mercoledì 25 gennaio 2012

Primarie del PD, esperienze valide per Paderno 2014

Sono in corso nel Nord Milano come altrove le primarie del PD per scegliere il candidato sindaco nelle imminenti elezioni amministrative. I vari candidati sono impegnati a fare dibattiti con il pubblico o fra di loro rispondendo alle domande che vengono poste da cittadini, categorie sociali ed economiche, associazioni e gruppi di opinione locali.
Raramente però viene posto loro l'interrogativo principale in questo momento: che cosa farete di fronte alla riduzione di almeno il 20% delle risorse sulle quali potrete fare affidamento a causa della crisi? Il quesito è oggettivamente centrato quanto imbarazzante. La risposta infatti rischia di sconterntare una parte del potenziale elettorato sia interno che esterno.
Ma è corretto, anche dal punto di vista dell'immagine del candidato, della sua credibilità, stare nel vago, vellicare le speranze, promettere l'immantenibile, agganciarsi ai massimi principi, nascondersi dietro ideologie e buoni sentimenti che, soprattutto nel PD, fanno ancora presa su molti?
Il candidato del PD vincitore delle primarie di Monza, Roberto Scanagatti, ad esempio ha dichiarato durante la campagna per la candidatura che il suo programma si basa su questi punti: fare di Monza una città più efficiente, più vicina ai giovani e agli anziani, pronta ad ascoltare, partecipare e dialogare, capace di far quadrare i conti, con una migliore viabilità, più coesa e solidale, più attenta al lavoro, più degna della sua storia e più rispettosa dell'ambiente.
Ma oggi che è stato scelto per scendere in campo contro la destra sembra aver deciso di invertire l'ordine di importanza dei punti programmatici in questo modo: lavoro, ambiente, solidarietà, far quadrare i conti e migliorare la viabilità, sono al primo posto perché si tratta di problemi percepiti come più urgenti dagli elettori. Insomma la destra al governo va sconfitta proprio sul terreno dove è più debole e dove ha già dimostrato di non essere all'altezza.
"A Monza il sindaco leghista Mariani in cinque anni non ha combinato niente di buono: la sua giunta è stata impegnata quasi esclusivamente in battaglie ideologiche, spesso ridicole, tutta occupata  a soddisfare ad ogni costo gli interessi di pochi e sulle questioni centrali ha  scelto di delegare ad altri la soluzione – afferma Scanagatti -. Oppure ha semplicemente rimosso i problemi dall’agenda delle cose da fare, come se non esistessero. La mobilità e il lavoro sono due casi clamorosi di questa “amnesia”. La correzione di rotta dovrà perciò avvenire in senso totalmente inverso. Si tratta di affrontare con coraggio e determinazione le troppe questioni irrisolte".
Roberto Scanagatti non è un volto nuovo a Monza. Dal 1992 in consiglio comunale è da 20 anni un solido punto di riferimento politico prima del Pci, poi dei DS, oggi del PD dove però non ha incarichi di partito. Ha ricoperto in passato oltre al ruolo di capogruppo dell'opposizione, quello di vicesindaco e assessore al Bilancio con la giunta Faglia (2002-2007), e da qualche mese ha accettato di entrare come assessore al Bilancio (per la sua nota capacità di far quadrare i conti) nella giunta di Sesto San Giovanni colpita dalle recenti indagini giudiziarie.
 Gli elettori monzesi del PD (oltre 4mila i votanti) hanno scelto di affidarsi a lui piuttosto che a un personaggio "nuovo" perché hanno ritenuto in questo momento più importante il valore dell'esperienza politica e della capacità amministrativa dimostrata. La serietà e la competenza, dopo cinque anni di sostanziale assenza di governo, è infatti la proposta che ritengono sarà recepita e apprezzata dalla maggioranza dei cittadini. Alle primarie hanno partecipato cinque candidati; tre espressi dal PD, uno dai Partito dei Comunisti Italiani, uno dalla lista civica di centrosinistra "Città Persone".
Tra due anni anche a Paderno Dugnano il PD dovrà fare le primarie per scegliere il suo candidato sindaco e lo scenario politico attuale sembra per molti versi simile. Un sindaco poco credibile e poco capace, una giunta che non ha combinato niente di significativo, una città che pensa a se stessa, prigioniera nei suoi problemi che l'amministrazione non affronta. Seguiamo dunque lo svolgersi di questa sfida monzese e teniamo conto della sua esperienza e dei risultati.  

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