Il fosco tramonto di Berlusconi e
l'alba livida dei forconi. Troppo facile fare questi giochi di
immagini sul drammatico scontro in atto sulle piazze delle città del Nord Ovest, ai bordi
delle autostrade e ai valichi delle frontiere aperte dall'Europa di
Schengen, tra i sommersi e i salvati dalla crisi che affonda il fragile modello economico italiano.
Chi sono i nuovi forconi che, a
differenza di quelli siciliani del 2012, vorrebbero irrompere in
Parlamento e cacciare tutti i politici? Le analisi ormai si sprecano. Il
sociologo Aldo Bonomi dice che sono i piccoli borghesi degli anni '90
e i loro figli, una massa di disperati, falliti, disoccupati e impoveriti, residui
di un miracolo economico effimero e ormai finito, che urlano la loro
rabbia impotente aizzati da un mix di agitatori neonazisti, fascisti, centri sociali e
forzitalici i quali sognano la piccola Weimar da abbattere.
Le piazze rabbiose occupate da questa
scheggia di società, una "plebe che nome non ha",
pullulano infatti di padroncini del Nord Est, commercianti senza
clienti, agricoltori, artigiani che la crisi economica hanno fatto
rotolare giù per la scala sociale al livello degli immigrati. I
nuovi forconi sono il risultato della fine di un marchingegno socio
economico frutto del genio italiano, il capitalismo molecolare e la
fabbrica diffusa, un modello di impresa senza capitali basata sull'autosfruttamento tipica del
made in Italy.
Questo sistema morente trascina con sè
anche la piccola borghesia precaria che aveva prodotto, cioè la base
sociale del berlusconismo e del suo sogno che aveva come parola
d'ordine: basta proletari tutti proprietari. Adesso che scoprono
improvvisamente di essere non più proletari, ma sottoproletari, al
posto di accettare il fatto di avere creduto in una bugia, si
rivoltano contro lo Stato, il governo e il fisco, mentre dovrebbero
andare ad assediare la reggia di Arcore nella quale vive
l'illusionista miliardario e truffatore che li ha ingannati.
Di fronte a questo fenomeno però è
necessario rispondere al dramma sociale con scelte di governo che
solo la politica può fare. Il centro sinistra è al governo, mentre
Berlusconi corteggia i disperati tentando di usarli come sempre a fini
personali, cioè per minacciare e ricattare lo Stato che potrebbe ancora metterlo
in galera. Al centro sinistra, ma anche alla sinistra che sta
all'opposizione di Letta, spetta dunque il dovere di dare queste
risposte e liberare il Paese dal populismo dei forconi e di
Berlusconi.
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