venerdì 13 dicembre 2013

Visti dagli altri: lo Stil Nuovo renziano tra Dante e Twitter

Quando accadono in Italia grandi eventi relativi a politica e società, non manco mai di leggere sul settimanale Internazionale, la rubrica "Visto dagli  altri" per capire come il resto del mondo ci giudica.
Il numero  del 6 dicembre, in edicola venerdì scorso, cioè  due giorni prima delle primarie del PD,  ha dedicato la sua copertina a Matteo Renzi, nuovo segretario del Partito Democratico, è lo ha fatto pubblicando sette articoli di altrettanti giornalisti stranieri.
Articoli molto interessanti perché ci forniscono punti di vista differenti e disinteressati, indicando come vedono dall'estero il personaggio che gli elettori democratici considerano l'uomo del futuro. Leggendoli si scopre che per ora l'opinione pubblica straniera ha di Renzi un'immagine sfocata. Lo considera un rottamatore che in realtà non ha rottamato niente perché ha soltanto raccolto i cocci di un partito la cui classe dirigente si era già auto rottamata. Un aspirante leader che deve ancora dimostrare di non essere l'ennesimo parolaio italiano.
Il primo articolo della cover story, di cui pubblico un breve passaggio, è firmato da Michael Braun, corrispondente del quotidiano berlinese Die Tageszeitung e parla dei rischi che corre il PD renziano:  "Non è dato sapere dove andrà il Pd sotto la guida di Renzi – osserva -. Ma un grande rischio c'è: che l'unico partito strutturato rimasto sulla scena diventi a sua volta un movimento amorfo e funzionale al suo leader forte".
Andrea Vogt, giornalista americano che vive e lavora a Bologna, sempre occupandosi del nuovo posizionamento del PD, scrive: "Dopo anni di continui cambiamenti c'è un candidato che potrebbe trovare la chiave di volta collocandosi al centro".
Irene Hernandez Velasco, corrispondete de El Mundo sottolinea i limiti "caratteriali"del neosegretario democratico: "Renzi è un giovane astuto e abile, ma secondo alcuni analisti è superficiale e ha poca esperienza di governo. Il suo problema principale è lui stesso. Finirà come Veltroni che attaccava il governo Prodi un giorno sì e l'altro pure e poi perse le elezioni?".

Il corrispondente di Liberation, Eric Jozsef, avverte "Non avendo sfruttato a fondo l'ultimo anno trascorso per elaborare una proposta politica con una visione di lungo termine, preferendo giocare sulle intuizioni (alcune azzeccate), Renzi, dovrà riuscire a restare in sintonia con il Paese".
Stephan Foris, collaboratore di Time, Bloomberg-Business Week e altre testate scrive di lui: "Un grande oratore dalla retorica un po' scialba, non ha l'eloquenza che dovrebbe avere una persona che aspira a essere il politico del cambiamento. Non spicca neanche per le sue idee politiche. In Italia non è difficile fare buone proposte, il problema è metterle in pratica. O manterrà le promesse o passerà alla storia come l'ennesimo politico chiacchierone neanche tanto capace".
Il giornalista inglese, Lee Marshall, che vive e lavora in Italia, giudica la sua attività di sindaco e conclude: "Da sindaco ha fatto cose buone, ma sembra più interessato ai grandi progetti che a risolvere i problemi quotidiani". E parla di un Renzi che si pavoneggia davanti alle telecamere presentando il nuovo Teatro  dell'Opera mentre il "suo" Maggio Musicale Fiorentino sta miseramente fallendo.
Mads Frese, corrispondente del quotidiano danese Information, afferma che Renzi non dà risposte concrete e si chiede: "Come intende far vincere la sinistra? Come intende impedire al capitalismo italiano di creare sviluppo senza progresso e una diseguaglianza tale da corrodere l'economia, la politica, l'ambiente e la convivenza civile? La sua visione economica è ispirata alla terza via blairiana cioè al riformismo senza ambizioni redistributive che ha contribuito alla crisi. L'egemonia culturale che la sinistra deve conquistare per cambiare la società, nella versione di Renzi somiglia alla sottocultura berlusconiana. In una Paese dove la mancanza di progettualità politica ha aggravato problemi quali il degrado civile e la criminalità organizzata lui scrive un libro intitolato " Stil nuovo. La rivoluzione della bellezza tra Dante e Twitter".

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