"Questo è un buon PGT, che tiene
conto delle osservazioni dei cittadini ed è stato redatto anche
sulla base delle valutazioni positive del nostro segretario
provinciale" ha dichiarato candidamente in aula all'inizio del
suo intervento a favore del piano.
Insomma, ha ragione l'ex capogruppo del PdL
dimissionario, Maurizio Rimoldi che ieri sera ha clamorosamente
abbandonato i banchi della maggioranza andandosi a sedere tra il
pubblico dopo avere denunciato molto severamente il PGT della sua (ex?)
giunta: il piano urbanistico che l'amministrazione vuol adottare e
poi approvare è stato scritto nelle stanze della segreteria
provinciale della Lega Nord e Alparone lo ha accettato perché era
l'unica scelta che gli consentiva di rimanere seduto sulla sua
poltrona.
Questa la notizia politica più
importante che mi sono appuntato sul taccuino ieri sera assistendo
alla prima parte dell'assemblea cittadina che si è conclusa con
l'esame e la bocciatuta da parte della maggioranza del blocco di
emendamenti "soppressivi" presentati dall'opposizione. A
mezzanotte la seduta è stata tolta come da accordi presi dalla
Commissione Capigruppo e i consiglieri si sono dati appuntamento a
questa sera per finire il dibattito e concludere le votazioni sul
punto.
"Sono totalmente contrario a
questo PGT, è una scelta burocratica e non liberale, contraria agli
interessi della città che ne viene bloccata e non rimessa in moto,
che disprezza la partecipazione ed è stata elaborata totalmente
nelle segrete stanze e portata in aula quando era già tutto deciso,
delude tutto, è uno strumento che nega lo sviluppo – ha dichiarato
l'ex capogruppo del PdL, Maurizio Rimoldi, in un intervento durissimo
nei confronti della sua ex maggioranza e della giunta. Un intervento
irruento nei toni e nei contenuti che è risuonato come uno schiaffo
in faccia ad Alparone il quale come sempre ridacchiava ilare mentre
Rimoldi pronunciava la sua requisitoria in cui ogni parola era una
pietra -. Nel PGT portato oggi in aula non c'è niente di quello che
afferma Bogani, anzi è vero il contrario ed è per questo che mi
rifiuto di votare questo punto, anzi esco dall'aula, rinuncio al
gettone di presenza e me ne vado tra il pubblico".
Puntuali le critiche da parte
dell'opposizione. Per Coloretti, capogruppo PD, il documento non è
frutto di vera partecipazione, come aveva affermato poco prima
Rimoldi con il quale egli ha dichiarato un comune sentire sul
documento. Il dinamismo del documento urbanistico è invece
inesistente, il maxi emendamento di fatto lo blinda. Il PGT leghista
manca di una visione d'insieme, consuma più suolo e non meno. "Ci
sono molte questioni di sostanza da discutere – ha detto Coloretti
- e voi impedendo al Consiglio Comunale la discussione puntuale delle
modifiche apportate col maxi emendamento presentato tre giorni fa, ce
lo impedite, lasciando spazio alle centinaia o migliaia di
osservazioni che nei prossimi 60 giorni vi pioveranno addosso e che
potranno cambiare anche molto in peggio questo testo che è già
inaccettabile così perché pieno zeppo di regali ad personam a
questo e quello. Ci sono masse di cemento all'orizzonte, altro che
zero consumo di suolo".
Il capogruppo PD ha dichiarato il "no" del suo gruppo a un PGT dagli indici di costruzione troppo alti, alle decine di nuove trasformazioni piene di edilizia residenziale inserite nelle aree produttive le cui attività vengono espulse, al polo scolastico di Calderara che peggiora la viabilità del quartiere e mette oggettivamente in una posizione meno sicura le due scuole accorpate. Sulla stessa linea, ma approfondendo i singoli punti in discussione sono intervenuti per l'opposizione i consiglieri Massetti e Grassi. I due consiglieri hanno sottolineato che le dichiarazioni dell'ex capogruppo PdL sono un fatto politico rilevante che non può venire ignorato perché afferma che il piano non è stato discusso nemmeno dentro la maggioranza. Il PGT è pieno di contraddizioni insanabili: dice a parole delle cose, ma ne fa delle altre esattamente contrarie e delude tutte le aspettative di sviluppo perché è piano di ideologie e progetti inutili. Un esempio su tutti: ignora la realtà del Nord Milano e non dice una parola sulla Città Metropolitana milanese alla quale hanno già aderito 50 comuni della provincia, ma non il nostro che invece guarda altrove. Il piano è da respingere perché soddisfa tanti piccoli interessi ma lascia la città immobile e non tutela davvero l'ambiente. Anelli e Cerioni gli altri due capigruppo della minoranza hanno ribadito il loro "no" al documento che non tiene conto della realtà e dei veri bisogni dei padernesi
Il capogruppo PD ha dichiarato il "no" del suo gruppo a un PGT dagli indici di costruzione troppo alti, alle decine di nuove trasformazioni piene di edilizia residenziale inserite nelle aree produttive le cui attività vengono espulse, al polo scolastico di Calderara che peggiora la viabilità del quartiere e mette oggettivamente in una posizione meno sicura le due scuole accorpate. Sulla stessa linea, ma approfondendo i singoli punti in discussione sono intervenuti per l'opposizione i consiglieri Massetti e Grassi. I due consiglieri hanno sottolineato che le dichiarazioni dell'ex capogruppo PdL sono un fatto politico rilevante che non può venire ignorato perché afferma che il piano non è stato discusso nemmeno dentro la maggioranza. Il PGT è pieno di contraddizioni insanabili: dice a parole delle cose, ma ne fa delle altre esattamente contrarie e delude tutte le aspettative di sviluppo perché è piano di ideologie e progetti inutili. Un esempio su tutti: ignora la realtà del Nord Milano e non dice una parola sulla Città Metropolitana milanese alla quale hanno già aderito 50 comuni della provincia, ma non il nostro che invece guarda altrove. Il piano è da respingere perché soddisfa tanti piccoli interessi ma lascia la città immobile e non tutela davvero l'ambiente. Anelli e Cerioni gli altri due capigruppo della minoranza hanno ribadito il loro "no" al documento che non tiene conto della realtà e dei veri bisogni dei padernesi
Gli interventi a favore del PGT, dopo
la clamorosa uscita dall'aula del principale esponente politico della
ex maggioranza, sono stati penosi: il leghista Riboldi ha detto che i
problemi attuali sono colpa delle scelte del passato (come si vede un
argomento nuovo), il puffo azzurro Mosconi ha mestamente dichiarato
che il piano rispecchia la visione politica, culturale e ambientale
del PdL padernese, il capogruppo Sorrentino si è riservato di
presentare in sede di dichiarazione di voto un documento della Lista
Civica che si prevede critico, il capogruppo Caldan infine ha svelato
l'identità dell'autore del documento contestato: il suo segretario
provinciale e ha definito tale opera d'arte cementificatoria "un
modello" di urbanistica democratica. E' intervenuto a sostegno
del PGT anche Scurati, ma solo per fare qualche squallida battuta e
lanciare le solite accuse false a Massetti sull'inceneritore.
Finita la discussione si è passati
all'esame degli emendamenti soppressivi presentati dall'opposizione e
qui si è assistito allo squallido spettacolo del muro sordo e
grigio eretto dal bivacco di manipoli alparoniani. Ogni proposta
alternativa che chiedeva di lasciare a verde o produttiva un'area
trasformata in residenziale veniva respinta da Bogani con un solo argomento "è
un punto qualificante della nostra politica urbanistica e della
nostra visione di città".
Negate le contraddizioni, opposte alle proposte di modifica gli slogan vuoti, tipo corridoi verdi, mobilità lenta e altre frasi del genere, Bogani ha respinto tutto e la "sua" maggioranza ha alzato disciplinatamente la mano. E il sindaco? Alzava la mano anche lui mentre ridacchiava felice per lo scampato pericolo. La sua giunta e la sua maggioranza sono residuali e non rappresentano più la città, ma lui è ancora assiso sul suo trono. Un tronista, insomma, degno di Maria De Filippi.
Negate le contraddizioni, opposte alle proposte di modifica gli slogan vuoti, tipo corridoi verdi, mobilità lenta e altre frasi del genere, Bogani ha respinto tutto e la "sua" maggioranza ha alzato disciplinatamente la mano. E il sindaco? Alzava la mano anche lui mentre ridacchiava felice per lo scampato pericolo. La sua giunta e la sua maggioranza sono residuali e non rappresentano più la città, ma lui è ancora assiso sul suo trono. Un tronista, insomma, degno di Maria De Filippi.
3 commenti:
Ho seguito da casa via redio/streaming (...non tutto...) il dibattito di ieri sera, ho sentito Bogani e ho ascoltato Marco Coloretti.
Ragazzi che pena il livello dei Rappresentanti della Giunta e della Maggioranza!!!
Ad un certo punto -non ricordo se Bogani o Caldan -(tu eri lì sicuramente hai sentito meglio di me) qualcuno ha definito la biblioteca Tilane "...un'altra bellissima chicca della nostra città..." ...ma non la chiamavano Cattedrale nel deserto???!
Mah!
Ora senza la Ruzzon, senza Rimoldi, con Sorrentino che ha un pò di "mal di pancia" dove spera di arrivare il Tronista?
Per restare in tema di trasmissioni della signora De Filippi: Alparone, C'è Posta per te...e c'è scritto che, se vai a casa, è meglio!
CAROLA
Peccato perdersi la diretta.Confido in una partecipazione piu' attiva,piu' costante,piu' diretta.
C'è ancora tempo.
Ma il tempo non aspetta tempo.
Bisogna essere sempre in prima linea per rispondere agli attacchi,ferirsi fino a sentire male,respingerli ed andare avanti incontro alla libertà ed alla vittoria.
Ha tutto un'altro sapore.
Pasquale
Io non ho capito a cosa si riferiva Bogani quando parlava di Asta "asta della Comasina"...non è che intendeva Asse?
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