Salve, stasera abbiamo avuto la prova provata, assistendo alla seduta del Consiglio Comunale, che le motivazioni del Comitato CARA TERRA MIA, e delle persone titubanti in merito alla proposta di trasformazione da Diritto di Superficie in Diritto di Proprietà avanzata dall'amministrazione sono valide.
Il Consiglio Comunale senza eccezione o astensione alcuna, ha affermato di aver commesso un errore dei calcoli nella definizione del prezzo. Addirittura anche la Maggioranza si è spaccata! Chiediamo Urgentemente il Verbale del Consiglio Comunale con la riproduzione del filmato dell'Assemblea. Auspico che i Partiti Politici, il Comitato CARA TERRA MIA ,coloro che hanno pagato e coloro che devono pagare, valutino gli estremi per adire a vie legali nei confronti dei membri del Consiglio Comunale che anche ammettendo il loro errore hanno perseverato e perseverano ancora nella loro proposta.
Chiedo massima diffusione anche agli organi di stampa, e se il caso di produrre un Manifesto alla Cittadinanza tutta, un volantino,una riunione del Comitato CARA TERRA MIA con i Partiti Politici e con la cittadinanza intera. Liberamente conscio che queste azioni hanno un costo sono disponibile fin da subito a dare il mio contributo di 500 euro.
Pasquale Taccone
Ho ricevuto stanotte dal cittadino Taccone questa lettera-commento della discussione che ieri sera l'assemblea padernese ha dedicato alla vicenda dei riscatti dei terreni 167. Taccone in sintesi riassume quello che abbiamo sentito tutti e cioè che nonostante diversi esponenti della maggioranza abbiano ammesso che l'OdG presentato dal Capogruppo del PD Coloretti era in gran parte fondato e che l'ordinanza in merito ai riscatti andava modificata, corretta e resa meno onerosa per cittadini, la giunta non ha voluto rimettere in discussione il suo operato costringendo un suo membro, il consigliere Sorrentino, a votare insieme alla minoranza.
La posizione assurda e testarda della giunta è stata accolta dai boatos ostili del pubblico presente che ha preferito sgombrare l'aula in segno di protesta. Una cosa è certa, non finirà qui e il fronte aperto sui diritti167 resterà caldo ancora a lungo.
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