Comunicato stampa del Comitato di sostegno ai famigliari delle vittime e ai lavoratori Eureco
Basta morti sul lavoro e per lavoro
Le accuse gravissime che hanno portato al recente arresto del titolare dell’Eureco non fanno che aumentare la rabbia per ciò che è successo poco più di un anno fa.
Il trattamento di rifiuti pericolosi senza le dovute autorizzazioni, l’assenza di formazione specifica per gli operai, le truffe sui rifiuti organizzate in mancanza delle più elementari misure di sicurezza e la consapevolezza delle gravi carenze nella sicurezza dell’impianto ci fanno chiedere, pur nel rispetto per il lavoro della Magistratura, se l’accusa di omicidio colposo, la più grave tra i ventidue capi d’imputazione, sia sufficiente e non piuttosto opportuna quella di omicidio volontario, come per la ThyssenKrupp di Torino.
Non per vendetta ma per giustizia, perché si smetta al più presto di pensare che gli incidenti sul lavoro siano inevitabili, che il rispetto delle regole sia opzionale, che la responsabilità non esista e, soprattutto, che il guadagno venga prima della vita e della salvaguardia della salute.
E ricordiamo i loro nomi perché non sono numeri su una statistica che qualcuno riesce anche a sbagliare: Sergio, Arun, Salvatore e Leonard sono morti bruciati.
Fernanda, Majlinda, Antonella e Margarita e i loro figli non li vedranno più tornare a casa.
Erjon, Ferit, Lulzim e Kasem sono sopravvissuti ma hanno perso il lavoro e la possibilità di un sostentamento.
Erjon, Ferit, Lulzim e Kasem sono sopravvissuti ma hanno perso il lavoro e la possibilità di un sostentamento.
I vivi sopravvivono con difficoltà, i morti hanno una targa.
Noi, insieme a loro ma non solo per loro, chiediamo giustizia.
Comitato di sostegno
ai famigliari delle vittime
ed ai lavoratori Eureco
ed ai lavoratori Eureco
Nessun commento:
Posta un commento