Gianfranco Massetti ci ha ricordato nel suo intervento quanta storia e quanta strada hanno dietro le spalle la partecipazione democratica e i Consigli di Quartiere nella nostra città. Una storia e una lunga strada lastricata di esperienze concrete dalle quali è possibile trarre insegnamenti e idee per il futuro, dal momento che quello attuato dalla giunta Alparone è solo un velleitario "blocco stradale" che ha fermato momentaneamente un percorso che riprenderà, non appena i cittadini lo vorranno, lungo una direzione che è di fatto già tracciata.
Il centro sinistra che ha sempre promosso la partecipazione e voluto fermamente le sue istituzioni ha un programma da portare avanti anche se molti non lo conoscono perché di questi temi si sono interessati solo da poco tempo. Basta andare a rileggersi la pubblicazione del Comune: “1978-2008, 30 anni di partecipazione a Paderno Dugnano” per informarsi di questa realtà. Nel testo dell’opuscolo scaricabile dal sito comunale si può leggere infatti:
Il fine dei Consigli di Quartiere è sempre stato quello di sperimentare nuove forme di partecipazione, adattandosi più che mai ai tempi. La fase più recente della partecipazione e del decentramento amministrativo padernese si può sintetizzare in un motto, tratto dall’antropologa Margaret Mead: «Mai dubitare che un piccolo gruppo di cittadini consapevole e convinto possa cambiare il mondo: infatti è l’unico modo per farlo».
Partendo da questa idea di partecipazione, intesa come modo di governare insieme la città attraverso la presenza attiva dei cittadini, nasce nel 2006 l’esperienza del Bilancio Partecipativo.
Il progetto, contenuto nel programma elettorale del Sindaco Gianfranco Massetti, viene gestito dall’ufficio Partecipazione ed è giunto nel 2008 alla terza edizione. L’intento principale è quello di sperimentare una partecipazione sempre più “diretta”: i cittadini che partecipano decidono concretamente quali interventi siano necessari per valorizzare il proprio Quartiere; a disposizione, per Quartiere, c’è una quota di 100 mila euro del bilancio comunale. La Giunta Comunale ha quindi destinato nei bilanci 2006, 2007 e 2008 l’importo complessivo di 2.100 mila euro (700.000 euro all’ anno, pari a circa il 15% del bilancio annuale della parte investimenti).
I residenti, dai 16 anni in su, sono invitati a partecipare alle diverse fasi. La prima fase è l’“emersione del bisogno”: vengono raccolte le segnalazioni dei cittadini per quanto riguarda arredo urbano e marciapiedi, parchi e giardini, opere e reti stradali, illuminazione pubblica e manutenzione straordinaria degli edifici scolastici (voce inserita nell’ultima edizione, su richiesta dei cittadini stessi); dopo una verifica di fattibilità delle richieste da parte degli uffici tecnici comunali (seconda fase), i cittadini sono chiamati nella terza fase a “scegliere le priorità” investendo la somma messa a disposizione.
Vengono così composte le “griglie di priorità” per Quartiere con l’elenco delle opere che saranno realizzate fino al raggiungimento della quota di 100.000 euro. I progetti delle opere vengono presentati ai Quartieri in assemblee pubbliche, per un confronto diretto tra tecnici e cittadini, in modo da realizzare interventi che rispondano il più possibile alle esigenze concrete dei residenti.
Ecco, questa era la visione che ha guidato fino al 2009 le iniziative di partecipazione democratica basata sulle attività dei Consigli di Quartiere, messe in campo concretamente (soldi e fatti, non chiacchiere) dal centrosinistra e cancellate, dopo le elezioni con un tratto di penna dalla giunta di destra.
Inoltre nello stesso opuscolo, in un’intervista, Massetti alla domanda “Quale deve essere oggi il ruolo dei Quartieri?” così risponde: “ Nella nostra Città devono continuare ad avere un ruolo di interlocutore importante, sempre più qualificante. C’è ancora un attaccamento e un’identità di Quartiere che va mantenuta, perché continua ad essere un elemento di coesione sociale. La Città ha un volto policentrico e questo deve essere visto come un punto di forza non come un handicap, Paderno è una città forte con 7 centri e 7 piazze. I Quartieri sono luoghi d’eccellenza che riqualificano il centro e gli spazi pubblici. Prossimi obiettivi? Un possibile sviluppo potrebbe essere quello di estendere l’elemento della partecipazione a varie competenze; negli ultimi mesi abbiamo iniziato il progetto di ‘sicurezza partecipata’ e potrebbero esserci nuove proposte per avvicinare i cittadini all’Amministrazione, garantendo un confronto continuo, non limitandosi semplicemente a delegare questi compiti; il Bilancio Partecipativo è anche un modo per unire punti di vista e diverse competenze”.
Inoltre nello stesso opuscolo, in un’intervista, Massetti alla domanda “Quale deve essere oggi il ruolo dei Quartieri?” così risponde: “ Nella nostra Città devono continuare ad avere un ruolo di interlocutore importante, sempre più qualificante. C’è ancora un attaccamento e un’identità di Quartiere che va mantenuta, perché continua ad essere un elemento di coesione sociale. La Città ha un volto policentrico e questo deve essere visto come un punto di forza non come un handicap, Paderno è una città forte con 7 centri e 7 piazze. I Quartieri sono luoghi d’eccellenza che riqualificano il centro e gli spazi pubblici. Prossimi obiettivi? Un possibile sviluppo potrebbe essere quello di estendere l’elemento della partecipazione a varie competenze; negli ultimi mesi abbiamo iniziato il progetto di ‘sicurezza partecipata’ e potrebbero esserci nuove proposte per avvicinare i cittadini all’Amministrazione, garantendo un confronto continuo, non limitandosi semplicemente a delegare questi compiti; il Bilancio Partecipativo è anche un modo per unire punti di vista e diverse competenze”.
I quartieri come luogo dove i cittadini si confrontano e decidono insieme alla amministrazione lo sviluppo territoriale del loro quartiere e dunque della città policentrica. Dove hanno a disposizione un budget di opere e iniziative pubbliche da realizzare e di bisogni locali da soddisfare.
Quello che si chiede oggi, come si vede, esisteva già da molti anni ed è stato bloccato ideologicamente e programmaticamente dalla destra reazionaria che non vuole la partecipazione democratica e per questo ha ridotto i Quartieri a luoghi deserti, pronti per venire definitivamente cancellati. Come riprendere dunque questo cammino? Il centrosinistra non ha agito finora perché nella mutata situazione politica ed economica ha visto la necessità di ridefinire una nuova proposta e un nuovo modello di partecipazione da presentare ai padernesi.
Lo farà in autunno e seguendo un programma attento a coinvolgere in primo luogo i cittadini dei quartieri che ne sentono il bisogno e la reclamano. Perché la partecipazione non è, come la nostra storia ci insegna, un processo che cala dall’alto, ma un bisogno che nasce dal basso e ricomincerà a muoversi camminando sulle gambe dei padernesi in carne ed ossa. La partecipazione e le sue istituzioni soprattutto, sono una precisa scelta politica, figlia di un'idea di governo e di città. La società "apolitica" non esiste.
Nessun commento:
Posta un commento