mercoledì 7 luglio 2010

Aquila: primo sangue tra Berlusconi e i cittadini

Oggi migliaia di aquilani terremotati si sono messi in marcia verso Roma per chiedere al Governo cose ovvie: sospensione di tasse e tributi, occupazione, sostegno all'economia. Queste le richieste degli abruzzesi che dal prossimo dicembre dovrebbero, secondo Tremonti (che si rifiuta di istituire una apposita tassa di scopo come farebbe qualsiasi persona di buon senso), tornare a pagare le imposte e versare al fisco gli arretrati al 100% senza poter ancora sapere se e quando torneranno in possesso delle loro case rimaste a un anno di distanza come le ha lasciate il terremoto, cioè un cumulo di macerie. La risposta di Berlusconi è stata quella che nessuno si aspettava cioè la più stupida e arrogante: manganellate. Così imparano a protestare e mettere in discussione il suo “miracolo”, e soprattutto a non ringraziare per le “casette dotate di tutto” che il direttore del Villaggio turistico globale (con annessa TV digitale) gli ha messo a disposizione.
In questa mattina d’estate è stato sparso il primo sangue tra il governo della destra populista e il popolo dell’Aquila. Berlusconi forse non lo sa, ma questo è il suo primo vero passo verso la fine ignominiosa che lo attende.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Veramente assurdo, come è possibile che queste persone siano chiamate a pagare tasse, mutui, quando le loro case sono ridotte in macerie, quando anche il posto di lavoro è scomparso, inghiottito dal terremoto insieme alle loro vite.... Dove sono andati a finire tutte quelle manifestazioni di solidarietà e affetto che a botta calda piovevano da tutte le parti? Calato il sipario, sopito l'interesse pubblico ora a nessuno interessa più?
E' una vergogna. Berlusconi ha cavalcato l'onda dell'emotività pubblica dando di sè l'immagine del salvatore ma adesso non prende nessuna posizione contro la disperazione di queste persone.