Il sindaco di Paderno Dugnano è un personaggio troppo prevedibile. Un tempo andavo in Consiglio comunale a seguire lavori dell’assemblea cittadina, ma da diversi mesi non ci vado più perché vederlo e ascoltarlo recitare la sue bugie a memoria mi risulta ormai insopportabile.
Dopo che ieri si era diffusa la notizia dell’arresto del padrone della Eureco attendevo con ansia il suo commento, che infatti non ci ha risparmiato. Così oggi la stampa ha potuto informarci che lui “non si stancherà mai di chiedere giustizia” per le vittime del lavoro nero e del profitto illecito. Lui, che per i superstiti e le famiglie delle vittime non ha mai fatto niente.
Questa non è una mia opinione, ma è purtroppo una realtà che gli stessi lavoratori Eureco e le loro famiglie denunciano da tempo. Come hanno fatto ancora sabato scorso al concerto di solidarietà organizzato allo Splendor, manifestazione alla quale nessun esponente della sua giunta, meno che mai lui (e nessun giornalista), si è degnato di partecipare.
Ecco un estratto del discorso pronunciato in quella occasione:
“Ora le famiglie delle vittime e i lavoratori superstiti sono rimaste senza sostentamento e quindi la loro situazione economica è veramente disagiata. Le istituzioni li hanno abbandonati a parte due eccezioni: l’ex sindaco di Limbiate che ha dato una casa ad Erion, l’attuale sindaco di Limbiate che attraverso i servizi sociali sta aiutando Antonella, compagna di Salvatore Catalano, ed il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia che sta deliberando un fondo di sostegno affitto ed un permesso di soggiorno speciale per Margarita Shehu.
Il sindaco di Paderno invece, nonostante le varie sollecitazioni fino ad ora non ha voluto dare aiuti economici, ha dato solo onorificenze. Noi crediamo che il miglior modo di onorare i morti sul lavoro è quello di sostenere le loro famiglie e non costringerle a rivolgersi alle associazioni assistenziali per mangiare”.
Chiacchiere e foto ricordo, letterine a Gesù bambino, parole vuote, calderine alla memoria, ecco cosa ha fatto di concreto per le vittime della Eureco, il sindaco Marco Alparone.
Ha cominciato subito a “lavorare per loro” dopo la tragedia dichiarando ai giornali, per zittire chi cominciava a fare domande scomode: "Sono indignato che di fronte al dolore umano si faccia polemica politica. L'azienda era in regola ed era in possesso di tutti i regolari permessi per operare in sicurezza su questo sito". E ha coerentemente continuato su questo tono, minimizzando i fatti accaduti, negando una sala pubblica a chi voleva fare un’assemblea cittadina per informare i padernesi, arrivando ad opporsi fermamente alla creazione di un fondo di solidarietà per le vittime e le loro famiglie indigenti, con la motivazione farisaica che questo fondo sarebbe stato “ingiusto nei confronti degli altri poveri della città” cioè decidendo, per non aiutarli, di non aiutare nessuno.
Oggi che il titolare della Eureco, l’azienda della morte che per lui era “in regola”, è finito in carcere con 21 reati di cui rispondere, ha ancora la faccia tosta di presentarsi a noi come il difensore dei cittadini. Ma la cosa non mi sorprende: come dicevo all’inizio, il sndaco Alparone è un tipo molto prevedibile.
4 commenti:
Una piccola proposta concreta: il Comune dice che non ci sono soldi per aiutare le vittime dell'Eureco?
Ok, ho sentito un assessore mesi fa dire che ci sono tele d'arte moderna anche di un certo pregio in municipio.
Perché non metterle all'Asta con lo specifico intento di aiutare queste vittime?
Il municipio sarà così meno "bello" ma più amato.
pensate a tutti gli altri padernesi disagiati, che pur non avendo avuto una simile tragedia non avranno mai il risarcimento per la scomparsa dei loro cari. Le vittime Eureco prima o poi invece la riceveranno.
Mi sento obbligato a intervenire.
Ognuno decide quello che vuole fare e se ne assume la responsabilità.
Però non mi venite a dire che ci sono altri padernesi disagiati perché la sento spesso e sembra tanto una scusa: sono troppi quindi non possiamo far nulla per nessuno.
Cosa riceveranno le vittime Eureco ? il risarcimento per avere avuto un marito o un padre morto bruciato al lavoro per poco più di mille euro al mese ?
Il disagio non si combatte con la conta dei bisognosi si combatte rimboccandosi le maniche e facendosi carico dei problemi.
Il disagio si combatte con la cultura dell'accoglienza, con il rispetto della dignità, con la pratica della solidarietà, con il mettere al centro le persone e non il guadagno.
Il disagio si combatte creando lavoro.
Conosco un Uomo, ha una piccola azienda quindi è un imprenditore, ma è uno strano, non ha il cayenne gira in furgone, fa lavorare persone con problemi, il più delle volte problemi psichici, seguiti dai servizi sociali.
Per ognuno di loro ci deve essere una persona normodotata che controlla quello che fa e in due - spesso - producono meno di quanto farebbe una persona "normale" da sola.
Riceve qualcosa dai comuni ma non ci si paga neppure lo psicologo - che devi avere presente in una situazione del genere - eppure da loro una paga, perché un lavoro per essere dignitoso vuole un salario.
E' in difficoltà perché i comuni tagliano su tutto ma soprattutto perché troppe persone (grazie a Dio non tutte) hanno rinunciato a farsi carico dei problemi degli altri. Vogliamo mettere il telefonino ultima generazione a Natale ?
C'è disagio e disagio ma purtroppo la soluzione non è mai il risarcimento o quattro soldi una-tantum, la soluzione è attenzione al problema, è aiutare a trovare una casa o un lavoro a volte anche solo avere la solidarietà di qualcuno e non sentirsi abbandonati.
Le parole di Oscar dovrebbero far riflettere, soprattutto coloro che cercano sempre tante scusanti di fronte a chi è in seria difficoltà.Le nostre paure, fomentate da questa continua propaganda contro tutto cio' che è diverso,sconosciuto, ci hanno portato a non guardare mai oltre il ns.piccolo e curato orticello ...per fortuna esistono ancora persone che hanno a cuore "l'umano" e che al di là di ogni colore politico cercano di risolvere o di creare diverse opportunità ,poichè come sottolinea Oscar il rispetto della dignità,la cultura dell'accoglienza insegnano a costruire sempre un futuro diverso
Giovanna Baracchi
Posta un commento