Il giornale locale oggi ha una missione impossibile da compiere: sopravvivere in un mercato piccolo e marginale dove è sempre più difficile mantenere una funzione riconosciuta dai lettori. Per stare a galla e vendere qualche copia in questa realtà poco favorevole, una strada che alcuni giornalisti praticano è quella della polemica scandalistica che quando non c’è bisogna creare enfatizzando e manipolando un po’ la cronaca.
La manipolazione della cronaca è una tecnica facile da scoprire anche se è sofisticata perché in genere non occulta le notizie, ma le presenta in modo scorretto. Un esempio è quello fornito da “Il Giorno” di oggi che pubblica la cronaca firmata da Daniela Salerno che si riferisce alla seduta del Consiglio Comunale di lunedì scorso, di cui riporta gli avvenimenti in modo molto parziale, enfatizzando degli aspetti e tacendone altri per confezionare un titolo e dei sommari (quelli che la gente legge per prima e che influenzano la lettura) che non sono veri nel contenuto e tendenziosi nella forma.
Cominciamo dal titolo di apertura di pagina 9: “Commissione antimafia, il Pd vota no” e dal catenaccio “Passa senza i Democratici la proroga per far luce sui legami tra ’ndrangheta e Comune”. Manipolati ambedue, perché il Consiglio Comunale di Paderno Dugnano non ha mai costituito una Commissione Antimafia ,come viene affermato, ma una Commissione di Controllo incaricata di verificare la correttezza degli atti amministrativi relativi alla gestione del Centro Falcone e Borsellino e degli appalti indetti dall’ente locale negli ultimi anni. Una cosa come si vede profondamente diversa da quella presentata dal giornale.
Una Commissione comunale di controllo, infatti, non è una “Commissione Antimafia” perché non possiede gli strumenti per indagare, mentre la Magistratura lo può fare e in questo caso lo ha già fatto senza rilevare coinvolgimenti di sorta, sia di enti che di persone legate all'amministrazione. Ma questa per il Giorno non è una notizia che fa vendere copie, pertanto non è utilizzabile.
Veniamo al testo dell’articolo. Il primo capoverso è corretto perché riporta i fatti, cioè che il PD ha votato contro il prolungamento dei tempi della Commissione, ma il secondo capoverso è tendenzioso perché suggerisce scorrettamente ai lettori una “ragione” per spiegare il voto contrario del PD sia in Commissione che in Consiglio: impedire che si indaghi sull’operato dell’amministrazione di centro sinistra guidata dall’ex sindaco Gianfranco Massetti.
Questo non è vero, come ho già spiegato, perché la Commissione ha controllato e può controllare nel merito gli atti amministrativi relativi agli appalti sui quali sono stati sollevati dei dubbi, ma non può indagare su quello che un “presunto boss” avrebbe detto ad altre persone durante una telefonata intercettata. Questo è compito della Magistratura che, come è a tutti noto, l’ha già fatto senza rilevare nessuna ipotesi di reato al riguardo. Ed è per questo motivo che il Pd si è opposto alla prosecuzione di un “controllo” che pretendeva di diventare una improbabile “indagine” senza averne il mandato né le competenze.
Ma questa semplice verità nell’articolo non c’è ed è proprio in questa assenza mirata di fatti reali e nella presenza di fatti presunti che consiste la manipolazione giornalistica: si dicono delle mezze verità usando parole che hanno altri significati, si tacciono altre verità che li smentiscono e il gioco è fatto.
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