venerdì 1 novembre 2013

Cosa fa la Simas (ex Eureco) a Paderno Dugnano?

La Eureco ha cambiato nome e ha ripreso a lavorare nel business dei rifiuti. A questa allarmante denuncia lanciata pochi giorni fa del Comitato a difesa delle famiglie delle vittime e dei lavoratori Eureco, l'amministrazione comunale di Paderno Dugnano si è affrettata a rispondere con un comunicato stampa per rassicurare la popolazione sulla ripresa di attività dell'azienda della famiglia Merlino.
Nel comunicato il Comune sosteneva che: "La Simas si occupa di commercio all’ingrosso di batterie, attrezzature informatiche e pannelli solari senza deposito di materiali. Le altre aziende presenti, già esistenti da tempo e correlate all’attività in precedenza presente, si occupano di consulenza e trasporto rifiuti, ma a Paderno Dugnano hanno solo sede gli uffici amministrativi. Si conferma che sul sito di via Mazzini non ci sono attività autorizzate per il trattamento dei rifiuti".
Le cose non starebbero proprio così e fa specie che l'amministrazione guidata dal sindaco Alparone non dimostri un po' di prudenza in questa vicenda e nella sua ansia di troncare sopire diffonda informazioni incomplete dove invece avrebbe il dovere di essere più precisa ed affidabile.  
Da una lettura della visura camerale presso la Camera di Commercio di Milano si evince che la società Simas Srl, amministrata da Elena Merlino, figlia del titolare della Eureco (gli altri soci sono Elisabetta e Giovanni Merlino, e la lussemburghese Varfor Holding), ha rilevato dal padre l'azienda di Palazzolo nel luglio 2012. Dalla stessa visura risulta che attualmente l'attività prevalente esercitata da Simas Srl è quella indicata dal comunicato comunale, ma emerge anche che il suo oggetto sociale prevede comunque la possibilità di esercitare le stesse operazioni pericolose e rischiose della vecchia Eureco. Quelle che tre anni fa hanno ucciso in modo orrendo quattro persone.
Si legge, infatti, nel documento camerale che l'azienda può effettuare: "la raccolta, il trasporto, il conferimento agli impianti di smaltimento finali di rifiuti speciali, pericolosi e non, di rifiuti assimilabili agli urbani, di rifiuti solidi urbani, la raccolta differenziata e la distruzione di beni. L'autotrasporto di spurghi e pozzi neri, la gestione di impianti di smaltimento di rifiuti propri e di terzi".
Insomma i fatti stanno così: la Eureco cha cambiato nome e amministrata dagli stessi proprietari continua la sua attività precedente, per ora limitatamente a una parte del suo oggetto sociale, ma potrebbe a sua discrezione rimettersi a fare le stesse cose di prima. e il rischio oggettivamente esiste. Perché il Comune e la giunta di destra vogliono nascondere questo rischio ai cittadini?


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