Ogni giorno in Lombardia si consumano
117 mila mq, pari a 7 volte piazza Duomo, con una velocità doppia
della media italiana. Si può continuare così?
In tutta Europa, nelle Università
italiane, sui giornali e nel mondo ambientalista si discute da tempo
di consumo di suolo e di come fermarlo.
Per questo il Circolo Culturale Restare
Umani di Paderno Dugnano ha proposto ieri sera nell'Auditorium Tilane
un confronto e una riflessione su questo importante tema di
attualità. Una riflessione puntuale perché entro dicembre i
padernesi dovranno affrontare con la discussione pubblica del PGT in
Consiglio comunale, il nuovo documento urbanistico che disegnerà il
futuro della nostra città.
Di "consumo di suolo zero",
infatti, si parla molto nel nuovo documento urbanistico che dovrebbe
disegnare la la città del futuro. Ma cosa prevede il PGT padernese a
questo proposito? Cosa significa consumo di suolo zero?
Per parlarne più approfonditamente il
Circolo ha pensato di utilizzare due mezzi: un libro "Malacittà.
La finanza immobiliare contro la società civile" scritto
da Mario De Gaspari, e un film "I 40 passi: la verde Brianza e
la città infinita", realizzato dal regista Andrea Boretti, in
collaborazione con i docenti Paolo Pileri e Arturo Lanzani del
Politecnico di Milano e del giornalista , Andrea Di Stefano,
direttore del mensile di finanza etica, economia sociale e
sostenibilità, "Valori".
Nel filmato di cui all'inizio
dell'incontro si è proiettata la prima parte, si afferma una realtà
che molti ignorano. La "verde Brianza", non è più il
polmone verde del Nord Milano, come molti ancora pensano, ma è la
seconda provincia più urbanizzata d’Italia. Passando per Monza,
Triuggio, Desio, Caponago, Seregno e Seveso (i 40 passi del titolo
sono quelli che separano Meda da Seregno e dimostrano materialmente
che la Brianza è ormai un continuum urbano, un territorio senza
orizzonti che non siano le costruzioni), il documentario spiega cos’è
il suolo, cosa significa consumarlo e quali sono le conseguenze
su ambiente e popolazione. I due docenti hanno spiegato con chiarezza
che il suolo è la pelle del nostro pianeta che produce cibo e
nutrimento, basato su un equilibrio idrogeologico naturale e soprattutto che è una risorsa non rinnovabile, da difendere impedendo che venga usato esclusivamente come
supporto per operazioni finanziarie private di tipo speculativo.
Nel film si dice una cosa importante
che non tutti hanno ancora compreso: l'enorme consumo di suolo per
realizzare immobili residenziali e uffici che restano vuoti per
mancanza di domanda risponde solo ai bisogni della finanza che è il
motore della speculazione immobiliare.
Mario De Gaspari non è un urbanista né
un economista, ma nel suo libro "Malacittà. La finanza
immobiliare contro la società civile" ci offre una lettura
originale sul legame tra le banche e i fenomeni di eccessiva
urbanizzazione a partire dalla propria esperienza di amministratore
locale (è stato sindaco” a Pioltello, dal 1997 al 2006 e
consigliere provinciale a Milano, da 2004 al 2009).
Due spunti, tratti dal libro di De Gaspari di cui si è discusso ieri sera: “Questo libro è incentrato sulla tesi che attraverso la finanziarizzazione si sta creando una quantità enorme di moneta. Questa moneta è in un certo senso e in buona parte falsa e questo per l'economia del Paese e per il benessere delle nostre città è fonte di grave rischio” (Premessa, p. 7); “Nelle nostre città circola da qualche tempo una nuova e strana unità monetaria: si chiama cubo, non è cartacea, né metallica e non è soggetta a privilegio statale. Il cubo è l'unità di misura delle volumetrie, dei diritti edificatori” (p. 11).
“Il meccanismo di valorizzazione dei terreni è legato al numero di passaggi di mano. Ogni volta acquistano valore. Anche se questo contrasta le leggi di mercato, secondo le quali quando aumenta l'offerta, e diminuisce la domanda, il prezzo dovrebbe calare”. De Gaspari - che nel libro ricostruisce la storia dell'immobiliarismo italiano, a partire dall'invenzione del Project Financing nel 1862 ad opera di Pietro Bastogi - nasce da una situazione di monopolio: “Il prezzo - spiega l'autore di Malacittà - non era determinato da una situazione 'di mercato'. A Milano, quando chiude una fabbrica, spesso la causa non sono problemi di produzione, ma l'aumento di valore dei suoli quando diventano edificabili”.
Il ruolo del credito, nell'alimentare questo fenomeno, è fondamentale. De Gaspari cita l'esempio da manuale di Luigi Zunino e della sua società Risanamento Spa, quella che avrebbe dovuto realizzare Milano Santa Giulia e recuperare l'Area ex Falck a Sesto San Giovanni. “Per queste imprese egli ha ottenuto dalle banche enormi fondi senza costruire nulla o quasi. Se si trovasse il modo per dirottare gli enormi finanziamenti erogati dalle banche, prima alle immobiliari e poi ai cittadini acquirenti per acquistare le case a prezzi abnormi, verso la ristrutturazione degli edifici e dei quartieri degradati si risolverebbero un sacco di problemi. Pensiamo solo così si sarebbe potuto fare coi tre miliardi dati a Zunino. Si sarebbe potuto ricavare un bel po' di sano credito graduale per le nostre periferie urbane, per rivitalizzare tanti quartieri degradati".
Due spunti, tratti dal libro di De Gaspari di cui si è discusso ieri sera: “Questo libro è incentrato sulla tesi che attraverso la finanziarizzazione si sta creando una quantità enorme di moneta. Questa moneta è in un certo senso e in buona parte falsa e questo per l'economia del Paese e per il benessere delle nostre città è fonte di grave rischio” (Premessa, p. 7); “Nelle nostre città circola da qualche tempo una nuova e strana unità monetaria: si chiama cubo, non è cartacea, né metallica e non è soggetta a privilegio statale. Il cubo è l'unità di misura delle volumetrie, dei diritti edificatori” (p. 11).
“Il meccanismo di valorizzazione dei terreni è legato al numero di passaggi di mano. Ogni volta acquistano valore. Anche se questo contrasta le leggi di mercato, secondo le quali quando aumenta l'offerta, e diminuisce la domanda, il prezzo dovrebbe calare”. De Gaspari - che nel libro ricostruisce la storia dell'immobiliarismo italiano, a partire dall'invenzione del Project Financing nel 1862 ad opera di Pietro Bastogi - nasce da una situazione di monopolio: “Il prezzo - spiega l'autore di Malacittà - non era determinato da una situazione 'di mercato'. A Milano, quando chiude una fabbrica, spesso la causa non sono problemi di produzione, ma l'aumento di valore dei suoli quando diventano edificabili”.
Il ruolo del credito, nell'alimentare questo fenomeno, è fondamentale. De Gaspari cita l'esempio da manuale di Luigi Zunino e della sua società Risanamento Spa, quella che avrebbe dovuto realizzare Milano Santa Giulia e recuperare l'Area ex Falck a Sesto San Giovanni. “Per queste imprese egli ha ottenuto dalle banche enormi fondi senza costruire nulla o quasi. Se si trovasse il modo per dirottare gli enormi finanziamenti erogati dalle banche, prima alle immobiliari e poi ai cittadini acquirenti per acquistare le case a prezzi abnormi, verso la ristrutturazione degli edifici e dei quartieri degradati si risolverebbero un sacco di problemi. Pensiamo solo così si sarebbe potuto fare coi tre miliardi dati a Zunino. Si sarebbe potuto ricavare un bel po' di sano credito graduale per le nostre periferie urbane, per rivitalizzare tanti quartieri degradati".
Questo meccanismo agisce incontrastato
anche perché gli amministratori locali devono applicare norme
urbanistiche che favoriscono, regolandolo, il consumo di suolo, al
punto che questo è maggiore dove maggiore è la pianificazione
perché le leggi interpretate in senso favorevole ai costruttori lo
consentono.
Il paradosso è stato illustrato da Gianfranco Massetti
ex sindaco di Paderno Dugnano e rappresentante dell'opposizione in
Consiglio comunale. "Anche il PGT che si vuole approvare
contiene molti di questi esempi - ha affermato
Massetti - aree dismesse industriali che vengono
trasformate in residenziali senza che ci sia una domanda di mercato,
mentre aree verdi agricole che fanno parte del Parco Grugnotorto
diventano insediamenti industriali o commerciali per soddisfare gli
interessi di singoli a scapito di quelli di tutti".
Il dibattito su questo importante tema è stato lanciato e la
serata si è conclusa sulla proposta di modificare le leggi regionali che favoriscono il consumo di suolo, su quella di fissare un tetto al numero di abitanti dei territori, ma soprattutto
sull'urgenza di avviare un'attività di sensibilizzazione in città per creare
consapevolezza rispetto al pericolo rappresentato dalla finanziarizzazione del territorio. Il suolo è un bene comune
non rinnovabile da difendere e preservare.
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