lunedì 21 ottobre 2013

Idee Comuni: un nuovo patto per la Partecipazione

Ricevo da Oscar Figus questa nota che riassume i temi dell'intervento sulla Partecipazione che svolgerà all'assemblea di Idee Comuni venerdì 25 ottobre alla Sala Splendor.
 
A mio avviso la partecipazione non può essere una concessione e va al di là dell’essere un diritto dei cittadini ma diventa necessariamente una necessità per chi amministra.
La complessità della realtà moderna rende impossibile una percezione totale, da parte di qualsiasi amministrazione o singolo leader, di tutti i problemi, le necessità, le questioni in campo.
Certo bisogna avere chiare le priorità tra le questioni che si intendono affrontare, ma le questioni vanno affrontate chiedendo il contributo sia di chi è toccato direttamente dal problema e, soprattutto, da chi, quel problema, lo affronta da sempre.
Affrontare le questioni da questo presupposto significa cambiare l’approccio con cui si governa: non governare i cittadini ma governare con i cittadini.
Che è cosa assai diversa dal riceverli, dall’ascoltarli, anche quando se ne tiene conto.
Naturalmente di primo acchito ci sono i cittadini già organizzati su un certo problema, con la loro visione verticale della singola questione per cui hanno anche in mente delle soluzioni, ma a tutti i cittadini - oltre che per decidere - devono essere forniti gli strumenti per conoscere, comprendere, farsi una opinione e – quindi – contribuire.
Gli strumenti sono quindi essenziali ma, come dicevo,  non può essere il loro numero la misura della partecipazione. Non basta ripristinare i consigli di quartiere o le consulte, è necessario formare, informare, misurare e scegliere continuamente: un nuovo patto per la partecipazione.
Con la revisione dello statuto che definisca gli obiettivi  e gli strumenti per la partecipazione e dia mandato all’amministrazione di divulgarne l’esistenza e l’utilizzo.
Perché la trasformazione della città, a maggior ragione in questi tempi difficili e complessi, passa necessariamente dalla creazione di un “ethos” condiviso e dal costruire insieme la nostra città futura.
 

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