venerdì 9 marzo 2012

Antigiornalismo: libertà di stampa ultimo atto


"Il malcontento generale seguito all'impoverimento  di una buona parte degli Italiani sta producendo un altro pericoloso fenomeno: l'antigiornalismo. Nessun settore è stato ed è immune da corruzione e immoralità, ma solo i giornalisti, tutti, senza distinzione, sono oggi vittime di aggressioni preoccupanti". Lo afferma Francesca Canino sul sito dell'ex presidente dell'Ordine dei giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo (Ciccio per gli amici e i colleghi).
Ad ogni latitudine nella nostra penisola e a tutti i livelli, troppo spesso si punta il dito contro i giornalisti, che vengono accusati e allontanati da conferenze, cortei, manifestazioni, eventi pubblici solo in quanto tali, con toni offensivi per il lavoro svolto e senza tener conto delle loro reali intenzioni. Tacciati di essere "venduti" al politico di turno, ai poteri forti in genere, i giornalisti invece sono malpagati e senza garanzie, sfruttati e ricattati dagli editori che devono salvaguardare i propri interessi, subiscono attacchi pericolosi in un momento in cui i giornali sono in profonda crisi. 

Francesca Canino, giornalista del Quotidiano della Calabria, sostiene che ormai il rapporto tra lettore e giornalista si è molto logorato, ma questo logoramento danneggia soprattutto i liberi professionisti, quelli che vogliono fare davvero i giornalisti al servizio del pubblico e non gli impiegati di una casa editrice, supergarantiti da contratti e sindacati. Sono questi, infatti, che rischiano ogni giorno andando a caccia di notizie e che spesso, dopo aver tanto lavorato, a causa del contenuto "critico" dei loro articoli, non riecono nemmeno a pubblicarli su qualche testata.
A fronte di giornalisti cortigiani del potere ce ne sono altri che invece non si vendono in cambio di una facile carriera e lavorano solo per i loro lettori. "Nessun settore è stato ed è immune da corruzione e immoralità, ma solo i giornalisti, tutti, senza distinzione, sono oggi vittime di aggressioni preoccupanti - sottolinea Canino -. Tale situazione non rende giustizia ai giornalisti che sono morti per divulgare la verità, che si sono messi contro i poteri forti e che spesso sono stati lasciati soli. E non rende giustizia ai tanti giornalisti precari che per una manciata di euro sfidano istituzioni, chiesa, politici, massoni deviati, mafiosi e tante volte cittadini timorosi e omertosi".
L'antigiornalismo che tende a screditare la nostra professione sembra in realtà rispondere a una regia occulta, molto pericolosa perchè se vincerà sopprimerà solo le penne libere, non consentirà inversioni di tendenza né la liberazione del bavaglio che tanti editori hanno imposto ai loro dipendenti. E seppellirà sotto il cadavere della libertà di stampa anche quello della democrazia.

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