domenica 29 luglio 2012

Padernoinbici: un comitato per difendere le due ruote

E' ora che i cittadini, utenti abituali delle due ruote, prendano coscienza che senza il loro attivo impegno non si affermerà mai in Italia il concetto di viabilità sostenibile. Insomma, senza l'emergere di tale coscienza, la cultura trasportistica basata sulla dittatura del motore a scoppio schiaccerà sempre con la sua violenza e prepotenza la bicicletta relegandola al ruolo di mezzo per il tempo libero e non riconoscendola come mezzo di trasporto da rispettare.
Il guaio è che con la bicicletta vengono schiacciati anche i ciclisti in  carne ed ossa. Soprattutto in Lombardia , regione che secondo la Fondazione Ania (elaborazione su dati Aci/Istat), è quella con il più alto numero di incidenti sulle due ruote: 4.138 nel 2010, davanti all'Emilia Romagna (3.296) e al Veneto (2.235). Milano è la provincia in cui si registra il numero più alto di morti in bicicletta (15), seguita da Brescia (7), Bergamo (6) e Cremona (6). Nessuna vittima a Lecco e a Lodi. Stesso triste primato milanese per quanto riguarda i feriti (1.615).
Ovviamente i pericoli e le vittime aumentano dove c'è un maggior utilizzo delle biciclette, come nelle regioni del Nord Italia dove in troppe città (a Partire da Paderno Dugnano) mancano le infrastrutture adeguate. Mancano piste ciclabili complete invece che spezzoni scollegati l'uno dall'altro, segnaletica per le biciclette o zone a velocità ridotta per le automobili. Manca una manutenzione periodica e di qualità delle strade che spesso sono una vera trappola per chi si sposta in bicicletta. Manca soprattutto una nuova mentalità orientata alla mobilità sostenibile che prevede la convivenza strutturale di quattro e due ruote, di motori e muscoli. 
Gli automobilisti sono responsabili nella provincia di Milano del 70% degli incidenti perché non sono ancora abituati a questo nuovo modello di mobilità urbana in cui le bici hanno un ruolo rilevante, ma anche noi ciclisti dovremmo iniziare a considerare le due ruote un mezzo di trasporto come tutti gli altri. Che vuol dire, per esempio, sentirsi obbligati ad accendere le luci e indossare catarifrangenti quando si pedala al buio.
A Paderno sono molti i cittadini che usano quaotidianamente la biciletta per i loro spostamenti, ma non sentono ancora il bisogno di unire gli sforzi per difendere i loro interessi. C'è bisogno di un movimento cioè di un Comitato che si faccia carico di censire qualità e quantità dell'utenza e delle strutture esistenti per definire un programma di sviluppo della ciclabilità da proporre al consiglio comunale anche in vista del futuro PGT. Su questo blog ho più volte lanciato la proposta di costituire un Comitato, che ho battezzato Padernoinbici, al fine di dare inizio a questa meritoria attività civica, ma nessuno o quasi ha mai risposto. Ai miei concittadini ciclisti dico: cosa aspettiamo che anche a Paderno ci scappi il morto per muoverci?

7 commenti:

Gianni Rubagotti ha detto...

Hai provato a proporlo alla nuova Pro Loco? Già che ci sei magari chiedigli perché hanno dovuto designare per la seconda volta il presidente pro tempore...

carlo arcari ha detto...

Caro Rubagotti, il mio messaggio si rivolge soprattutto agli utenti che sono i primi interessati al problema e senza i quali non è possibile fare passi avanti. Poi si rivolge alle associazioni ambientaliste che dovrebbero tenere questo tema al centro della propria attività. Infine alle forze politiche che storicamente portano avanti il concetto di viabilità sostenibile e che essendo rappresentate in Consiglio comunale hanno la possibilità di far diventare la città ciclabile una realtà concreta.

Alberto ha detto...

Se poi hanno invenzioni geniali come all'angolo Rotondi / IV novembre. togliere la pista ciclabile in quella curva è un invito al morto!!!

carlo arcari ha detto...

Grazie Alberto, avresti per caso una foto della pista cancellata da mandarci? Il "taglio" della curva della ciclabile fatto evidentemente solo per agevolare la curva ai mezzi pesanti (camion, bus, suv, ecc) è demenziale per non dire irresponsabile. Ce ne dovremo ricordare al primo incidente chiamando i responsabili di questa scelta a rispondere del loro operato.

Alberto ha detto...

Oggi ci passo e fotografo. Hanno fatto 3 lavori: arrivando dalla ciclabile tra la ferrovia e Tilane finalmente hanno messo la ciclabile che va verso il passagio a livello, asfaltato l'incrocio ed appunto, eliminato il tratto in curva della ciclabile sostituendola con l'asfalto stradale. Le biciclette che passano di li sono molte, spesso in direzione contraria a quelle delle auto. Non credo sia difficile immaginare un "frontale" auto-bicicletta. Spero solo sia provvisorio in attesa di mettere un divisorio con catarifrangente.
Sono nato e cresciuto a Milano, con mia moglie abbiamo scelto Paderno anche per poter vivere con i nostri figli in un paese più a misura d'uomo ed un particolare per noi bellissimo sono le piste ciclabili numerose seppur migliorabili. Però ammettiamo anche che rispetto ai molti posti in cui la pista ciclabile è una linea gialla disegnata sull'asfalto stradale, qui a Paderno la pista ciclabile è una Pista.

Alberto ha detto...

Ho fatto le foto, però mi rendo conto solo ora di non poterle pubblicare, o almeno, non trovo link nel blog per poterlo fare.
Come posso fare ?
Alberto.

carlo arcari ha detto...

Ciao, ho aggiunto all'intestazione un indirizzo e mail al quale puoi scrivere e inviare le foto. Grazie