venerdì 14 dicembre 2012

Lega Nord: a chi il PGT padernese? A noi!

Da chi è stato scritto e riscritto il PGT di Paderno Dugnano? A questa domanda che molti cittadini e consiglieri comunali si sono fatti nei giorni scorsi dopo aver letto il documento urbanistico, stravolto dal maxi emendamento reso noto tre giorni prima della sua presentazione in aula dalla coppia Alprarone-Bogani, ha risposto finalmente ieri sera il capogruppo della Lega, il "deterso" Caldan.
"Questo è un buon PGT, che tiene conto delle osservazioni dei cittadini ed è stato redatto anche sulla base delle valutazioni positive del nostro segretario provinciale" ha dichiarato candidamente in aula all'inizio del suo intervento a favore del piano.
Insomma, ha ragione l'ex capogruppo del PdL dimissionario, Maurizio Rimoldi che ieri sera ha clamorosamente abbandonato i banchi della maggioranza andandosi a sedere tra il pubblico dopo avere denunciato molto severamente il PGT della sua (ex?) giunta: il piano urbanistico che l'amministrazione vuol adottare e poi approvare è stato scritto nelle stanze della segreteria provinciale della Lega Nord e Alparone lo ha accettato perché era l'unica scelta che gli consentiva di rimanere seduto sulla sua poltrona.
Questa la notizia politica più importante che mi sono appuntato sul taccuino ieri sera assistendo alla prima parte dell'assemblea cittadina che si è conclusa con l'esame e la bocciatuta da parte della maggioranza del blocco di emendamenti "soppressivi" presentati dall'opposizione. A mezzanotte la seduta è stata tolta come da accordi presi dalla Commissione Capigruppo e i consiglieri si sono dati appuntamento a questa sera per finire il dibattito e concludere le votazioni sul punto.
"Sono totalmente contrario a questo PGT, è una scelta burocratica e non liberale, contraria agli interessi della città che ne viene bloccata e non rimessa in moto, che disprezza la partecipazione ed è stata elaborata totalmente nelle segrete stanze e portata in aula quando era già tutto deciso, delude tutto, è uno strumento che nega lo sviluppo – ha dichiarato l'ex capogruppo del PdL, Maurizio Rimoldi, in un intervento durissimo nei confronti della sua ex maggioranza e della giunta. Un intervento irruento nei toni e nei contenuti che è risuonato come uno schiaffo in faccia ad Alparone il quale come sempre ridacchiava ilare mentre Rimoldi pronunciava la sua requisitoria in cui ogni parola era una pietra -. Nel PGT portato oggi in aula non c'è niente di quello che afferma Bogani, anzi è vero il contrario ed è per questo che mi rifiuto di votare questo punto, anzi esco dall'aula, rinuncio al gettone di presenza e me ne vado tra il pubblico".
All'inizio della discussione generale il vicesindaco Bogani aveva presentato tutto soddisfatto il suo lavoro definendolo con parole azzardate, cioè come uno strumento "dinamico e che non consuma suolo", un piano pieno di edilizia popolare (che ne dirà il Comitato 167?) e housing sociale, tutto teso a favorire il lavoro e dare una casa alle giovani coppie che lo attendono con ansia per potersi sposare, che attende la metropolitana, mette al centro lo sviluppo dell'esistente cioè il centro sportivo, le stazioni della Nord e la sede dell'Asl. Per Bogani il maxi emendamento, una pletora di piccole e grandi concessioni edilizie che infila cemento residenziale dappertutto per accontentare le clientele leghiste e quelle dei costruttori pidiellini che stanno nella sua maggioranza, sarebbe "migliorativo del PGT" perché elimina il famoso centro commerciale che inizialmente qualcuno (chi?) voleva costruire dentro il Parco Toti, permette di costruire housing sociale a Calderara reinserisce due piani di lottizzazione produttiva al Villaggio Ambrosiano, media sulla trasformazione (la riduce alla metà) di un'area agricola del Grugnotorto e, bontà sua, scrive a chiare lettere (se ne erano dimenticati nella prima stesura) che non si costruiranno nuovi inceneritori. Di quello già esistente nemmeno una parola.
Puntuali le critiche da parte dell'opposizione. Per Coloretti, capogruppo PD, il documento non è frutto di vera partecipazione, come aveva affermato poco prima Rimoldi con il quale egli ha dichiarato un comune sentire sul documento. Il dinamismo del documento urbanistico è invece inesistente, il maxi emendamento di fatto lo blinda. Il PGT leghista manca di una visione d'insieme, consuma più suolo e non meno. "Ci sono molte questioni di sostanza da discutere – ha detto Coloretti - e voi impedendo al Consiglio Comunale la discussione puntuale delle modifiche apportate col maxi emendamento presentato tre giorni fa, ce lo impedite, lasciando spazio alle centinaia o migliaia di osservazioni che nei prossimi 60 giorni vi pioveranno addosso e che potranno cambiare anche molto in peggio questo testo che è già inaccettabile così perché pieno zeppo di regali ad personam a questo e quello. Ci sono masse di cemento all'orizzonte, altro che zero consumo di suolo".
 Il capogruppo PD ha dichiarato il "no" del suo gruppo a un PGT dagli indici di costruzione troppo alti, alle decine di nuove trasformazioni piene di edilizia residenziale inserite nelle aree produttive le cui attività vengono espulse, al polo scolastico di Calderara che peggiora la viabilità del quartiere e mette oggettivamente in una posizione meno sicura le due scuole accorpate. Sulla stessa linea, ma approfondendo i singoli punti in discussione sono intervenuti per l'opposizione i consiglieri Massetti e Grassi. I due consiglieri hanno sottolineato che le dichiarazioni dell'ex capogruppo PdL sono un fatto politico rilevante che non può venire ignorato perché afferma che il piano non è stato discusso nemmeno dentro la maggioranza. Il PGT è pieno di contraddizioni insanabili: dice a parole delle cose, ma ne fa delle altre esattamente contrarie e delude tutte le aspettative di sviluppo perché è piano di ideologie e progetti inutili. Un esempio su tutti: ignora la realtà del Nord Milano e non dice una parola sulla Città Metropolitana milanese alla quale hanno già aderito 50 comuni della provincia, ma non il nostro che invece guarda altrove. Il piano è da respingere perché soddisfa tanti piccoli interessi ma lascia la città immobile e non tutela davvero l'ambiente. Anelli e Cerioni gli altri due capigruppo della minoranza hanno ribadito il loro "no" al documento che non tiene conto della realtà e dei veri bisogni dei padernesi
Gli interventi a favore del PGT, dopo la clamorosa uscita dall'aula del principale esponente politico della ex maggioranza, sono stati penosi: il leghista Riboldi ha detto che i problemi attuali sono colpa delle scelte del passato (come si vede un argomento nuovo), il puffo azzurro Mosconi ha mestamente dichiarato che il piano rispecchia la visione politica, culturale e ambientale del PdL padernese, il capogruppo Sorrentino si è riservato di presentare in sede di dichiarazione di voto un documento della Lista Civica che si prevede critico, il capogruppo Caldan infine ha svelato l'identità dell'autore del documento contestato: il suo segretario provinciale e ha definito tale opera d'arte cementificatoria "un modello" di urbanistica democratica. E' intervenuto a sostegno del PGT anche Scurati, ma solo per fare qualche squallida battuta e lanciare le solite accuse false a Massetti sull'inceneritore.
Finita la discussione si è passati all'esame degli emendamenti soppressivi presentati dall'opposizione e qui si è assistito allo squallido spettacolo del muro sordo e grigio eretto dal bivacco di manipoli alparoniani. Ogni proposta alternativa che chiedeva di lasciare a verde o produttiva un'area trasformata in residenziale veniva respinta da Bogani con un solo argomento "è un punto qualificante della nostra politica urbanistica e della nostra visione di città". 
Negate le contraddizioni, opposte alle proposte di modifica gli slogan vuoti, tipo corridoi verdi, mobilità lenta e altre frasi del genere, Bogani ha respinto tutto e la "sua" maggioranza ha alzato disciplinatamente la mano. E il sindaco? Alzava la mano anche lui mentre ridacchiava felice per lo scampato pericolo. La sua giunta e la sua maggioranza sono residuali e non rappresentano più la città, ma lui è ancora assiso sul suo trono. Un tronista, insomma, degno di Maria De Filippi.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Ho seguito da casa via redio/streaming (...non tutto...) il dibattito di ieri sera, ho sentito Bogani e ho ascoltato Marco Coloretti.
Ragazzi che pena il livello dei Rappresentanti della Giunta e della Maggioranza!!!
Ad un certo punto -non ricordo se Bogani o Caldan -(tu eri lì sicuramente hai sentito meglio di me) qualcuno ha definito la biblioteca Tilane "...un'altra bellissima chicca della nostra città..." ...ma non la chiamavano Cattedrale nel deserto???!
Mah!

Ora senza la Ruzzon, senza Rimoldi, con Sorrentino che ha un pò di "mal di pancia" dove spera di arrivare il Tronista?
Per restare in tema di trasmissioni della signora De Filippi: Alparone, C'è Posta per te...e c'è scritto che, se vai a casa, è meglio!
CAROLA

Anonimo ha detto...

Peccato perdersi la diretta.Confido in una partecipazione piu' attiva,piu' costante,piu' diretta.
C'è ancora tempo.
Ma il tempo non aspetta tempo.
Bisogna essere sempre in prima linea per rispondere agli attacchi,ferirsi fino a sentire male,respingerli ed andare avanti incontro alla libertà ed alla vittoria.
Ha tutto un'altro sapore.
Pasquale

Gianni Rubagotti ha detto...

Io non ho capito a cosa si riferiva Bogani quando parlava di Asta "asta della Comasina"...non è che intendeva Asse?