martedì 1 aprile 2014

Berlinguer, il leader più amato

Enrico Berlinguer è stato il segretario più amato del Partito Comunista Italiano. Su di lui è stato costruito dal popolo di sinistra degli anni 70/80 un moderno culto della personalità.
Non basato sull'ammirazione reverenziale che i militanti usciti dall'esperienza tragica della lotta clandestina al fascismo, della Resistenza partigiana e della guerra fredda ebbero per Togliatti,non a caso detto "il migliore", ma un culto basato sull'affetto spontaneo e sincero provato da milioni di iscritti e simpatizzanti per un figlio prediletto del partito. 
Sardo, di famiglia nobile catalana, con un padre parlamentare socialista che lo presentò giovanissimo a Togliatti il quale nel 1949 lo volle segretario della Federazione Giovanile Comunista e ne seguì da vicino la formazione politica. Divenuto parlamentare nel '68 e poi segretario del PCI nel 1972, la sua gestione del partito fu caratterizzata da grandi svolte, l'eurocomunismo, il compromesso storico, la questione morale, che portarono il PCI vicino al sorpasso sulla Dc.
Nemmeno il declino della sua politica che dalla fine degli anni 70 fece perdere consensi e centralità al partito (non era riuscito a intercettare e prevedere l'impatto delle nuove spinte sociali, i movimenti femministi, omosessuali, diritti civili, rivolta dei nuovi ceti medi, ristrutturazione tecnologica e industriale, ecc) scalfì il mito di Berlinguer all'interno del PCI che raggiunse il massimo dopo la sua morte avvenuta dopo un malore durante un comizio a Padova nell'84. Il plebiscito per lui, candidato alle elezioni europee che si tennero pochi giorni dopo il funerale, fa la sua apoteosi. 
Molti ancora ricordano la canzone che gli dedicò Antonello Venditti nel 1991, "Dolce Enrico" e il film di Bertolucci, "Berlinguer ti voglio bene", interpretato da Roberto Benigni nel 1977. Da non mancare dunque il film di Walter Veltroni, "Quando c'era Berlinguer" in programma a Metropolis 2.0 da venerdì 4 aprile. Il suo valore sta nella passione di chi l’ha ideato e realizzato e nel racconto partecipe di chi ha conosciuto e lavorato con Berlinguer, di chi gli è stato vicino o lo ha apprezzato come leader politico. Le testimonianze raccolte nel film, a partire da quella del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il grande lavoro di ricerca e documentazione portano alla luce lo spessore politico e umano del'uomo politico, in un periodo storico difficile e travagliato per il nostro Paese, stretto tra la rivolta di Bologna '77 e la marcia dei 40mila a Torino nel 1980.
Non è una biografia completa, ma il racconto del modo in cui la sua opera  è stata vissuta da un ragazzo di allora, il giovane Veltroni. È il racconto della solitudine del leader e dei suoi successi (e delle sconfitte), in una chiave narrativa che ha cercato di saldare i ricordi personali dell’autore con i ricordi dei protagonisti del tempo.

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