La bozza di riforma del servizio idrico che approderà in Consiglio regionale contiene molte delle modifiche che Anci Lombardia aveva dapprima proposto e poi difeso con forza. Secondo la nuova versione della legge, la Conferenza dei sindaci dovrà esprimere un parere vincolante sulle scelte dell’ufficio d’ambito in materia di investimenti, tariffe, e anche sulle modalità di erogazione del servizio. Tre componenti su cinque dell’ufficio d’ambito di ogni ATO (l’Ambito Territoriale Ottimale, che corrisponderà ai confini della provincia, tranne quella della città di Milano che coinciderà con i confini del Comune) saranno sindaci, a rappresentanza di comuni con meno di 3mila abitanti, tra i 3mila e i 15mila e oltre i 15mila. I componenti dell’ufficio d’ambito saranno nominati dal presidente della Provincia, ma su indicazione della conferenza dei sindaci.
“Siamo molto soddisfatti che le osservazioni dei sindaci siano state accolte dalla Giunta e dal Consiglio regionale, e che si sia arrivati a emendare un testo di riforma che poteva essere migliorato – dichiara il Presidente di Anci Lombardia Attilio Fontana – Ogni decisione che avesse sottratto ai Comuni proprietari delle reti idriche la loro potestà decisionale, non avrebbe potuto incontrare il nostro favore. Invece con questa legge si garantisce ai sindaci la possibilità di avere voce in capitolo, e di questo ringraziamo Giunta e Consiglio regionale. Ora l’importante è mettere in condizione l’ufficio d’ambito di programmare gli investimenti necessari al mantenimento e allo sviluppo delle reti”.
“C’era il timore che il diritto di proprietà venisse ignorato, fatto questo più unico che raro, proprio a danno dei Comuni lombardi – aggiunge il Vicepresidente di Anci Lombardia Giorgio Oldrini -. La nostra insistenza e la disponibilità dell’assessore Raimondi e della commissione consiliare hanno fatto sì che i sindaci possano continuare a essere responsabili di un servizio essenziale per i cittadini. Adesso occorre offrire anche la possibilità dell’affidamento in house del servizio di erogazione, attraverso la società patrimoniale che raccoglierà le reti comunali”.
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