sabato 24 settembre 2011

Lares, la ripresa europea del settore è arrivata

Sul sito del presidio dei lavoratori Lares leggo questa riflessione fatta da un ex dipendente dell’azienda, basata su una sua ricerca personale inerente la situazione dell'industria dei circuiti stampati, il settore in cui operava la Lares. La crisi della microelettronica europea e mondiale c’è stata, ma già nel 2010 la tendenza si era invertita e la ripresa si era fatta sentire. La fine di Lares dunque non era inevitabile come molti, soprattutto tra i rappresentanti delle istituzioni, hanno affermato, e salvare la produzione a Paderno Dugnano era possibile. Sarebbe ancora possibile. E’ un problema di volontà politica. Ma chi governa la politica a Paderno Dugnano, in Provincia di Milano, in Lombardia e in Italia?

Da tempo  seguo su vari siti specializzati l’andamento del mercato che riguarda la costruzione dei circuiti stampati. Certamente, curiosare nei siti non è come lavorare in fabbrica, dove osservando la  pressione dei clienti ad aumentare o a diminuire i lotti in lavorazione,  le richieste di allungamento o di accorciamento dei tempi di consegna e la loro programmazione, giorno per giorno si poteva "tastare il polso" della produzione. Ciononostante, anche la rete riesce ad essere un ottimo strumento di osservazione e dalle mie ricerche risulta che tutte le aziende europee (quelle rimaste) abbiano recuperato ed aumentato la produttività già dal 2010. Secondo la mia modesta opinione, se la nostra fabbrica fosse stata ancora in piedi, anche noi avremmo goduto di questa nuova spinta dei mercati. Come ben sapete il calo di produzione che noi avevamo subito nel 2009 non era esagerato, quindi per dirla con una frase a noi italiani ormai molto familiare: “avremmo potuto uscire dalla crisi prima e molto meglio degli altri”. Un’altra cosa che leggo sempre sul web, è che delle multinazionali come Jabil, Flextronic , Celestica, (quest’ultima sta ricevendo finanziamenti dal governo spagnolo per mantenere lo stabilimento a Valencia) costruiscono nuovi stabilimenti in Ungheria, Slovacchia e  Polonia. Queste fabbriche servono per montare componenti elettronici, (ems) quindi grandi utilizzatori di circuiti stampati. Io mi chiedo come mai queste multinazionali non vengono  in Italia? Anzi quelle poche realtà rimaste vedi ex Nokia Siemens e Italtel sono in grosse difficoltà. Che fine farà il comparto dell’elettronica in Italia? E pensare che negli anni novanta eravamo tra i maggiori produttori in Europa! Il nostro paese ha un bisogno urgente di una seria politica del lavoro , di professionisti preparati anche tecnicamente per attuare quel rilancio industriale di cui tanto si parla ma poco si fa, e io mi domando se tra i nostri politici ci sia almeno un ingegnere elettronico  o perlomeno un perito, o se ciò che sanno fare sia sempre il solito, inutile cumulo di  chiacchiere. La Lares, come del resto anche la Metalli Preziosi, aveva ancora un futuro davanti , ma nonostante la protesta dei lavoratori, di queste due grandi realtà industriali di Paderno Dugnano, sono rimaste solo le macerie.
M. R.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Caro M.R., avendo io provato in prima persona le porcherie attuate da Nokia Siemens in Italia, mi sento di confermare assolutamente la tua analisi: avremmo tutti già potuto essere nuovamente in pista, perchè questa "crisi", almeno per i settori che tu hai citato, è stata solo una scusa per delocalizzare, per fare più profitto, non per salvare attività in perdita. Col beneplacito del Governo, a tutti i livelli: dai ministri fino all'insignificante assessore Del Nero della provincia di Milano, che meglio farebbe ad occuparsi delle menate di CL da cui proviene...
ciao.

P.F.