mercoledì 18 settembre 2013

Vajont: ricordo di una strage in nome del profitto

Questa sera all'Auditorium Tilane verrà proiettato il film "Vajont - Orazione civile" di Marco Paolini per ricordare insieme la tragedia del Vajont, il crollo della diga che 50 anni fa seminò morte e distruzione nei paesi di Erto, Casso, Longarone, Castellavazzo facendo 2mila vittime. Questa estate alcuni degli organizzatori padernesi di questa serata hanno visitato i luoghi del disastro, tra loro Giovanna Baracchi che ci ha inviato questo personale ricordo della visita.
 
Gente ricca di umanità, gente con una forza d'animo inaspettata in quest'Italia cosi' diversamente "diversa". Questi giorni trascorsi con chi porta ancora addosso il dolore di non esser compreso per torti subiti anche anni addietro, mi ha reso una volta di piu' partecipe e soprattutto come diceva Vik (Vittorio Arrigoni) "human".
Ci sono momenti in cui il cuore smette di funzionare,si arresta non vuole ripartire per non accorgersi che fa male ascoltare lo sconvolgimento di chi ha vissuto tragedie di affetti e cose perdute per colpa di chi sapeva e poteva evitare.
"La vergogna di essere sopravvissuto ai miei familiari" queste le parole con cui Bepi ha iniziato il suo racconto, pacato, calibrando ogni vocabolo, dolorosamente il ricordo dello strazio di tutte quelle persone smembrate, di quei corpi denudati dall'onda del Vajont e soprattutto dal silenzio del "dopo" che nessuno ha mai avuto il coraggio di raccontare (voluto anche da chi ha lavorato perchè non avvenisse). L'abbandono, il rimanere in pochi a sostenere cause con tempistiche degne di paesi sottosviluppati non hanno scalfito la dignità dei pochi superstiti che sino ad oggi hanno resistito.Il maledetto profitto che continua ad influenzare le vite di tutti noi ha ucciso,continua ad uccidere senza che nessuno di noi possa rendersene conto...non è così ci siamo detti che non deve esser così.
Quando Bepi raccontava davanti a quella diga scuotevo la testa, scuotevamo la testa io, Lorena e Rossella venute da lontano per ascoltare, per ricordare, per testimoniare che esistono persone di una razza diversa: una razza umana.
Tina Merlin,Lucia Vastano, Paolini hanno avuto il coraggio di forare un muro, quel muro che era stato costruito per non concedere mai "udienza" a chi era considerato contadino o ignorante e soprattutto destinato a "pagare". Mi dico che non ho fatto nulla, solo km di strada. guidata assieme ad altre due donne, Lorena e Rossella da una grande forza, come quella di chi prima di noi ha trovato in nome di una giustizia che non c'è stata, come le scuse che mai sono arrivate o arriveranno ....Una lezione di vita che non scorderò.
(nella foto Bepi con me davanti alla diga del Vajont - 50anni dopo)

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