Umberto Ambrosoli, (figlio di Giorgio
Ambrosoli, liquidatore della Banca Privata Italiana ucciso da un killer ingaggiato dal banchiere mafioso Sindona nel 1979), ha comunicato ieri sera, subito dopo Gabriele Albertini
che aveva annunciato la partecipazione alle primarie del
centrodestra, l'intenzione di candidarsi per un centrosinistra
"allargato".
In una nota Ambrosoli ha spiegato: "Renderò noto a
breve l'ampio e qualificato elenco di coloro che – preliminarmente
- mi hanno sollecitato con spirito civile a dichiarare disponibilità
a candidarmi alla Presidenza della Regione Lombardia per consentire
un cambiamento vitale per le condizioni democratiche di questa
istituzione. Si comprenderà che si
tratta di istanze molto significative, cui si vanno aggiungendo
figure rappresentative in un arco di posizioni che appare fin da ora
ampio, importante, plurale. Ampio anche più di ciò che ha fin qui
rappresentato la connotazione tradizionale, cioè dei partiti, di
centro sinistra".
Insomma, Ambrosoli si candida, ma dettando le sue regole: niente
primarie, una lista civica forte a sostegno del suo nome, mani libere
nei confronti del PD e, pare, la richiesta di una coalizione senza Sel e Idv ma comprensiva dell'Udc.
Sembrerebbero queste delle condizioni
inaccettabili per il centro sinistra perché se è Ambrosoli a
decidere sulle primarie, cambiando addirittura la composizione della
coalizione, si vanifica ogni discorso fatto finora sull'importanza
della democrazia interna nel centrosinistra. E invece le prime
reazioni del segretario del PD sono entusiaste e mi lasciano molto perplesso.
''Grandissima
soddisfazione'' per il sì di Ambrosoli alla candidatura per la
presidenza della Regione Lombardia è stata espressa dal segretario
Pier Luigi Bersani, durante la trasmissione Radio Anch'io su Radio1
Rai, scrive l'agenzia ASCA in un comunicato di stamattina. Alla
domanda se sia possibile la sua candidatura senza primarie Bersani ha
risposto: ''Ho sempre detto che il Pd si mette a disposizione. Non
vuole essere solo il più grande partito, ma anche l'infrastruttura
del civismo, al servizio della riscossa civica. Dopodichè parlerà
la coalizione lombarda. Ho l'impressione comunque che quello che si
chiede alle primarie, cioè di allargare il dialogo con la società
civile, sia abbastanza ben risolto con una candidatura come quella di
Ambrosoli''.
"Abbastanza risolto" non
direi proprio. Dialogare con la società civile è sacrosanto, ma le
primarie non sono uno strumento usa e getta: o sono una strategia e
dunque sono il passaggio obbligato al quale si deve sottoporre
qualunque candidatura o sono uno strattagemma da usare solo quando il
mancato accordo tra i gruppi dirigenti dei partiti della coalizione
le impone come necessarie.
La candidatura di un nome come
Ambrosoli (che finora per me è solo un nome senza contenuti
politici) potrebbe anche rivelarsi una mossa vincente, ma senza il passaggio del voto popolare io
non la riconosco come legittima e penso che saranno moltissimi i
delusi come me se il PD, come pare alludere Bersani, dovesse accettare le condizioni del candidato
inventato nel chiuso del salotto buono della borghesia progressista
milanese.
Io sono un democratico e i salotti non mi piacciono come
luoghi di decisione politica. Neanche se sono davvero buoni.
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