venerdì 9 novembre 2012

Ambrosoli: le primarie sono una strategia o uno strattagemma?


Umberto Ambrosoli, (figlio di Giorgio Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata Italiana ucciso da un killer ingaggiato dal banchiere mafioso Sindona nel 1979), ha comunicato ieri sera, subito dopo Gabriele Albertini che aveva annunciato la partecipazione alle primarie del centrodestra, l'intenzione di candidarsi per un centrosinistra "allargato". 
In una nota Ambrosoli ha spiegato: "Renderò noto a breve l'ampio e qualificato elenco di coloro che – preliminarmente - mi hanno sollecitato con spirito civile a dichiarare disponibilità a candidarmi alla Presidenza della Regione Lombardia per consentire un cambiamento vitale per le condizioni democratiche di questa istituzione. Si comprenderà che si tratta di istanze molto significative, cui si vanno aggiungendo figure rappresentative in un arco di posizioni che appare fin da ora ampio, importante, plurale. Ampio anche più di ciò che ha fin qui rappresentato la connotazione tradizionale, cioè dei partiti, di centro sinistra".
Insomma, Ambrosoli si candida, ma dettando le sue regole: niente primarie, una lista civica forte a sostegno del suo nome, mani libere nei confronti del PD e, pare, la richiesta di una coalizione senza Sel e Idv ma comprensiva dell'Udc.
Sembrerebbero queste delle condizioni inaccettabili per il centro sinistra perché se è Ambrosoli a decidere sulle primarie, cambiando addirittura la composizione della coalizione, si vanifica ogni discorso fatto finora sull'importanza della democrazia interna nel centrosinistra. E invece le prime reazioni del segretario del PD sono entusiaste e mi lasciano molto perplesso. ''Grandissima soddisfazione'' per il sì di Ambrosoli alla candidatura per la presidenza della Regione Lombardia è stata espressa dal segretario Pier Luigi Bersani, durante la trasmissione Radio Anch'io su Radio1 Rai, scrive l'agenzia ASCA in un comunicato di stamattina. Alla domanda se sia possibile la sua candidatura senza primarie Bersani ha risposto: ''Ho sempre detto che il Pd si mette a disposizione. Non vuole essere solo il più grande partito, ma anche l'infrastruttura del civismo, al servizio della riscossa civica. Dopodichè parlerà la coalizione lombarda. Ho l'impressione comunque che quello che si chiede alle primarie, cioè di allargare il dialogo con la società civile, sia abbastanza ben risolto con una candidatura come quella di Ambrosoli''.
"Abbastanza risolto" non direi proprio. Dialogare con la società civile è sacrosanto, ma le primarie non sono uno strumento usa e getta: o sono una strategia e dunque sono il passaggio obbligato al quale si deve sottoporre qualunque candidatura o sono uno strattagemma da usare solo quando il mancato accordo tra i gruppi dirigenti dei partiti della coalizione le impone come necessarie.
La candidatura di un nome come Ambrosoli (che finora per me è solo un nome senza contenuti politici) potrebbe anche rivelarsi una mossa vincente, ma senza il passaggio del voto popolare io non la riconosco come legittima e penso che saranno moltissimi i delusi come me se il PD, come pare alludere Bersani, dovesse accettare le condizioni del candidato inventato nel chiuso del salotto buono della borghesia progressista milanese. 
Io sono un democratico e i salotti non mi piacciono come luoghi di decisione politica. Neanche se sono davvero buoni.

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