La
data di presentazione delle firme per le candidature alle primarie
civiche del centrosinistra in Lombardia, (che si terranno il 15
dicembre) è stata spostata di una settimana. Lo ha deciso il
comitato promotore, nella prima riunione che si è tenuta nel
pomeriggio di sabato 17 al Pirellone. Nominato presidente del
comitato, il sindaco di Lecco, Virginio Brivio. Finora hanno
annunciato la loro candidatura Umberto Ambrosoli, Alessandra
Kustermann, Roberto Biscardini, Andrea Di Stefano e l'ha ritirata Fabio Pizzul che aveva già raccolto le firme necessarie dopo aver parlato con Ambrosoli.
Le
cose che sembra accomunare le primarie nazionali e lombarde del
centro sinistra sono la proroga (della consegna delle firme) e la
deroga (degli statuti dei partiti). Insomma la nuova istituzione politica introdotta da Prodi nel 2005, viene
stiracchiata da tutte le parti e non ha ancora una fisionomia
precisa. C'è chi la considera una strategia di selezione della
classe dirigente delle forze politiche del centro sinistra basata
sulla scelta diretta degli elettori (come avviene in america) e c'è
invece chi considera le primarie un mezzo per allargare il consenso e la
partecipazione coinvolgendo i cittadini. C'è chi le usa come un
grimaldello per scardinare gli equilibri interni del PD senza passare
per il congresso, c'è infine chi sottende allo strumento una nuova
idea di partito, ridotto a organismo "di servizio", che non
elabora programmi di governo perché costruito sull'idea "nuova"
che questi sono prerogativa esclusiva dei candidati sostenuti da
gruppi di interessi sociali ed economici in competizione. Negli Stati Uniti ad
esempio accade proprio questo, ma gli interessi che sostengono le
diverse candidature finanziandone le campagne elettorali sono palesi
e trasparenti (leggi federali regolamentano le lobbies), mentre da
noi questo è ancora poco chiaro tanto è vero che i gruppi di
interessi formalmente non sono in gioco e non tutti i finanziatori sono noti.
Io
sono un sincero democratico e nello strumento delle primarie ci
credo. Osservo però che ci vuole davvero molta fede
nella democrazia e nella provvidenziale capacità di scelta dei
cittadini (i quali non sanno niente, ma miracolosamente capiscono
tutto) per non farsi prendere ogni tanto dai dubbi.
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