“L’informazione online:
problemi e opportunità” è il titolo del convegno che si
terrà giovedì 15 novembre (ore 9.45) al Circolo della Stampa
di Milano. Il grande sviluppo del giornalismo digitale sarà al
centro dell'incontro che cercherà di analizzare il fenomeno della
grande crescita dell’informazione sul web.
L’appuntamento, promosso
dall’Associazione Lombarda dei Giornalisti, dalla Federazione
Nazionale della Stampa Italiana e dall’Ordine dei Giornalisti della
Lombardia, sarà occasione per discutere del nuovo scenario della
professione alla luce dell’utilizzo sempre maggiore del web e dei
social network anche in ambito giornalistico. Come valorizzare e
qualificare professionalmente chi sul web fa vera informazione?
Servono strumenti contrattuali più definiti e normative
deontologiche più precise per i nuovi “giornalisti informatici”?
L’informazione sul web deve avere requisiti e caratteristiche
distinte da quella televisiva, radiofonica e cartacea?
Ne parleranno: Francesco Cajani,
magistrato “pool reati informatici” della Procura della
Repubblica di Milano; Carlo Melzi d’Eril , avvocato e autore del
libro “Le regole dei giornalisti: istruzioni per un mestiere
pericoloso”; Giovanni Toti, direttore Tg4 e Studio
Aperto Mediaset; Alma Grandin, caposervizio Tg1Online e autrice del
libro www.viracconto.ilTg1.it; Angelo Maria Perrino,
direttore Affaritaliani.it; Davide Gorni, responsabile
Online Milano Corriere della Sera; Marco Giovannelli,
direttore Varese News; Matteo Speziali, direttore MBNews e Giuseppe
Rea, direttore del Centro Studi LSDI.
Personalmente sono perplesso
dall'approccio al tema scelto da associazione, sindacato e Ordine,
che privilegia gli aspetti giuridici del nuovo giornalismo digitale
letto dal punto di vista dei delitti e delle pene che caratterizzano
per i promotori una professione definita "un mestiere
pericoloso". Al posti di parlare del nuovo modello, di impresa,
di business, di sviluppo professionale dell'informazione on line e
della sua sostenibilità economica e sociale, si parla di norme,
leggi, reati. Una dimostrazione ulteriore che l'irrompere della
tecnologia del web non è sufficiente a cambiare il carattere "di
potere" di una stampa nata come emanazione delle piccole corti
italiane nel '700, lontana anni luce da quello "di mercato"
tipico della stampa anglosassone figlia della democrazia.
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