giovedì 11 novembre 2010

Mafia: conoscere per prevenire

Ricevo da Gianfranco Massetti la relazione sulla terza giornata del corso “ Milano democratica contro le mafie “ che si è tenuta a Palazzo Marino il 6 novembre scorso. Buona lettura
Giornata molto intensa. Comincia Ivan Cicconi ,presidente di Itaca, nella sua terza lezione “Infiltrazioni mafiose al Nord Italia. Conoscere per prevenire” dal titolo “Buone prassi amministrative per il contrasto di mafia e corruzione in tema di appalti pubblici. Racconta delle competenze statali e regionali,le direttive europee 17 e 18 del 2004,recepite nel Dlgs.163/2006 e sue modificazioni.Ricorda che nell’appalto si acquistano processi produttivi e non solo prodotti e quindi è importante non solo il cosa e il quanto ma anche il come e il durante.
Il RUP (responsabile unico del procedimento) e il controllo dello svolgimento dell’appalto. Bisogna non solo rispettare le leggi e le norme ma anche usare tutti gli spazi di discrezionalità per introdurre norme e comportamenti più trasparenti e più virtuosi (nel rispetto della legge). Ci sono evidenti limiti nelle normative italiana (es. le certificazioni SOA) che la Comunità Europea vede non bene (es. il sistema dell’offerta anomala) ma anche possibilità di sperimentare aspetti più incisivi di trasparenza. Ad esempio nella qualificazione delle ditte. Importantissimo aver un capitolato di gara fatto bene. E richiamare queste prescrizioni anche nella stipula del contratto (ad es. “normare” comportamentali più ficcanti sul rispetto della sicurezza,delle contratti di lavoro e dell’ambiente.). Insomma bisogna aumentare la trasparenza in tutte le fasi dell’appalto. Soprattutto utilizzando l’art.118 del codice(che nessun comune fa rispettare, a detta di Cicconi.
Insomma la cosa più importante sembra essere la consapevolezza di quello che si fa e del come si gestisce un appalto.
Interviene PierCamillo Davigo, magistrato della suprema Corte di Cassazione,con un intervento breve ma formidabile. Si concentra su pochi aspetti e fa molti esempi concreti della sua vita di magistrato. “C’è un rapporto stretto tra corruzione e criminalità organizzata:entrambe vivono in un mercato illegale, che è gestito dalla organizzazione criminale”. In un’indagine avevano scoperto che cosa nostra si preoccupava di tre cose:appalti,pizzo e corruzione di partiti politici.tre settori strutturati e collegati. La corruzione (mafiosa e non) serve per vincere egli appalti.

La corruzione è:
-seriale: si ripete, è un sistema di gestione illegale di alcune imprese..
-diffusiva: tende a permeare interi settori dell’economia e della società..
La patologia dell’appalto pubblico sta soprattutto nel cartello d’imprese che dimostrano l’esistenza di un “sistema criminale consolidato” da almeno 40 anni. Davigo parla di un cartello dove le imprese si riunivano per rassegnarsi in anticipo le gare, di una Amministrazione, in ordine prestabilito e poi si organizzavano per vincere le gare. Tre aspetti importanti.
1.disponibilità di denari extracontabili,false fatturazioni,falso in bilancio, (”ma i bilanci delle ditte e delle banche siamo sicuri che vengono letti e non siano tutti problematici…?) paradisi fiscali…( e qui ci sono state responsabilità di diversi governo di CS e di CD)
2. la corruzione vera e propria:denaro in cambio di favore concreto
3. il percettore di denaro alimenta il riciclaggio e la ditta fornisce opere scadenti(collaudi non fatti o fatti male)
Per gli enti locali: gli appalti sono un problema? si , ma più rilevante è l’urbanistica e il fatto che in questo paese la valorizzazione dei suoli sia assolutamente discrezionale (vicenda del ministro F.Sullo). Le certificazioni antimafia “servono a poco”: perché i mafiosi si servono di prestanomi incensurati e ditte paravento,non solo queste ditte partecipano e vincono gli appalti perché possono permettersi forti ribassi e perché a loro può anche non interessare il guadagno ma soprattutto il riciclo del denaro sporco però, al contempo, violano nel loro operare tante norme ed è lì che bisogna attenderle al varco (sicurezza, ccnl ,smaltimenti illegali..). Per questo è utile la trasparenza e far circolare tutte le informazioni possibili.
Jole Garuti dell’Associazione Saveria Antiochia Omicron, nata del 1997. Si concentra sul fatto che bisogna far entrare in gioco la società civile.Le mafie qui per fortuna non hanno un controllo pervasivo del territorio come in altre regioni italiane ma bisogna “conoscere per prevenire”. Fare azioni di informazione e sensibilizzazione verso scuola e famiglie..intervenir sugli stili di vita che mettono al centro solo il denaro come strumento per arrivare al potere.. I comuni debbono fare di più e investire risorse per le scuole e le famiglie. Sul tema della”legalità democratica”. I ragazzi sanno veramente che cos’è davvero la mafia? Sanno che il reato di mafia è stato introdotto nella legislazione solo nel 1982 a partire dalla strage di C.A. Dalla Chiesa?.
Secondo un sondaggio il 40% ma secondo lei forse solo il 10% sanno veramente cosa sia…
Cosa fa l’associazione?: studi e stage per giovani.. Esempi di progetti rivolti alle scuole:
-storia della mafia e dell’ anti mafia
-leggi antimafia e uso dei beni confiscati (libera)
-Costituzione e diritti
-educazione all’uso responsabile del denaro
Garuti termina dando appuntamento al suo sito:info@omicronweb.it e alla carovana antimafia dal 31 marzo al 5 aprile 2011.
Poi Andrea Campinotti presidente di Avviso Pubblico,racconta le finalità dell’Associazione. Nessun Comune della Provincia di Milano è iscritto (?) a questa associazione di legalità. Invita tutti a trasformarsi in rete per la formazione perché siano tutti più responsabili e perché la legalità diventi patrimonio di tutti i partiti: perché essa “non è di destra né di sinistra”.
David Gentili, consigliere comunale del PD,conclude la giornata ricordando la proposta di costituire una rete provinciale di amministratori e rappresentanti di comuni e di gruppi consiliari e rinviando ad un nuovo appuntamento per approfondire questa proposta e alcuni casi specifici del milanese.

Nessun commento: