“Il Circolo Dante” è un libro che mi hanno regalato tempo fa. L’ho ripreso in mano in questi giorni e lo sto rileggendo con grande piacere. Racconta la storia di un circolo di letterati “aristocratici” della East Coast che alla fine della Guerra Civile, riuniti a Boston nel salotto del poeta, Henry Wadsworth Longfellow, decidono di fondare un circolo per far conoscere la prima traduzione americana de “La Divina Commedia”.
Il Comitato direttivo della vicina Università di Harward, conservatrice e soprattutto protestante, cerca in tutti i modi di sabotare l’iniziativa per contrastare la diffusione delle “superstizioni immorali e papiste” contenute nell’opera del padre della nostra lingua. In questo conflitto tutto culturale ed accademico irrompe però la cronaca nera con una serie di misteriosi e sconvolgenti delitti, perché i membri del Circolo si rendono conto che l’assassino seriale si sta servendo proprio del poema dantesco come ispirazione delle sue crudeli esecuzioni facendo patire alle sue vittime i tormenti descritti ne l’Inferno. E cominciano ad indagare.
Il Comitato direttivo della vicina Università di Harward, conservatrice e soprattutto protestante, cerca in tutti i modi di sabotare l’iniziativa per contrastare la diffusione delle “superstizioni immorali e papiste” contenute nell’opera del padre della nostra lingua. In questo conflitto tutto culturale ed accademico irrompe però la cronaca nera con una serie di misteriosi e sconvolgenti delitti, perché i membri del Circolo si rendono conto che l’assassino seriale si sta servendo proprio del poema dantesco come ispirazione delle sue crudeli esecuzioni facendo patire alle sue vittime i tormenti descritti ne l’Inferno. E cominciano ad indagare.
Il libro è scritto magnificamente e ci rende un affresco molto vivo della vita intellettuale dell’America ottocentesca, in cui si mescolano, nel dipanarsi del thriller, tutti i temi della modernità: il ruolo degli intellettuali, l’immigrazione, i ghetti urbani, le ferite non rimarginate della crudele guerra civile, la difficile emancipazione dei neri nella società bianca anglosassone, i serial killer.
L’aspetto che però più mi ha colpito è l’incipit del racconto, che parte da una notiziola di cronaca pubblicata il 15 settembre 1989 sul “Pittsfield Daily Reporter”, uno dei mille fogli locali che costituiscono l’ossatura del sistema dell’informazione negli Stati Uniti: la morte di un ragazzo provocata dall’aggressione di un insetto che si credeva estinto, un tipo di mosca carnaria che si nutre di carne viva e non morta, come quelle più comuni. Una specie animale di cui si è rivelata l’esistenza in America attorno al 1865, proprio all'epoca in cui si svolge la storia raccontata magistralmente da Metthew Pearl, scrittore trentacinquenne, curatore tra l'altro della nuova edizione de l’Inferno tradotta da Longfellow. È stato curatore anche dell'edizione in inglese dei Delitti della Rue Morgue di Edgar Allan Poe.
La notizia della comparsa 150 anni fa della terribile mosca hominivorax, rappresenta la vite del cardine sul quale ruota il possente portone di questo appassionante giallo letterario. Buona lettura.
Il Circolo Dante
Matthew Pearl
Rizzoli Editore 2003
528 pag. euro 8,40
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