Tutti alla vigilia davano per scontata l'elezione di Alberto Bombassei, il padrone della Brembo di Bergamo, alla presidenza degli industriali italiani, ma a sorpresa lo ha battuto in volata Giorgio Squinzi della Mapei. Con soli undici voti di scarto, 93 a 82, l'imprenditore chimico che fino al 2002 ha legato il marchio della sua azienda al successo della sua famosa squadra ciclistica, ha ottenuto la designazione del parlamentino di Confindustria .
Il 19 aprile, il presidente designato, che sostituirà Emma Marcegaglia in un momento incandescente per le relazioni industriali, presenterà la squadra e il programma. L'elezione formale avverrà il 23 maggio, nel corso dell'assemblea privata degli industriali e il debutto pubblico il giorno successivo alla presenza di alcuni ministri del governo. Il nuovo presidente di Confindustria resterà in carica fino al 2016.
Ma chi è Giorgio Squinzi? Io ho avuto il piacere di intervistarlo nel settembre 2010 e vi propongo il testo dell'intervista realizzata per Italia Oggi. Non si tratta di un'intervista prettamente economica, ma di un ritrattino leggero, a metà tra il personale e il professionale. Buona lettura.
Squinzi: una vita in azienda, tra ciclismo e lirica
Vita e lavoro sono una cosa sola per Giorgio Squinzi, amministratore unico del Gruppo Mapei, una delle più significative multinazionali famigliari del made in Italy. Milanese purosangue (nato a Cisano Bergamasco dove era sfollata la sua famiglia nel maggio del ’43), laurea in chimica industriale all’Università di Milano nel fatale ’68 (ma Chimica era un mondo a parte e il movimento non ci toccava, dovevamo studiare), Giorgio Squinzi, è nato e cresciuto nell’azienda di famiglia l’unica nella quale ha lavorato e dove ha percorso tutta la sua carriera di imprenditore chimico. “Fondata da mio padre, Rodolfo, nel 1937, ho imparato a conoscerla fin da bambino e mi ricordo bene gli anni ‘50, lo stabilimento in periferia di Milano. con soli sette dipendenti, producevamo soltanto intonaci ed altri materiali per rivestimenti”. Allora, Mapei, si chiamava Materiali ausiliari per l'edilizia e l'industria. Oggi ha ridotto la ragione sociale al suo acronimo, ma è diventata una grande impresa internazionale, impiega 7mila dipendenti e di stabilimenti ne ha 57 in tutto il mondo.
“La mia crescita professionale ha coinciso con quella dell’azienda. E’ stato un percorso naturale. Dopo la laurea sono diventato capo della ricerca (investiamo il 5% del fatturato in ricerca è questo è stato sempre il nostro punto di forza); eravamo 3 ricercatori, oggi ce ne sono 700. Nel 1976 oltre ad occuparmi di prodotti, mi sono dedicato al processo di internazionalizzazione del Gruppo – ricorda -. Ho fondato il primo stabilimento all’estero, in Canada, e ne ho seguito lo sviluppo. Da allora di fabbriche all’estero ne abbiamo aperte o comprate 48”.
Una delle tappe fondamentali che Squinzi ricorda, dopo aver preso in mano le redini dell’azienda nel 1984, è stata l’acquisizione nel 1994, dal Gruppo Enichem, della Vinavil, storico fornitore di Mapei che ha consentito all’azienda un integrazione strategica con il mondo dei polimeri. Le ultime acquisizioni del Gruppo sono quelle in Corea, Germania, Grecia, Dubai, Stati Uniti. Il fatturato nel 2009 è stato di circa 1,7 miliardi di euro.
Presidente di Federchimica dal 1997 (l’associazione che riunisce le imprese chimiche) per 6 mandati biennali, dal prossimo anno non potrà più venire rieletto (nel 2011 è stato eletto Cesare Puccioni), ma resta in Confindustria dove è vicepresidente per la Ricerca e responsabile dei rapporti con l’Europa. Sposato con Adriana Spazzoli, che in Mapei ricopre il ruolo di responsabile del marketing e della comunicazione, ha due figli che già lavorano in azienda: Marco (39 anni) che è il capo della ricerca e segue scrupolosamente le sue orme, e Veronica (38) che è responsabile della pianificazione strategica, acquisizioni e start up.
“Il mio tempo libero? In bicicletta ovviamente, le due ruote sono la mia passione dai tempi della squadra che è stata la più forte al mondo nel ciclismo e che abbiamo sponsorizzato fino al 2002. Alla domenica mattina ancora oggi monto in sella alla mia Colnago e via sulle strade della Brianza – afferma -. Poi c’è la musica lirica. Io e mia moglie siamo scaligeri e Mapei, dal 1984, è tra gli ‘abbonati sostenitori’ del Teatro alla Scala di cui siamo sponsor. Amo molto il repertorio italiano, Rossini, Bellini, Verdi, Donizzetti, Puccini, e con mia moglie spesso giro il mondo per seguire i concerti, al Met o a Salisburgo”.
La sua comunicazione più personale viaggia sul più semplice dei telefonini Nokia “non voglio il BlackBerry, l’azienda me ne ha dati due e li ho persi, più chiaro di così.. Per quanto riguarda i pc, anche qui la faccio semplice, non ne ho e in mobilità per le e-mail mi faccio aiutare da mia moglie e dai miei figli che invece sono molto attrezzati”. Per gli orologi ha una discreta passione, oltre al classico Patek Philippe, ama i Lange che considera il top della tecnologia. La sua preferenza per le auto è a due facce: si dice “un audista convinto” e guida una Audi S8 che per lui è “una grande vettura” ma in città circola con una Smart, regina del traffico. Per quanto riguarda il look, Squinzi deve piegarsi al classico confindustriale. Indossa i grandi della moda italiana, Loro Piana, su tutti e da poco anche gli abiti di uno stilista che ha “scoperto” negli Stati Uniti: il napoletano Isaia. Le scarpe, soprattutto Rossetti. “Sono obbligato dal mio ruolo – confessa -, ma mi piacerebbe tanto andare in giro in jeans e maglione”. A la Marchionne.
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