venerdì 15 marzo 2013

My-Loft debutta con la mostra “PACO” di Valerio Bispuri

Dal primo marzo, presso la Byline Photo Gallery, My-Loft inaugura la sua attività a Milano (via Ariberto, 31) con la mostra sul reportage realizzato da Valerio Bispuri, curata di Marco Pinna e Daria Battilana. Oggetto del lavoro è la “droga dei poveri”, il paco, che sta devastando i Paesi latinoamericani. Partner dell'iniziativa sono Echo Photo Agency del gruppo SGP, Witness Journal, FotoUp, e Fujifilm Italia, sponsor unico della mostra.


La droga dei poveri (di Marco Pinna)
Paco: dietro a un nomignolo innocente si nasconde una droga dagli effetti e dagli impatti sociali devastanti. Detto anche PBC (pasta base de cocaina), il paco è un prodotto di scarto della lavorazione della cocaina che si è diffuso a partire dall’inizio degli anni novanta soprattutto nei quartieri periferici di Buenos Aires e - in seguito - nelle favelas e nelle periferie di tutto il Sudamerica. Definito “la droga dei poveri” per il suo basso costo (una dose può costare meno di un dollaro), il paco è un prodotto di pessima qualità ed estremamente dannoso: lo scarto di lavorazione della coca destinata ai mercati europei e nordamericani viene mischiata con sostanze chimiche varie, cherosene, colla, veleno per topi, persino vetro in polvere, e distribuita nei quartieri più poveri dell’America Latina, dove i principali acquirenti sono i minorenni. Fumato come il crack, il paco ha un effetto di brevissima durata e porta all’assuefazione in tempi altrettanto brevi. In pochissimo tempo, chi è assuefatto si ritrova ad avere bisogno 50 o anche 100 e più dosi al giorno. Nei primi anni del millennio, in seguito alla crisi economica argentina, il consumo di paco è aumentato del 300% nel paese, creando un esercito di giovanissimi “morti che camminano” (così vengono chiamati coloro che lo usano) disposti a tutto pur di avere la loro dose, con effetti umani, sociali e sanitari devastanti per intere comunità. 
Valerio Bispuri è entrato con entrambi i piedi nel l’inferno dei morti che camminano, vivendo con loro, tra Argentina, Brasile e Perù condividendo la loro sofferenza e la loro vita nei ghetti periferici, fornendoci una documentazione senza pari su un fenomeno poco conosciuto ma non per questo meno allarmante; un fenomeno figlio della crisi economica che potrebbe espandersi anche nel mondo industrializzato

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