Tra meno di due mesi il PD chiamerà
gli elettori del centro sinistra alle Primarie "di coalizione"
per la scelta del candidato premier alle elezioni politiche che si terranno nella
primavera 2013.
A questa competizione sembra ormai
acclarato che oltre a Bersani, Vendola, Tabacci e Spini, per il PD
correrà Renzi e forse altri.
Ancora non è chiaro, infatti, come si
voterà. Sulle regole di partecipazione e le candidature deciderà il 6
ottobre l'Assemblea Nazionale che voterà le deroghe allo statuto del
partito che attualmente prevede come unica candidatura quella del segretario in
carica.
Tutti i giornali ormai da mesi battono
i loro tam tam a favore del "rottamatore" Renzi che viene
dato come vincente su Bersani. Io su questo schieramento trasversale
che appoggia il sindaco di Firenze ho già espresso la mia opinione su PadernoForum. Oggi dico la mia sul candidato Renzi, e lo faccio
appropriandomi (perché le condivido senza riserve) delle parole
scritte domenica scorsa da Eugenio Scalfari su La Repubblica.
"Renzi. Per quanto riguarda il
suo programma politico, per il poco che risulta dalle sue carte e
dalle sue prolusioni, si tratta di un'agenda generica che enuncia
temi senza svolgerli. I temi sono quelli che campeggiano da mesi sui
giornali, le soluzioni però Renzi non le indica. Quindi il suo
programma è carta straccia. Una sola cosa è chiara: Renzi sa
parlare e richiama molto abilmente l'attenzione sotto l' oculata
gestione di Gori, ex dirigente di Fininvest. Renzi piace perché è
giovane. È un requisito sufficiente? Politicamente è molto più di
centrodestra che di centrosinistra. Se vincerà le primarie il Pd si
sfascerà, ma non perché se ne andrà D' Alema o Veltroni o
Franceschini, ma perché se ne andranno tutti quelli che fin qui
hanno votato Pd come partito riformista di centrosinistra. Non a caso
Berlusconi loda Renzi pubblicamente; non a caso i suoi sponsor sono
orientati più a destra che a sinistra e non a caso lo stesso Renzi
dice che queste due parole non hanno più senso. Hanno un senso,
eccome. Nell'equilibrio tra i due fondamentali principi di libertà e
di eguaglianza la sinistra sceglie l'eguaglianza nella libertà e la
destra sceglie la libertà senza l'eguaglianza. Questa è la
differenza e non è cosa da poco".
Come ho detto condivido in toto questo
giudizio pertanto alle Primarie del 25 novembre io voterò Bersani,
confermando il voto che gli ho dato tre anni fa perché le ragioni
della mia scelta non sono cambiate. Nell'estate 2009, dopo la
sconfitta elettorale del centrosinistra alle amministrative di
Paderno Dugnano decisi di iscrivermi al partito proprio per
sostenere la candidatura a segretario di Bersani che rappresentava in gran parte sia il contenuto principale della mia storia politica che le mie
speranze di riuscire a veder nascere (finalmente) in Italia un partito
popolare di ispirazione socialdemocratica europea.
Condivido tutte le
scelte di campo fatte di Bersani. Lo voterò per tre motivi: perché Bersani è portatore di un'idea di partito nella
quale mi riconosco, perché ha appoggiato nel 2011 l'ascesa di Mario Monti
alla guida del Paese, spazzando via dalla scena politica nazionale il
governo Berlusconi-Bossi che ci aveva portato al disastro; perché è
l'unico candidato credibile e capace di governare con un programma progressista in
grado di avviare quel processo di sviluppo che ci porterà fuori
dalla crisi in cui si dibattono milioni di italiani, i cui punti
principali sono: riforma delle istituzioni e della politica;
centralità del lavoro e della conoscenza; equità, civismo,
legalità.
Nei prossimi giorni se nascerà a
Paderno Dugnano, come già nel 2009, un Comitato Per Bersani, io ne
farò parte e invito fin d'ora tutti coloro che condividono le mie
idee a sostenere la sua candidatura e votare per lui.
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