificazione territoriale, il trasporto pubblico, le politiche del lavoro e l’edilizia. L’obiettivo è quello di puntare all’efficienza dei servizi e a una più funzionale razionalizzazione dei costi". 
In tal senso, gli amministratori locali si augurano che Palazzo Chigi segua la strada più opportuna, evitando le scorciatoie tracciate dal governo Monti. "Era scontata la recente decisione della Consulta, che dava seguito a una riforma costituzionale con un semplice decreto legge - dice Podestà -. Adesso attendiamo di capire le intenzioni della maggioranza. Sappiamo che sono in ballo due testi (uno dei quali non prevede la Città metropolitana) e che occorre anche una legge ordinaria utile per gestire le 18 province commissariate".
Il dato più interessante dell’indagine Ispo è che il 75% dei cittadini intervistati richieda un sindaco metropolitano capace di rappresentare gli interessi di tutti i Comuni del Milanese. I cittadini, ai quali è già stata negata la possibilità di esprimere le preferenze alle politiche, desiderano, dunque, scegliere i propri rappresentanti. Il decreto “Salva Italia” prevedeva, invece, che i sindaci del territorio, insieme con i consiglieri comunali, indicassero i 16 rappresentanti dell’Ente introdotto dalla Riforma del Titolo V della Costituzione. In 4.500 avrebbero subito le imposizioni delle segreterie dei due maggiori partiti.

venerdì 5 luglio 2013

Territorio: proroga "elettorale" per il dirigente leghista

Con l'ennesima proroga "politica" decisa dal vicesindaco e assessore al Territorio, Gianluca Bogani, il discusso dirigente di sicura fede leghista, Michele Battel, è stato confermato nel suo incarico fino alla scadenza del mandato della giunta di destra padernese.
Ne dà notizia il blog dei condomini 167, Caraterramia, i quali definiscono questa proroga una "scusa" perché a loro giudizio non sarebbe dovuta alla necessità di seguire l'applicazione del PGT, come si scrive nella delibera, ma da quella di portare avanti la partita del riscatto dei diritti di superficie che finora ha visto il Comune scontrarsi con l'opposizione dei cittadini. 
Caraterramia scrive: "Ci saranno immediate conseguenze per i condomini 167 padernesi. Curiosamente la precedente proroga è coincisa, proprio ed incredibilmente nel senso della stessa giornata, con la firma della Determinazione del settore Pianificazione del Territorio n.° 938, con cui è stata affidata al solito consulente, da parte del dirigente arch. Battel, la redazione di nuove stime per la trasformazione del diritto di superficie in diritto di proprietà. Aspettiamoci a breve nuove iniquità?"
In effetti il motivo di questa ennesima proroga appare evidente. Il contratto originario tra il Comune e Battel prevedeva l'assunzione del tecnico "padano" a tempo determinato, dal dicembre 2010 al dicembre 2012, cioè fino all'avvenuta adozione del PGT. La prima proroga del contratto, dal dicembre 2012 al giugno 2013, era stata giustificata dalla giunta con l'esigenza di accompagnare il PGT nel passaggio dall'adozione all'approvazione definitiva, ma la motivazione di quest'ultima è palesemente legata alle esigenze elettorali di Alparone e Bogani.
I vertici politici della giunta, infatti, sono impegnati in una doppia sfida:  non solo cercare di chiudere in modo elettoralmente conveniente lo spinoso dossier dei "diritti di superficie" ma soprattutto riuscire a recapitare in tempo utile, entro la primavera 2014, i molti "regali" fatti a una vasta platea di clientes con un PGT che concede volumetrie a pioggia in tutti gli ambiti. 
A denunciare puntualmente la manovra della giunta è ancora una volta un Comitato di cittadini, mentre dovrebbe essere l'opposizione a farlo. I partiti della minoranza su questo fronte, si sono mossi a mio avviso in modo troppo soft. In Consiglio Comunale la battaglia è stata fatta, ma fuori dal Palazzo nessuno se n'è accorto e non bastano certo i pochi manifesti affissi in città dal PD ad informare e mettere in guardia i padernesi contro un PGT che consente di costruire anche in un Parco pubblico e trasforma le aree industriali in residenziali.
Va bene essere "responsabili" e sottolineare la propria identità di "forza di governo", ma le redini sul collo di Alparone alla vigilia delle elezioni mi sembra che vengano lasciate un po' troppo lunghe.

giovedì 13 giugno 2013

Un PGT fatto su misura della rendita fondiaria e della proprietà immobiliare

Ricevo da Gianfranco Massetti questo commento sul PGT che la destra approverà entro fine settimana nella più totale indifferenza della città, distratta dall'urgenza di più pressanti problemi. Ma il destino del territorio peserà su quello dei padernesi i quali sembrano non comprendere che il loro disagio è aggravato dal fatto di vivere in una non città che il piano di Alparone-Bogani condanna a rimanere immobile. Un territorio senza indentità nè futuro, un'area speculativa consegnata alla rendita e alla proprietà immobiliare.

PGT: un brutto traguardo
La Regione e la Provincia “demoliscono” il PGT di Bogani
L’approvazione definitiva del PGT è prevista per sabato 15 giugno. Appena in tempo. Il Centrodestra si vanterà di questo suo successo (noi si e voi no), presunto. Presunto perché non hanno fatto presto e bene, ma tardi e male. Dopo aver detto, nel 2009,che in qualche mese avrebbero terminato il PGT che il centrosinistra non era riuscito ad approvare, sono passati 4 anni, molte spese per approvare in via definitiva un PGT brutto, mal fatto, peggiorato nelle Controdeduzioni e bocciato da Regione e Provincia. Lo bocciano nella sostanza e lo approvano nella forma, potenza dell’ipocrisia filo leghista. Tre riflessioni.
Le controdeduzioni
Abbiamo più volte detto che il PGT, adottato nel dicembre 2012, aveva forti pecche. Per questo il PD ha prima fatto degli emendamenti per cercare di miglioralo e poi ha presentato delle Osservazioni, come prevede la legge. Queste osservazioni insieme ad altre 260 di cittadini, associazioni e partiti sono state viste dalla Giunta che nel “controdedurle” ha peggiorato la qualità del PGT adottato . Ulteriore consumo di suolo libero nel Parco del Seveso e nelle aree del Parco Grugnotorto; peggiorata l’alta trasformabilità, ampliata la possibilità di costruire nelle aree agricole e tantissimi regali puntuali. Perché ad osservazioni analoghe ci sono risposte diverse (Oss.122-123-124-125)? Perché certe aree industriali diventano ad alta trasformabilità ed altre no? Perché certe aree diventano subito edificabili ed altre solo con piani attuativi? Dov’è l’interesse pubblico in queste scelte? Unica nota positiva :la bocciatura generale del Polo scolastico di Calderara.
La Provincia
La Provincia da un parere di compatibilità condizionata con il PTCP ma fa numerosissime osservazioni . Ne riporto testualmente alcune. Chiede di “approfondire la trattazione dei centri storici motivando i discostamenti” , chiede di “precisare il complessivo sistema di tutti i vincoli compreso il perimetro del PLIS”, dice che “manca una definizione puntuale e organica di un progetto di rete ecologica comunale” e suggerisce una “generale revisione dell’impianto del quadro cartografico”. Afferma che si rende necessario “rivedere la strategia” del Piano dei Servizi, dice no alla “riduzione del PLIS per l’ambito di trasformazione AT8 e di rivedere quello del Villaggio Ambrosiano. Chiede infine di prevedere una quota di edilizia convenzionata di almeno il 20% nell’housing sociale. Le risposte? Evasive e al limite della legittimità.

lunedì 12 novembre 2012

PGT: l'idea di città del Partito Democratico


Il PD di Paderno Dugnano venerdì scorso ha organizzato all'Auditorium Tilane, il giorno dopo che la Giunta di destra vi aveva presentato la Valutazione Ambientale Strategica del suo PGT, un incontro per analizzare e commentare complessivamente il documento urbanistico che il Consiglio comunale dovrà discutere, emendare, approvare o respingere nei prossimi mesi.
La serata aveva questo preciso scopo. Non era prevista la presentazione contestuale delle proposte alternative del PD perché in questo caso non sarebbero bastate tre ore di incontro e anche perché queste proposte il Partito Democratico le aveva già illustrate nelle sue linee generali con un incontro che si è tenuto sempre in Tilane  il 15 aprile 2011, quando cioè si era iniziato a discutere nel merito le linee guida del PGT. Nella serata di venerdì scorso il PD invece ha segnalato come e quanto il piano urbanistico elaborato dall'amministrazione le ha ignorate e se ne discosta.
Le proposte del PD che confermano alcuni punti del PGT redatto dal centrosinistra nel 2009 (non approvato e accantonato dalla presenta giunta), in estrema sintesi erano e sono ancora le seguenti:
1.nessun consumo di territorio, ma bonifica e riuso delle aree dismesse
2.l’estensione e l’acquisizione di aree per i parchi urbani e sovracomunali
3.il benessere dei cittadini e il consolidamento dei caratteri di accoglienza, solidarietà e sicurezza sociale
4.la conferma del ruolo produttivo dell’economia locale. Priorità all’economia verde e all’economia della conoscenza
5.il recupero delle radici storiche e delle tradizioni che compongono le varie parti della città
6.la razionalizzazione ed il potenziamento del sistema della mobilità locale e intercomunale. Priorità al trasporto pubblico
7.la semplificazione delle regole nell’urbanistica e l’equità nel valore dei suoli
Per quanto riguarda le principali criticità padernesi, il PD dichiara che le nuove infrastrutture devono essere realizzate al servizio del territorio e non il contrario. Urgono scelte immediate, chiare e davvero innovative pertanto: si all’interramento della Rho-Monza, no all’ Inceneritore al Villaggio Ambrosiano, attenzione ai progetti della Mi-Meda, delle linee tranviarie ATM Milano-Desio e Milano-Limbiate e all’ampliamento dello scolmatore di Nord Ovest, no a nuove fabbriche a rischio e verifica del vecchio inceneritore di Incirano e delle attuali fabbriche che ricadono nella categoria "a Rischio di Incidente Rilevante".
L'approccio del Partito Democratico al PGT è molto diverso a quello della destra di governo perché si basa sulla convinzione che "Paderno Dugnano da sola non risolve i suoi problemi; per questo bisogna valorizzare la dimensione metropolitana del Nord Milano", mentre come è noto il PGT della giunta Alparone-Bogani è un documento avulso da questa realtà perché guarda ideologicamente in direzione della Brianza e non della "Città Metropolitana" di cui è parte integrante.

sabato 10 novembre 2012

PGT: un documento deludente, ambiguo e senza un progetto

Ieri sera all'auditorium Tilane il PD ha  analizzato e discusso puntualmente il Piano di Governo del Territorio presentato dall'amministrazione di Paderno Dugnano. 
"Lo giudichiamo un documento deludente, inadeguato, privo di un progetto e proprio per questo pericoloso per il futuro della città" hanno dichiarato in sintesi e con accenti diversi i quattro relatori (Massetti, Maestri, Grassi e Arcari) che hanno fatto le pulci alle parti del Piano che alla fine della serata e stato definito: "un documento inemendabile, da bocciare e respingere in blocco, al quale opporre le proposte alternative del Partito Democratico".
Ha dato inizio all'analisi del PGT l'ex sindaco e consigliere comunale Gianfranco Massetti che ha ricordato come "a causa dei tentennamenti e del non saper fare ci sono voluti tre anni, più di 200.000 euro e l’ assunzione di dirigente all’Urbanistica per rifare un PGT che era già pronto nel giugno 2009. Ma perché c’è voluto tutto questo tempo?" Il consigliere ha informato che il documento è stato presentato senza il coinvolgimento del Consiglio comunale e delle commissioni consiliari nonostante le promesse in questo senso. "Sembra anche senza il contributo di un parte grande della maggioranza che è in visibile sofferenza. Anzi una parte di questa, il PdL, dice esplicitamente in Commissione Territorio che se il PGT non cambia come vogliono loro non lo votano". Il merito del contendere sembrano essere concreti interessi non soddisfatti, aumento degli indici territoriali e licenziamento entro il 31 dicembre del dirigente all’urbanistica di fede leghista.
L’idea del sindaco e dell'assessore Bogani, secondo Massetti, è quella di approvare un PGT qualsiasi entro dicembre. Decidere il meno possibile e vincolarsi il meno possibile per accontentare la Lega e non scontentare parte del PdL. Svuotarlo il più possibile di contenuti per poi gestirli personalmente con i vari privati (accontentati o da accontentare) in maniera da accreditarsi come unici decisori ed interlocutori politici. Approvare insomma, a tutti i costi, un PGT “elastico” come è stato testualmente definito da sindaco e vicesindaco, per poi in futuro, passata la crisi economica e modificate le condizioni di mercato e in caso di vittoria del centro destra alle elezioni del 2014, procedere a realizzare quegli interessi edificatori che oggi restano nell'ombra, nascosti sotto la vaghezza delle parole.