Riporto qui
sotto l'intervista che dimostra come i dirigenti del Partito Democratico in Lombardia abbiano scelto di cavalcare la contraddizione di un partito che è "aperto" nei fatti, dal momento che non ha ancora una forma compiuta, e scommettere proprio sulla sua debolezza per conquistare consensi in un momento di crisi generale della politica.
La scelta alla prova del voto potrebbe rivelarsi quella giusta, ma anche no. In verità è molto rischiosa e quasi avventurista al netto delle suggestioni. Il punto debole è che si chiede ai militanti del PD di non esercitare il loro ruolo di iscritti esprimendo democraticamente il proprio orientamento su questa strategia se non al momento del voto alle primarie. Ma se un militante non può scegliere mai niente e deve accettare scelte calate dall'alto che non può discutere e condividere prima, perché dovrebbe continuare a lavorare per un partito che lo relega al ruolo di "gentile organizzatore", cioè di manovale al perenne servizio di candidati non condivisi?
La scelta alla prova del voto potrebbe rivelarsi quella giusta, ma anche no. In verità è molto rischiosa e quasi avventurista al netto delle suggestioni. Il punto debole è che si chiede ai militanti del PD di non esercitare il loro ruolo di iscritti esprimendo democraticamente il proprio orientamento su questa strategia se non al momento del voto alle primarie. Ma se un militante non può scegliere mai niente e deve accettare scelte calate dall'alto che non può discutere e condividere prima, perché dovrebbe continuare a lavorare per un partito che lo relega al ruolo di "gentile organizzatore", cioè di manovale al perenne servizio di candidati non condivisi?
"In questa settimana abbiamo
dimostrato il vero valore di un partito come il nostro, che si mette
a disposizione di una proposta di cambiamento, lo fa con generosità
e con lo stile giusto, senza perdere di vista gli obiettivi: uno era
quello di fare le primarie, e si faranno. Dovremmo però ricordarci
tutti che per vincere siamo fondamentali, ma non sufficienti".
Maurizio Martina, segretario
lombardo del Pd: nel suo partito, in generale a sinistra, molti
criticano la sua decisione di trasformare le primarie del
centrosinistra in base alla richiesta di Umberto Ambrosoli.
"Ho sempre compreso i dubbi e gli
interrogativi, anche nel mio partito, certo, ma il percorso che ora
si delinea non è poi diverso da quello immaginato da un anno e mezzo
a questa parte, da quando ci sono state le prime vittorie
amministrative del centrosinistra: i partiti che si aprono alla
società civile e che lavorano assieme per offrire un'alternativa di
governo. Ha ragione Ambrosoli quando dice: andare con i partiti oltre
i partiti. E questa la scommessa vera".
Quindi non condivide il timore di chi
vede un'eccessiva apertura al centro come un tradimento dei valori
della sinistra?
"No, a patto di riuscire a
costruire un progetto di cambiamento attorno ad alcune parole forti -
un programma chiaro, coerente, con priorità serie - che possono
coagulare il centro e la sinistra, anche se questi sono schemi del
passato, insufficienti: dopo 18 anni di formigonismo, nessun
cambiamento è possibile con soluzioni ordinarie. E nella situazione
attuale dobbiamo offrire una casa a tutta quella gente che è fuori
dalla logica Pdl-Lega. dobbiamo dimostrare di poter governare una
Regione con un bilancio di 27 miliardi di euro e una complessità
mostruosa, non la bocciofila del quartiere".
Lo dice a chi, a sinistra, critica gli
eccessi di civismo?
"Lo dico a chi dà per scontata la
vittoria e si avvita su discussioni interne: sta passando l'idea che
la strada sia in discesa, che tutto sommato la vittoria è già
certa. È chiaro che si respira un clima diverso, ma dobbiamo
ricordarci che è finito un ciclo politico molto lungo, ma che è
entrato profondamente nel tessuto sociale. La battaglia contro il
centrodestra sarà durissima, le tenteranno tutte".
Quali sono i primi passaggi importanti
che il patto civico dovrà fare?
"Intanto dobbiamo portare questa
proposta forte oltre Milano: le periferie, le province, i territori
devono vederci in carne e ossa, per conquistare tutta la Lombardia
dobbiamo uscire da qui. Ma soprattutto dobbiamo capire noi per primi
che la vera priorità, drammatica, di questa Regione è il lavoro. se
noi non incrociamo quel bisogno non possiamo capire il cambiamento
necessario".
Lei ieri era a Cremona con Ambrosoli.
Cosa vuol dire?
"Io credo sia il tempo di fare
delle scelte, si lavora correttamente sapendo che chi vince è il
candidato di tutti, ma è giusto che ognuno si spenda liberamente per
la candidatura che ritiene migliore".
Il sito delle primarie si chiamava già
"pattocivicolombardia". Lungimiranza o botta di fortuna?
"Giuro, la prima".
1 commento:
Devo correggere quanto scritto prima (per questo l'ho eliminato):
dopo il fratello che dice su facebook che era andato in un posto per gonfiare di botte un avversario politico (e lei ne ride) e dopo il consigliere di quartiere di Di Maio che entra nel meetup (lei lo saluta come un vecchio amico) la Carcano manca solo che inviti la donna barbuta e Napo Orso Capo. Quanto al pagliaccio la ringrazio di avermi chiamato così. Ricordo che chi conosce un po' il mondo circense sa che i pagliacci sono persone molto profonde e se fanno ridere lo fanno volontariamente. Sono d'accordo con il Signor Anonimo sul fatto che manchino persone del genere nel meetup di Paderno Dugnano, perlomeno per quelle che ho conosciuto io...auspico sempre che arrivino forze nuove più simili a Pizzarotti...ma inizio a perdere la speranza.
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