giovedì 8 novembre 2012

Il suolo è un bene comune non rinnovabile, da difendere


Ogni giorno in Lombardia si consumano 117 mila mq, pari a 7 volte piazza Duomo, con una velocità doppia della media italiana. Si può continuare così?
In tutta Europa, nelle Università italiane, sui giornali e nel mondo ambientalista si discute da tempo di consumo di suolo e di come fermarlo.
Per questo il Circolo Culturale Restare Umani di Paderno Dugnano ha proposto ieri sera nell'Auditorium Tilane un confronto e una riflessione su questo importante tema di attualità. Una riflessione puntuale perché entro dicembre i padernesi dovranno affrontare con la discussione pubblica del PGT in Consiglio comunale, il nuovo documento urbanistico che disegnerà il futuro della nostra città.
Di "consumo di suolo zero", infatti, si parla molto nel nuovo documento urbanistico che dovrebbe disegnare la la città del futuro. Ma cosa prevede il PGT padernese a questo proposito? Cosa significa consumo di suolo zero?
Per parlarne più approfonditamente il Circolo ha pensato di utilizzare due mezzi: un libro "Malacittà. La finanza immobiliare contro la società civile" scritto da Mario De Gaspari, e un film "I 40 passi: la verde Brianza e la città infinita", realizzato dal regista Andrea Boretti, in collaborazione con i docenti Paolo Pileri e Arturo Lanzani del Politecnico di Milano e del giornalista , Andrea Di Stefano, direttore del mensile di finanza etica, economia sociale e sostenibilità, "Valori".
Nel filmato di cui all'inizio dell'incontro si è proiettata la prima parte, si afferma una realtà che molti ignorano. La "verde Brianza", non è più il polmone verde del Nord Milano, come molti ancora pensano, ma è la seconda provincia più urbanizzata d’Italia. Passando per Monza, Triuggio, Desio, Caponago, Seregno e Seveso (i 40 passi del titolo sono quelli che separano Meda da Seregno e dimostrano materialmente che la Brianza è ormai un continuum urbano, un territorio senza orizzonti che non siano le costruzioni), il documentario spiega cos’è  il suolo, cosa significa consumarlo e quali sono le conseguenze su ambiente e popolazione. I due docenti hanno spiegato con chiarezza che il suolo è la pelle del nostro pianeta che produce cibo e nutrimento, basato su un equilibrio idrogeologico naturale e soprattutto che è una risorsa non rinnovabile, da difendere impedendo che venga usato esclusivamente come supporto per operazioni finanziarie private di tipo speculativo.
Consumare suolo fino a qualche anno fa era un'idea considerata moderna. Solo dopo la crisi finanziaria ed economica iniziata nel 2008 molti si sono interrogati sul ruolo della finanza e del suo impatto devastante sul territorio, ma ad oggi non è ancora cambiata la cultura di amministratori e cittadini e il suolo continua a venire consumato impoverendo la società e aumentando l'impatto negativo della crisi economica.
Nel film si dice una cosa importante che non tutti hanno ancora compreso: l'enorme consumo di suolo per realizzare immobili residenziali e uffici che restano vuoti per mancanza di domanda risponde solo ai bisogni della finanza che è il motore della speculazione immobiliare.
Mario De Gaspari non è un urbanista né un economista, ma nel suo libro "Malacittà. La finanza immobiliare contro la società civile" ci offre una lettura originale sul legame tra le banche e i fenomeni di eccessiva urbanizzazione a partire dalla propria esperienza di amministratore locale (è stato sindaco” a Pioltello, dal 1997 al 2006 e consigliere provinciale a Milano, da 2004 al 2009).
Due spunti, tratti dal libro di De Gaspari di cui si è discusso ieri sera: “Questo libro è incentrato sulla tesi che attraverso la finanziarizzazione si sta creando una quantità enorme di moneta. Questa moneta è in un certo senso e in buona parte falsa e questo per l'economia del Paese e per il benessere delle nostre città è fonte di grave rischio” (Premessa, p. 7); “Nelle nostre città circola da qualche tempo una nuova e strana unità monetaria: si chiama cubo, non è cartacea, né metallica e non è soggetta a privilegio statale. Il cubo è l'unità di misura delle volumetrie, dei diritti edificatori” (p. 11).  
“Il meccanismo di valorizzazione dei terreni è legato al numero di passaggi di mano. Ogni volta acquistano valore. Anche se questo contrasta le leggi di mercato, secondo le quali quando aumenta l'offerta, e diminuisce la domanda, il prezzo dovrebbe calare”. De Gaspari - che nel libro ricostruisce la storia dell'immobiliarismo italiano, a partire dall'invenzione del Project Financing nel 1862 ad opera di Pietro Bastogi - nasce da una situazione di monopolio: “Il prezzo - spiega l'autore di Malacittà - non era determinato da una situazione 'di mercato'. A Milano, quando chiude una fabbrica, spesso la causa non sono problemi di produzione, ma l'aumento di valore dei suoli quando diventano edificabili”. 

Il ruolo del credito, nell'alimentare questo fenomeno, è fondamentale. De Gaspari cita  l'esempio da manuale di Luigi Zunino e della sua società Risanamento Spa, quella che avrebbe dovuto realizzare Milano Santa Giulia e recuperare l'Area ex Falck a Sesto San Giovanni.  “Per queste imprese egli ha ottenuto dalle banche enormi fondi senza costruire nulla o quasi. Se si trovasse il modo per dirottare gli enormi finanziamenti erogati dalle banche, prima alle immobiliari e poi ai cittadini acquirenti per acquistare le case a prezzi abnormi, verso la ristrutturazione degli edifici e dei quartieri degradati si risolverebbero un sacco di problemi. Pensiamo solo così si sarebbe potuto fare coi tre miliardi dati a Zunino. Si sarebbe potuto ricavare un bel po' di sano credito graduale per le nostre periferie urbane, per rivitalizzare tanti quartieri degradati".
Questo meccanismo agisce incontrastato anche perché gli amministratori locali devono applicare norme urbanistiche che favoriscono, regolandolo, il consumo di suolo, al punto che questo è maggiore dove maggiore è la pianificazione perché le leggi interpretate in senso favorevole ai costruttori lo consentono.
 Il paradosso è stato illustrato da Gianfranco Massetti ex sindaco di Paderno Dugnano e rappresentante dell'opposizione in Consiglio comunale. "Anche il PGT che si vuole approvare contiene molti di questi esempi - ha affermato Massetti - aree dismesse industriali che vengono trasformate in residenziali senza che ci sia una domanda di mercato, mentre aree verdi agricole che fanno parte del Parco Grugnotorto diventano insediamenti industriali o commerciali per soddisfare gli interessi di singoli a scapito di quelli di tutti".
Il dibattito su questo importante tema è stato lanciato e la serata si è conclusa sulla proposta di modificare le leggi regionali che favoriscono il consumo di suolo, su quella di fissare un tetto al numero di abitanti dei territori, ma soprattutto sull'urgenza di avviare un'attività di sensibilizzazione in città per creare consapevolezza rispetto al pericolo rappresentato dalla finanziarizzazione del territorio. Il suolo è un bene comune non rinnovabile da difendere e preservare.

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