mercoledì 1 giugno 2011

Somewhere over the rainbow

Ricevo da Gianfranco Massetti questo commento sul recente risultato elettorale e sulle indicazioni che il voto ha dato al Partito Democratico. Buona lettura.
Venerdì 27 maggio sopra piazza Duomo sono comparsi due arcobaleni; uno era per Pisapia e l’altro per il Centro sinistra italiano. Subito dopo c’è stata l’alluvione, per il centro destra. Berlusconi perde dappertutto, a nord e a sud, a est e a ovest. 
Di contro il Centro sinistra vince, quasi,dappertutto. E vince  con Fassino,con Pisapia, con  De Magistris e con il sindaco dell’Udc a Macerata. Cosa significa? Direi che c’è ormai un popolo che chiede cambiamenti reali e radicali, nelle politiche e  nei programmi. Non gli importa chi fa vincere né gli importa  dei sofismi delle alleanze, né di politici consumati. Certo le realtà locali sono differenti e differenti le risposte, politiche e anche simboliche. Giusto che sia così; guai a ricavarne un modello valido per  tutti i municipi.
C’è un  vento che spira per merito di professioni  mortificate, giovani precarizzati, indignati irriducibili e cittadini onesti, che vuole una nuova moralità, un forte senso dello Stato e il rispetto delle regole e delle istituzioni. Un popolo che vuole riconoscere le sue condizioni di vita quotidiana, che  si preoccupa  di salari, pensioni, disoccupazione, precarietà, sviluppo economico e giustizia sociale.

Un popolo umiliato, ma che non ha rinunciato alla serietà, alla competenza, all’accoglienza, alla solidarietà sociale, alla partecipazione. Basta con l’arroganza del potere, con l’uso dei soldi e dell’immagine in una  politica vuota e falsa. Basta con  l’uso della paura contro i diversi per pelle, sesso o religione. E’ un popolo stufo anche dei privilegi della casta politica. Basta doppi incarichi, basta stipendi  e benefit spropositati, basta col numero eccessivo di parlamentari, basta promozioni in Cda fasulli. Ci vuole sobrietà anche nei comportamenti e negli stili di vita di chi ha responsabilità pubbliche.
Ci vuole una nuova, buona politica. In questo contesto, oltre ai movimenti, ai comitati, alle professioni, al civismo, alle personalità indipendenti, servono ancora i partiti? Sì, ma a diverse condizioni: serve un partito di popolo, di governo e concreto che sia l’ossatura dell’alternativa e del buongoverno di città e provincie, un partito serio che si occupi di economia, lavoro e problemi dei cittadini, un partito generoso che lavori per la vittoria del Centro sinistra e non di se stesso. Un partito fatto non di mediazioni tra  gruppi dirigenti (più di sinistra o più di destra..), ma di un popolo che decide, anche attraverso le primarie che vanno regolate e rese più efficaci e trasparenti .
Quanto a noi, dopo Milano (e Desio e Arcore e Limbiate e Senago..) lavoriamo per il successo nei referendum e per una nuova primavera anche nella nostra città. La strada da fare è ancora lunga. Il primo appuntamento è nella scelta anti-nucleare e per l’acqua pubblica: due punti fondamentali in chiave di programma per una futura alternativa di governo.
Una alternativa per cambiare davvero: lasciarsi alle spalle la politica liberista, il populismo antidemocratico, le diseguaglianze sfacciate, la società bloccata e per ridare futuro all’Italia e ai suoi giovani, soprattutto.

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