sabato 29 gennaio 2011

Chi semina vento...

“Non avrei mai voluto arrivare a una simile decisione, ma è stato necessario. Il nostro obiettivo non è quello di chiudere queste strutture: il Centro è di tutti e lo restituiremo alla città quanto prima”. Ipocrita e bugiardo. Non mi riesce di definire diversamente chi nega quello che con grande evidenza è sotto gli occhi di tutti. La volontà di distruggere con ogni mezzo una realtà come il Centro di aggregazione sociale Falcone e Borsellino è sempre stata una delle priorità “politiche” del sindaco Marco Alparone. Obiettivo che ha perseguito fin dai primi atti della sua amministrazione e che oggi ha finalmente raggiunto causando un grave danno alla nostra città. Un danno ai cittadini perché, nel portare avanti la sua guerra totale alle realtà positive costruite dalla precedente amministrazione di centro sinistra, ha chiuso, dopo quello dedicato ai giovani, l’unico centro attivo di aggregazione sociale di successo di Paderno Dugnano rivolto ad anziani e adulti. E lo ha fatto senza avere in mano un progetto credibile per la sua prossima riapertura, a riprova che non è certo un migliore servizio ai cittadini quello che gli importa realizzare, ma mettere finalmente le mani su questa struttura strappandola al “nemico”.
La scelta di rompere con queste modalità violente il rapporto con l’associazione che ha gestito il centro in questi due anni, risponde in realtà a una precisa esigenza politica della giunta reazionaria di Alparone: occupare ogni spazio esistente di aggregazione che possa venire utilizzato dai cittadini al di fuori dal suo controllo. Ogni spazio che possa venire usato, come è avvenuto nel caso del Falcone e Borsellino, dai cittadini per organizzare e diffondere l’opposizione sociale alle azioni sciagurate della sua amministrazione. Il Centro, a partire dal 2009, ha infatti ospitato tutte le assemblee organizzate dai Comitati civici nati in questi mesi ed è stata sede di tutte le iniziative politiche autonomamente convocate da questi organismi di base: contro l’inceneritore, per l’interramento della Rho-Monza, per il referendum sull’acqua pubblica, ecc. Tutte battaglie civili che hanno visto la giunta di destra costretta al ruolo di controparte imbarazzata dei cittadini organizzati.
Conquistare questa trincea era l’obiettivo di Alparone e lui pensa di averlo raggiunto. Ma non è così: il Centro Falcone e Borsellino era una struttura di servizio per gli anziani e per i movimenti spontanei dei cittadini, ma era anche un contenitore istituzionale della loro espressione politica e dell’iniziativa civica. Sfrattare i cittadini organizzati dalle sedi comunali, cioè da casa loro, vuol dire due cose: diffondere sul territorio la loro protesta a e obbligarla a darsi delle strutture alternative durevoli; farsi odiare e considerare un nemico. E’ proprio questo odio il sindaco otterrà in risposta alla sua arroganza esibita con la decisione, non solo di non rinnovare la convenzione con i volontari dell’associazione, ma addirittura di sciogliere l’associazione stessa con l’intento palese di cancellarne l’esistenza. Una decisione provocatoria e punitiva, destinata probabilmente a dar luogo a un contenzioso legale i cui esiti sono tutt’altro che certi per il Comune, e a un contenzioso civile che non resterà senza conseguenze.

1 commento:

laura ha detto...

Sinceramente non pensavo arrivassero a tanto.Mi ero illusa che ci fosse ancora spazio per trovare insieme una soluzione. Evidentemente li avevo sottovalutati per quanto riguarda la cattiveria, la prepotenza, l'arroganza ed anche l'invidia. Lo volevano ad ogni costo e ci sono riusciti.Mi auguro, nonostante tutto, che ci siano volontari disposti a farlo funzione bene come prima.
Finisco io la tua frase "che semina vento raccoglie tempesta"
Laura.