La libera stampa “è viva e lotta insieme a noi” come si diceva un tempo. Quando il polverone mediatico è al massimo e quasi non ci speri più, esce fuori dal buio un giornalista (in questo caso, una giornalista) e illumina con un sottile, ma potentissimo, raggio di luce la speranza che dopotutto la ricerca della “verità sostanziale” è ancora la mission di questo mestiere.
Ringrazio e applaudo la collega Raffaella Foletti che oggi su “Il Giorno” a pagina 5 dell’edizione Sesto-Nord Milano del quotidiano, ha scritto questo commento, appunto illuminante, sul “caso Penati” che ci rimette tutti con i piedi per terra. Questo è il testo del suo commento:
UNA NOTIZIA DIETRO LE NOTIZIE
«Uno stillicidio di notizie» che sono poi sempre le stesse, «ricostruzioni unilaterali che non aggiungono elementi alla tesi accusatoria iniziale e anzi creano confusione mischiando fatti, date, persone e cifre». In questo Penati ha proprio ragione. «Per tenere alta l’attenzione, si ricorre al riassunto delle puntate precedenti». Funziona così. I magistrati indagano da tempo, ma la notizia diventa di dominio pubblico tutto d’un botto, con le sette perquisizioni del 20 luglio. Poi qualcuno fa trapelare i verbali delle due gole profonde. Pubblicati stralcio dopo stralcio, giorno dopo giorno, trasformando due paginette messe nere su bianco (in altrettante convocazioni in Procura) in un’apoteosi di rivelazioni. Oppure: c’è un summit tra inquirenti e investigatori. Giornali e tivù spremono le fonti, e via un altro giro di titoli. Qualcuno tira fuori gli 11mila euro trovati a casa Penati 10 giorni fa; un altro punta sul file nascosto nel pc dell’architetto, che a sua volta aspettava da 10 giorni di arrivare all’onore della cronaca.
Dietro a mille notizie, ce n’è una: due imprenditori, e poi altri testimoni legati ai primi da parentela più o meno stretta, puntano il dito. Il «sistema Sesto», come l’hanno chiamato, finora è tutto qua.
Il commento di Raffaella ha il pregio di spiegare con chiarezza in poche battute come funziona il sistema, la macchina che macina titoli deve produrne tutti i giorni e quando non ha notizie le evoca “trasformando due paginette messe nero su bianco.. in un’apoteosi di rivelazioni”. Capito bene come funziona? Dietro al polverone mediatico c’è solo una notizia, piccola e misera. “Due imprenditori, e poi altri testimoni legati ai primi da parentela più o meno stretta, puntano il dito”
Ecco a cosa si riduce il cosiddetto “sistema Sesto. Posata la polvere, l'unico “fatto” è questo. Brava, Raffaella, grazie.
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