domenica 7 luglio 2013

Blog e siti web: responsabilità o inciviltà?

Il Pdl ha presentato in Parlamento una nuova legge che è stata subito definita "ammazza-blog" perché introduce il reato di omesso controllo anche per i commenti dei lettori. La responsabilità penale sarebbe a carico del gestore del sito o blog che non cancella entro 24 ore i commenti che possono configurare la commissione di reati (diffamazione e vilipendio a mezzo stampa) come avviene da sempre per i giornali di carta. 
"E' una norma contro il sito di Beppe Grillo", dicono i "cittadini" del Movimento 5 Stelle che giudicano una limitazione della libertà di espressione il non poter insultare, diffamare, calunniare tutto e tutti, in modo anonimo e irresponsabile come fanno ora moltissimi di loro nei commenti sul blog del loro leader.
Su questo blog, da quando ho incominciato a  seguire assiduamente l'attualità politica cittadina  mi sforzo di applicare le regole del buon senso e della legge sulla stampa, cioè cestino e cancello i messaggi che mi sembrano configurare una evidente diffamazione, calunnia o insulto a danno di qualcun altro. 
Per questo mio comportamento sono stato accusato spesso in passato di essere un "censore" (c'è chi mi ha definito addirittura "l'antico censore locale") , ma non mi sono mai curato delle critiche e ho continuato a regolarmi così perché lo ritengo giusto. Un blog che fa informazione e commento, di fatto, si comporta come un giornale e alle regole del giornalismo deve adeguarsi assumendosene le responsabilità. Come fa il direttore di una testata che è responsabile di tutto quello che si stampa, lettere dei lettori e pubblicità compresi. 
Trovo sbagliato e ingiusto, per aumentare l'audience, lasciare ai lettori dei blog la libertà di scrivere impunemente (scripta manent) quello che gli pare, facendo credere loro di essere al di sopra delle leggi dello Stato e delle regole della società civile. 

2 commenti:

Gianni Rubagotti ha detto...

In linea di principio sono d'accordo.
Ma come verrebbe applicata la cosa?
E con che pena? il carcere o la chiusura del blog?

Ricordiamoci che siamo il paese dove uno è colpevole in prima pagina per mesi e poi è assolto a fine processo in una breve nelle pagine locali.

carlo arcari ha detto...

Rubagotti, se i blog verranno equiparati ai giornali per quanto riguarda le norme sulla responsabilità penale e civile del direttore-gestore riguardo ai contenuti che configurano reati, le leggi verranno applicate nello stesso modo.