La partita infinita della Rho-Monza è giunta ai tempi supplementari, ma andrà giocata fino in fondo mettendo in campo
tutto il meglio che la squadra dei cittadini può esprimere.
Serravalle, la sua arrogante e tetragona
sicurezza e i suoi tifosi nelle
istituzioni locali urlano più forte che mai, ma i loro slogan
ripetuti con tracotanza lasciano ormai intravedere il timore di una sconfitta che potrebbe
venire fischiata dall'arbitro Expo il quale ha già espresso forti dubbi
sulla loro condotta di gioco ed è tentato di estrarre il cartellino
rosso.
Ieri sera all'assemblea dello Splendor
convocata dal Comitato per l'interramento, i padernesi hanno appreso
di non essere alle corde. Nonostante il governo abbia deciso di
andare avanti dando fiducia a Serravalle e avallando le sue
affermazioni, la partita è tutta da giocare perché a non credere
più all'inaffidale progetto della società autostradale milanese è
proprio il responsabile infrastrutture di Expo, Antonio Acerbo, che
ricopre le funzioni di garanzia e controllo dell’andamento delle
opere essenziali e delle opere connesse che sono oggetto del Tavolo
Lombardia.
Egli ha infatti espresso con chiarezza
tutti i suoi dubbi nei confronti del "delirante"
cronoprogramma secondo il quale Serravalle riuscirebbe a realizzare
l'intera opera in 400 giorni lavorando giorno e notte a partire da
fine febbraio, e ha chiesto all'azienda "un piano B", cioè
una soluzione alternativa che garantisca l'inizio di Expo senza venire bloccati da un cantiere aperto.
E questo "piano B" gli è stato prontamente fornito al tavolo tecnico,
ancora una volta dai padernesi.
Il piano redatto dall'ing. Calcinati,
già coautore del progetto di riqualificazione con interramento fatto
proprio dai cinque Comuni attraversati dal tracciato, consiste nel
raddoppio dei due svincoli tra la Rho-Monza e la Milano-Meda e tra la
Milano-Meda e la Tangenziale Nord, e nella creazione di una terza
corsia nei due sensi di marcia che permetterebbe, usufruendo dei
manufatti esistenti, di alleviare le code fino a dopo la
manifestazione nel 2015.
La partita, insomma, continua serrata e il
Comitato ha confermato l'intenzione di presentare (con il sostegno
economico dei cittadini: 20mila euro) un ricorso al TAR contro il
progetto Serravalle, che si affiancherà a quello che verrà
presentato dal Comune di Paderno Dugnano, il quale per bocca del
Sindaco ha lasciato intendere che, dovessero mai aprirsi
i cantieri, farà di tutto legalmente per rallentarne l'attività
facendola monitorare strettamente da Polizia Locale, ASL e Arpa. Un modo per convincere anche Serravalle che se pretende di imporre con
la forza la sua volontà alla nostra città non riuscirà a portare
a termine l'opera in tempo.
Ieri sera all'assemblea hanno
partecipato circa 200 persone, il sindaco e il vicesindaco, gli
onorevoli Casati (PD) e De Rosa (M5S) tristemente famoso per i suoi
insulti sessisti contro le parlamentari del Partito Democratico alla
Camera.
La cosa che più colpiva osservando il
comportamento dell'assemblea era la netta differenza tra la grande
qualità civica e professionale espressa dai cittadini e
l'atteggiamento estraneo, nemico, per non dire altro, delle
istituzioni nazionali, l'impotenza della politica divisa tra chi cerca senza
riuscirci di difendere le ragioni dei cittadini e della democrazia e
chi incapace di far altro strilla e insulta tutto e tutti senza
cavare un ragno dal buco.
Mentre ascoltavo la relazione
dell'architetto Allegro sui ben tre progetti di riqualificazione
della Rho-Monza realizzati da lui per conto del Comitato per
l'Interramento in cinque anni di lavoro a favore del bene comune, la
relazione dell'ingegner Porati sui dati epidemiologici e gli effetti
dell'inquinamento da traffico sulla salute delle persone e anche la
ricerca sul deprezzamento del valore degli immobili nella zona Sud di
Paderno presentata pro bono da un operatore immobiliare del Gruppo
Tecnocasa, non potevo fare a meno di ammirare le virtù civiche dei
miei concittadini, boni viri, e disprezzare il governo, mala bestia.
Una mala bestia che non governa perché non ci vuole rappresentare.
L'altra cosa evidente emersa ieri sera con grande chiarezza è
che a governare la vicenda Rho-Monza non sono il Consiglio comunale di
cinque città, il Consiglio provinciale di Milano, il Consiglio
regionale della Lombardia e nemmeno il Ministro dell'Ambiente che
chiedono di realizzare un'autostrada "sostenibile", ma
Serravalle e il gruppo di potere economico pubblico-privato che la
sostiene deciso a imporre i suoi interessi passando sopra
alla volontà di milioni di cittadini lombardi, milanesi e del Nord Milano, rappresentati dagli enti locali.
E questo rivela lo stato pericoloso
prima ancora che inaccettabile in cui versa la nostra fragilissima
democrazia e fa apparire i padernesi come uomini forti, belli e
magnanimi difensori del bene pubblico di fronte a orchi velenosi e
ributtanti nemici dell'umanità.
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