giovedì 15 dicembre 2011

Don Giovanni, trasgressioni a scena aperta

"Trasgressivo" è l'aggettivo che si è guadagnato il Don Giovanni di Mozart messo in scena dal regista Robert Carsen per la prima della Scala del 7 dicembre.
Nella versione del registra canadese è stato infatti sdoganato anche un nudo integrale femminile; per tre lunghissimi secondi tutti i presenti in sala e i telespettatori di Rai 5 hanno potuto ammirare lato A e lato B dell'attrice che interpretava la licenziosa servetta di Donna Elvira. La stuzzicante ragazza dopo aver pomiciato a lungo con l'instancabile seduttore si alzava improvvisa dalla sedia e si scopriva completamente nuda in peccaminose autoreggenti nere.
Ma forse non è stata questa la più clamorosa delle trasgressioni che hanno punteggiato il Don Giovanni scaligero. A mio avviso quella più eclatante che, a differenza del nudo, quasi nessuno dei commentatori ha rilevato e degnato di un commento, sono state le tre o quattro sigarette accese e sfacciatamente sfumacchiate sul palcoscenico dal libertino mozartiano interpretato magistralmente da Peter Mattei. Anche nella scena finale quando Don Giovanni riemerge dall'inferno dove era sprofondato e ricompare arrogante tra i suoi nemici lo fa aspirando e spandendo allegramente fumo dall'ennesima sigaretta accesa impippandosene di leggi e norme che vietano severamente di fumare in un luogo pubblico e di propagandare il fumo.
Il fatto che questa trasgressione non sia stata colta e riportata da nessuno o quasi dei numerosi cronisti la dice lunga sul labile concetto di legalità che contraddistingue gli italiani.
Che senso ha far scrivere a caratteri cubitali sui pacchetti di sigarette in libera vendita "Il fumo uccide" e fare campagne pubbliche antifumo, scrivere leggi contro il fumo attivo e passivo e altre lodevoli iniziative salutiste se poi nessuno trova sbagliato che si fumi più volte in scena durante uno spettacolo come questo, mostrato a milioni di persone in Italia e nel mondo?

3 commenti:

favra ha detto...

dai, aracari.. non esageriamo; non è il signor peter mattei che si accende una sigaretta nel foYer o in platea; stiamo parlando di don giovanni che fuma in una scena di un'opera teatrale! è finzione: non si sta infrangendo nessuna legge! oppure vogliamo che ogni volta che frate lorenzo sposa romeo e giuglietta, alla fine della tragedia, gli attori corrano in tribunale a chiedere formalmente la separazione!!

un cordiale saluto
andrea favrin

favra ha detto...

opps.. naturalmente Giulietta si scrive senza "G"!

saluti
andrea favrin

carlo arcari ha detto...

favrin, nell'economia dello spettacolo la sigaretta poteva benissimo essere esclusa, senza pregiudizio alcuno. E' stato un espediente scenico per aumentare il tasso di trasgressività del personaggio che ci si poteva risparmiare. A mio parere naturalmente.