Il resoconto giornalistico della conclusione delle indagini sul fallimento Lares, pubblicato da Il Cittadino nei giorni scorsi è tremendo. Mette a nudo il giro di corruzione che coinvolge il Commissario di governo chiamato a rilanciare l’azienda padernese, gestirne gli interessi e garantire quelli dei lavoratori dipendenti. Corruzioni e mazzette versate, stando agli atti, da Filca e Sercasa per garantirsi il buon esisto del loro progetto immobiliare. Tremendo è prendere coscienza di quello che è stato fatto sulla pelle degli innocenti lavoratori di Lares i quali, uniche vittime di questa brutta storia, sono e saranno probabilmente gli unici a pagare un prezzo che ci appare ingiusto e abnorme. Tra circa due mesi sarà finita la Cassa Integrazione e gli ammortizzatori sociali non si saranno più. Che ne sarà di loro, soprattutto dei più anziani, ma non ancora pronti per la pensione; che faranno, come si guadagneranno da vivere?
“Qui tutti sono spariti, dei tre sindacalisti che hanno seguito la nostra odissea due sono usciti di scena, uno in pensione e l’altro spostato ad altro incarico – dicono i lavoratori che ancora resistono nel presidio, un locale sempre più triste e abbandonato – ma anche gli altri che avevano promesso di sostenere la nostra giusta lotta per la dignità e il lavoro sono spariti a partire dagli amministratori locali. Sono sparite da anni quelle entità istituzionali che erano incaricate di controllare l'operato del Commissario e dell’imprenditore che aveva rilevato la fabbrica in virtù di un accordo che vedeva coinvolti diversi soggetti a vario titolo. Sono spariti e nessuno ci dice dove sono finiti anche i 3 milioni di euro che erano stati accantonati per lo spostamento della fabbrica dopo la vendita del terreno. Noi siamo rimasti soli”. E a lasciarli soli è stata la città nel suo complesso, partendo dall’amministrazione, passando dai partiti presenti in consiglio comunale e dalle associazioni attive sul territorio, finendo con i cittadini che ammaestrati dal silenzio che proveniva dal palazzo non hanno levato una voce per protestare contro questa grande ingiustizia.
Nell’ottobre 2009 un Ordine del Giorno presentato dalla minoranza all'assemblea comunale, venne bocciato dalla maggioranza senza entrare nel merito del suo contenuto. La minoranza, in sintesi, invitava il Sindaco e la Giunta a convocare un Consiglio Comunale aperto ai soggetti istituzionali e ai cittadini per analizzare la situazione della nostra città e cercare soluzioni che possano essere di aiuto per la difesa del lavoro e dello sviluppo a Paderno Dugnano. Chiedeva un impegno comune alle Istituzioni ai vari livelli affinché venissero garantiti gli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori interessati, ricercando a livello locale le forme necessarie per intervenire con aiuti alle famiglie sulle tariffe e sulle rette dei servizi scolastici. Proponeva l’istituzione di un tavolo composto da tutti i soggetti interessati in modo da avere sempre monitorata la situazione locale e seguire con attenzione e assiduità il problema occupazione e del lavoro. E' stato risposto "no". Quattro mesi dopo nel febbraio del 2010 il sindaco cambiò idea e convocò l’assemblea comunale aperta, durante la quale promise solennemente di attivare le azioni proposte dall’opposizione e forse per questo allora respinte. L’opposizione applaudì le intenzioni e propose un Ordine del Giorno comune che mettesse in fila i punti di un’azione da intraprendere:
- la consulta (osservatorio) permanente comunale anticrisi;
- il mantenimento delle aree industriali e incentivi per il mantenimento e la crescita;
- creazione di un fondo anticrisi;
- impiego di strumenti di formazione (AFOL) per aiutare i lavoratori a trovare nuova occupazione
- capacità di fare rete orizzontale (politiche congiunte con amministrazioni comunali territorialmente vicine) e verticale (pressioni e proposte verso Provincia e Regione);
Tutto ciò in 12 mesi è purtroppo rimasto lettera morta; il sindaco non ha fatto niente di quanto aveva promesso e l’opposizione non l’ha mai incalzato per ricordargli i suoi impegni presi pubblicamente e subito dimenticati. Oggi siamo a poche decine di giorni dalla fine di questa brutta vicenda ed è penoso ricordare a tutti noi come siamo arrivati fin qui, tra le promesse a vuoto del primo cittadino e l’indifferenza, la voglia di rimozione e oblio degli altri. Io, come cittadino di questa Paderna Dugnan sorda e grigia, senza volto e senz'anima mi vergogno. Voi no?
6 commenti:
La gente a Paderno Dugnano non reagisce più a niente. Nulla sembra scuoterla dall'insano torpore in cui sembra immersa, nè lo la sfregio del territorio di un'autostrada a 14 corsie a cielo aperto, con tutti i rischi che comporta, nè l'impoverimento industriale e la disoccupazione, e neppure le morti atroci sul lavoro. La gente preferisce immergersi nella propria routine, fingendo che tutto vada bene.Trincerati nei 90 metri quadrati dei loro appartamenti, si sentono al sicuro da tutto. Se qualcosa succede a cento metri da casa non è già affar loro. Ma dove è andata a finire la gente? Quella vera, quella che si indignava e reagiva alle ingiustizie anche se prepetrate a centinaia di chilometri da casa.Quella che partecipava, a tutto. Attenzione ed emozioni ora sono riservate solo agli show serali o al "grande fratello". Che amarezza.
Daniela
Come giustamente dice Daniela, ormai tutto la nostra attenzione è concentrata sull'eliminazione del G.F. e sulle avventure dei naufraghi dell'Isola.
Non mi stupisce più nulla. La globalizzazione ha portato via lavoro e redditività dal nostro paese e ora ne paghiamo le conseguenze. Però la colpa è anche di chi non ha voluto anticipare i tempi, lasciando l'azienda oggetto di localizzazione (ormai anche le isole Fiji sono ad un passo da casa).
Così come non mi stupisco del fatto che il nostro buon Arcari abbia criticato l'amministrazione per ciò che è accaduto alla Lares, senza far riferimenti al passato inglorioso politico del nostro paese.
Alparone ma dov'eri quando anni fa si facevano progetti dalle vecchie amministrazioni di centro sinistra (se non del tutto di sinistra = paladini del lavoro)?
Marco purtroppo hai ereditato problematiche ben più piccanti e difficoltose del previsto (Lares. MP, Rho-Monza etc.)....ma chi te lo ha fatto fare???
Vai avanti così e cerca di screditare i bugiardoni di Sinistra.
Nicola
Nicola, devi imparare a leggere perché credo di avere nel mio commento criticato proprio tutti, maggioranza e opposizione, per quello che non hanno fatto e potevano fare, un anno fa per i lavoratori truffati e abbandonati. Del passato remoto di Lares ormai non serve discutere anche perché lo si è già fatto, anche qui, troppe volte. Giusto, invece, chiedere al sindaco "dov'eri?", infatti anche a me risulta che negli ultimi 10 anni egli sia stato in consiglio comunale, addirittura come capogruppo di Forza Italia. Ma cosa ci faceva lì, oltre a cazzeggiare come al solito? Niente ci faceva, infatti di lui nessuno ricorda un intervento, una proposta, un contruibuto qualsiasi.
La tua ultima esotazione mi sembra proprio rivelatrice della mentalità dei destri padernesi: "vai avanti" gli dici, ma a fare cosa? Non a risolvere i problemi, ma "a screditare la sinistra". E' per questo che tu e quelli come te lo avete eletto sindaco?
Il peccato originale della vicenda Lares stà nell'operazione immobiliare, messa in piedi su quell'area, per salvaguardare gli interessi di una famiglia,di una banca titolare di leaing,di un'impresa costrutrice;praticamente i così detti poteri forti con la complicità di amministratori pubblici.
Io che all'epoca ero non dico all'opposizione ma in minoranza in consiglio comunale ho fatto vigorosi interveti,potete andare a leggerli,ma in quella sede valgono non le opinioni ma le mani alzate.
Comunque se vogliamo fare un'anamnesi della vicenda direi:
nessuna responsabilità per il sindaco Alparone,le critiche gratuite sono controproducenti,poche responsabilità per l'ex sindaco massetti che la questione l'ha in parte ereditata,qualche responsabilità in più per l'amico Casati,che come sindaco ha fatto cose buone e qualche non,questa è una di quelle.
Ora il danno è fatto,le case,troppe,sono in piedi,la fabbrica non c'è più.Mettiamoci una pietra sopra e pensiamo rapidamente al futuro.
Pierino Favrin
D'accordo Favrin, guardiamo avanti, ma io la pietra sopra ai lavoratori innocenti della Lares, truffati non dalle amministrazioni locali, ma dai finti imprenditori e dai loro complici commissari di governo, non ce la voglio mettere. Oggi bisogna pensare a cosa fare per loro che sono le vittime, non fregarsene come fanno in troppi. E qualcosa anche a livello locale si può e si deve fare.
Di pietre, anzi di macigni addosso a questi lavoratori ne sono piovuti anche troppi fino ad ora. Non è che si possa dire loro :andate a casa, chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, scurdammece o passato... Qui ci sono in ballo delle famiglie che stanno tirando la cinghia da parecchio tempo. Tanti lavoratori sono in età critica e nessuno li vuole più. Personalmente ho cercato di aiutare uno di loro, ma una volta rivelata l'età (49)del lavoratore all'imprenditore, tutto ciò che ho ottenuto è stato un: "purtroppo con l'età siamo troppo avanti". Non che ai giovani vada meglio...Questa è la situazione ed è una situazione ormai di emergenza sociale.Non c'è più spazio e nè senso per sterili polemiche e scambi di accuse tra i vari sponenti politici. Come il sig. Favrin, anchio mi auguro che si possa piuttosto pensare ad una rapida soluzione per il futuro di queste persone, poichè questa è l'unica cosa che conta.
Del fabbro
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