sabato 8 giugno 2013

Libri: a Paderno i lettori ci sono. Aspiranti librai cercasi


Oggi, alla Festa di fine Anno della scuola media Gramsci, come già in passato, ho gestito insieme a mia moglie, a mia figlia e altri genitori il banchetto della vendita di libri usati. Una vera svendita dal momento che i prezzi non superavano i 2 euro per i libri in brossura pesante (cartonati) e 1 euro per le edizioni più leggere ed economiche, fumetti (Tex, Topolino, Supereroi Marvel, 50 cent. l'uno o 1 euro tre.
Quest'anno a differenza degli altri anni la bancarella era molto sguarnita (i genitori non avevano donato molti volumi da vendere) e pochi erano i titoli esposti ad avere un possibile mercato.
C'erano i soliti best sellers di Grisham, Wilbur Smith, Ken Follet, e qualche Stephen King, Patricia Cornwell, qualche romanzo storico di Valerio Massimo Manfredi, una copia di Gomorra (la mia) vecchie edizioni di Vittorini, Svevo, Le Carrè. Ben tre (3) copie di "Tre metri sopra in cielo" dello spacciatore Moccia, uno sfigatissimo Fabio Volo, una raccolta di lettere inviate ad Alessandro Manzoni dalla moglie Enrichetta Blondel, un Durrenmatt in edizione "scolastica", e altri fondi di biblioteche domestiche.
Con mia grande sorpresa, nonostante l'offerta francamente molto povera, quattro ore dopo, alla chiusura della festa, l'incasso della bancarella era risultato superiore ai 50 euro. Sbalorditivo, se si tiene conto del costo stracciato dei libri e anche del fatto che quelli in vendita non erano proprio in ottime condizioni. Ciò dimostra che la domanda di lettura a Paderno Dugnano c'è, perché dunque chiudono le librerie? L'ultima a mollare è la libreria Natura Umana che dopo 8 anni di attività (aveva aperto nel settembre 2005) getta la spugna e se non trova nessuno disposto a rilevare l'esercizio entro fine giugno chiuderà.
Io sono tentato di buttarmi nell'avventura di tenere aperto questo presidio culturale, l'unico o quasi esistente in città, ma non lo posso fare da solo perché le mie sole forze non basterebbero. Insieme ad altri lettori di Padernoforum, ad altri iscritti al Circolo Culturale Restare Umani e ad altri cittadini amanti del rischio imprenditoriale, che considerano il libro e la lettura un bisogno irrinunciabile, sì, lo farei. Esiste a Paderno Dugnano qualche pazzo disposto a partecipare con me a questa impresa?

4 commenti:

Gianni Rubagotti ha detto...

Lascia stare librerie, negozi di dischi o videocassette o di qualunque supporto fisico per contenuti.
Oggi tramite internet i contenuti si ricevono gratis in digitale e pure il New York Times sembra moribondo per questo.

Vogliamo fare un negozio innovativo a Paderno? Facciamo una cooperativa per aprire un negozio di prodotti non imballati come quelli del franchising negozio leggero.
Vendendo i prodotti alla spina senza imballaggio (si riutilizza quello che si ha) riescono a fare prezzi anche inferiori a quelli dei supermercati oltre a far risparmiare il comune con minori rifiuti. Se ci pensi è la formula che ha avuto successo con la casa dell'acqua.

http://www.ilfattoalimentare.it/negozio-leggero-franchising-imballagio.html

carlo arcari ha detto...

Grazie Rubagotti, come sempre uno ti chiede l'ora e tu rispondi "porto pesci". Non ho chiesto suggerimenti per fare nuovi business, ma gente interessata a scommettere su una libreria a Paderno. Gli scettici sono molti, ma non si spiega come mai a Cinisello di librerie ce ne sono tre e perfino a Senago ce n'è una.

Gianni Rubagotti ha detto...

Per sapere perché altrove ci sono ancora librerie andrebbero studiate.

Ho visto da un parrucchiere alla moda un angolino dove si potevano comprare libri e dove si poteva prendere gratuitamente anche un fascicoletto con il primo capitolo di un libro (poi se piace uno compra i libro), partendo da un'idea del genere Saperi e Sapori di Incirano ha organizzato una serata riuscita di presentazione di un libro nella sua edicola-libreria.

Per quanto mi riguarda mettersi a vendere libri oggi è difficilissimo per chi non ha idee fortemente innovative come quelle di Prazzoli e si rischia di lasciarci parecchi soldi, anche perché mi pare che l'IVA sui libri stia per aumentare di molto.

Se l'obiettivo è un posto dove ci si possa trovare per incontri di valore culturale meglio il negozio leggero dove partendo dalla vendita di cibo senza imballaggio si possono poi vendere libri sull'alimentazione e fare incontri sul tema permettendo ai clienti di diventare parte di un gruppo.

carlo arcari ha detto...

Va bene Gianni, abbiamo capito che non sei interessato e che non ci credi. Non sei il solo né il primo. Grazie.