La richiesta di Favrin è retorica dal momento che non essendo io il Cerved o l'Istat, non
posso certo fare questo tipo di indagine. Mi sono limitato a
segnalare l'evidente parzialità di un giornale che
vorrebbe essere autorevole, ma non lo è dal momento che pur avendo
la possibilità di dare ai lettori un'informazione completa sul fenomeno (grazie alla collaborazione con la banca dati della Camera di
Commercio) sceglie invece di fornire un solo dato per
sostenere la campagna politica del suo editore.
La seconda critica mi viene da
Paderno City Radio, la web emittente messa in rete da qualche settimana. Nella sua rubrica "Blog
in radio" ha recensito anche Padernoforum e
parlando del commento relativo a Il Sole-24 Ore ha obiettato che la
mia critica non era giornalisticamente fondata. Secondo i due conduttori
del programma, infatti, la notizia dei fallimenti era più "importante e
significativa" di quella delle nuove aperture di aziende che
evidentemente essi ritenevano una notizia scontata. Insomma che nuove aziende nascano è un dato banale mentre se falliscono seguendo la naturale dinamica di mercato (come avviene normalmente) è
"emergenza".
Questa posizione che privilegia la
cattiva notizia sulla buona notizia mi appare molto superficiale perché non
aiuta a capire i fenomeni e darne una chiave di lettura credibile.
Per carattere e anche come giornalista sono portato a
ritenere il futuro una "notizia" più importante e
interessante del passato. Pertanto conoscere il tasso di natalità
delle imprese italiane in tempi difficili come questi, caratterizzati da una
crisi di sistema che è insieme nazionale e mondiale, mi sembra fondamentale per capire come sta cambiando
l'Azienda Italia e se, nonostante questo cambiamento epocale, nascono
ancora più imprese di quelle che muoiono, mi piacerebbe sapere che
tipo di imprese sono.
Questo tipo di informazioni mi attenderei di ricevere da un
grande giornale come Il Sole-24 Ore, non quel misero contatore dei
fallimenti che serve solo alla sua proprietà per rivendicare risorse con
le quali sostenere, non un modello innovativo di impresa e di business, ma il
vecchio modello già messo in crisi e superato dagli eventi, l'unico
di cui Confindustria dispone perché è anch'essa un'istituzione
arretrata e superata.
1 commento:
Caro Carlo,
non mi aspettavo certamente i dati da Te,ho scritto quel commento perchè i lettori non prendessero troppo sul serio quei numeri ma sopratutto nell'ingenua speranza che il Tuo blog fosse seguito dal Sole 24 ore e non è detto che non lo sia,in tal caso la Tua critica nei loro riguardi sarebbe rafforzata dal mio commento
ciao
pierino favrin
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