Il consigliere Aliverti, già vicepresidente dimissionario della lista Di Maio, ha rassegnato le sue dimissioni per sfiduciare il leghista Gaslini a causa del mancato accordo tra Pdl-Lega e la Lista Di Maio sull’avvicendamento della presidenza dopo i 2 anni è mezzo di mandato secondo il quale Aliverti doveva subentrare a Gaslini.
I tre consiglieri del PD all'opposizione erano al corrente delle intenzioni del consigliere della ex maggioranza e con la loro presenza garantivano che il voto sulla mozione avrebbe fatto cadere la maggioranza. Ma così non è stato per via dell'incredibile rissa che si è scatenata in Consiglio tra i rappresentanti della destra.
L’incontro era iniziato con il Consiglio di Quartiere al completo, escluso l'assente Santambrogio ( Pdl). Il pubblico non era quello delle grandi occasioni: oltre ai giornalisti del Cittadino e del Notiziario, c'erano 2 cittadini (il rappresentante dell’Associazione Patronale Addolorata e un certo Falletta di Cassina Amata, rappresentante dei mercatini dell’antiquariato il quale chiedeva l’appoggio del Quartiere alla richiesta di mettere le bancarelle nella piazza del mercato, 1 amico di Gaslini, 1 rappresentante della lista Di Maio (Pavani), il coordinatore del Pdl, Torraca Successivamente si è presentato un altro cittadino (Franzina) rappresentante di classe delle scuole di Palazzolo.
Gaslini ha illustrato i due punti all'Ordine del giorno: 1) Comunicazione che la giunta taglia i soldi destinati ai quartieri, 2) I mercati. Aliverti chiede la parola e legge la mozione di sfiducia al presidente che comporta la contestuale nomina di quello nuovo (Lucio Romani) come da regolamento.
Gaslini e Gambino lo hanno criticato pesantemente contestandolo per il metodo. Poi è iniziato l'avaspettacolo con l'intervento nella rissa verbale del pubblico: Torracca a spada tratta in difesa della ex maggioranza e Pavani a difesa di Aliverti.
La scena penosa è durata per circa mezz’ora con i seguenti scambi d’opinione tra Torraca e Aliverti: Tor. non puoi farlo, Aliv. chi l’ha detto, Tor. Ma è una tua posizione personale o della Lista, Aliv. E’ della Lista, Tor. Bene domani ci confrontiamo con Di Maio, Aliv. io posso farlo perché lo prevede lo statuto e la mia Lista è d’accordo. Tor. no l’assemblea non è ufficiale, Aliv. nel regolamento non è prevista ufficialità, e via dicendo.
Poi Gaslini riceve una telefonata dal Vicesindaco Bogani e si assenta; rientra dopo 15 minuti senza dire niente. Prosegue il botta e risposta dei personaggi citati che coinvolge anche gli altri cittadini che espongono i loro pareri.
La confusione è al culmine quando interviene Lucio Romani del PD chiedendo che l’argomento sia esaminato dal Consiglio di Quartiere, perché di sua competenza, e non dal pubblico che può assistere, ma non discutere. Ricomincia la discussione tra i presenti incuranti della richiesta del PD fino a quando Torraca chiede l’opinione dell’opposizione, che fino a quel momento si era limitata ad ascoltare.
Romani allora chiede ad Aliverti di spiegare almeno il motivo della sua mozione per capire se poteva essere sostenuta oppure no. Gli altri consiglieri del PD, Queirolo e Spada lo appoggiano ricordando che Aliverti aveva già presentato le dimissioni da Vice presidente nel mese di febbraio.
Ottenute le motivazione della sfiducia sembrava si potesse procedere alla votazione della mozione, ma a quel punto Gaslini, Gambino e Torraca ricominciavano a sollevare dubbi sulla validità della sfiducia in quanto, secondo loro, la votazione non si poteva fare perché non era all’ordine del giorno, perché mancava un esponente della maggioranza, ecc.
Aliverti a questo punto, nonostante avesse dalla sua il regolamento, ha iniziato a cedere all'idea di un ritiro della mozione. Romani è intervenuto più volte per chiedergli di fare finalmente la sua scelta.
Tutto questo cinema è durato dalle 21.30 alle 23.00 circa. Alla fine il consigliere della Lista Di Maio ha deciso di rinunciare a presentare la sua mozione rimandando il punto alla prossima seduta fissata fra 15 giorni, previo come richiesto da Gaslini, chiarimento fra il Pdl, Lega e Di Maio. Lo show down è solo rimandato, ma la destra a Palazzolo è ormai frantumata.
1 commento:
Aliverti andava dimissionato già ai tempi della operazione dei vigili contro i ragazzi della Leva 91 che stavano facendo cose per cui hanno dichiarato di avere avuto la sua autorizzazione.
Dopo quei fatti Aliverti non ha mai pubblicamente risposto né a loro né a Di Maio (nella cui lista è stato eletto) che ha stabilito allora che i consigli di quartiere sono solo buche delle lettere che non hanno diritto di dare risposte ai cittadini.
Anzi alle sedute dove sono andato a chiedere sue notizie andava via prima, anche perché anche Gaslini ne voleva sapere di più.
Lo squallore dello spettacolo di questi giorni è la conseguenza di allora.
Se questo devono essere i consigli di quartiere meglio chiuderli e se proprio uno vuol vedere gran litigate per arrivare al potere di qualcosa che conta come il 2 di briscola si riascolti i vecchi congressi dell'MSI. Dove forse, nonostante tutto, il personale politico, al di là delle idee, era di livello un po' più alto.
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