venerdì 12 luglio 2013

Città Metropolitana: più efficienza dei servizi e meno costi

Due abitanti della Grande Milano su tre giudicano positivamente l’istituzione della Città Metropolitana, poiché ritengono che possa coordinare i servizi migliorandone l’efficienza e riducendone i costi. Quanto ai criteri di elezione dei suoi organi direttivi, tre intervistati su quattro non hanno avuto dubbi: dovranno essere i cittadini a doverli eleggere.
E' quanto emerso da una ricerca dell’Istituto per gli studi sulla pubblica opinione (Ispo), di Renato Mannheimer, sulle preferenze dei cittadini in merito all’Ente introdotto dalla Riforma del Titolo V della Costituzione. "Riteniamo che la creazione della Città metropolitana sia un passaggio cruciale per la Grande Milano, un’area conurbata senza soluzione di continuità - ha dichiarato il presidente della Provincia Podestà -. Al momento, a livello amministrativo, regna un’inaccettabile confusione, dettata dal fatto che molte competenze vengano riconosciute sia alle Province sia ai Comuni. Noi, invece, immaginiamo che il nuovo livello di governo possa fare chiarezza, limitando il proprio raggio d’azione a pochi ma concreti temi, come le infrastrutture, l’ambiente, la pianificazione territoriale, il trasporto pubblico, le politiche del lavoro e l’edilizia. L’obiettivo è quello di puntare all’efficienza dei servizi e a una più funzionale razionalizzazione dei costi". 
In tal senso, gli amministratori locali si augurano che Palazzo Chigi segua la strada più opportuna, evitando le scorciatoie tracciate dal governo Monti. "Era scontata la recente decisione della Consulta, che dava seguito a una riforma costituzionale con un semplice decreto legge - dice Podestà -. Adesso attendiamo di capire le intenzioni della maggioranza. Sappiamo che sono in ballo due testi (uno dei quali non prevede la Città metropolitana) e che occorre anche una legge ordinaria utile per gestire le 18 province commissariate".
Il dato più interessante dell’indagine Ispo è che il 75% dei cittadini intervistati richieda un sindaco metropolitano capace di rappresentare gli interessi di tutti i Comuni del Milanese. I cittadini, ai quali è già stata negata la possibilità di esprimere le preferenze alle politiche, desiderano, dunque, scegliere i propri rappresentanti. Il decreto “Salva Italia” prevedeva, invece, che i sindaci del territorio, insieme con i consiglieri comunali, indicassero i 16 rappresentanti dell’Ente introdotto dalla Riforma del Titolo V della Costituzione. In 4.500 avrebbero subito le imposizioni delle segreterie dei due maggiori partiti.

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